La divoratrice oscura










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presenta


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La divoratrice oscura

Missione 24






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2021



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Vulcaniano Ambasciatore Federale T'Lani

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Comandante Capitano Steje Aymane

Primo Ufficiale Tenente Comandante Rerin Th'Tharek

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Ambasciatore Federale
T'Lani
Ambasciatore Vulcaniano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Capitano
Steje Aymane
Comandante

Tenente Comandante
Rerin Th'Tharek
Primo Ufficiale

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Vulcaniano
T'Lani
Elena Fuccelli

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Comandante
Steje Aymane
Franco Carretti

Primo Ufficiale
Rerin Th'Tharek
Ilenia De Battisti

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
24.00 - Onnivoro onnipotente
24.01 - Nubi tempestose
24.02 - L'urlo
24.03 - I still haven't found what i'm looking for
24.04 - L'ombra
24.05 - Panico diplomatico
24.06 - Oh merda...
24.07 - Di prigioni e paradisi
24.08 - Pronti a combattere
24.09 - Guerra o pace?
24.10 - Un passaggio a casa

Sinossi

Una misteriosa quanto letale creatura arriva inglobando la stazione. Scoprire il suo mistero sarà necessario per sopravvivere.



24.00 - Onnivoro onnipotente

Autore: Tenente Comandante Rerin Th'Tharek

***Flashback***
DS16 Gamma - Ufficio Primo Ufficiale
29/11/2399 - Ore 20.19


Il Comandante Th'Tharek tirò un sospiro di sollievo mentre disattivava il terminale ed osservava distrattamente il proprio ufficio non che avesse poi molto da festeggiare ma se non altro un altro noioso, frustrante e quanto mai irritante giorno di lavoro era arrivato a conclusione. Da una parte era un ufficiale superiore che aveva imparato a fare buon viso a cattivo gioco, ma dall'altra era pur sempre un andoriano! Gli bastava poco per irritarsi e, bisognava ammetterlo, ne aveva di cose che lo stavano facendo irritare!

Era stato promosso per essere trasferito su una base stellare e la cosa lo aveva portato a storcere il naso: aveva perso la possibilità di viaggiare ma in fondo si era ben presto reso conto di come le basi stellari abbiano una loro bellezza intrinseca. Ma se il primo problema si era rapidamente risolto, il secondo era rimasto un macigno sino alla fine: la bella comandante della stazione, Claire Drillrush.

Rerin non ha mai avuto dubbi sul fatto che il Comandante Drillrush fosse un ottimo ufficiale superiore ma capì fin dal primo momento che la donna non lo aveva affatto preso in simpatia. Quella terrestre aveva certamente una mente estremamente logica e analitica ed era di certo in grado di valutare razionalmente i problemi che le si presentavano dinanzi, ma non sembrava prender bene le osservazioni che le venissero mosse: Th'Tharek non era il tipo da restare in silenzio, se una cosa non gli tornava non si faceva grandi problemi a farlo notare e questo aveva evidentemente indispettito Claire. Di fatto, sin dal momento in cui aveva preso servizio, il comandante della stazione aveva relegato più o meno coscientemente il primo ufficiale a incarichi di secondo rilievo, evitando accuratamente di consultarsi con lui e continuando in maniera sfacciata a rifiutarsi di delegare qualsivoglia responsabilità al suo vice. Ne era una riprova che avesse saputo solo indirettamente che proprio quella terrestre era alla base della temporanea fuga del tenente Roberts dal proprio alloggio: da primo ufficiale, come poteva aiutare i suoi uomini se nessuno si degnava di fargli sapere cosa stavano facendo?

Ovviamente aveva protestato con il Comando di Flotta ed in particolare si era rivolto all'ammiraglio Darion, un uomo con il quale aveva sempre avuto un ottimo rapporto: l'ammiraglio sembrava comprendere la sua frustrazione ma lo aveva esortato a stringere i denti, del resto passare da primo ufficiale a comandante non è una cosa facile. Il delegare a ciascuno i propri compiti è una delle sfide più ardue in assoluto e si apprende con il tempo, commettendo errori e cercando di risolverli.

Unica nota positiva era l'essere riuscito a stringere una serie di amicizie con le guardie dell'ambasciatore klingon, Rogal, arrivando addirittura a poter partecipare ad alcuni dei loro allenamenti... lezioni molto dolorose ma certamente utili, aveva scoperto molte cose sentendo i loro racconti ma quello era un altro discorso.

La situazione di stallo fra i due aveva raggiunto il culmine con l'arrivo del Capitano Steje Aymane. Arriva un nuovo ufficiale superiore alla base e nessuno pensava fosse il caso di avvertire il primo ufficiale? Era il secondo in comando, se fosse successo qualcosa avrebbe potuto essere chiamato a reggere il peso dell'intera installazione e si ritrovava a sapere le cose in contemporanea con l'ultimo dei membri dell'equipaggio? A dire il vero anche tutti gli altri ufficiali superiori condividevano con lui il fatto di essere stati avvertiti all'ultimo, ma per Rerin la cosa era stata veramente la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Aveva guardato il Comandante Drillrush lasciare la base senza palesare alcuna emozione ed era tornato al suo lavoro con la stessa gioia di un condannato ai lavori forzati che riprende in mano il piccone e si avvia nella miniera a spaccare rocce. Aveva svolto il suo turno in sala controllo ed aveva passato il resto della giornata nel proprio ufficio a leggere i rapporti che pervenivano dalle varie sezioni... tenendosi un po' in disparte dal frenetico mondo della base per poter riflettere. Era consapevole che avrebbe dovuto prima o poi avere un incontro a quattr'occhi con il Capitano Aymane, ma semplicemente non ne aveva voglia.

Rerin si stiracchiò sulla poltroncina e si alzò, era arrivato finalmente il momento di prendersi un po' di meritato svago.



***Flashback***
DS16 Gamma - Bar della Stazione
29/11/2399 - Ore 20.25


Rerin cercò di togliersi dalla mente tutto quello che lo disturbava nulla gli toglieva dalla mente l'idea che forse... continuando a rivolgersi all'ammiraglio Darion... alla fine il suo caro amico avrebbe ceduto e gli avrebbe concesso un trasferimento, ma in quel momento voleva solo divertirsi.

Il primo ufficiale raggiunse il bancone ordinando da bere e si osservò attorno studiando i volti dei vari avventori.

D'un tratto tutta la sua attenzione fu attirata dagli occhi color nocciola di una guardiamarina betazoide della sezione scientifica seduta a due sgabelli di distanza da lui. La giovane guardiamarina gli sorrise con fare suadente, mordicchiando lentamente la cannuccia del proprio cocktail e continuando insistentemente a guardarlo con sguardo provocatorio: Rerin non aveva idea di chi fosse e francamente non gli interessava affatto, ma iniziò a rispondere a quegli sguardi mentre sorseggiava il suo drink. Empaticamente sentiva l'eccitazione della betazoide che cresceva in lei, sapeva che quella nottata non l'avrebbe di certo passata da solo e si ritrovò ad essere grato alla provvidenza di averlo fatto andoriano... non rischiava di far nascere figli per la stazione.

Il gioco degli sguardi si faceva più intenso, tanto che alla fine la betazoide sembrò decidersi a prendere l'iniziativa e posò il cocktail per andarsi a sedere proprio allo sgabello accanto a Rerin: il primo ufficiale sorrise soddisfatto... se non altro avrebbe avuto qualcosa di cui essere sollevato in quella lunga giornata... o almeno, era questo ciò che pensò prima che il Capitano Aymane occupasse proprio lo sgabello libero che mirava la betazoide.

Il Capitano ordinò da bere per poi aggiungere "Oh, tu guarda... il mio primo ufficiale"

La giovane betazoide ci mise un attimo a capire l'antifona, tanto che salutò il barista e se ne andò. Rerin si mise ad osservare per qualche attimo il nuovo ufficiale superiore prima di tornare a guardare il suo drink "Capitano..." improvvisamente la serata aveva preso una pessima piega.

"Non abbiamo ancora avuto modo di parlare io e lei..." il Capitano fissava il proprio drink facendo tintinnare il ghiaccio nel suo bicchiere "...così ne ho approfittato per avere un'interessante conversazione con il Capitano della USS Alvarez. Un uomo cordiale, affettuoso e generoso. Un po' vanitoso forse, ed egoista... un dominatore, ma anche un uomo onesto... un uomo che aveva una certa stima di lei"

"La cosa la sorprende?" la voce di Rerin era stranamente atona

"Mi sorprende che non sia venuto a chiedere spiegazioni nel mio ufficio. E' riuscito a contenere la sua impulsività, interessante" il Capitano arrivò al punto senza mezzi giri di parole "Intende ancora ottenere il trasferimento?"

"Nulla mi trattiene in questa base, perché non farne domanda?"

"Perchè questa base ha tutte le potenzialità per offrirle ciò che cerca"

Rerin fece una smorfia "A si, e di grazia... cosa starei cercando?"

"Un porto... oh, lo so che non lo ammetterà mai ma ciò che cerca lei è un porto che le dia stabilità senza togliere quella nota di pericolo nella sua vita che tanto le piace. Ha avuto un pessimo inizio ed ha giocato a fare da tappezzeria per qualche mese. Beh. la sua vacanza è finita da domani si ricomincia da zero" diede una pacca alla spalla dell'andoriano "Ponte sedici, alloggio 24"

Rerin stava per controbattere ma alle ultime parole si voltò con espressione perplessa "Alloggio 24?"

"La stanza della guardiamarina a cui dava la caccia, ma faccia attenzione..." Aymane si alzò per poi dirigersi verso l'uscita "Alla bastardella piace mordere..." non si voltò neppure indietro e lasciò il bar.



DS16 Gamma - Sala controllo
17/06/2400 - Ore 16.39


"Sala Controllo a Capitano Aymane. Signore, è richiesta la sua presenza"

La comunicazione di Durani ruppe solo per pochi istanti l'assoluto silenzio che aveva pervaso la sala comando. Tutti i presenti sembravano quasi affascinati ad osservare sullo schermo visore la forma aliena di quella che poteva in qualche modo sembrare una sonda molto strana o un vascello molto piccolo.

"Cosa succede e... quello cosa diavolo è?" Aymane a sua volta si soffermò ad osservare lo strano oggetto che si avvicinava inclinando il capo di lato come a tentare di capire cosa fosse osservandolo da un'altra prospettiva "Sono motori quei cosi che escono dal suo ventre?"

"Crediamo che si tratti di una navetta o una capsula d'emergenza" la voce dell'ufficiale scientifico suonava incerta "Diciamo che al suo interno rileviamo due deboli segnali vitali, in che ci farebbe presupporre che sia una navetta"

"Sembra essere corredato da piccoli razzi di manovra... lì dentro a farla grande ci starebbero un paio di bambini... sempre che la strumentazione non occupi troppo spazio" Tara Keane parlò quasi sovrappensiero mentre digitava alla consolle "Ha ridotte capacità di curvatura, al massimo warp uno per poche ore e al momento la sua energia è al minimo... tanto che sembra danneggiata"

"Abbiamo tentato di comunicare con loro?" il Capitano osservava ancora la strana forma "Vorrei capire perchè sta facendo rotta sulla base"

I membri della sala controllo si osservarono per poi tornare a guardare il Capitano "Si, e abbiamo ricevuto una risposta audio ma il traduttore universale sta avendo delle difficoltà a tradurla... non siamo neppure certi che la risposta sia effettivamente pervenuta dagli occupanti del mezzo o non sia semplicemente registrata... mentre gli occupanti sono impossibilitati a rispondere"

"Impossibilitati a rispondere?"

"Beh, molte razze hanno condotto dei test prima di inviare dei mezzi spaziali con a bordo degli esseri della propria specie. In questi casi spesso si è optato per alloggiare nei propri mezzi degli animali del proprio pianeta" Durani osservò il Capitano "E' possibile che questo sia solo un test prima del volo a curvatura di una civiltà e..."

Il Capitano portò lo sguardo sulla navetta "E a questo punto una civiltà che potrebbe non avere tutti i requisiti per un primo contatto potrebbe essere sul punto di scoprire che esiste una grossa base aliena a un certo tot di distanza da casa loro e non sapete se non sia il caso di fare qualcosa?" Aymane sorrise sfiorando il comunicatore "Capitano a Primo Ufficiale... mi raggiunga in sala controllo, credo che ci sarà da divertirsi!"

"Non abbiamo compreso tutti i meccanismi della navetta... o sonda abitata che sia" Tara scosse il capo riflettendo a voce alta "Potrebbe essere in grado di riprendere immagini e inviarle direttamente al pianeta e questo potrebbe lasciarli decisamente sorpresi... non possiamo sapere neppure come prenderebbero la notizia di non essere soli al mondo"

"Potremmo variarne la traiettoria ma ciò potrebbe spingere quella specie a indagare su quale forza sconosciuta sia riuscita a mandare fuori traiettoria il loro aggeggio" l'ufficiale scientifico tornò a fissare la sua consolle "Altra alternativa è distruggerla"

"A parte che ci sono due segni vitali che noi ipotizziamo siano di animali ma non possiamo averne la certezza data la difficoltà delle letture all'interno di quel trabiccolo..." Durani sembrò la meno convinta "Immaginatevi la situazione dai loro occhi: magari hanno già visto attraverso la loro navetta che esiste questa base e poi si vedono arrivare addosso un phaser che fa esplodere in aria quel piccolo catorcio, a che conclusioni arriverebbero? Che lo spazio è occupato da razze pericolose per cui devono difendere se stessi ed il loro pianeta, magari partendo loro all'attacco con quello che hanno. Scateneremmo una guerra!"

"...una guerra?" Rerin entrò con espressione perplessa in sala controllo raggiungendo Durani per dare un'occhiata alla sua consolle

"Glielo dicevo che in questa base si sarebbe divertito!" Aymane ammiccò al suo secondo per poi tornare alle comunicazioni "Qualche possibilità di sentire la comunicazione?"

L'ufficiale alle comunicazioni sembrò imbarazzato "Ehm... si signore, per sentirla... si sente bene"

Dagli interfoni della sala controllo si iniziò a sentire una serie di suoni gutturali e quasi impronunciabili che non avevano nessun senso per nessuno dei presenti =^=Tleiwegsua netfahc snegee nehcelnhä tam nnëhhaira uvtraa ed hcreud reiéna hcseripme hcafnie iém llivgnepo nefuog nessathcsié ttad zalpma=^=

Th'Tharek strabuzzò gli occhi mentre Aymane annuiva lentamente, ascoltando la comunicazione "Direi che nel loro messaggio sono stati cristallini quanto l'acqua di palude" poi sorrise tornato dall'ufficiale delle comunicazioni "E nella traduzione, qualche informazione in più prima che si decida il da farsi?"

L'addetto alle comunicazioni sembrava sempre più in difficoltà "Beh... per ora abbiamo capito che... beh... che il messaggio è troppo corto e la lingua troppo diversa dalla nostra per tentare una traduzione accurata, avremmo bisogno che vi fossero più frasi... ma al momento abbiamo solo questa"

"Non so voi ma vorrei evitare che fra un'ora o poco più quella cosa di schianti direttamente sullo scafo della base... quindi è il caso di decidere signori, cosa consigliate di fare?"

"Ci sono pur sempre dei segni vitali all'interno di quella cosa, siamo tenuti a prestarle soccorso" Rerin rimase di fianco a Durani "E se sarà il segno che una nuova civiltà si sta affacciando all'era dei viaggi a curvatura informerei l'ambasciatrice T'Lani e lascerei a lei la gatta da pelare"

"Mmh... il dolce profumo dello scarica barili si sta già spargendo nell'aria... meglio così!" Aymane sorrise divertito "Raggio traente, trainate i nostri ospiti... chiunque essi siano... nell'hangar tre. I segni vitali teletrasportateli appena possibile in infermeria, si aprono le scommesse su chi indovina a cosa assomigliano... io voto per dei felidi di piccole dimensioni!"



DS16 Gamma - Infermeria
17/06/2400 - Ore 17.56


I due alieni erano distesi sui biolettini, uno accanto all'altro: erano degli esseri umanoidi, alti all'incirca fra i sessanta ei settanta centimetri. La loro pelle traslucida lasciava intravvedere al di sotto l'insieme di ossa, muscoli ed organi che componeva il loro corpo. L'equipe medica aveva operato come poteva su quei fragili esserini, monitorando i loro segni vitali e ipotizzando di volta in volta diverse terapie ma a conti fatti si sentivano impotenti. Era una razza sconosciuta, la loro morfologia era talmente differente dalle razze conosciute che i normali rimedi medici sembravano funzionare poco o nulla: il risultato di tutti i loro sforzi era stato solo quello di riuscire a farne rinvenire uno e guardare morire l'altro.

Nessuno si illudeva poi molto sulle sue reali probabilità di sopravvivenza, eppure questo esserino minuto non sembrava volersi arrendere al fatto di non essere in grado di comunicare con chi lo circondava: continuò a parlare senza sosta sino a che, finalmente, il traduttore universale riuscì ad individuare abbastanza schemi fonetici da iniziare ad interpretare la sua lingua.

"Capo... ora, capo"

Il dottor Ch'Idrani scosse il capo "Sarebbe molto meglio se riposasse, la sua salute è molto debilitata"

"Capo, ora... prego, capo"

Il dottore sospirò, accettava a fatica l'idea che non vi fosse nient'altro che potesse fare per loro ma se non altro decise fosse giusto accontentare il loro desiderio, quindi sfiorò il comunicatore "Infermeria a Capitano... il nostre ospite chiede di parlare con il capo di questo posto"

=^=Arriviamo subito=^=

Pochi minuti dopo il Capitano entrò accompagnato dal primo ufficiale "Il traduttore finalmente ha deciso di funzionare, eh?" lo sguardo era serio mentre si avvicinava ai biolettini "Sono il capitano di questa base, come possiamo aiutarvi?"

"Pericolo... capo, pericolo"

Aymane osservò per un attimo Rerin per poi procedere a parlare "Abbiamo tradotto il vostro primo messaggio, parlava di un demone venuto dai cieli che avrebbe distrutto la vostra nave, è corretto?"

"Morte scesa veloce... ci ha tolto gli occhi e parola... poi attesa e infine morte..."

Aymane continuava a guardare i due esserini per poi tornare a prestare la sua attenzione su quello ancora vivo "Sì, ma non abbiamo capito a cosa vi riferite... cosa vuol dire che vi ha tolto occhi e parola? Chi è questo demone?"

"L'onnipotente... onnivoro onnipotente..." furono le sue ultime parole.

Il lettino iniziò a segnalare che era in corso un collasso multiorgano oramai del tutto inarrestabile: i tentativi dei medici di porre un rimedio alla situazione durarono svariati minuti ma alla fine, l'unica cosa che rimase da fare fu constatarne il decesso.

=^=Sala controllo a Capitano, segnaliamo che sono sorti problemi con l'apparato dei sensori esterni alla base... le squadre di riparazione sono già a lavoro ma per il momento operiamo alla cieca=^=

I due ufficiali superiori si guardarono in volto mentre il Capitano mugugnò a voce bassa "Ci hanno tolto gli occhi..." quindi sfiorò il comunicatore "Inviate una comunicazione su tutte le frequenza per informare le navi dirette alla base della nostra attuale situazione"

=^=Signore, anche le comunicazioni non sembrano funzionare verso l'esterno della base... tentiamo di risolvere il prima possibile=^=

"Stiamo diventando paranoici o ci hanno anche tolto la parola?" Rerin sembrava perplesso

"Già..." Aymane si ritrovò a guardare nuovamente verso i due corpi esanimi "E cosa veniva dopo la perdita delle vista e del linguaggio?"

"L'attesa e la morte" rispose laconico Th'Tharek.


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24.01 - Nubi tempestose

Autore: Capitano Steje Aymane

DS16 Gamma - Sala Controllo
17/06/2400 - Ore 18:03


"Rapporto" esclamò il Capitano entrando da solo a passo di carica nel centro nevralgico della stazione.
"Siamo totalmente al buio, metaforicamente parlando." commentò Durani continaundo a digitare sulla console "La strumentazione non rileva niente... non rileva nemmeno le stelle o il tunnel spaziale. È come se tutto fosse spento."
"Ho provato a comunicare con Deep Space Nine dall'altra parte del tunnel, ma nemmeno le comunicazioni sembrano funzionare. Nessun guasto apparente." aggiunse Tara Keane dalla sua postazione.
"Numero Uno lei cosa mi dice?" chiese Steje dopo aver toccato il combadge sulla divisa.
=^=Sono sul ponte della passeggiata, non c'è nulla qua fuori." la voce di Rerin aveva un tono che fece sollevare i peli alla base del collo del Capitano.
"E per nulla intende lo zero assoluto immagino." commentò.
=^=Esatto, niente stelle, niente di niente... e come se qualcosa avesse spento le luci lì fuori.=^=
"Torni qui alla svelta, a quanto pare siamo già sotto attacco. Allarme rosso! Signor Riccardi faccia in modo che i civili siano messi al sicuro."
=^=Sto già eseguendo!=^= rispose il capo della sicurezza e dalle voci di sottofondo si capiva che i suoi uomini stavano già facendo evaquare i ponti meno protetti della stazione.
"Adesso ci avrebbe fatto comodo una nave per dare un'occhiata là fuori... cosa abbiamo a disposizione?" chiese Steje lanciando un'occhiata e un sorriso verso il Comandante Keane.
Lei fece una smorfia divertita e prese a parlare con qualcuno attraverso il comunicatore.

"L'Ambasciatore Rogal mette a disposizione il suo incrociatore per un veloce giro turistico." comunicò il Capo Operazioni
"Spero che questo piccolo favore non le sia costato qualcosa di gravoso..." commentò il Capitano notando il sorriso che la bellissima mezza klingon aveva non appena chiusa la comunicazione.
"Oh sopravviverò stia tranquillo Capitano" lei gli fece l'occhiolino e per un attimo Steje si rammaricò di non essere l'Ambasciatore in questione.
"Ottimo, Numero Uno non importa più che si affretti ad arrivare il sala controllo, si diriga verso l'approdo dell'ambasciata klingon."
=^=Signore?=^=
"Sta per fare un giretto su un'incrociatore classe Vor'chat messo a disposizione dai nostri alleati grazie al sacrificio del Comandante Keane... vada a dare un'occhiata e poi torni a riferire. Le comunicazioni non saranno possibili quindi cerchi di fare rapporto il prima possibile, solo un rapido giro dell'isolato."
=^=Vado e torno.=^=
"Comunicazioni, avvertite gli ambasciatori. Fra un'ora forse potremmo dare loro delle informazioni. Ah! Promemoria, voglio una nave!"



DS16 Gamma - Approdo ambasciata klingon
17/06/2400 - Ore 18:15


Rerin entrò eccitato nel lungo condotto che collegava la stazione al IKS Pagh Jegh. Ad attenderlo due guardie klingon dalla cupa divisa rosso sangue. Ne riconobbe uno: Okado, forse il guerriero con cui aveva più legato da quando era arrivato.
Okado... un tipo sospettoso e diffidente. Forse per quello che avevano legato. Due spiriti affini. In palestra nessuno dei due parlava molto, entrambi si dedicavano agli esercizi con impegno quasi maniacale, poi un giorno avevano afferrato entrambi lo stessa bilanciere e avevano iniziato a parlare con naturalezza, come se i silenzi delle volte precedenti fossero solo un lontano ricordo.

"Okado." Rerin fece un cenno di saluto.
"Rerin." Rispose il massiccio guerriero klingon con un cenno del capo.

Beh forse parlare era una parola un po' grossa. Non c'erano veri e propri discorsi fra loro, però il rispetto reciproco era evidente, ma entrambi ricoprivano un ruolo che mal si addiceva ad un'amicizia vera e propria.
Il klingon era un Suvwl'Iw, un "Guerriero di Sangue", lo sapeva perché aveva richiesto la traduzione al computer, ma non gli era ben chiaro cosa fosse un Guerriero di Sangue. Forse un titolo altisonante per indicare le guardie del corpo dell'Ambasciatore klingon.
L'andoriano l'aveva visto solo una volta in palestra e doveva ammettere che quell'uomo metteva in soggezione vista la sua mole, eppure aveva scoperto, durante le riunioni, che era un klingon atipico... lo avrebbe definito un romantico, anche se cercava di nasconderlo a tutti, specialmente ai suoi uomini.
Secondo il suo parere la storia con il Capo Operazioni lo stava addolcendo visibilmente, presto o tardi i suoi uomini se ne sarebbero accorti e a quel punto sarebbero sorti dei problemi. Qual'erano i protocolli? Poteva un ufficiale della Flotta Stellare avere rapporti con un'ambasciatore di una diversa fazione, seppur alleata? Probabilmente si, ma certamente uno dei due avrebbe dovuto trasferirsi per evitare problemi.
Sicuramente Rogal aveva pensato a tutto questo cercando di mantenere la sua vita privata quanto più segreta possibile, ma il Comandante Keane sembrava più una scolaretta alla sua prima vera cotta. Non che questo andasse ad inficiare il suo perfetto stato di servizio, anzi sembrava più entusiasta da quando quei due si frequentavano. Vedendo quella gioia di vivere negli occhi della collega, Rerin si era ripromesso di far qualsiasi cosa perché nessuno dei due si ritrovasse a dover scegliere fra lavoro e vita privata.

Un colpo di tosse appena accennato da parte di Okado riportò il Primo Ufficiale alla realtà. Avevano attraversato tutta la nave fino alla plancia mentre era perso nei suoi pensieri. Davanti a lui Angron, fratello di Rogal e Capitano della IKS Pagh Jegh, lo salutò portandosi il pugno al cuore.
"Sono Rerin del Clan Tharek, Primo Ufficiale di Deep Space 16 Gamma. La ringrazio per il suo supporto Capitano."
"So benissimo chi è lei Comandante. Okado parla molto bene del suo compagno di allenamenti."

Rerin sorpreso lanciò un'occhiata al grosso klingon che emise un grugnito fra il soddisfatto e l'imbarazzato. Attorno a loro il personale era indaffarato e silenzioso. Erano tutti concentrati su quello che stavano facendo, quella nave era ben diversa da quelle chiassose e sporche navi che aveva avuto modo di studiare all'accademia grazie alle simulazioni.

"Abbiamo appena lasciato l'approdo. Come la stazione anche noi siamo ciechi e sordi, ci stiamo preparando ad un salto in curvatura di qualche anno luce per vedere cosa riusciamo a scoprire. DaH ylmej!" ordinò il Capitano e il timoniere prese il controllo della nave.
Per un attimo non accadde nulla, poi sul monitor apparve la consueta scia di luci della curvatura. Quando l'incrociatore ne uscì, la notte stellata dello spazio tornò come di consueto.
"Confesso che quel buio mi aveva messo i brividi." commentò Angron "Ja'!"
All'ordine di fare rapporto uno dei guerrieri in plancia iniziò a sciorinare una serie di informazioni che l'andoriano non riuscì a capire, forse non stavano parlando in klingon ma in un qualche codice cifrato. Probabilmente era la prassi quando un estraneo era presente. Il Capitano Angron attese la fine del rapporto per poi ordinare al suo ufficiale tattico di mettere la stazione sullo schermo.

Deep Space 16 Gamma non c'era più. Al suo posto c'era un enorme nuvola nera, simile ad un cumulimembo temporalesco di proporzioni epiche. Al suo interno si intravedevano luci violacee come se fosse attraversato da scariche di plasma o qualche tipo di energia sconosciuta.

"Che diavolo è quella?!" esclamò il klingon inclinando in avanti il busto.
"Cosa dicono i sensori?"
"Non riescono a leggerla, è come se fosse un buco nero per quanto riguarda gli strumenti. Il mio ufficiale scientifico è basito."
"Comunicazioni?"

Angron girò la testa verso l'addetto alle comunicazioni ma questo gli fece un cenno negativo con la testa.
"Avete provato a comunicare con quella cosa su tutti i canali?" chiese l'andoriano cercando di non essere troppo invadente.
"L'abbiamo fatto?" chiese il klingon lanciando un'altra occhiata verso le comunicazioni. "Beh allora fallo idiota!" sbraitò quando ricevette in risposta un altro cenno negativo. "Noi klingon non siamo avvezzi a cose complicate come comunicare..." commentò divertito strappando un sorriso a Rerin.

"Niente da fare, nessuna risposta" avvertì il taciturno addetto alle comunicazioni.

"Che ne dice se proviamo qualcosa di più sostanzioso?" chiese Rerin
"Posso sparare a quella cosa?" Angron sembrava entusiasta
"Pensavo più all'utilizzo dei deflettori per cercare di disperderla."
"Ah... deflettori..." borbottò il klingon dispiaciuto
"C'è la stazione li dentro."
"Ed è meglio non farci un buco con i disgregatori... Tattico! Un colpo con i deflettori!" ordinò osservando l'immensa nube sullo schermo.

La nave si avvicinò quanto più possibile ed emise poi una scarica invisibile che però fece tremolare lo spazio circostante come l'effetto del calore sul cemento. La nuvola parve accusare in qualche modo il colpo e lasciò intravedere le luci della stazione.

=^=DS16G a IKS Pagh Jegh!=^= Rerin riconobbe la voce del Capitano Aymane e guardò Angron per avere il permesso di rispondere. Il klingon gli fece un gesto di benvenuto.
"Capitano sono Rerin."
=^=Cosa avete fatto? Abbiamo un varco grazie al quale riusciamo a vedervi e sentirvi.=^=
Il Primo Ufficiale fece un rapporto dettagliato e chiese di inviare tutto quello che avevano raccolto sulla strana perturbazione, dopo alcuni momenti di silenzio durante i quali su DS prendevano in esame le informazioni, Steje tornò a farsi sentire.

=^=Ottimo lavoro Capitano Angron e anche a lei Comandante. Cosa ne pensate?=^=
"Cosa ne pensiamo?" chiese Angron a Rerin con uno sguardo divertito.
"Io e il Capitano Angron concordiamo sul fatto che non abbiamo idea di cosa si tratti."
=^=Vedo che avete raggiunto le nostre stesse conclusioni. Abbiamo bisogno di tempo per capirci qualcosa... l'ambasciatore Rogal è stato così gentile da fornirci il supporto della Pagh Jegh finchè non ne verremo a capo.=^=
"Devo tornare?"
=^=No, è meglio se rimanete all'esterno della nuvola in caso di bisogno, non è detto che riusciremmo a farvi uscire di nuovo una volta rientrati. Rimaniamo in comunicazione, se si dovesse richiudere provate ad usare di nuovo il deflettore e speriamo funzioni di nuovo. Inviate anche un rapporto alla Flotta e all'Impero e se possibile mettete delle boe di pericolo fuori dal tunnel spaziale e attorno alla stazione... non vorrei trovarmi con navi che cercano di attraccare.=^=
"Ricevuto."

"Bene, facciamo la guardia alla nuvola." commentò il klingon dopo che la chiamate fu chiusa.
"Meglio che stare al buio dentro la stazione." rispose Rerin
"Ha ragione... Okado, fai fare un giro al Comandante e procuragli un alloggio, credo che la cosa sarà lunga anche se spero il contrario."
"La ringrazio Capitano."
"Aspetti a ringraziare, i nostri replicatori hanno solo cibo klingon nel menù" avvertì divertito Angron strappando un sorriso all'andoriano.


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24.02 - L'urlo

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

DS16 Gamma - Infermeria
17/06/2400 - Ore 19:00


"Ancora?" - fece Nammo Ch'Idrani, staccandosi dal paziente che stava aiutando a rimettersi in piedi. Le porte dell'infermeria si erano spalancate e il tenente Riccardi era entrato sorreggendo a braccia una donna bruna con l'uniforme da guardiamarina, con l'aiuto di un altro uomo della sicurezza. Indicò un bioletto ancora libero e li aiutò a farla stendere, iniziando immediatamente a controllare il suo stato.
Il bioletto scansionò il suo DNA, lo comparò con il database delle persone presenti a bordo della Base e la identificò come Aleyana Bolen, guardiamarina. Il medico ignorò la olofoto che corredava la scheda e iniziò a scorrere i dati della cartella clinica.
"Non so che cosa sia successo" - fece l'uomo della sicurezza. Nammo gli dette un'occhiata di traverso. Era un umano dall'aspetto pesante, con capelli scuri che cominciavano a ritrarsi dalle tempie.
"Un mercante ci ha chiamato - aggiunse Riccardi - La guardiamarina era nel suo negozio, sulla Passeggiata. Ha detto di aver sentito la guardiamarina gridare e di averla vista cadere a terra, svenuta. Non ha saputo dirci altro. Abbiamo chiamato un teletrasporto di emergenza, ma..."
"Ma vi hanno detto che era occupato" - completò Nammo. Sul biomonitor iniziavano a comparire le letture sullo stato della donna.
"Esatto... - rispose Riccardi - Per questo l'abbiamo portata noi qui..." Tacque, guardandosi intorno. Nammo per un momento seguì il suo sguardo. I bioletti erano stati occupati quasi tutti. Da un capo all'altro della sala si sentivano ordini concitati e battute decise.
Alcuni pazienti si erano riavuti e venivano aiutati a mettersi seduti sul bioletto, con ancora sulla fronte gli stimolatori neurali che li avevano fatti rinvenire.
"Ma che sta succedendo qui? Un'altra epidemia?" - domandò l'umano.
"Direi di no. È troppo selettiva con le sue vittime" - borbottò Nammo, tornando a concentrarsi sulla giovane guardiamarina.
"Che vuol dire?" - domandò Riccardi, sbalordito, ma il dottore non aveva tempo per rispondere alle sue domande. Mentalmente, comparava i dati che scorrevano sul monitor del bioletto con quelli che aveva appena visto negli altri. Aprì un cassetto, e prese un'altra coppia di stimolatori neurali, che andò ad applicare sulla fronte della guardiamarina, regolò la portata dell'impulso e premette il contatto.
I muscoli della ragazza si contrassero, le labbra si ritrassero scoprendo i denti in una smorfia di dolore, quindi si abbatté di nuovo sul bioletto. Il medico aumentò la portata dell'impulso, pregando mentalmente che fosse sufficiente.
"Coraggio, ragazza..." - mormorò, premendo di nuovo il contatto. I muscoli si contrassero di nuovo, si mossero, quindi la smorfia si trasformò in un gemito. In un altro momento, pensò Nammo, avrebbe pensato che era una bella ragazza e avrebbe cercato di agganciarla sulla Passeggiata. In quel momento, il rossetto si era sciolto intorno alla bocca e le lunghe ciglia nere erano intrise di lacrime. La mano si sollevò alla fronte: "Che... che mi è successo?" - mormorò.
"Stavo per farle la stessa domanda - disse il dottor Ch'Idrani - Considerando che non ho trovato alcun motivo fisico perché tutti i betazoidi che si trovano sulla Base abbiano gli stessi identici sintomi"
"Tutti i betazoidi? - interloquì Riccardi, guardandosi di nuovo intorno - Vuol dire che tutti i pazienti, qui...?"
"Sono tutti betazoidi, si. E tutti hanno avuto una sorta di svenimento, connessa ad un improvviso forte dolore... Un dolore che non sembra avere alcuna causa fisica, in Aleyana come in tutti gli altri.
E che sembra essere intervenuto nello stesso momento, per tutti."
"Ha ragione... - iniziò Aleyana - Ora ricordo... Quello che ho sentito.
Era dolore, un dolore feroce, come se mi avessero appena strappato un fianco... Ma non era mio. Non è un mio dolore... Veniva da fuori. Da qualcuno fuori di me"
"Potrebbe essere..."- mormorò il dottor Ch'Idrani.
"Potrebbe essere, cosa?" domandò Riccardi.
"I betazoidi sono notoriamente telepati... Chi più, chi meno. La crisi potrebbe essere stata indotta da un'ondata psichica... Se qualcuno, dotato di capacità telepatiche, avesse provato un grande dolore, come quello che ha appena descritto la guardiamarina, potrebbe averlo trasmesso psichicamente a tutti i telepati presenti a bordo della Base. Come posso spiegare? È come un urlo molto potente... Talmente potente, da tramortire quelli in grado di sentirlo."
Riccardi si guardò intorno: "Tra tutti questi betazoidi, ce n'è per caso qualcuno che possa aver causato l'ondata di cui parla?"
"No - rispose il medico, scrollando il capo - Se davvero una persona ha causato questa ondata, potrebbe non essere in grado di chiamare aiuto in altro modo... Ma non so in che modo rintracciarla."
"Io... - iniziò Aleyana - Credo di poter fare qualcosa. Lo sento ancora..." - La ragazza si tirò su, a sedere sul bioletto. Nammo l'aiutò, continuando a controllare i suoi segni vitali.
"Cosa? Che vorrebbe fare, guardiamarina?"
"Rintracciare quella persona. Il dottore ha ragione, chiunque abbia provato quel dolore, è in pericolo... Dobbiamo trovarlo. Io posso sentirlo, sentire il suo dolore... Userò quel dolore, per trovarlo"
"Non posso permetterle di lasciare l'infermeria, guardiamarina - disse il dottor Ch'Idrani - Né a lei, né a qualcuno dei suoi conterranei ricoverati qui. Una nuova ondata psichica come quella che ha appena provato potrebbe farle perdere di nuovo conoscenza... Una ondata appena più potente potrebbe anche danneggiare i suoi ricettori"
"Una nuova ondata psichica potrebbe colpirmi anche stando qui in infermeria. Non ci sono scudi in grado di fermare una cosa del genere!"
"Dottore, la guardiamarina qui ha ragione - intervenne Riccardi - Dobbiamo trovare la persona che ha... Come ha detto lei? Urlato di dolore. Io e il tenente Volk, qui - accennò al pesante uomo della sicurezza che era rimasto in silenzio accanto a loro - Noi accompagneremo la guardiamarina dove ci guiderà e troveremo la fonte dell'ondata psichica. E la porteremo qui."
Nammo strinse le labbra, quindi riprese dalla fronte della ragazza gli stimolatori neurali: "Va bene - disse - Prendo la valigetta - ammiccò - Si, ha capito bene. La condizione per dimettere il guardiamarina è che io vengo con voi!"



DS16 Gamma - Hangar navette 3
17/06/2400 - Ore 19:00


"Novità?" - domandò il capitano Aymane. L'uomo dovette piegarsi in due per infilare il capo nel pertugio aperto sul fianco della capsula di salvataggio - Steje si rifiutava di considerarla una navetta vera e propria. L'interno era ottagonale, con due piccoli cubicoli situati uno al polo opposto all'altro. La cabina era interamente rivestita da congegni e led di navigazione, con delle scritte di cui non tentò nemmeno di intuire il significato. Notò che non c'era uno schermo centrale, né - apparentemente - altri mezzi per controllare lo spazio circostante.
"Abbiamo dovuto aprirla come una scatoletta di razioni di guerra - sbuffò Durani, in piedi con le braccia conserte - E questo soltanto per guardarci dentro"
"Non possiamo sempre pretendere che degli alieni abbiano sempre delle corporature simili alle nostre - commentò Steje, ritirandosi dal pertugio e rimettendosi in piedi - Almeno, abbiamo qualcosa su cui lavorare?"
Tara Keane si avvicinò agli altri due: "Forse. Abbiamo fatto entrare una olocamera per registrare l'interno e abbiamo ripreso le scritte e i simboli accanto ai congegni... E poi, abbiamo trovato questo!"
Mostrò l'oggetto che aveva in mano. Si trattava di un piccolo casco integrale, evidentemente modellato sull'anatomia dei piccoli alieni.
Steje lo prese in mano: "Fatto così, doveva coprirgli interamente la testa" - disse. La parte sopra la testa e la nuca era in materiale plastico color cuoio, morbido al tatto. Sbirciò all'interno. Davanti agli occhi c'era invece una fascia nera costellata di punti, che a Steje ricordavano gli schermi di una sala ologrammi spenta.
"Era collegato alla consolle dei comandi... E non le dico, capitano, che genere di acrobazia è stato prenderlo! Credo che i comandi di navigazione e lo schermo siano interamente all'interno del casco."
"Interessante... Chissà se all'interno del casco c'è anche una memoria, un diario di bordo, un diario personale, qualunque cosa che ci dia qualche informazione in più sui due naufraghi, sulla nuvola e su quello che li ha portati qui... È il caso di esaminarlo con cura."
Porse di nuovo l'oggetto a Tara: "Lo porti alla sezione scientifica, comandante. Lo so che il comandante Roberts è assente, ma qualcuno dei suoi potrebbe aiutarci a
tirare fuori qualche informazione... Qualcosa che quei due alieni, poveretti! non hanno potuto dirci. Tenente Durani, lei venga con me in sala comando. Dobbiamo continuare a monitorare quella nuvola... Qualunque cosa sia"



IKS Pagh Jegh - Alloggio ospiti
17/06/2400 - Ore 19:31


L'ultimo verme rossastro si contorceva nel piatto, cercando forse una via d'uscita che non c'era. Rerin Th'Tharek lo afferrò con una mano, consapevole dello sguardo ironico del Klingon che era con lui e se lo cacciò in gola, masticando lentamente perché tutti i succhi del verme si dissolvessero nella bocca emanando il loro sapore. Si pulì la bocca: "Con i replicatori che qui hanno solo ricette Klingon, sono contento che almeno il gagh sia fresco!"
"Il cuoco di bordo tiene una piccola riserva di gagh in stasi - disse Okado - Solo per gli ufficiali superiori e gli onorevoli ospiti. Il capitano Angron ci tiene a fare bella figura"
"Dica al capitano che mi sento onorato!" - rispose Rerin. Anche lui, pensò, ci teneva a fare bella figura in quella missione. Era la prima occasione che gli era capitata di mettersi in luce con il capitano da quando era stato assegnato a DS 16 Gamma e non voleva farsela sfuggire.
"Glielo dica lei! - ribatté Okado - Il capitano ha appena chiamato. La pausa è finita!"
Rerin poggiò il piatto e si alzò in piedi, seguendo Okado nel corridoio. Dopo pochi minuti, approdò in plancia. Il capitano si girò appena, rivolgendogli un cenno della testa. Rerin rispose al saluto, ma il suo sguardo fu attirato dallo schermo centrale. La Base era adesso appena visibile attraverso l'apertura prodotta dal colpo con i deflettori della IKS Pagh Jegh.
"La nuvola, o quel che è, si sta ricompattando" - notò.
"Anche molto in fretta - annuì cupo Angron - Con questa progressione, la vostra Base Stellare sarà di nuovo completamente avvolta in meno di quanto un targ ci metta a mangiare un nido di raHt."
"Possiamo sempre ripetere il colpo di deflettore" - fece notare Rerin.
"Oh, certo - ribatté sardonico il Klingon - Bisogna vedere però fino a quando potremo utilizzare lo stesso trucco!"
"Lo sapremo solo provando" - disse Rerin Th'Tharek.
Angron grugnì un ordine in Klingon, e Okado si accostò ad una consolle.
"Colpo di deflettore pronto!"
Il capitano si accarezzò la barba, accigliato.



DS16 Gamma - Passeggiata
17/06/2400 - Ore 19:34


Riccardi seguì Aleyana Bolen verso la Passeggiata. La ragazza camminava esitante, con le mani che premevano su un fianco come se fosse ferita. Si accorse che il dottor Ch'Idrani la stava guardando con espressione preoccupata: "Stia tranquillo... Ce la faccio!"
"Sono assolutamente convinto della sua forza, guardiamarina! Non deve dimostrare niente." - disse il medico.
"Non è quello che sta pensando in questo momento, dottore... - ribatté la betazoide - So che siamo vicini..."
Indicò la vetrina di una bottega: "Ero lì dentro quando l'ho sentito per la prima volta - disse - È stato terribile. Improvviso e feroce."
"Potrebbe essere un altro betazoide?" - domandò Riccardi.
La guardiamarina scosse la testa: "No. Sono sicura di no. La trasmissione sarebbe più chiara, definita. Non so come spiegare una cosa del genere a non telepati. Sarebbero pensieri, parole... Quello che mi arriva è molto più confuso. Emozioni, paure, dolore, misto a qualcosa che sembra senso di perdita... Come se gli mancasse qualcosa di importante. O gli fosse stato portato via qualcosa di importante"
"Forse, la vittima di una rapina" - ipotizzò Riccardi, cupo. Sulla sua Base, non doveva avvenire una cosa del genere!
"Ma dove può essere? - domandò l'umano - Di sicuro non qui! Sulla Passeggiata non ci sono punti ciechi. Le olocamere della Sicurezza avrebbero visto un'aggressione e i miei uomini sarebbero intervenuti immediatamente!"
Si guardò intorno. La Passeggiata appariva quasi normale, con le sue botteghe, i mercanti e i passeggeri. Un gruppo di persone di varie razze parlottava a voce bassa di fronte alle grandi vetrate. Alcuni gesticolavano, puntando verso il cielo nero e privo di stelle.
La betazoide si era fermata, come in sospeso.
"È qui!" - disse, a bassa voce.
"Qui?" - il dottor Ch'Idrani la guardò confuso. La ragazza si riprese, si girò: "Non capite?" - puntò un dito verso la grande vetrata. Non si vedeva nulla, solo un fondo nero, più profondo della notte.
"È lui... È la nuvola. Ed è vivo..."


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24.03 - I still haven't found what i'm looking for

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

IKS Pagh Jegh - Plancia
17/06/2400 ore 19.35


Rerin Th'Tharek e Angron fissavano lo schermo cercando di scorgere una variazione nella nuvola oscura che circondava la base stellare ma il risultato del colpo di deflettore non diede il risultato sperato e solo gli strumenti dell'incrociatore klingon rivelarono che la nuvola si era diradata solo in minima parte.
"A quanto pare impara in fretta!" disse Rerin al Comandante Klingon "Devo avvertire il Capitano che presto saranno di nuovo sordi e ciechi, se non troveremo alla svelta un modo per alterare gli schemi di quello strano ammasso."
"O di distruggerlo!" grugnì Angron, per nulla soddisfatto dal risultato, mentre con un cenno ordinava ad Okado di contattare Aymane.
=^=Qui Aymane: novità?=^= la voce del Capitano di DS16 Gamma, avvolta da scariche e crepitii, sembrava giungere da un'altra dimensione.
"Capitano, la nuvola si è adattata rapidamente e un nuovo colpo di deflettore ha sortito un effetto minimo: credo che tra pochi minuti i contatti con voi torneranno a essere impossibili. Avete scoperto qualcosa di utile?"
=^=Purtroppo niente: stiamo lavorando alla nave degli alieni per cercare di capirci qualcosa in più, anche se, in così poco tempo, non abbiamo ancora trovato niente. Continuiamo a lavorarci e abbiamo chiesto la collaborazione degli scienziati di tutte le varie Ambasciate presenti sulla base: sono certo che presto ci capiremo qualcosa.=^=
"Bene. Noi da questa parte cercheremo un altra maniera di fare il solletico a quella cosa, per mantenere un minimo di comunicazione con voi!"
=^=Rerin=^= disse prima di chiudere la conversazione Steje =^=Se dovessimo fare la fine di quei poveri disgraziati della nave aliena, non permettete che questa cosa si sposti incontrollata, continuando a seminare morte lungo il suo passaggio.Ci siamo capiti Signor Th'Tharek?=^= La voce di Aymane, nonostante le scariche elettrostatiche che disturbavano la trasmissione, era calma e decisa e al Primo Ufficiale non restava che prenderne atto.
"Si Signore, ci siamo capiti. Th'Tharek chiude."
"Non distruggeremo quella nuvola con mio fratello ancora là dentro!" disse Angron alzandosi dalla sua poltrona e guardando Rerin con uno sguardo di fuoco.
"E allora diamoci da fare per fare allontanare quella cosa dalla Base o per portare lui e gli altri fuori da lì, nel caso non dovessimo riuscirci." rispose l'andoriano sostenendo lo sguardo del klingon senza arretrare.
Angron lo studiò un secondo, poi gli diede una pacca sulla spalla che avrebbe abbattuto un orso e disse:
"Mi piaci Federale! Sbrighiamoci, temo che il tempo non sia dalla loro parte." disse il fratello di Rogal guardando il buco nero nello spazio, che una volta era occupato dalla stazione spaziale.



DS16 Gamma - Ufficio del Capitano
17/06/2400 ore 19.40


Steje aveva appena chiuso la comunicazione col suo Primo Ufficiale e stava ancora pensando alle ultime parole che gli aveva rivolto: era giusto distruggere quella cosa?
Al momento, le uniche cose che sapeva, venivano di un essere di una razza sconosciuta che aveva detto che quella cosa divorava tutto quello che incontrava. o almeno era così che avevano interpretato le sue poche parole. Non poteva permettere che una cosa così se ne andasse a spasso libero per l'universo: andava fermato.
In quel momento Riccardi, Ch'Idrani e il Guardiamarina Bolen entrarono nel suo ufficio.
"Signore, forse abbiamo scoperto qualcosa." disse Riccardi al Capitano e in breve lo mise al corrente di quello che stava accadendo ai betazoidi presenti sulla Base e di come Aleyana avesse percepito chiaramente da dove provenisse l'urlo che ancora la faceva stare male.
Steje guardò ammirato la giovane, da cui traspariva evidente il dolore che provava e di cui il dottore, di fianco a lei, continuava a monitorarne la condizione fisica.
"Aleyana può essere più precisa riguardo a quello che percepisce? Ogni piccola informazione che riesce a darci in più, potrebbe aiutarci a venirne fuori!"
"Beh... ecco... è difficile da spiegare, come dicevo prima al Tenente ma, più cerco di capire, più quello che sento è un dolore lancinante e un profondo senso di perdita, come quando si perde qualcuno a cui si è molto legati!" rispose la giovane ripensando al giorno in cui sua madre era morta e alle sensazioni che aveva provato.
Alla luce di quelle parole, Aymane si pentì dell'ordine di distruggere la nuvola che aveva dato a Rerin: provò a contattare l'incrociatore, ma le comunicazioni si erano interrotte definitivamente. Sapeva che Rerin sarebbe ricorso all'uso delle armi solo in caso di estrema necessità, ma a questo punto, se era davvero un essere vivente l'urgenza era di trovare un modo per comunicare con lui e capire perché aveva inseguito quegli alieni per tutta la galassia e a provocarne la morte.
"Riccardi, ragioniamo un attimo: che cosa può portare qualcuno ad un odio così grande verso qualcun altro, da spingerlo ad inseguirlo fino ai limiti del suo spazio per ucciderlo?"
"La vendetta è uno dei sentimenti più distruttivi. Se gli avessero ucciso qualcuno a cui teneva in modo particolare, sempre ammesso che provi sentimenti simili ai nostri, potrebbe essere un buon movente per un inseguimento di tale portata!"
"Ma non si sarebbe dovuto concludere con la loro morte? Perché non ha trovato pace e non se ne torna a casa?" rifletté il Capitano.
"Forse perché non ha ancora trovato quello che sta cercando!" intervenne Aleyana" la sensazione più forte che percepisco è quello della perdita, che noi diamo per scontato essere una morte: e se così non fosse?"
Aymane fu quasi fulminato da quelle parole: quello che la nuvola stava cercando era ancora a bordo della nave degli alieni, per questo non se ne andava. Ora bisognava solo cercare cosa potesse essere quella cosa!


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24.04 - L'ombra

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

DS16 Gamma - Sala Controllo
17/06/2400 ore 20.00


L'arrivo in sala controllo di Aleyana Bolen, al seguito di Riccardi e del Capitano, era stato accolto da qualche occhiatina di troppo da parte di alcuni giovani ufficiali presenti.

Che la giovane Guardiamarina fosse una bellissima ragazza era fuor di dubbio, ma pareva avere un potere attrattivo fin troppo magnetico.

Se non fosse stato del tutto irragionevole e disdicevole, poteva quasi affermare che persino alcuni degli Suvwl'Iw, i Guerrieri di Sangue, fedeli custodi dell'incolumità dell'Ambasciatore Klingon Dothrak, sembravano subirne il fascino da quando la Betazoide era arrivata sulla stazione.

Ciò poteva essere dovuto alla indiscutibile bellezza di Aleyana a cui si sommava la forza d'animo, con cui la Betazoide stava resistendo al dolore, cercando di offrire ugualmente il proprio aiuto che, era, allo stesso modo, sicuramente encomiabile.

Eppure c'era qualcosa in tutta quell'assieme di ottime doti che a Durani proprio non andava giù. Una sensazione, latente, ma presente..

Che fosse stata gelosia?

La Responsabile alla Tattica l'aveva pensato in un primissimo momento, ma un po' di tempo e con molto autocontrollo, l'aveva scartata come ipotesi.

Era vero, ripristinato l'onore della Casata dei Kanjis, tutti i Klingon presenti sulla stazione avevano del tutto cambiato approccio nei suoi confronti: da astio, misto a rabbia ed odio, erano passati ad un sentimento di rispetto e venerazione.. da lei non meritati, ma che si riverberavano su di lei dal prestigio riacquisito dal bisnonno Kheldas come Patriarca.

In quella nuova veste, lei rappresentava un ottimo partito per chiunque e per qualunque Casata, ma nessuno dei Suvwl'Iw sarebbe venuto meno al proprio giuramento verso Rogal, prima di impegnarsi in un legame come il matrimonio.

Che qualcuno di loro volesse divertirsi, cercando di strappare il biglietto vincente alla lotteria del suo cuore, si era reso evidente e palese, ma laddove non arrivava lei per tempo a fermare gli approcci sessuali, ci pensava il loro capo Stilgar o, in alcuni casi, anche Vorn, il vecchio consigliere dell'Ambasciatore.

Il fatto che la bella giovane Betazoide, anche in quel delicato frangente, catalizzasse su di sé le bramosie sessuali di molti, non poteva essere un elemento che dovesse importare a Durani, il cui cuore, peraltro, era già impegnato.

Dunque, per quale motivo le stava dando così fastidio?

Cosa c'era in quella ragazza, ora, in quell'esatto momento, che tanto le sembrava fuori luogo?

Uno dei consigli più preziosi che le aveva lasciato sua madre prima di essere vaporizzata da un attacco dei traditori, era quello di fidarsi del proprio naso e di ascoltare l'istinto, ragionare col cuore ed agire usando il cervello.

Una cosa non facile.

Per nessuno, figurarsi per una Klingon.

Eppure sua madre era così, era sempre stata la più aperta mentalmente e pronta ad accogliere il meglio degli insegnamenti che potevano pervenirle dai contatti con altre razze.

Ripensando a lei, a quanto l'amasse e a quanto le stesse mancando in quel frangente, Durani si sentì improvvisamente perduta, sbiancando in volto.

Era una sensazione stranissima, simile ad un attacco di panico.. non ne aveva mai sofferto.. nemmeno in occasioni ben più gravi di quella..

Prima di compromettere la propria efficienza, digitò un rapido comando sulla sua consolle e dopo meno di un minuto, arrivò il sostituto.

Non le servì dire nulla.. al Boliano bastò uno sguardo soltanto e capì l'antifona.. stare in guardia, qualunque cosa accadesse.

Durani lasciò pertanto la propria postazione senza fiatare, ignorando lo sguardo indagatore di Aymane, ma non potendo far a meno di notare un piccolo bagliore di soddisfazione negli occhi di Aleyana.

La Klingon scrollò la testa, non poteva essere vero, non avevano rapporti lei e la Betazoide.. e non c'erano motivi di una rivalità fra loro due.. si trattava probabilmente di una suggestione dovuta alla stanchezza ed a quel cupo sentimento di angoscia dovuta alla perdita della madre.



DS16 Gamma - Passeggiata
17/06/2400 ore 20:50


Sebastian McLain aveva nuovamente quella terribile emicrania.

Arrivata poco dopo il completo isolamento di DS16 Gamma ad opera di qualunque cosa fosse quell'ammasso nerastro che la avvolgeva completamente.

E dire che doveva essere solo di passaggio sulla stazione.. era stato destinato ad altro incarico, ma avrebbe dovuto attraversare mezza galassia per raggiungere il confine Klingon o dove diavolo fosse la sua nuova destinazione.

Non era mai stato un asso in astrometria.. si fidava dei computer di bordo così come dei navigatori.

Inizialmente non doveva nemmeno fare tappa su DS16 Gamma, ma, terminato il periodo sulla Base Spaziale Marconi, era stato convocato dal Capitano Thompson che gli aveva consegnato nuovi ordini da parte dell'Ammiragliato.

Il Contrammiraglio Darion, prima di consentirgli di raggiungere la sua nuova destinazione, gli aveva dato mandato di mettersi in contatto col Tenente Comandante Andoriano Rerin Th'Tharek, Primo Ufficiale di DS16 Gamma, al fine di valutare personalmente se le rimostranze portate avanti da quest'ultimo nei confronti del Comandante Drillush fossero esagerate.

Sebastian sapeva che il Comando sarebbe potuto appoggiarsi del team di Consiglieri della Stazione, ma, probabilmente, Darion preferiva informazioni fidate e non filtrate in nessun modo.

Meglio così.. Sebastian non aveva mai avuto problemi a dire quello che pensava, senza ricorrere a troppe mediazioni quando non necessarie. Forse era per quello che a quasi ventisette anni era ancora un semplice Guardiamarina.. o forse era dovuto al suo essere un operativo della Intelligence.. molte sue scoperte erano state ufficialmente assegnate ad altri per garantirgli l'anonimato. Non era affatto un problema.. anzi gli facilitava il compito.. la sua specialità era quella di cercare di indagare ignorato in bella vista.

Proprio rimanendo in incognito, negli ultimi sei mesi, aveva, suo malgrado, assistito al pessimo Primo Contatto con quei strani enormi scarafaggi, nient'altro che scienziati eugenetici della peggior risma secondo il suo punto di vista, col conseguente passaggio di consegne fra il Comandante Drillush, destinata all'aspettativa per la maternità incombente, ed il Capitano Steje Aymane.

Anche quest'ultimo era rimasto, supponeva per un paio di settimane buone, in incognito al fine di conoscere la base e Sebastian non ne era propriamente certo, ma era forse l'unico che si era accorto della sua presenza.

Era stato discreto, dedicandosi alle sue passioni principali come il balletto e la coreografia, ma, essendo DS16 Gamma una base non propriamente né turistica, né puramente economica, chiunque si fosse soffermato attentamente sulla sua persona, avrebbe trovato perlomeno eccentrica la presenza di quel giovane Ulliano dai capelli argentei, magrissimo ed alto quasi un metro e novanta, dilettarsi in balletti di varia natura, sfoggiando linee sinuose, un lato b invidiabile ed un bel paio di occhi azzurri come un mare tropicale.

Il fatto di essersi trovati spesso negli stessi locali della Passeggiata, poteva averlo esposto alle attenzioni del Capitano Aymane, anche se, quest'ultimo, in verità, preferiva fare la parte da protagonista nel subire gli interessi del gentil sesso femminile.

In particolare, era stato abbordato da una giovane Guardiamarina Betazoide, particolarmente voluttuosa ed interessata ad un particolare tipo di uomini.

Non a caso, dopo il Capitano aveva puntato anche il Primo Ufficiale ed una serie di esemplari di sesso maschile dotati di una certa muscolatura.

Con ogni probabilità, rifletté fra sé Sebastian, anche quello che presto o tardi sarebbe divenuto il suo futuro Capitano sarebbe stato una preda ambita per la passionale fanciulla.. non le poteva dar torto.. anche in lui, quel Risiano sembrava aver risvegliato certi interessi che parevano sopiti da tempo.

Prima di continuare a perdersi nei suoi pensieri, fu letteralmente investito da una Klingon a passo di carica.

Il volto della donna sembrava stravolto ed emanava, suo malgrado, un profondo malessere.

Si ripeteva, quella volta in maniera decisamente più ravvicinata, la chiara percezione che qualcosa non andasse.

Quella enorme ombra nera che circondava completamente la stazione, sembrava risvegliare paure profonde in tutti i presenti.

Da un pad, abilmente sottratto ad un infermiere troppo distratto, Sebastian aveva mentalmente annotato che buona parte, se non la completa totalità, dei Betazoidi presenti a bordo fosse ricoverata in infermeria per una sorta di shock neurale.

Istintivamente, il giovane Consigliere si domandò se anche l'avvenente e passionale fanciulla, nonché abile seduttrice sia del Capitano che del Primo Ufficiale, fosse fra i degenti.

La Klingon si scusò in qualche modo, ringhiando qualcosa di inintelligibile, prima di allontanarsi a passo di carica.

Istintivamente, senza sapere nemmeno lui bene il perché, Sebastian decise di seguirla.

Ben presto, si accorse che la scelta non era stata delle migliori: prima uno, poi due, infine tre enormi Klingon in armatura completa lo avevano circondato, pur tenendosi in disparte, mentre un quarto si era messo sul suo cammino, come a protezione della Responsabile Tattica della Stazione in ritirata.

Sapeva che quei gorilla erano i guardia spalle dell'Ambasciatore Klingon e poteva comprendere come volessero tutelare una loro conterranea, sebbene lui non potesse certo essere definito come una minaccia, ma quello schieramento gli appariva fin troppo eccessivo.

Sebastian decise di voltarsi prima di mettere un piede in fallo e farsi scoprire del tutto.. finora potevano solo immaginare che stesse compiendo il medesimo percorso della donna, ma, avvicinarsi all'area degli alloggi, lo avrebbe bollato in maniera del tutto differente.

Rallentò, pertanto, di fronte ad una vetrina piena di prelibatezze, decidendosi ad entrare per comprare qualche leccornia e distrarre il cordone di sorveglianza.

All'interno del negozio, tuttavia, la scena che gli si presentò fu abbastanza preoccupante.

Dopo molti richiami andati a vuoto, Sebastien trovò la titolare del piccolo forno inchiodata a terra, letteralmente in preda al panico.

Aveva distrutto tutto ciò che aveva a portata di mano e si era rannicchiata a ginocchioni dietro al bancone in un posto buio e senza luce, digrignando e sbattendo i denti, mentre copiose lacrime sgorgavano senza fine dal suo volto raggrinzito.

Un improvviso sfarfallio di una luce esterna della passeggiata, per un momento, modificò l'inclinazione dell'illuminazione interna e permise al giovane di notare una cosa che lo fece rabbrividire.. quella piccola ed anziana donnina aveva attorno a sé un'ombra decisamente più imponente di quanto potesse generare il suo corpo o la proiezione del bancone.

Qualcosa non andava.. senza agitarsi, scrutò con circospezione attorno a sé non trovando nessuna spiegazione e fu allora che gli tornò alla mente una vecchia leggenda letta su un libro di cui non ricordava neppure il nome: si narrava di una massa senziente extra-dimensionale fatta di sola assenza di luce.. in grado di creare e dissipare scudi di oscurità completa, dotata di grande malleabilità ed in grado, appunto per questo, di creare tutte le possibili varietà di costrutti ombrosi, in cui trasportarsi e propagarsi.

Se non ricordava male, il tutto pareva esser stato scaturito da un grande dolore patito da un El Auriano che, in qualche modo, era stato in grado di liberarsi della propria Ombra, disancorandola dal proprio corpo e lasciandola libera, senza freni e pronta a vendicarlo.

Sebastian non sapeva se ciò che gli era tornato in mente era semplicemente il frutto di una banale momentanea impressionabilità di fronte all'evolversi degli eventi, ma non poteva negare che l'intera stazione fosse avvolta da un'enorme massa ombrosa e che i suoi occupanti fossero soggetti ad un'influenza negativa.

Prima i Betazoidi, in quanto, forse, fra i migliori telepati presenti, poi, lentamente, come forse accaduto alla titolare del forno, ad uno ad uno, avrebbe colpito le paure e le angosce di coloro a bordo, aumentando di potere e di influenza.. seminando terrore e distruzione.. e preservando, forse, solo coloro ritenuti in qualche meritevoli..

O, per lo meno, era quello che Sebastian ricordava di quella leggenda.

Prima che potesse uscire dal negozio, quest'ultimo fu letteralmente preso d'assalto da un team della sicurezza guidati

un Tenente, un umano dall'aspetto pesante, con capelli scuri che cominciavano a ritrarsi dalle tempie.
Il momento si bloccò come all'improvviso. La sicurezza vide la devastazione del negozio e non lasciò un secondo di tempo a Sebastian che non riuscì nemmeno a dire "Parlè.." che fu stordito e messo fuori combattimento da un colpo di phaser.

"Ottimo lavoro, Volk" disse una voce femminile

La squadra prelevò il malcapitato, trascinandolo fuori dal negozio e poi lo teletrasportò in una cella di detenzione.

La proprietaria della voce femminile confabulò a lungo con Volk, come a tranquillizzarlo ed incoraggiarlo nel compiere qualcosa.

Nessuno dei due poteva immaginare che due occhi stanchi, ma attenti, stessero ad osservare la scena.

Il vecchio Klingon Vorn, consigliere dell'Ambasciatore Rogal, dopo essere stato allertato che Durani aveva abbandonato la Sala Controllo con un'espressione stravolta in viso, si era casualmente trovato in posizione congeniale per poter osservare la scena che si stava svolgendo sulla Passeggiata.

Da buon stratega era rimasto del tutto immobile ed impassibile per quasi dieci minuti dopo che la squadra di sicurezza si era allontanata, come per accertarsi che niente e nessuno potesse collegarlo come testimone oculare dell'arresto appena compiuto.

Dopo aver valutato come sufficiente il tempo trascorso, decise di tornare indietro e di incamminarsi lentamente verso l'Ambasciata Klingon, ove sapeva di trovare anche Tara Keane, che aveva smontato dal turno poco dopo la precipitosa uscita di Durani dalla sala controllo.

Era stata lei ad avvertirlo del malessere dell'amica.

A cui si erano aggiunti i rapporti dei discreti guardiani che Rogal aveva piazzato a protezione di Durani.

Quella ragazza, così come il fratello, sarebbero potuti diventare un giorno il nuovo Patriarca dei Kanjis.. un'onorevole ed antichissima Casata di guerrieri, oltraggiata per quasi due decenni a causa dei perfidi giochi di potere di alcune nullità.

L'ordine dall'Alto Consiglio era stato di vegliare su di loro affinché nessun incidente potesse capitarvi.

Ne andava del prestigio dell'Imperatore e della protezione che aveva esteso sulla Casata dopo averne ripristinato l'onore. Era una cosa che Durani non avrebbe mai accettato e vista come un'offesa.

In quei mesi, complice attiva Tara, la giovane Klingon non se n'era mai accorta della reale presenza del cordone di protezione che avevano steso attorno a lei nelle aree comuni della Stazione, ma anzi aveva preso quelle strane attenzioni come la riprova di interessi sessuali o amorosi.

Ora, però, non potevano più nascondersi.

C'era qualcosa che non quadrava in tutta la stazione.

I malesseri dei Betazoidi erano stato il preludio ad atteggiamenti di panico ed isteria, dovuti anche all'iniziale ordine di evacuazione dei ponti meno protetti della base.

Ordine poi ritirato, vista la pressoché impossibilità di lasciare DS16 Gamma.

Chiunque fosse stato il tipo che stava seguendo Durani, era messo fin troppo rudemente fuori combattimento dalla sicurezza che si era atteggiata su canoni ben diversi a quelli indicati da Riccardi.. volendo azzardare un paragone si erano mossi con un'impulsività Klingon, mista a furtività Romulana.

Forse era solo un vecchio alle prese con le paure dell'età, ma non voleva rischiare.. aveva mandato un messaggio in codice a Stilgar di prelevare Durani dal proprio alloggio. Volente o nolente. Si raccomandò, ugualmente, un certo tatto.. alcuni dei Guerrieri di Sangue di Rogal erano poco meno che bestioni con scarso sale in zucca.. non voleva certo che le rompessero qualcosa pur di trascinarla dal loro padrone.

Guardandosi attorno, Vorn continuava a ripetersi che qualcosa non andava.. vi era troppa paura.. come se le tenebre presenti nei cuori si fossero palesate all'improvviso.. tutto lasciava presupporre che dipendesse da quella massa che circondava la stazione isolandola dal resto della galassia..

O partiva da quella navicella nell'hangar 3? Non poteva saperlo, ma se c'era qualcosa che proprio non sarebbe mai andato giù ai Klingon della sua generazione, era proprio il ricorso a trucchi disonorevoli.

Non gli restava che capire di chi potersi fidare ed in che modo.. ancora una volta, quella preziosa stazione della Federazione sembrava in pericolo.. in altre epoche poteva essere pronta a cadere in mano all'Impero Klingon.. una prospettiva notevole per un giovane ambizioso come era lui un tempo, ma ora, alla sua veneranda età, era un pericolo da evitare a tutti i costi.

Forse.. dopo tutto.. occorreva allertare anche l'Ambasciatrice T'Li.. i suoi saggi consigli l'avrebbero aiutato a dipanare quell'intricata matassa.. evitando che qualche prevenuto potesse pensare ad un piano Klingon di impossessarsi di DS16 Gamma.


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24.05 - Panico diplomatico

Autore: Tenente Comandante Rerin Th'Tharek

***Flashback***
DS16 Gamma, Sala controllo
17/06/2400, ore 20:05


Nella sala controllo il silenzio sembrava quasi rimbombare, tutti erano con gli occhi piantati sulla giovane betazoide che, con stoico coraggio, resisteva al dolore rispondendo alle domande che gli venivano poste. Il Capitano ne era senz'altro ammirato, pochi ufficiali avrebbero avuto la tenacia di quella ragazza nel resistere al dolore, ma c'era qualcosa, in tutta quella situazione, che sembrava stonare.

Aymane stava per tentare di porre qualche altra domanda quando il suo sguardo indagatore si posò sull'ufficiale tattico della nave: era una situazione di pericolo, in cui la capacità di elaborare un eventuale contrattacco all'entità avrebbe potuto rappresentare la differenza fra vivere e morire, e proprio il suo stratega se ne andava via senza dare spiegazioni?

Oltretutto, da quando un ufficiale lascia il suo turno in plancia senza chiedere il permesso all'ufficiale in comando? Perché un ufficiale con così grande esperienza avrebbe posto in essere un atto di insubordinazione così sfacciato? Decisamente qualcosa non andava.

Tornò a guardare in direzione di Aleyana, promettendo a se stesso di dare una lavata di capo a Durani in separata sede, ma si bloccò nel vedere un piccolo e rapidissimo bagliore di soddisfazione negli occhi della betazoide. Possibile che se lo sia sognato? Difficile.

"Guardiamarina, lei conosce il Tenente Durani?"

Aleyana rimase per un attimo sorpresa dalla domanda, poi scosse il capo "Sono sulla base da circa un mese, conosco la maggior parte degli ufficiali superiori solo per nome, ma non ho mai avuto a che fare con loro"

"Eppure poco fa sono certo che lei abbia sorriso nel vederla andare via" il Capitano sembrava voler indagare quella strana situazione "Cosa l'ha fatta sorridere? Rivalità latente con la nostra bella tattica?"

"No signore, anche se..." la betazoide si fermò a riflettere "...per un attimo la percezione di soddisfazione che ho provato è stata tanto elevata da sovrastare qualsiasi cosa"

Tara Keane cercò di capire la strana conversazione a cui stava assistendo "La gioia che provava non era sua?"

"No, non era mia. È molto strano ma... è come se l'essere provasse una certa gioia nel... beh..."

"Dolore delle altre razze?" chiese il capitano tentando di completare la frase

"No, non si tratta di semplice dolore ma di paura... quest'essere sembra essere attratto dalla paura che egli stesso riesce ad instillare nelle altre creature"

L'ufficiale scientifico iniziò a digitare freneticamente alla consolle "Forse ho capito! Ricordo di aver letto in qualche rapporto che la USS Enterprise NCC-1701, nel periodo in cui al comando vi era il Capitano Kirk, aveva incontrato un essere senziente composto di sola energia che si nutriva della paura dell'equipaggio con cui entrava in contatto... forse siamo incappati nella stessa entità"

"Ci avevo già pensato tenente..." la voce del Capitano spense l'entusiasmo del giovane scienziato "E si trattava di una piccola creatura composta di sola energia in grado di nascondersi all'interno della nave e passare inosservata... quel coso che sta fuori dalla nostra base non mi sembra possa passare inosservato, ad ogni modo è possibile che vi siano delle similitudini, vada avanti e veda cosa trova"

"Ma questo essere..." Aleyana osservò il capitano "Io... non sono certa che se ne nutri. Desidera la percezione della paura, vi trae un certo giovamento ma non sento in lui la foga di ottenerla a tutti i costi... la paura non è qualcosa da cui dipenda la sua vita, come lo può essere per noi l'acqua o l'aria, non rientra fra le sue necessità fisiologiche anche se la apprezza e ne fa grande uso"

Aymane rimase ad ascoltare la betazoide perplesso "E lei tutto questo lo sa perché..."

"Capitano, l'unica risposta che potrei darle è che la mia telepatia mi permette di scansionare a pieno l'entità ma ciò non dovrebbe essere possibile... noi betazoidi possiamo scansionare menti molto simili alle nostre, possiamo anche comprendere molto da menti più evolute, come quella dei Q ad esempio, ma..."

"Ma non dovrebbe essere così precisa da saper distinguere il desiderio di un bisogno fondamentale dal desiderio di ottenere qualcosa di meno essenziale..." Aymane scosse il capo "E poi l'essere ha provato piacere nel vedere il tenente andarsene ma, come faceva a sapere cosa stava accadendo in sala comando?"

"A questo non so risponderle Capitano, l'entità potrebbe permeare anche l'aria che respiriamo per quello che ne so... oppure..." la betazoide si fermò un attimo "Potrebbe essere riuscito a trovare un modo per connettersi alle nostre menti e a quel punto lui sa tutto ciò che noi sappiamo e vediamo, potrebbe essere in ognuno di noi"

Il Capitano fece segno al medico di accompagnare la betazoide in infermeria "Si riposi, cercheremo di trovare il modo di farvi stare nuovamente tutti bene"

Keane, lasciata per un momento la consolle, fece un passo avanti "Ciò che non capisco è perchè quell'essere stia lì senza agire! Perchè non ci attacca o ci contatta? Cosa vuole da noi?"

"Forse partiamo dalle premesse sbagliate, forse è questo il suo modo di agire o comunicare..." Aymane stava riflettendo osservando l'oscurità proiettata dallo schermo visore "Se le nostre supposizioni sono corrette, quell'essere sta connettendosi con la nostra mente... agisce su di noi portandoci alla paranoia e al panico"

"E perchè fare questo?"

Il Capitano non rispose immediatamente, si limitò ad allontanarsi per poter riflettere sul da farsi "Potrebbe mirare a portare gli esseri all'autodistruzione o a tentativi mal riusciti di comunicare ad ogni modo tutto ciò rischia di portare al caos"



***Flashback***
IKS Pagh Jegh, Plancia
17/06/2400, contemporaneamente


Restare con le mani in mano non era una delle prerogative klingon ed in questo Rerin gli assomigliava molto: sapevano di dover agire, agognavano l'idea di trovare una soluzione ma non avevano idea di come farlo.

"Scansioni effettuate, la nube avvolge sempre la stazione"

"Questo lo vediamo anche senza le scansioni! Voglio sapere se ha lo stesso spessore in ogni punto!" la voce del Capitano Angron era spazientita per l'assenza di risultati

"No signore, ci troviamo nell'area in cui la coltre è più spessa... dall'altra parte della base lo spessore sembra inferiore"

"Ecco il modo per ristabilire il collegamento!" il Capitano diede un colpo al bracciolo della consolle "Aggiriamo l'ostacolo, timoniere... sposti il vascello nel punto in cui lo spessore della nube che avvolge la base è minore"

Il timoniere grugnì una specie di risposta e digitò alla consolle compiendo con il vascello un semigiro attorno all'area una volta occupata dalla base "Coordinate raggiunte"

Una serie di improperi usciti dalla bocca dello scienziato fece voltare tutti verso di lui "Adesso è questo il fronte più spesso della nube"

"Dannazione Klargh! Non ti sei accorto che la nube ruotava? Fra quando il lato più debole sarà di fronte a noi?"

"Non sta affatto ruotando la nube. Era immobile sino a che non ci siamo spostati, si è voltata al nostro movimento ed ora è tornata immobile come prima"

Agron e Rerin si guardarono in faccia, entrambi con la medesima luce negli occhi, ma fu il capitano klingon il primo a prendere la parola "Prima con il colpo di deflettore ha dimostrato di essere in grado di adattarsi alle nostre manovre..."

"Ed ora sembra essersi posta in protezione rispetto alle nostre possibili mosse? Si Capitano, credo anch'io si tratti di un essere senziente... anche se al momento sarebbe difficile esprimersi sul suo grado di evoluzione!"

"Cosa centra il suo livello di evoluzione?"

"Beh, Capitano... se fosse abbastanza evoluto sarebbe possibile comunicare con lui e capire perché sta attaccando la base"

Angron fece una smorfia seccata "Voi federali avete la mania di comunicare sempre e con chiunque!"

"Già... a noi federali piace parlare... ora resta solo da capire come fare a comunicare le nostre scoperte al Capitano, del resto i nostri scanner funzionano... quelli della base no"



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana - Sala riunioni
17/06/2400, ore 21:16


Lamak K'Jad D'Kran non poteva essere più furioso di così, la sua mente aveva analizzato le informazioni che aveva colto nelle ultime ore e decisamente qualcosa non andava: inizialmente temeva di aver iniziato a soffrire di paranoie ma, quando anche i suoi sottoposti avevano iniziato a mormorare insoddisfatti, aveva capito che aveva perfettamente ragione.

A fianco a sé i suoi collaboratori erano scuri in volto, nervosi e stranamente preoccupati per il futuro della loro ambasciata. L'essere oscuro che circondava la base li spaventava, ma mai quanto gli sembrava di scorgere all'interno della starbase.

"L'impero è in pericolo e solo noi lo abbiamo visto"

La voce del giovane romulano in fondo alla tavolata diede fastidio all'ambasciatore ma non lo richiamò perché, in fondo, era certo avesse ragione "Le parole di Xejeen non sono prive di valore. Dobbiamo ammettere che la nostra posizione neutrale nei confronti dell'impero klingon e della Federazione dei pianeti debba essere riconsiderata. È evidente che la federazione si sia avvicinata fin troppo all'impero klingon, questo ha messo Rogal in una posizione di preferenza rispetto a noi e questo non è accettabile. Se la Federazione dovesse giungere a un accordo con l'Impero Klingon rischieremmo di trovarci in minoranza... potremmo reggere la guerra con una di quelle potenze ma se si alleassero, non avremmo scampo!"

"Che cosa possiamo fare ambasciatore?"

"Cosa potremmo fare? Adesso?" l'ambasciatore scosse il capo "Avremmo dovuto agire molto prima, fin dall'inizio della relazione fra l'ambasciatore e quella klingon federale! E sarebbe stato anche molto semplice, una voce in giro... qualche indiscrezione sui rischi dell'unione fra le casate... qualche baggianata inventata ad hoc sul rischio della perdita dell'onore di uno o dell'altro ed il gioco sarebbe stato fatto!"

"Ma la klingon è solo un ingegnere, non credo che abbia un peso così importante..."

Lamak sbattè un pugno sul tavolo "Errore! Quella klingon è un ufficiale superiore, ha la possibilità di ottenere informazioni sensibili che finisce inevitabilmente per raccontare a Rogal! L'ambasciatore klingon ottiene informazioni di prima mano direttamente fra le lenzuola ma questo non è l'unico problema, ora ci si è messo anche quel Rerin!"

"Il primo ufficiale ha fin troppa simpatia per i klingon..."

"Già..." l'ambasciatore annuì "Voci di corridoio dicono che si alleni con le guardie dell'ambasciatore e discorra per delle ore con loro alla fine degli allenamenti. Quelle sono tutte informazioni che la Federazione passa ai loro nuovi alleati Klingon alle spalle di noi romulani! Ed ora l'ultimo affronto! Il primo ufficiale non è sulla base ma sullo sparviero klingon del fratello di Rogal! La federazione si è rivolta immediatamente ai suoi alleati klingon senza renderci partecipi della situazione!"

"Ambasciatore, cosa possiamo fare? Siamo bloccati su questa base sino a che l'emergenza non sarà cessata e..."

L'ambasciatore alzò una mano fermando l'ennesima interruzione dei suoi collaboratori "Voglio che vi poniate discretamente a controllare i movimenti dell'ambasciata klingon, se dovessero apparire ulteriori palesi mancanze di rispetto alla nostra posizione qui sulla base agiremo di conseguenza!"



DS16 Gamma, Ambasciata Klingon - Stanza adibita ad ufficio
17/06/2400, ore 23:08


Da quanto tempo erano bloccate in ambasciata ad attendere di avere qualche informazione? Tara e Durani non ne avevano alcuna idea ma iniziavano a spazientirsi. La prima ad essere giunta lì era stato l'ufficiale tattico che per poco non si era vista quasi sollevare di peso per essere portata con grande fretta all'interno dell'area sotto il controllo dell'impero klingon Tara, dal canto suo, vi era giunta volontariamente per incontrare Rogal ma a poco a poco si era pentita della sua decisione. Di fatto, da quando erano entrate in quell'area, erano state accompagnate in quel piccolo ufficio mai effettivamente utilizzato da nessuno. Entrambe avevano preso in considerazione l'idea di andarsene ma la porta era presidiata da due energumeni con l'ordine tassativo di non permettere loro di allontanarsi.

"Che diavolo sta succedendo!?!" la voce di Durani era al colmo dell'ira "Sono impazziti tutti su questa maledetta stazione?!"

"Si..." Tara non aggiunse altro per svariati istanti "O almeno questo è quanto sembra essere l'ultima teoria del Capitano. L'essere che circonda la base si diverte nel terrorizzare l'equipaggio e a spingerlo a comportamenti assurdi"

"La cosa non mi interessa affatto! Non ho la minima intenzione di restare chiusa qui dentro!!" Durani aprì di prepotenza la porta trovandosi di fronte Vorn il vecchio klingon non fece una piega, del resto le intemperanza di un giovane di certo non lo avrebbero mai smosso dal proprio intento "Vi informo che entrambe sarete gradite ospiti di questa ambasciata fino a che la situazione non si normalizzerà"

"E se non fossimo interessate a rimanere come ospiti?" Keane incrociò le braccia al petto fissando con sguardo di sfida Vorn

"La cosa è del tutto irrilevante, voi resterete qui per la vostra incolumità e per preservare l'incorruttibilità di questa ambasciata, oltre che salvaguardare l'ambasciatore Rogal"

"Tutto questo non ha senso! Io sono l'ufficiale tattico capo di questa starbase e potete esserne certi, ora tornerò a fare il mio lavoro!"

"Lei è membro di un casato klingon posto sotto la protezione del cancelliere, non permetterò che uno dei suoi possibili capofamiglia possa essere ucciso! Non finché qui vi sarò io, lei resterà qui!"

"Questo è un grave disonore, pretendo di parlare immediatamente con l'ambasciatore!" il tono perentorio di Durani lasciava trasparire tutto il suo furore "Immediatamente!"

"Non mi interessa affatto, l'ambasciatore è impegnato! La situazione è grave e non intendo disturbarlo per voi" dalla voce di Vorn si udiva una certa fretta, il vecchio klingon non sembrava quasi più lui sembrava prepararsi alla guerra, come se nell'aria avesse odorato l'approssimarsi della tempesta.

Durani si preparò a tornare alla carica ma il vecchio diede ordine di scortarla nelle prime stanze libere e fare in modo che ci resti Tara rimase per qualche attimo bloccata: la sua parte umana le diceva di trattare, tentare di spiegare a quel vecchio klingon che le paure che nutriva erano dovute all'essere che circondava la starbase, ma d'altro canto la sua parte klingon era pronta a combattere... una parte di lei non voleva il dialogo, voleva lo scontro quasi come se da ciò dipendesse la sua sopravvivenza.

Keane si rabbuiò in volto, accorgendosi che dentro di lei provava paura, una irrazionale paura di quanto stava capitando "Esigo parlare con Rogal, sono certa che a me non dirà di no!"



DS16 Gamma, Ambasciata Klingon - Ufficio dell'Ambasciatore Rogal
18/06/2400, ore 02:12


L'ufficio era stranamente in penombra, Tara riuscì a sgattaiolare dentro solo dopo parecchio tempo ma rimase colpita dalla stranissima assenza di alcun rumore. Rogal era ancora lì, intento a meditare su come agire ma Keane ebbe la sgradevolissima sensazione che quello non fosse realmente il klingon di cui si era così follemente innamorata.

L'espressione sul volto dell'ambasciatore Dothrak era quella di un soldato pronto a sfondare le trincee nemiche determinazione ed eccitazione per l'avvicinarsi di una possibile morte si mescolavano in quello sguardo dandogli l'aspetto di un guerriero.

Per Keane era difficile non provare una certa attrazione per il suo compagno in quel momento, così forte e potente, ma sentiva che c'era molto di più l'ambasciatore la degnò solo di uno sguardo e tornò al suo lavoro, ordinando alle guardie di voler restare da solo.

"Non ti sembra di esagerare?" Tara fece qualche passo avanti "Non puoi ordinare a due ufficiali della flotta stellare di restare segregate nella tua ambasciata!"

"Tu sei il mio punto debole!" Rogal sferrò un pugno talmente potente alla scrivania da incrinarne la superficie "Attraverso te possono arrivare a me... non rischierò tutto per te!"

La voce di Rogal sembrava quasi selvaggia, priva di quel controllo che aveva imparato a tenere per fare il diplomatico e Tara fini inavvertitamente per fare un passo indietro: qualsiasi cosa quell'essere avesse risvegliato fra i pensieri e i ricordi dell'ambasciatore, era evidente che ciò lo aveva profondamente cambiato... improvvisamente il klingon che amava sembrava solo un animale.

"Questo non sei tu... è l'essere attorno alla base che ti sta alterando!"

Rogal scattò in maniera quasi animalesca in avanti, coprendo la distanza che lo divideva dall'ingegnere con una rapidità sorprendente "Il destino della mia casata, il mio onore, la gloria dell'impero... niente di tutto questo dovrà essere messo in pericolo, a nessun costo!" con una sola mano sollevò di peso Tara per poi spingerla all'esterno dello studio "Riportatela nei miei alloggi e vedete che vi resti!"



DS16 Gamma, Stiva di carico 2
18/06/2400, ore 09:46


"Capitano Aymane a sala controllo, mi spiegate perchè posso sapere che due dei miei ufficiali si trovano all'ambasciata klingon ma a prescindere dal sistema usato non posso comunicare con loro? Da quando all'interno delle ambasciate i comunicatori federali non funzionano? E soprattutto... da quando si contatta un'ambasciata e si viene messi in attesa?" in Capitano entrò nella stiva di carico sovrappensiero, mentre discuteva ancora con i suoi uomini sull'improvvisa sparizione di due ufficiali superiori che, in base alle rilevazioni, sembravano aver deciso di entrare nell'ambasciata klingon.

=^=Signore, le posso assicurare che non ci era mai successo una cosa di questo tipo, stiamo cercando di capire cosa sta accadendo ma non possiamo violare l'ambasciata o scateneremmo una guerra=^=

"Non voglio una guerra, voglio i miei ufficiali! E dall'ambasciatrice T'Lani abbiamo ricevuto qualche risposta?"

=^=Negativo Signore=^=

"Meraviglioso, informatevi appena sapete qualcosa, Aymane chiudo"

Aymane si fermò per un attimo prendendosi qualche secondo per calmarsi era sempre stato un uomo con l'invidiabile capacità di comprendere il prossimo, poche cose sarebbero riuscite a prenderlo in contropiede e questo gli permetteva di mantenere un self-control invidiabile ma nulla in questi giorni sembrava normale. L'umano sapeva che con buone probabilità l'essere stava agendo anche su di lui, e quindi che parte di quella paura era provocata dall'essere, ma era anche uno stratega dopo tutto: due ufficiali non vanno a farsi una vacanza dentro l'ambasciata klingon in un simile frangente, senza contare le varie testimonianze sul fatto che il trasferimento del tenente Durani non sembrava del tutto "volontario". L'ambasciata klingon non si rende improvvisamente irreperibile per tutti facendo richiesta di poter parlare solo ed esclusivamente con l'ambasciatrice federale, ignorando volontariamente ogni richiesta di chiarimento dal capitano dell'installazione che li ospita. Ed inoltre, l'ambasciata romulana non si trincera dietro al muro di un "no comment" inviando delle loro guardie a controllare in maniera più o meno palese i movimenti nelle altre ambasciate. No, è evidente che le sue paure hanno un fondo di verità: nelle storie dei vari popoli le maggiori guerre sono spesso scaturite sulla base di paure e preconcetti, paura di chi è diverso o semplicemente ha pensieri diversi e viene ci conseguenza considerato il nemico da abbattere.

"Capitano?"

Steje si voltò quasi di soprassalto verso l'ingegnere che vicino ad alcuni piccoli frammenti stava continuando a fare delle rilevazioni "Signore, stava per pestare quello che potrebbe essere ritenuto un rudimentale adattatore di flusso"

"Ma... cosa è successo qui?" il Capitano si guardò attorno constatando che parte del pavimento della stiva ora era disseminata di piccoli pezzi metallici "Quando vi ho detto di cercare cosa potesse interessare l'entità dentro a quella navetta non siete di certo andati per il sottile"

"No signore, alla fine l'abbiamo smontata pezzo per pezzo. Ovviamente le parti più pericolose come il nucleo del motore non si trovano qui per ovvi problemi di radiazioni, ma tutto il resto della piccola navetta è qui a terra"

"Avete smontato anche i sedili? Non li vedo più..."

"Tutto Signore, ogni cosa che poteva essere aperta in maniera più o meno forzosa è stata aperta... non abbiamo lasciato nulla di intentato. Avevamo ordine di occuparci della parte più meccanica del lavoro, poi sarebbe dovuta arrivare il Comandante Keane e con lei avremmo dovuto continuare le analisi solo che..." l'ingegnere si guardò attorno "...ho tentato di chiamarla e non ho ricevuto risposte"

"Sono certo che il Comandante stia bene, si concentri sulla navetta"

"Certo Signore, ma qui di interessante non sembra proprio esserci nulla. È una piccola navetta dal design decisamente alieno per i nostri standard, armamenti inesistenti... capacità propulsive che raggiungono a fatica warp 1 e solo per tempo limitato... al massimo può ospitare due alieni ma inutilizzabile per altre specie dato che non ci entrerebbero mai"

"Ne sappiamo tanto quanto prima insomma" Steje osservò attorno a sè tutti quei piccoli pezzi "Ma li avete scansionati per verificarne la struttura? Magari è il materiale che li compone ad essere particolare e..."

"Ad uno ad uno signore, se ad interessare quell'essere fosse un dato materiale troverà estremamente succulenta sia la nostra base sia le navi che potrebbero avvicinarsi" l'ingegnere scosse il capo "Mi dispiace Capitano ma qui non c'è proprio niente di particolare"

Aymane fece una smorfia, sperava di aver trovato il punto di svolta e invece neppure qui aveva ricevuto informazioni "E mi dica, dispositivi di memorizzazione dati? Ne avete trovato?"

"Non esattamente..." l'ingegnere sembrò bloccarsi di fronte a quella domanda

"Cosa significa non esattamente? Avete trovato un nucleo del loro computer da analizzare?"

"Abbiamo trovato quelle che sembrerebbero due schede di memoria, a forma di cilindri a base ottagonale lunghi all'incirca otto centimetri e li abbiamo inviati assieme ai due caschi integrali al laboratorio scientifico"

"Ricapitolando il risultato delle vostre indagini... Non ci sono oggetti o cose particolari o diverse nello stile e nella composizione da farle ritenere create da mani diverse, non sono state rilevate leghe particolari che possano far pensare a materiali rari o di notevole valore, non vi sono oggetti che non fossero parti della navetta che siano degne di nota. Corretto?"

"Sì signore..." l'ingegnere apparve molto dispiaciuto "Mi dispiace, signore"

"Non stia a dispiacersi! Anche questi risultati sono positivi, ci informano che questa non è la strada giusta... escludere un'ipotesi è sempre meglio di niente"



DS16 Gamma, Laboratorio informatico
18/06/2400, ore 10:18


=^=Infermeria a Capitano... abbiamo proceduto con le scansioni sui corpi degli alieni per cercare se nascondevano qualcosa=^=

Il Capitano si fermò di fronte all'entrata del laboratorio sperando che le tanto attese risposte stessero arrivando "Dottor Ch'Idrani, speravo proprio in qualche buona notizia"

=^=In verità non ho alcuna buona notizia, i due corpi non nascondono nulla a parte un'anatomia differente dalla nostra. Hanno alcuni organi in ridondanza come i klingon ma credo che questa somiglianza sia puramente casuale, sono una razza a noi del tutto sconosciuta ad ogni modo sono portato ad escludere che possano essere o avere qualcosa che possa spiegare l'attacco dell'essere=^=

Steje sospirò "Beh, un'altra strada da escludere allora. La ringrazio per aver tentato, Aymane chiudo" entrò in laboratorio "Dottor Zemansky, mi dica che almeno lei ha delle buone notizie"

Il giovane tenente si voltò ad osservare il Capitano salutandolo formalmente "Beh, signore abbiamo continuato con l'analisi della loro lingua e siamo arrivati alla conclusione che quella trovata era in effetti una capsula di salvataggio. Dall'analisi dei dati di volo sappiamo che si è staccata dalla Pakapaka, che riteniamo essere il nome della loro nave madre, all'incirca quattro ore e sedici minuti prima che noi avvistassimo quell'oggetto"

"Cos'altro ci possono dire i dati dei diari dei due alieni?"

Lo scienziato rimase per un attimo in silenzio "Che avevano paura signore, erano spaventati per i loro amici e colleghi... ma soprattutto che non avevano idea di cosa volesse quella creatura da loro, hanno affermato che quanto detto dall'essere per loro non aveva alcun significato"

"Un momento!" il Capitano sembrò accendersi come un cerino "Erano riusciti a comunicare con la creatura?"

"Da quanto abbiamo appurato dalle ultime registrazioni fatte dai due alieni dobbiamo ritenere che siano riusciti a comunicare con l'essere che ci circonda, anche se a quanto pare non sono riusciti a comprendere la sua richiesta"

"E come hanno fatto a comunicare con lei?" il Capitano incalzò lo scienziato "Se riuscissimo a comunicare anche noi con la creatura sarebbe un passo avanti!"

"Non lo sappiamo..." lo scienziato scosse il capo "Questo è un sistema di salvataggio, nato per iniziare a registrare dati solo dal momento in cui si distacca dalla sua nave di appartenenza... o almeno è quanto siamo riusciti a capire. Di fatto i soli dati registrati partono dal momento della sua attivazione e abbiamo delle informazioni su una possibile comunicazione solo dai diari dei due alieni"

"E loro non hanno fatto alcun accenno al metodo usato per comunicare?"

Lo scienziato scosse il capo "No signore, nessuna informazione"

"E qualche informazione sulla richiesta? Non hanno riportato proprio nulla nei loro diari?"

"No signore, si sono limitati a dire di non essere riusciti a comprenderla"

Steje scosse il capo frustrato "Un passo avanti e tre indietro, pensavamo che gli alieni avessero preso qualcosa alla creatura e che essa la volesse indietro ma se fosse stato così probabilmente avrebbero capito la richiesta, inoltre sulla navetta non c'è nulla, sui corpi nemmeno e i diari non ci sono molto utili"

"Mi scusi signore, io non accantonerei comunque la vostra ipotesi" il tenente Zemansky osservò il suo ufficiale superiore "Stavo pensando a qualcosa decisamente diverso ma che sotto alcuni profili potrebbe ricordare il nostro problema. Mi è venuto in mente il problema risolto dall'allora ammiraglio Kirk quando si è imbattuto nella sonda Voyager 6"

Steje rimase per un attimo in silenzio "So di cosa sta parlando, ma non credo che dietro tutto questo vi sia un'altra vetusta sonda originaria di Sol III"
"Su questo ha ragione signore, ma anche in quel caso la Flotta si trovò di fronte ad una potente e misteriosa entità aliena sconosciuta, che si stava avvicinando a grande velocità a Sol III sotto forma di nebulosa, e nel mentre avanzava ha distrutto una flotta di incrociatori Klingon ed un avamposto di Sol III. Ricorda perché lo faceva? Diceva di essere alla ricerca del suo creatore e tutto ciò che non era l'oggetto della sua ricerca semplicemente lo eliminava perchè ritenuto da lui irrilevante"

"Quindi, seguendo il suo ragionamento, quell'essere sta proseguendo per il suo viaggio alla ricerca di qualcosa che vuole ed eliminerà tutto ciò che incontra nel suo cammino sino a che non lo troverà?"

Lo scienziato annuì "È un'ipotesi signore, anche se vorrei tanto sbagliarmi"

"Se così fosse l'unica nostra possibilità sarebbe comunicare con quell'essere ma non abbiamo idea di come fare" Steje scosse il capo "L'unica speranza al momento era che in quei diari vi fosse qualcosa"

"Mi dispiace signore, l'unica sarebbe avere i dati presenti nella nave madre, la Pakapaka"

Il Capitano si voltò di scatto "Pensa che la nave si trovi ancora lì?"

"Non posso escludere che sia rimasta alla deriva dopo l'abbandono dei suoi occupanti, il solo modo di saperlo sarebbe andare a vedere"

Steje annuì convinto "Devo trovare il modo di contattare Rerin"



DS16 Gamma, Ambasciata Klingon - Sala riunioni
18/06/2400, ore 11:00


T'Lani era stata convocata all'ambasciata klingon ufficialmente si trattava semplicemente di una gradita visita per discutere di quanto stava succedendo, ma sotto sotto il tono suonava stranamente da ultimatum. Il controllo vulcaniano dell'ambasciatrice aveva iniziato a scricchiolare un po' in quelle ultime ore ma era ancora perfettamente in grado di analizzare la situazione della base e quello che vedeva non le piaceva.

Su richiesta personale di Rogal venne scortata fino ad una sala riunioni all'interno dell'ambasciata e lì rimase in attesa per circa una decina di minuti, pensando che l'ambasciatore stesse per arrivare ma ben presto si rese conto che non sarebbe mai venuto. Vorn prese il posto a capotavola fissando la vulcaniana per svariati minuti.

"Avete ricevuto le richieste di chiarimento da parte del Capitano Aymane sulle sorti dei suoi ufficiali?" la risposta alla domanda era scontata ma T'Lani sapeva che era meglio evitare di lanciare accuse con troppa rapidità, soprattutto con dei klingon

"Si, il Comandante Keane ed il Tenente Durani stanno bene"

T'Lani non si scompose affatto "Ma sembra che siano diventate irreperibili, non si sono presentate al loro incarico stamani"

"Stanno bene, sono al sicuro e non hanno nulla da comunicare. Lei non è qui per loro due! Sono klingon, resteranno con noi klingon!"

Il tono perentorio di Vorn fece inarcare un sopracciglio a T'Lani che decise di soprassedere per il momento "Sono stata informata che l'ambasciatore aveva delle informazioni che voleva comunicare solo a me, tuttavia... stranamente l'ambasciatore è assente, devo ritenere che sia in ritardo?"

"No, l'ambasciatore ha delegato me a parlarle. Sono io che ho visto quanto accaduto in passeggiata ieri e ritengo che sia opportuno che sappia qual è la nostra posizione"

"La vostra posizione?" T'Lani ripetè le ultime parole ma nella sua testa stava a poco a poco sistemando tutte le informazioni che aveva ottenuto come fossero le tessere di un puzzle

"Ieri sera un ulliano, che per le nostre informazioni dovrebbe chiamarsi Sebastian, è stato tratto in arresto apparentemente senza alcun motivo dopo essere entrato nel negozio della bajoriana Ilar Airja. Ero presente e ho assistito alla scena, sebbene da una certa distanza, e so quello che ho visto: l'ulliano è entrato nel negozio, meno di un minuto dopo un'intera squadra della vostra sicurezza capitanata dal Tenente Julius Volk è entrata già con le armi in pugno e ha fatto fuoco sul soggetto. La squadra ha prelevato il malcapitato, trascinandolo fuori dal negozio, e poi li ho visti teletrasportarlo via, spero per lui in una cella di detenzione: era stordito ma sembrava respirare ancora, non ho visto segni di colluttazione su di lui, non credo si sia difeso"

"È possibile che la distanza abbia fatto sorgere un equivoco su quanto capitato realmente, sono certa che vi saranno delle ottime spiegazioni su quanto è accaduto in passeggiata..."

"Non ho finito Ambasciatrice" il tono di Vorn era meno pacato del solito e T'Lani si fermò, volendo capire a fondo cosa avesse così indisposto il vecchio klingon "Una donna ha fatto i complimenti al tenente, una sua collega della sicurezza... una tenente benzite di nome Shohaku. Successivamente ho sentito il tenente Volk mentre confabulava con la proprietaria del negozio, non so cosa abbiano in mente di fare ma non credo che quell'Ulliano resterà in vita ancora per molto"

"Mi informerò su quanto è accaduto ma sono certa che sia tutto sotto controllo"

Vorn sferrò un pugno al tavolo osservando l'Ambasciatrice "Tutto ciò non è sufficiente! Voi non siete più in grado di garantire la sicurezza sulla base, i vostri uomini agiscono senza seguire le vostre stesse leggi! Siete all'anarchia e non ve rendete neppure conto! Questa situazione è inaccettabile, su queste premesse come potete garantire la sovranità delle varie ambasciate presenti sulla Starbase?"

"Direi di non correre ad eccessivi allarmismi, indagherò sui fatti di cui mi ha fatto parte ma si tratterebbe comunque di un episodio isolato"

"Isolato perchè è l'unico a cui ho assistito, chi mi dice che non siano già sparite altre persone così? L'ambasciatore non ritiene che la stazione sia più un luogo sicuro e intende avere delle spiegazioni a riguardo il prima possibile o sarà lui a darvi soluzione!"

"Che cosa intende dire?" T'Lani ebbe la sgradita sensazione di conoscere la risposta

"Lo vedrà, Ambasciatrice" un sorriso agghiacciante si dipinse sul volto del vecchio klingon, la vulcaniana tuttavia non ebbe il tempo di rispondere: l'incontro era finito, o quanto meno questa era l'idea del vecchio klingon, il quale lasciò la stanza scaricando alle guardie presenti l'onere di accompagnare fuori dall'ambasciata T'Lani.

L'ambasciatrice vulcaniana osservò per qualche attimo le porte chiudersi, quindi raggiunse rapidamente il suo ufficio chiamando il capitano con l'interfono "Ambasciatrice T'Lani a Capitano Aymane: la situazione con l'ambasciata klingon è molto tesa, potrò essere più precisa non appena ci parleremo ma è di vitale importanza rintracciare un certo ulliano di nome Sebastian... dovrebbe essere stato arrestato del tenente Volk ieri sera "



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana - Sala riunioni
18/06/2400, contemporaneamente


Lamak K'Jad D'Kran era tornato da poco nella sala riunioni e tutti lo stavano fissando in attesa della sua decisione. Lentamente si portò a capotavola, osservando in volto tutti i collaboratori presenti.

"Abbiamo avuto informazioni che ieri sera due ufficiali della flotta stellare, le due klingon, hanno fatto accesso all'ambasciata e lì sono rimaste. La prima è il passatempo dell'ambasciatore ma la seconda è la tattica della base" il romulano si alzò nuovamente e iniziò a camminare per la stanza "Si tratta dell'ufficiale migliore se si vuole organizzare un piano per invadere l'impero"

Uno dei collaboratori più anziani prese la parola quasi sconcertato "La federazione candeggia un'operazione bellica contro l'Impero romulano?"

"È l'unica spiegazione sensata, se volessero organizzare un'intervento armato contro altre potenze... come il dominio, ad esempio... saremmo stati immediatamente informati" Lamak si fermò a fissarlo "Si, so cosa stai per dire. Una klingon nell'ambasciata klingon non dovrebbe allarmare nessuno, ma è il primo segnale che qualcosa non va! Dov'è l'ambasciatrice federale adesso? Perchè non comunica le decisioni che stanno per essere intraprese dal Capitano per sistemare la situazione?"

"Ambasciatore!" una guardia arrivò correndo all'interno della stanza "L'Ambasciatrice T'Lani è entrata nell'ambasciata klingon, riteniamo vi siano trattative segrete fra la Federazione e l'Impero Klingon!"

Una luce si accese negli occhi di Lamak mentre osservava con sguardo glaciale tutti i presenti "Questa è l'ultima prova di cui avevamo bisogno. Varew, fai predisporre un messaggio criptato per il senato dell'Impero e informateli che la loro ambasciata qui non è più al sicuro, che riuniscano la miglior flotta a disposizione perchè fra non molto sarà guerra"



DS16 Gamma, Ufficio del Capo della Sicurezza
18/06/2400, ore 11:36


Alessandro Riccardi era del tutto immerso nella lettura dei suoi rapporti quando il Capitano entrò nel suo ufficio istintivamente fece per alzarsi ma il capitano mosse una mano per evitargli il saluto formale e si sedette di fronte a lui osservandolo.

"Siamo rimasti in pochi a controllare la situazione all'interno di questa base..."

Le parole del Capitano fecero una strana impressione ad Alessandro "Mi scusi?"

"Era una semplice osservazione. Il Comandante Roberts non è al momento qui e dubito che rientrerà considerato l'essere che riveste interamente la base, il Tenente Comandante Kuznetsov è in sala macchine che cerca di capire se l'essere possa in qualche modo interagire con il nostro nucleo e non posso chiederle di lasciare la sua postazione... sarebbe alquanto disdicevole liberarsi dell'essere ed esplodere in aria un attimo dopo a causa dell'antimateria. Allo stesso modo i Tenenti Ch'Idrani e Ral hanno fin troppo da fare con i loro pazienti" Steje si prese un attimo prima di proseguire "Se poi si considera che il Comandante Keane ed il Tenente Durani sono al momento ospiti dell'ambasciata klingon e che per qualche motivo non vogliono o non possono comunicare con noi... e che il nostro primo ufficiale è su una nave klingon oltre alla coltre buia che ci sovrasta... beh..."

"Siamo rimasti in pochi signore" concluse con voce spenta Riccardi

"Già... situazione attuale della base sotto il profilo della sicurezza?"

Alessandro scosse il capo "Ci sono stati alcuni episodi di disordine in passeggiata non molto rilevanti... diciamo che questa sensazione di essere bloccati ha reso le persone più nervose e scontrose del solito ma nulla di realmente importante"

"Meglio, perché ho bisogno di nuove idee su come potremmo fare il solletico alla creatura!"

"Solletico, signore?" Riccardi parve perplesso

Steje annuì convinto "Ho bisogno di creare una breccia nell'essere in modo da poter comunicare con il Comandante Th'Tharek quanto prima"

"Un colpo di phaser potrebbe fungere da bisturi, passarlo da parte a parte..."

Il Capitano ascoltò la proposta "Riformulo... Ho bisogno di creare una breccia nell'essere in modo da poter comunicare con il Comandante Th'Tharek quanto prima ma senza rischiare di colpire la nave klingon su cui viaggia. Non credo che dall'altra parte si accorgerebbero in tempo dell'arrivo del colpo phaser... con la sfortuna di questi ultimi giorni è possibile che li prendiamo in pieno, oltretutto sono restio ad attaccare la creatura. Per ora si sta limitando a terrorizzare alcuni soggetti, ma considerato i danni riportati alla navetta devo presupporre che possa fare anche molto di peggio"

Alessandro rifletté per un po' "Forse si potrebbe calibrare l'intensità di un impulso di gravitoni con il deflettore per creare un effetto di risonanza... si tratta solo di un'ipotesi tuttavia la creatura potrebbe essere presa alla sprovvista e finire per allentare un po' la morsa attorno alla base. Le sue capacità adattive non solo immediate, magari gli scienziati potrebbero essere più precis..."

=^=Ambasciatrice T'Lani a Capitano Aymane: la situazione con l'ambasciata klingon è molto tesa, potrò essere più precisa non appena ci parleremo ma è di vitale importanza rintracciare un certo ulliano di nome Sebastian... dovrebbe essere stato arrestato del tenente Volk ieri sera=^=

Steje e Alessandro si guardarono in faccia stupiti "Ma non aveva appena detto che la stazione era tranquilla? Chi accidenti è questo ulliano e perché è stato arrestato?"

Riccardi scosse il capo "Non ne ho idea, non vi è nessun rapporto relativo ad eventuali arresti avvenuti ieri ed il tenente Volk non era neppure di turno ieri sera!" digitò alla consolle attivando le registrazioni ambientali delle aree detentive e scosse il capo "Al momento qui non c'è nessuno..." tornò indietro rapidamente a qualche ora prima facendo una smorfia "Ma confermo che nelle celle c'era un soggetto dai capelli argentei... possibile che sia l'ulliano di cui parlano... è stato preso dal tenente Volk, dal guardiamarina Dubois e dal capo senior Xamape e portato via circa quarantasei minuti fa. Provo a chiamarl..."

"No!" il Capitano intervenne immediatamente "Rilevi mediante il loro comunicatore dove si trovano, ho come l'impressione che non ci piacerà la risposta..."

Riccardi iniziò a digitare alla consolle "Ponte sedici, alloggio 36A... attualmente in disuso"

Aymane scattò in piedi "Muoviamoci!"



DS16 Gamma, Infermeria
18/06/2400, ore 12:03


Riccardi entrò in infermeria e si bloccò a bocca aperta, quasi incredulo da quanto vedeva: se non sapesse che era impossibile avrebbe pensato di trovarsi nel campo base di un esercito in guerra. Il numero di persone in attesa di cure era altissimo, la sala attesa era talmente piena da sembrare quasi claustrofobica.

Nammo girava tra i biolettini oramai allo stremo delle forze "Infermeria a Sala controllo, non mi interessa affatto che al momento avere altre priorità! Qui l'infermeria è ad un passo dal collasso, dovete immediatamente predisporre una stiva da essere utilizzata come infermeria secondaria... e quando dico immediatamente intendo che debba essere pronta per ieri!"

=^=Cercheremo di provvedere quanto prima=^=

"Dottore, tutto bene?" Riccardi osservò Nammo quasi non riconoscendolo

"Ti sembra che ci sia qualcosa che vada bene qui? La gente è nel panico e sì... il terrore porta a problemi fisici, l'infermeria è al collasso anche senza che i tuoi ce ne mandino altri di pazienti!!" il dottore fece moto ad Alessandro di seguirlo "Ma mi spieghi come diavolo hanno fatto a pestare una persona in quella maniera? Lo hanno usato come sacco per lo sport terrestre della boxe?"

"Lo stavano interrogando a modo loro... erano convinti che collaborasse con l'entità all'esterno della base"

Nammo si fermò per qualche attimo a fissare Riccardi "E sulla base di quali prove?"

"Paranoia e terrore?" Alessandro scosse il capo "Non lo so, per il momento ho fatto arrestare i tre ufficiali della sicurezza responsabili di quanto accaduto... non hanno dato quasi alcuna informazione su quanto hanno fatto" osservò l'ulliano disteso sul biolettino "Si riprenderà?"

"Si, ma per il momento non potrà rispondere a nessuna domanda e, prima che tu me lo chieda, non intendo svegliarlo prima del tempo. Dovrete aspettare!"

"Comprendo..." Riccardi sospirò "Ma per caso, ha detto qualcosa quando lo stavate curando?"

Nammo si silenziò riflettendo per poi annuire lentamente "Si, qualcosa l'ha detto anche se non so se ha molta attinenza... ha parlato della leggenda dell'elauriano e la sua ombra nera".



DS16 Gamma, Ambasciata Klingon - Ufficio dell'Ambasciatore Rogal
18/06/2400 ore 16:03


"Abbiamo avuto comunicati ufficiali della Flotta Stellare?" Rogal pose la domanda senza guardare Vorn, troppo intento a pianificare possibili strategia di azione: la sua mente da guerriero era tornata al periodo in cui era giovane e viveva come un selvaggio.

"Non ancora" Vorn fece un passo avanti "C'è un ulteriore problema, le guardie romulane stanno spiando i movimenti della nostra ambasciata... evidentemente hanno in mente qualcosa"

"I Romulani hanno fiutato la debolezza della Flotta Stellare, sanno che hanno perso il controllo della base e si preparano ad attaccarci"

"Attaccare direttamente l'ambasciata?" Vorn rimase per un attimo sconcertato

"La mia morte avrebbe ripercussione sul casato e sull'impero, i Klingon vendicherebbero immediatamente la mia morte: i romulani negherebbero il loro coinvolgimento e l'Impero finirebbe per andare contro la Federazione, del resto questa è una base federale. A quel punto Romulus si schiererebbe con la Federazione e contro due avversari la guerra sarebbe impari"

"I Klingon non si arrendono mai! Non importa quanto siano forti gli avversari!"

"Non intendo restare con le mani in mano! Vogliono la guerra, gli daremo la guerra! Fai predisporre un messaggio criptato da inviare all'Alto consiglio Klingon, che inviino una flotta e si preparino per una gloriosa battaglia!"



DS16 Gamma, Sala controllo
18/06/2400, ore 20:18


Aymane sedeva alla postazione di comando con sguardo crucciato, troppe informazioni gli affollavano la mente e quel che è peggio non poteva comunicarle al suo Primo Ufficiale, lo voleva concentrato solo su quanto avrebbe dovuto fare: trovare un modo per comunicare con la creatura, il resto lo avrebbe gestito lui.

"Siamo pronti con questo impulso a gravitoni?"

Lo scienziato annuì "Pronti all'impulso al suo comando"

"Proceda!"

Lo scienziato digitò alla consolle mentre il deflettore iniziò ad inviare ogni cinque secondi una serie di scariche di gravitoni con potenza via via maggiore: per i primi due minuti non successe nulla, la creatura era sempre immobile.

"Non mi sembra che stia funzionando tenente"

"Capitano, deve avere un po' di pazienza, dobbiamo trovare la giusta frequenza delle onde per creare l'effetto di risonanza... ecco... forse ora ci siamo"

Il Capitano osservò lo schermo scorgendo degli strani bagliori bluastri nell'oscurità che li circondava "Lo stiamo infastidendo?"

"Possibile... ecco! Breccia all'altezza del deflettore! Possiamo comunicare!"

=^=IKS Pagh Jegh a DS16 Gamma, come avete fatto ad aprire quella breccia?=^=

Aymane tirò un sospiro di sollievo nel sentire la voce di Agron "Lasci stare Capitano, tanto entro pochi minuti si adatterà anche a questo... si tratta di un essere senziente"

=^=Ma bravo, ora mi dica qualcosa che non so!=^=

Steje rimase per un attimo sorpreso "Ah, pensavo che già questa fosse una novità. Devo chiedervi di dirigervi alle coordinate che vi sto mandando, dovreste trovarvi una nave aliena, o almeno questo è quello che speriamo" fece una breve pausa "Gli alieni avevano trovato un modo per comunicare con l'entità e avevano ricevuto da lei una richiesta, o meglio un ultimatum. Quest'essere vuole qualcosa, se sapessimo cosa forse potremmo liberarcene"

=^=Altre indicazioni?=^= la voce di Rerin tranquillizzò Steje sul fatto che il suo secondo aveva udito le sue parole

"Occhi aperti, in verità non sappiamo cosa troverete a quel punto nè se rischiate di essere attaccati da qualcos'altro"

=^=Oggi è un buon giorno per morire! A presto Capitano... ci incontreremo qui o nello Stovokor=^= la grassa risata del capitano klingon fu tagliata bruscamente

Lo scienziato fece una smorfia "Comunicazione interrotta... si sta adattando ed aumentando la forza rischieremmo di ferire la creatura, non solo infastidirla"

"Interrompere il flusso e..."

"Capitano! Dalla mia consolle risulta che anche le due ambasciate abbiamo inviato dei messaggi criptati, ciascuno al proprio Governo"

"Generalmente non mi intrometterei nelle loro comunicazioni ma in questo caso facciamo come le proverbiali vecchie zitelle di Sol III, decodifichi i messaggi"

L'addetto alle comunicazioni si mise al lavoro e dopo circa una mezz'ora sbiancò di colpo paralizzandosi "Oh... no, no!"

Aymane sentì improvvisamente un brivido corrergli giù dalla schiena "Cosa è successo?"

"Le ambasciate Klingon e Romulana hanno inviato entrambe messaggi con il medesimo significato, hanno richiesto una flotta di navi e hanno impartito ai propri Governi indicazioni per predisporsi ad una gloriosa battaglia... Signore, si stanno preparando alla guerra!"


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24.06 - Oh merda...

Autore: Capitano Steje Aymane

DS16 Gamma, Sala controllo
18/06/2400, ore 20:20


"Credo sia arrivato il momento di mettere un freno a questa cosa..." borbottò Steje alzandosi dalla sedia di comando e aggiustandosi la casacca. "Signor Riccardi si ricorda cosa le ha detto il dottor Ch'Idrani... quella storia della leggenda El Auriana?"
"Si..." rispose un po' dubbioso lui guardandolo dalla sua postazione.
"Magari non è nulla, ma faccia un po' di ricerche e veda se scopre qualcosa. Magari nella leggenda qualcuno ha sconfitto quella maledetta cosa."
"Non credo che la cosa possa aiutarci, però farò un tentativo." rispose lui dubbioso.
"Non si sa mai, nelle leggende c'è spesso un fondo di verità." Il Capitano sollevò le spalle dicendo con un gesto 'perché non provarci?'
"Lei cosa intende fare?" chiese il capo della sicurezza.
"Vado a fermare la guerra prima che inizi! A lei la plancia!" rispose criptico avviandosi verso il turno ascensore.



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana
18/06/2400, ore 20:40


Steje lanciò un'occhiata nel corridoio che dava accesso all'ambasciata romulana e subito tirò indietro la testa. Due uomini armati stazionavano con sguardo attento in barba al regolamento che impediva loro di impugnare fucili phaser nelle aree non strettamente di loro proprietà.
Con un sorriso sardonico si scompigliò i capelli sempre ben curati e si stropicciò un po' la divisa di solito sempre ben sistemata. Lanciò un'occhiata al suo riflesso in una delle finestre del corridoi e si ritenne soddisfatto.
Con passo insicuro, lanciando ripetutamente occhiate alle sue spalle, percorse il corridoio fino a raggiungere i due romulani di guardia. Dalla loro postura si vedeva chiaramente che erano pronti a sparare al minimo segno di minaccia.
"Portatemi dall'Ambasciatore presto! Non voglio che i klingon mi vedano qui fuori!" sussurrò il capitano di DS16 con fare cospiratorio. I due si guardarono per un momento ma la loro paranoia era talmente accentuata che si immaginavano già squadre d'assalto klingon in corsa lungo i corridoi della base.

Uno dei due romulani fece entrare Steje ma lo spinse contro la paratia iniziando una rude perquisizione alla ricerca di armi. Il trill sopportò in silenzio mentre controllava l'anticamera dell'ambasciata notando gli altri otto soldati pronti in caso di attacco, soprattutto notò i fucili phaser spianati pronti a sparare nella sua direzione.

"Non abbiamo tempo per questo, devo parlare immediatamente con l'Ambasciatore Lamak, la vita di tutti noi su questa stazione è in pericolo!" gli occhi del Capitano erano spiritati, un brivido percorse la schiena dei soldati romulani.

La porta si aprì con un sibilo, Lamak K'Jad D'Kran, ambasciatore romulano su Deep Space 16 Gamma avanzò con un phaser i pugno e uno sguardo duro. Steje, suo malgrado, si rese conto che non aveva avuto modo di conoscerlo se non qualche incontro formale *Stai invecchiando vecchio mio* si disse.

"Ambasciatore, grazie al cielo state bene!" un pallido sorriso apparve sul volto del trill.
"Cosa è venuto a fare qui Capitano?" chiese minaccioso il romulano.

Steje si guardò attorno osservando i volti dei soldati con fare cospiratorio e parve deglutire per il timore.
"Vorrei parlarle in privato se è possibile..."
"È disarmato" si intromise il soldato che lo aveva perquisito.
"Prego si accomodi..." Lamak fece segno al trill di entrare.



IKS Pagh Jegh, Plancia
18/06/2400, ore 21:40


"Brutta..." borbottò Angron all'indirizzo della grossa nave sconosciuta.
"In effetti - confermò Rerin - assomiglia un po' alle navi minerarie rigeliane scommetto che non supera curvatura 4"
"Nessuna risposta alle nostre chiamate?" chiese rivolto all'addetto alle comunicazioni
"Niente..." rispose il guerriero laconico.
"Le va di fare un giro Capitano?" chiese l'andoriano con un sorriso
"Temevo che non me lo avrebbe chiesto. Avverti Urus e la sua squadra, hangar 2 fra 5 minuti."

Urus era un klingon mastodontico e fungeva da capo della sicurezza sulla Pagh Jegh, mentre la squadra si vestiva con tute extraveicolari simili a quelle della flotta stellare, lui non smise un attimo di fissare Rerin con sguardo minaccioso. La tuta dell'ufficiale andoriano era almeno una taglia più grande e si sentiva un po' scomodo, però era lo sguardo d'acciaio del klingon a renderlo nervoso.

"Il suo capo della sicurezza ce l'ha con me?" chiese il primo ufficiale di DS16G mentre salivano su una navetta di trasporto.
"Ah no, tranquillo. Non è una cosa personale, lui guarda in cagnesco tutti. Non è cattivo, solo che non sopporta le persone."
"I federali?"
"No proprio le persone in generale."

La navetta portò la squadra verso la misteriosa nave aliena, fu grazie all'esperienza del fratello dell'ambasciatore klingon che trovarono un portello di acesso adatto. All'interno tutto era spento e immerso nell'oscurità.
"La nave deve essere alla deriva da almeno una settimana" borbottò un klingon equipaggiato con un tricorder.
"Possiamo togliere il casco?" chiese Angron
"Negativo, il supporto vitale è saltato e non c'è praticamente aria respirabile."
"È un popolo di statura bassa..." commentò Rerin osservando una porta la cui architrave gli arrivava all'altezza del mento
"E la cosa ci è di qualche interesse?" chiese il capitano klingon con sguardo curioso
"No, era solo una nota di colore..." l'andoriano si rendeva conto delle differenze culturali fra klingon e federazione in piccole cose come queste. Con una squadra della flotta stellare avrebbero fatto caso a piccoli particolari come quelli... i klingon erano molto più pratici.
"Date un'occhiata in giro mentre io e il Comandante andiamo in plancia" ordinò Angron portandosi dietro solo l'ufficiale scientifico.

La cosa non fu semplice. Prima di tutto non avevano idea di dove fosse la plancia, secondo tutti i sistemi erano offline compresi ascensori e porte. Ci capitarono per caso dopo un'ora di girovagare.
"Siamo sicuri questa volta?" chiese Angron al suo ufficiale scientifico.
"Abbastanza... è tutto spento, è difficile capirci qualcosa. Aspetti questa sembra essere la console di navigazione e quella la poltrona di comando." il klingon indicò quello che a Rerin sembrava un uovo con un lato aperto. Le postazioni di quella strana razza sembravano tutte uguali.
"Vedi di riattivare qualcosa con le batterie di emergenza che ci siamo portati, voglio vedere i diari di bordo."
"Voi ufficiali la fate facile... inventarsi qualcosa per attaccare le batterie su strementazione totalmente aliena non è una passeggiata" commentò burbero lo scienziato.
"Anche i vostri ufficiali scientifici sono così?" chiese il capitano klingon
"Sicuramente si, ma spesso non lo danno a vedere. Secondo me in realtà si divertono da matti quando incontrano tecnologia sconosciuta, sono come dei bambini con nuovi giocattoli." Lo scienziato klingon sbuffò ma un ghigno gli apparve sulle labbra.
"Ecco qua!" esclamò e allo stesso tempo le luci della 'poltrona del capitano' si accesero con un ronzio. "Ci vorrà un po' per hackerare i sistemi, ma credo che non avremo problemi, sembrano tecnologicamente meno avanzati di noi.

Angron e Rerin ingannarono il tempo gironzolando per la plancia finchè finalmente lo scienziato li chiamò, mandando sullo schermo la registrazione del diario di bordo già tradotto dal traduttore universale.

=^=Diario del Capitano Takakap, ultima annotazione. La nave è ormai inutilizzabile Veka e Baka si sono sacrificati per attirare la creatura lontano da noi, ma abbiamo agito troppo tardi. Non siamo riusciti a comprendere appieno il significato della richiesta dell'essere... "Tornare nel limbo". Che significato può avere? Forse l'enorme onda di energia che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio è la porta verso il suo universo? Cos'era quella strana stringa di energia così simile ad una marea di Cataka I? Spero vivamente che i nostri scienziati prima o poi riescano a ritrovare i nostri diari e a studiare le strabilianti immagini... non tutto è stato vano.=^=

"Ci sono allegate i video dei sensori esterni." aggiunse lo scienziato e li fece partire senza aspettare un ordine del suo capitano.

"Oh merda..." commentò Angron.



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana
18/06/2400, ore 22:00


"Mi creda ambasciatore, voi siete l'unica speranza, i klingon ormai sono sotto il controllo della creatura. Ho finto di allearmi con loro perché hanno in ostaggio due miei ufficiali, ma come può vedere, sono qui da lei in cerca di aiuto." la voce di Steje era suadente. Ogni volta che termini come amicizia, onore e senso del dovere uscivano dalle sue labbra, la sua mano toccava il braccio dell'ambasciatore rendendo quelle parole ancora più incisive.

Lamak sembrava stregato. Sebbene all'inizio fosse sul 'chi vive', piano piano aveva iniziato a farsi cullare dalle parole del Capitano di DS16G. Steje dal canto suo, riteneva che le condizioni del romulano lo avessero enormemente aiutato in quello che stava facendo... per un attimo pensò di usare lo stesso sistema con l'ambasciatore klingon, ma poi scartò l'idea. Sebbene i klingon fossero influenzabili come qualsiasi altra razza, la loro predisposizione alla violenza era un rischio troppo alto.

"Potremmo attaccare l'ambasciata klingon. Fra i suoi uomini e i miei riusciremo a liberare le due donne." affermò Lamak convinto.
"Troppo rischioso, non solo per i miei uomini ma anche per i suoi. Quelli non sono comuni klingon e io tengo troppo alla sua amicizia per mettere in pericolo i suoi ufficiali" disse di nuovo il trill appoggiando ancora la mano sul braccio del romulano.
"Cosa facciamo allora?"
"Le chiedo di mandare un messaggio al suo governo alla prima occasione utile" suggerì lui ben sapendo che il messaggio era già partito "sono certo che una flotta romulana farà spostare l'ago della bilancia a nostro favore. Rogal sarà un grosso guerriero assetato di sangue ma non è uno stupido."
"Ho già mandato quella comunicazione. Mi spiace dirlo capitano ma credevo che lei fosse in combutta con loro..."
"Nessun problema amico mio" disse Steje toccando di nuovo il braccio del suo interlocutore "Ringrazio il cielo che lei è stato più lungimirante di me. Adesso però devo andare, devo farmi trovare alla mia postazione se arrivassero ulteriori minacce da parte dei klingon."
"Stia attento Capitano." lo salutò l'ambasciatore.

Steje uscì dall'ambasciata mostrandosi cauto e timoroso. Entrò nel turbo ascensore e richiese di andare in sala comando, poi sorrise e si sitemò i capelli.

"E questa è andata!" esclamò iniziando a fischiettare.



DS16 Gamma, Sala controllo
18/06/2400, ore 22:10


"Signor Riccardi, può per il momento depennare un insurrezione romulana sulla stazione." disse Steje entrando in sala comando.
"E come c'è riuscito?" chiese l'uomo girando la poltrona verso di lui.
"Difficile da spiegare, un giorno glielo mostro. Che mi dice della leggenda?"
"Ho appena finito la ricerca ed è stata molto interessante. In realtà non si tratta di una leggenda o di una favola... è stata passata come tale, ma secondo gli archivi della flotta stellare, sembra che sia nata da un antico diario di bordo trovato all'interno di una capsula di salvataggio vuota. Chi ha letto quel diario l'ha raccontata a sua volta e piano piano è diventata una leggenda ma la realtà è un'altra."
"E sarebbe? Sono troppo stanco per giocare agli indovinelli."
"Quella cosa è veramente uscita dagli oscuri incubi di un El Auriano prigioniero e in cerca di una via di fuga."
"E come è possibile? Chi è l'uomo " chiese il trill sorpreso
"Il problema non è il chi, ma il dove?"
"Dove era imprigionato?"
"Nel Nexus..."

"Oh merda..." commentò il Capitano Aymane.


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24.07 - Di prigioni e paradisi

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

DS16 Gamma, Studio dell'ambasciatrice T'Lani
18/06/2400, ore 23:40


"Si. Mi ricordo l'evento..." - mormorò T'Lani- O gli eventi, per essere precisi. La Federazione ha avuto a che fare con il Nexus almeno due volte" - Il capitano Aymane la vide rilassare la schiena sulla poltrona alle sue spalle. Il suo sguardo era perso nel vuoto.
"Cosa ricorda di quegli avvenimenti?" - osò domandare Steje, dopo qualche istante di silenzio. L'ambasciatrice si riscosse: "Non sono un testimone diretto, capitano - rispose lei - Sono sicura che le banche dati della Flotta Stellare sono piene di rapporti dettagliati sul fenomeno del Nexus e su quanto è successo all'epoca... E se non bastasse, ricordo che sono stati pubblicati molti libri sugli eventi e sui personaggi che vi furono coinvolti. Anche perché in alcuni casi, si trattava di personaggi già molto noti alle cronache"
"Personaggi che lei ha conosciuto - sottolineò Steje - Vede, ambasciatrice, io ho letto qualcuno dei rapporti sui fatti di quasi trent'anni fa... Mi piacerebbe avere il tempo di leggerli tutti! Ma lei è..."
"Stava per dire: molto vecchia?" - domandò l'ambasciatrice - "Stavo per dire: una testimone, sia pure indiretta. Sono sicuro che se anche leggessi tutti i rapporti, guardassi tutti i video e tutte le registrazioni degli eventi dell'epoca, non riuscirei a capire esattamente gli eventi, le reazioni che ci furono e quali sedimenti hanno lasciato nelle varie culture... Soprattutto quelle che sono a bordo di questa Base. E io devo sapere... Ho bisogno di tutti gli elementi possibili per capire come tirarci fuori da questa situazione"
"Una situazione che minaccia di diventare pericolosa ogni momento di più... Onestamente, non capisco perché voglia perdere tempo a frugare tra i ricordi di una vecchia signora come me, ma ritengo di dovermi fidare di lei..." - si aggiustò la veste sulle ginocchia, quindi tornò a guardare il capitano - Quindi risponderò alle sue domande. Ma facciamo presto!"

*Dovermi fidare...* notò Steje. L'ambasciatrice non era tipo da utilizzare i verbi a caso, pensò. Doveva guadagnarsi la sincerità nelle risposte... Era possibile che la nuvola stesse influenzando anche la vulcaniana? Come reagivano i vulcaniani alla paranoia?

Si schiarì la voce e iniziò: "Secondo i dati raccolti dal tenente comandante Riccardi, la nuvola potrebbe essere stata creata da un El Auriano prigioniero del Nexus, in cerca di una via di fuga..." Si accorse che T'Lani aveva inarcato le sopracciglia e si interruppe: "Che c'è che non va?" - si decise a chiedere.
"È abbastanza evidente che la banca dati consultata dal comandante Riccardi è... Come dire? Manchevole. Forse chi ha scritto il rapporto non ha interpretato correttamente gli avvenimenti dell'epoca. O non ha saputo descriverli"
"Perché?"
"Nessuno, e sottolineo nessuno, vorrebbe realmente abbandonare il Nexus... Il Nexus è un luogo privo di tempo, in cui si può vivere o rivivere come si vuole i momenti felici della propria esistenza, o crearsi una esistenza felice a propria misura. O meglio, a misura della propria fantasia e dei propri desideri. Nessuno, nemmeno il più disperato degli El Auriani cercherebbe una via di fuga dal Nexus. Non gli importerebbe di nulla, al di fuori della stringa, perché nulla avrebbe senso al di fuori di essa."
Steje batté il pugno contro il bracciolo della poltrona: "Ma allora... È questo che cerca la Nuvola! Non il suo creatore... Anzi, in un certo senso si, se il suo creatore è in qualche forma all'interno del Nexus! Va a caccia della stringa di energia. E sulla strada, cerca ogni fonte di energia che le sembra simile, se ne nutre... e quando si accorge che non è quello che cerca... La distrugge!"
T'Lani seguì la sua reazione: "Quanto le ho detto, le è stato di aiuto?"
Steje si alzò in piedi: "Credo di si... Anche se credo lo sarebbe stato anche di più se potessi avere con me il mio capo Ops e il mio ufficiale tattico! E invece sono bloccate all'interno della delegazione Klingon..." - strinse rabbiosamente lo schienale della poltrona - A non fare niente!"



DS16 Gamma, Ambasciata Klingon - Stanza adibita ad ufficio
18/06/2400, ore 23:58


Il fendente spazzò l'aria sibilando, per terminare in un colpo secco metallico quando la lama incontrò l'arco rivale. Tara e Durani rimasero per un lungo istante ferme, con i volti induriti dallo sforzo a pochi centimetri l'una dall'altra, per poi ritrarsi, con un balzo all'indietro fino all'estremo della stanza, ai poli opposti, con le gambe allargate per avere maggiore sostegno.
Durani bilanciò con maestria la sua bat'leth, senza perdere di vista un istante le mosse di Tara, dall'altra parte della stanza. Individuò i muscoli sotto la divisa, cercando di indovinare, da una improvvisa tensione o rilassamento, da quale parte sarebbe arrivato il prossimo attacco. Tara scelse di manovrare, spostandosi lungo le pareti del piccolo ufficio, mentre Durani si spostava in conseguenza, sempre scegliendo la parte opposta in modo da avere una frazione di secondo in più per parare l'attacco dell'altra. La scrivania era stata spostata verso il centro della stanza a dividere i campi della lotta.
Almeno due fendenti erano piombati sul legno della scrivania incidendola fino al metallo di sostegno, ma né Durani né Tara, in quel momento, sarebbero state in grado di dire chi avesse colpito che cosa.
Vicino alla porta, i due uomini della scorta dell'ambasciatore Rogal lasciati a sorvegliarle, guardavano le mosse delle donne con curiosità sportiva, ma senza perderle di vista un istante.

Tara scelse il momento.
Con un balzo, saltò sopra la scrivania, con la bat'leth alzata a martello, mentre Durani scartava a sinistra, piegando il ginocchio per rotolare vicino alla porta e rialzarsi in piedi scattando come una molla per incastrare la lama avversaria nel lato dell'arma, quindi reagì spostando l'altro lato verso il fianco lasciato scoperto da Tara, ma il colpo finì, come altri, sul legno traballante della scrivania. Le lame si toccarono ancora, lanciando scintille metalliche. Tara da sopra la tavola picchiò con l'arma contro quella di Durani che fece un balzo all'indietro con l'arma orizzontale, colpendo i due uomini di guardia insieme con il manico ricurvo. Tara
aggiunse un fendente che ferì l'uomo a sinistra prima che potesse dare l'allarme, mentre Durani inseriva la punta della lama nella parte scoperta della gola dell'altro e rapidamente si impossessava del disgregatore nella fondina dell'uomo. Tara scese con un salto dalla scrivania, afferrò il disgregatore dell'altro e si ritrasse puntandolo verso i due. Quindi, regolò l'arma al minimo e sparò due colpi diretti. Gli uomini si accasciarono senza un lamento.
"Te l'avevo detto che ci sarebbero cascati! - disse Durani, trionfante - Nessun Klingon riesce a staccare gli occhi da un bel combattimento!"
"C'è voluto un bel po' a convincere Rogal che avevo bisogno di scaricare un po' la tensione e di concederci l'uso di un paio di bat'leth da allenamento... Ma ne è valsa la pena!" - fece Tara, massaggiandosi il fianco, dove Durani aveva messo a segno un colpo che non era riuscita a intuire in anticipo. Ma anche di quello era valsa la pena: avevano dovuto andarci pesanti, o non sarebbero state credibili.
"Stai bene?" - le chiese Durani, notando il gesto. Tara scostò con un calcio la miserabile bat'leth da allenamento: "Sbrighiamoci ad andare via di qui. Non possiamo combattere contro tutte le guardie di Rogal, se si accorgono che stiamo cercando di scappare".
Durani non aggiunse niente. Sapeva che cosa stava costando a Tara quella fuga, ma sapeva anche che, non avrebbe potuto rispettare sé stessa se avesse accettato di vivere la vita che lui le aveva prospettato: da prigioniera. Come lei del resto.
Durani afferrò il comunicatore dal petto del klingon che le era più vicino, mentre Tara faceva lo stesso con l'altro, quindi - tenendo pronto il disgregatore - passò la mano sul sensore d'apertura della porta. Si sporse nel corridoio: "Via libera! - sibilò - Fai strada!" Tara avanzò nel corridoio. Conosceva tutti gli anfratti della delegazione Klingon e sapeva muoversi lì come nel suo alloggio.

Attenta ad ogni rumore, arrivò ad una paratia. Fece segno a Durani di restare di vedetta, quindi introdusse le unghie in una sottile frattura e con un gesto la scostò, posandola a terra. Si infilò nell'intercapedine, seguita da Durani che si richiuse la paratia alle spalle. L'interno era buio e Durani capiva in che direzione muoversi solo dal suono soffocato che faceva Tara camminando curva di fronte a lei.
Da fuori arrivavano rumori di passi, il rimbombo di voci pesanti.
Tara, di fronte a lei, si fermava quando le voci o i passi si facevano più vicini, per poi riprendere in fretta, come per recuperare i preziosi momenti che avevano dovuto perdere. Durani sapeva che ad ogni istante una guardia o un impiegato della delegazione, o l'anziano Volk, o Rogal stesso, sarebbe potuto entrare in quel piccolo ufficio dove lei e Tara avevano trascorso tante ore. E le avrebbero cercate.
Capì che Tara si era fermata. Non si udivano passi o voci e Durani si morse le labbra per non chiedere alla collega che cosa le impediva di continuare. Non potevano fare rumore, pensò. Almeno, fino a quando non le avessero trovate.
Finalmente, udì un cigolio. Da un lato si intravide un filo di luce, che Tara dopo qualche istante spalancò completamente. Durani emerse dietro la compagna in una saletta dall'aspetto spartano, fortunatamente vuota. La saletta era un ottagono privo di mobili, ma con un tappeto sagomato a coprire l'intera superficie del pavimento.
In alto, la luce era fornita da otto lampade laterali. Un'altra lampada, più grande, era spenta al centro della stanza- Durani doveva avere in volto tutte le domande che le giravano in testa, perché Tara le impose il silenzio mettendosi un dito sulle labbra con una espressione imperiosa. La donna si chinò a sollevare il tappeto da un angolo, scoprendo un meccanismo sul quale compose una sequenza.
Durani alzò lo sguardo: dal tetto della saletta era scesa la lampada centrale, andandosi a collocare sopra un punto specifico del pavimento. Durani comprese e sollevò il tappeto fino a scoprire la parte centrale, dove era una piccola pedana da teletrasporto, incastrata tra le mattonelle come in un nido d'api.
Tara si avvicinò: "Dobbiamo andare insieme - le sussurrò all'orecchio - possiamo fare un solo teletrasporto prima che Rogal se ne accorga e lo blocchi."
"Sei sicura che non sia già bloccato?" - domandò Durani, con lo stesso tono di voce.
"No - rispose Tara - Ma non abbiamo alternative."

Tornò al pannello di comando e terminò di comporre la sequenza. Usando uno dei comunicatori preso alle guardie, ritardò il segnale di comando di dieci secondi, quindi tornò al centro della stanza per collocarsi sulla stretta pedana assieme a Durani.
"Otto... - sussurrò Tara - Sette... Sei..."
Durani avvertì il suono lancinante di un allarme sopra il sussurro di Tara. Capì che avevano scoperto la loro fuga. Capì che non avrebbero avuto altre possibilità. Si strinse di più a Tara, chiudendo gli occhi e aspettando che la sala si smaterializzasse attorno a loro.


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24.08 - Pronti a combattere

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 Gamma, Sala teletrasportato 3
19/06/2400 - ore 00.08


Le luci della pedana del teletrasporto si accesero e pochi secondi dopo le figure abbracciate di Keane e Durani si materializzarono di fronte ad uno stupito Guardiamarina, che stava facendo il turno di notte, come spesso capitava ai novellini. Le due donne scesero rapidamente dalla pedana e Tara ordinò di disattivare la pedana stessa per evitare che Rogal e le sue guardie di sangue potessero seguirle, attraverso lo stesso sistema.
Il giovane ci mise qualche secondo di troppo a rispondere all'ordine e Tara sbuffò:
"Signor Mason è una cosa troppo complicata da eseguire per le sue capacità? Devo farlo io?"
Il volto scuro dell'ufficiale e il suo tono brusco, ebbero l'effetto voluto ed il giovane addetto al teletrasporto eseguì l'ordine.
" Il Capitano? " chiese Durani secca.
Mason digitò alcuni comandi velocemente e rispose stavolta senza indugio,
"In plancia, Signora."
Tara e Durani uscirono quasi di corsa: avevano perso anche troppo tempo "ospiti " di Rogal.



DS16 Gamma, Sala Controllo
19/06/2400 - ore 00.15


Il Capitano Aymane era da poco tornato in plancia e stava parlando con l'ufficiale Scientifico, quando si girò, sentendo il rumore delle porte che si aprivano, e vide Durani e Keane che entravano: sembravano reduci da un combattimento e Steje si avvicinò preoccupato.
"Vi hanno liberato alla fine! Come state?"
"Veramente siamo scappate sfruttando la passione che tutti i maschi hanno per un combattimento fra donne!" disse Durani, guardando Tara con un sorriso complice.
"Sì e sicuramente hanno già scoperto la nostra fuga: l'Ambasciatore sarà furente. Già i livelli di paranoia sono alle stelle, la mia fuga verrà vista come un tradimento o come un complotto da parte dei Romulani in combutta con la Federazione. Comunque temo possa decidere un attacco per riprendermi! Capitano là dentro la situazione è esplosiva." disse Tara tenendosi una mano al fianco ferito.
"Darò ordine a Riccardi di aumentare la Sicurezza davanti all'ambasciata. La paranoia sta dilagando su tutta la stazione, tanto che anche T'Lani ne è vittima. Sono riuscito a calmare i Romulani, ma sia loro che i klingon hanno inviato segnali di allarme ai rispettivi governi. Temo che Th'Tharek possa trovarsi tra due fuochi là fuori!" disse Aymane guardando lo schermo che trasmetteva solo il buio in cui la nuvola li aveva avvolti.
Mise i due ufficiali al corrente delle loro ultime scoperte, grazie anche al suggerimento dell'Ambasciatrice T'Lani e infine disse: "Dobbiamo trovare la maniera di comunicare con l'esterno a tutti i costi e trovare una maniera per far sì che la Nuvola non riesca più a nutrirsi della nostra energia, così da farlo indebolire e magari allontanarlo da noi."
Le due donne si diressero alle loro postazioni, pronte a rimettersi al lavoro.
Non chiese loro se si sentivano di farlo, era evidente che non vedevano l'ora di dare un contributo, ma vedeva anche che erano sofferenti, Tara specialmente. Erano però delle klingon e non voleva rischiare di offenderle chiedendo loro se stavano bene: sapeva che avrebbero ottemperato ai loro doveri anche se fossero state in punto di morte! Si limitò quindi a far arrivare un Dottore in plancia, giusto per dar loro una controllatina, senza interferire troppo nei loro compiti.



IKS Pagh Jegh, Plancia
19/06/2400 - ore 01.40


La nave klingon era tornata alla ragione di spazio dove avrebbe dovuto essere la Base, occupata adesso da quell'ammasso informe, dal quale ogni segnale era assorbito. Gli occhi di tutti gli occupanti della plancia erano diretti a quel buco nero sullo schermo, dentro il quale i loro compagni e tutti gli altri occupanti la Base rischiavano di fare la fine dei poveri disgraziati che avevano avuto la sventura d'imbattersi sul cammino della Nuvola in precedenza.
Rerin stava osservando Angron, il cui legame col fratello sfiorava quasi la venerazione e che non dava segni di particolare nervosismo anzi, dimostrava un autocontrollo insolito per la sua razza. L'ammirazione per quel klingon stava aumentando in modo esponenziale alla sua frequentazione.
Durante il viaggio di ritorno aveva anche provato a perorare la causa di Tara, perché proprio non riusciva a capire l'ostracismo a cui era sottoposta: in fondo era un membro importante della classe dominante nell'Impero e se la relazione tra lei e Rogal fosse sfociata in un matrimonio, il loro casato avrebbe messo un piede nell'Alto Consiglio. Non era molto tempo che era su DS16 Gamma, ma in un ambiente così ristretto le voci si diffondevano velocemente, e non aveva impiegato molto a capire che era una relazione a tutto vantaggio per l'Ambasciatore.
Angron aveva ribattuto che lui non era klingon e c'erano cose che non poteva sapere e di smetterla di intromettersi in cose che non poteva sapere, ma Rerin aveva il sospetto che le sue parole avessero lasciato come dei semi nella sua mente, che forse avrebbero portato dei frutti in futuro. Se lo augurò di cuore perché faceva il tifo per Tara.
La voce di Okado interruppe i suoi pensieri.
"Sono usciti dei vascelli dal tunnel spaziale: due incrociatori pesanti romulani con gli scudi alzati e in assetto da combattimento, Signore!"
Angron guardò allarmato l'ufficiale della Federazione in piedi alla sua destra:
"E adesso cosa succede ancora?" disse l'andoriano.
"Non lo so, ma prepariamoci ad accoglierli. Scudi alzati e armi pronte al fuoco!" ordinò il Capitano klingon.
"Chiamata in arrivo dai Romulani, Signore."
"Sullo schermo!"
=^=A quanto pare l'allarme lanciato dal nostro Ambasciatore è vero: l'Impero Klingon va a braccetto con la Federazione! Credete forse di spaventarci?=^= disse il Comandante Romulano osservando con disprezzo Th'Tharek e Angron.
"Non so cosa contenesse il messaggio ma le posso assicurare che le cose non sono come sembrano. La base è sotto attacco da parte di un'entità sconosciuta e il Comandante Th'Tharek è a bordo per aiutarci a combattere il nemico comune!" Rispose Angron secco.
"Se mi permette Capitano, vorrei aggiungere che se voleste unirvi a noi, forse i nostri sforzi congiunti porteranno a un risultato più in fretta."
Rerin voleva aggiungere ancora qualcosa per cercare di convincere i romulani, quando due Falchi da guerra klingon uscirono dall'occultamento andando a posizionarsi ai lati della Pagh Jegh, in posizione di difesa.
=^=Sono il Comandante Korsur, abbiamo ricevuto il messaggio dell'Ambasciatore Dothrak e siamo ai suoi ordini contro il tradimento romulano!=^=
Rerin pensò a come le sue parole pronunciate per convincere i romulani, fossero adesso inutili. Doveva assolutamente calmare gli animi e portarli a collaborare tutti insieme se volevano trovare una soluzione.
*Chi è che ha detto che la vita su una Base Spaziale è noiosa?* pensò Rerin cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.


DS16Gamma, Ambasciata Klingon
19/06/2400 - ore 01.50


Nell'Ambasciata klingon regnava il silenzio da più di un'ora. Dopo che Rogal aveva scoperto la fuga di Tara e Durani era andato su tutte le furie: i guerrieri che aveva posto a loro sorveglianza avevano subito tutta la sua collera e a stento erano sopravvissuti alla sua rabbia. Poi era passato a distruggere ogni oggetto nell'ufficio dove era avvenuta la fuga, sembrava che il suo io primordiale fosse venuto alla luce in tutta la sua potenza e nessuno osava frapporsi fra lui e la sua furia distruttrice.
Vorn e Stilgar, in piedi davanti alla porta chiusa della stanza, dove Rogal stava compiendo la sua devastazione, aspettavano con sentimenti contrastanti che si calmasse in qualche modo. Dentro, l'enorme klingon, stava cercando di spiegarsi il tradimento della donna che amava, non poteva ammettere a sé stesso che tutto quello che c'era stato tra loro fino a quel momento potesse essere una menzogna: sicuramente c'era sotto qualcosa che ancora non gli era chiaro, era certo che qualcuno stava complottando per tenerli separati, togliendogli così la fonte della sua ragione di vita.

Finalmente la porta si aprì e Rogal, con una traccia paranoica nella voce, si rivolse ai suoi uomini.
"Tara deve essere stata contattata in qualche modo dal suo superiore e se non avesse obbedito al suo ordine, ne sarebbe andato del suo onore. Ma non posso permettere che rimanga sotto l'influsso della Federazione, ora che è in combutta coi romulani contro l'Impero. Facciamo vedere a quei disgraziati che vorranno mettersi sulla nostra strada chi sono i klingon! Andiamo a riprendere le nostre femmine, che provino solo a fermarci e vedranno di cosa siamo capaci!" e lanciò un urlo di battaglia altissimo e feroce a cui si unirono tutti i suoi guerrieri, compreso il vecchio Vorn, che ammirò il regale spirito guerriero klingon di Rogal, finalmente lasciato libero di manifestarsi.


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24.09 - Guerra o pace?

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

DS16 Gamma, Centro di Controllo
19/06/2400, ore 01.55


La sortita dei Klingon era stata prevista.
Come un'esondazione dopo un periodo di abbondanti piogge.
Qualunque cosa ci fosse dentro quella nuvola nerastra, stava lentamente tirando fuori il peggio di molti di loro.
Ai Romulani aveva scalfito la loro abituale abilità di fingere una cosa e pensarne un'altra.
Era così che aveva avuto la possibilità di farsi beffe di loro ed evitare che scendessero sul piede di guerra.
Beh... più che altro, con la sua sceneggiata, il Capitano Aymane era riuscito a guadagnare tempo.
Tempo prezioso.

Tempo per consultarsi con T'Lani e scoprire che anche la Vulcaniana stava perdendo parte del suo abituale aplomb e capacità invidiabile a trovare sempre una soluzione a qualsivoglia problematica.

Era diventata sospettosa: come se nei suoi circuiti neurali la logica si fosse attorcigliata con altra logica fine a se stessa e non più adattabile alla situazione contingente.
Peculiarità che innumerevoli volte, leggendo i diari dei suoi predecessori, era stata di fondamentale aiuto per risolvere crisi diplomatiche e non solo.
Con l'impossibilità di contattare l'esterno, Aymane aveva il dannato bisogno di ciascuno dei presenti sulla stazione.
Ognuno di loro poteva fargli guadagnare tempo o spunti per debellare l'enorme macchia nera.
La fuga di Tara e Durani, per quanto provvidenziale per la gestione della stazione, aveva drasticamente ridotto la possibilità di avere tempo a disposizione.
I Klingon sarebbero usciti dalla loro Ambasciata a passo di carica ed armati di tutto punto.
Lo sapeva.

E la cosa si era puntualmente avverata.

Il Comandante Riccardi aveva già studiato un piano di azione assumendo il controllo non solo della sicurezza, ma anche di tutto il contingente della tattica guidato dalla collega Klingon rapita dai connazionali.
Tutto era pronto per uno scontro.
Avrebbero applicato un protocollo in grado di disabilitare le armi... disgregatori o phaser, non impugnati dai membri delle squadre di Riccardi, sarebbero stati inutili.
Il problema era che i Klingon disponevano di un variopinto e multiforme arsenale di armi bianche e con quelle, unite alla forza fisica di cui disponevano, avrebbero potuto creare ugualmente problemi.
I protocolli di sicurezza disponevano l'innalzamento di paratie in duranio rinforzato attorno a tutte le ambasciate e tutta una serie di altre misure di contenimento.
Protocolli che, però, tutti i membri diplomatici delle ambasciate conoscevano a menadito, avendo collaborato loro, o i loro predecessori, ad elaborarle ai fini della sicurezza di tutti.
Aymane e Riccardi, pertanto, erano sicuri che avevano già elaborato delle contromosse.
Specialmente il vecchio Vorn che era l'eminenza grigia dietro l'operato di Rogal.
Senza contare che sapevano perfettamente che l'attacco Klingon avrebbe inevitabilmente portato alla reazione Romulana e Cardassiana, in un gioco di parti contrapposte volte a trovare il predominio in quella situazione di equilibrio spezzato.
Riccardi aveva precettato tutti gli uomini disponibili per coprire gli altri fronti, senza poterne distogliere troppi per salvaguardare i civili e le normali attività della stazione.
C'era da sperare che la sezione scientifica riuscisse a trovare una soluzione al problema della nuvola che li stava circondando, prima che altri colpi di testa toccassero a membri della sua sezione.
Ne aveva dovuti porre agli arresti almeno quattro e stava cercando di identificare una quinta persona. Avevano prima attaccato e poi malmenato un povero Guardiamarina Ulliano di passaggio.
Lo stesso Guardiamarina che poi aveva fornito loro la teoria su cui stavano basando le loro congetture... come se la nuvola non volesse essere scoperta ed avesse indirizzato la propria ira contro colui che, a quanto pareva, poteva indirizzare le indagini contro qualunque cosa si celasse al suo interno.

La situazione era esplosiva.

Nemici ovunque e stava venendo a mancare la fiducia nei propri uomini... nel momento peggiore: ad Alessandro Riccardi sudavano le mani e cattivi pensieri si affollavano nella sua mente.
Da un lato voleva a tutti i costi riuscire a comunicare con l'esterno della stazione: per chiedere aiuto.
Dall'altro era perfettamente cosciente che i segnali di allarme partiti dalle Ambasciate Klingon e Romulane presto o tardi avrebbero portato all'arrivo di navi da guerra pronte alla battaglia.
Una piccola scaramuccia di confine sarebbe diventato il pretesto di una guerra.
Non avevano tempo.
Non avevano scelta.
Il nemico era alle porte e dentro la sua stazione... la sua fortezza.
Avrebbe realmente dato ordine di far fuoco?

Il Capitano Aymane gli mise una mano sulla spalla, come per rassicurarlo che aveva completa fiducia in lui.
La stessa Durani gli aveva concesso il pieno utilizzo della sua sezione eccezion fatta per un paio di suoi collaboratori. La Klingon aveva un piano. Un folle piano per fermare i Klingon.

C'era da fidarsi?

Non poteva saperlo... sicuramente col rientro di Tara al proprio posto, la situazione era migliorata... tutti loro avevano bisogno della sua esperienza e conoscenza dei sistemi della stazione per venirne fuori.
E se Alessandro si fidava di una Klingon piazzata alla consolle più cruciale che avevano in sala controllo, perché non fidarsi di una Klingon pronta ad immolarsi per fermare i suoi?
Forse aveva paura... o la tragica consapevolezza che non sarebbe andata a finire bene.



IKS Pagh Jegh, Plancia
19/06/2400, contemporaneamente


"Di cosa diavolo va blaterando, Comandante Korsur?" ringhiò Angron all'indirizzo del suo omologo

Rerin non poteva far a meno di riconoscere al fratello di Rogal un insolito mix di intelligenza tattica e determinazione spicciola, pragmatica ed efficace.
Pur trovandosi con gli scudi abbassati di fronte a due incrociatori Romulani in assetto da combattimento, aveva non solo fatto pacati cenni ai suoi di stare buoni... di non armare le armi, di non tentare nemmeno di alzare gli scudi... ma anzi aveva chiaramente detto di mantenere aperte entrambe le trasmissioni, in modo che sia i Romulani sia i Klingon lo potessero sentire e capire.
Se Korsur si era messo agli ordini di Angron, la sua Casata non doveva essere delle più influenti: poteva essere una testa calda in cerca di gloria oppure un classico gregario che cercava appoggi e protezione da un'alleanza con i Dothrak.
Angron doveva accertarsi di come stavano le cose così pure capire cosa stava succedendo realmente sulla stazione: entrambi i neo arrivati sembravano conoscere cose che loro ignoravano.

=^=L'Ambasciatore Rogal ha fatto pervenire una richiesta di soccorso all'Alto Consiglio Klingon: la Federazione si è schierata con i Romulani ed i nostri compagni su Deep Space 16 Gamma non sono più al sicuro=^=
=^=Frottole e menzogne! L'Ambasciatore Lamak riferisce di alleanze fra voi Klingon e la Federazione... intensi rapporti di letto e strategici volti a colpire l'Impero in una sua fase di debolezza... sappiate che siamo pronti ad intervenire ovunque pensiate di attaccare!=^=
=^=Follia! Mai dare del bugiardo ad un Klingon, sottospecie di verme=^= sbraitò furente Korsur
"SILENZIOOOOOOOOOOOOOO!" ringhiò con voce tonante Angron "Punto primo: in assenza di mio fratello, la più alta autorità Klingon presente in zona sono io! Ogni decisione ricade in capo a me, sono stato abbastanza chiaro, Comandante Korsur?"
=^=lugh Hoch=^= rispose affermativo Korsur pur con occhi iniettati di sangue
"Molto bene, chi è a capo delle vostre due bagnarole, signori?" aggiunse Angron all'indirizzo dei Romulani

Rerin non sapeva se sorridere o preoccuparsi.

Dopo un'interminabile lunga attesa, fece la comparsa un Romulano decisamente alto, vestito con abiti diplomatici e non militari, sebbene tutto dal suo sguardo faceva risaltare un passato militare di tutto rispetto.

=^=Sono il senatore Sakohk, Capitano Angron figlio di Corax del Casato dei Dothrak... ho conosciuto tuo padre e rivedo il suo coraggio e la sua saggezza in te... se non siete ancora stati polverizzati all'istante, è dietro mio ordine=^=
"Mi spiace senatore, ma mio padre non mi ha mai parlato di lei... in ogni caso, apprezzo la sua lealtà alla vostra amicizia ed al tempo che mi sta dando... come vede, non ho dato ordine di alzare gli scudi né di intraprendere alcuna azione difensiva, come sarebbe mio diritto fare di fronte alla vostra minaccia armata"
=^=Approvo ed apprezzo, Capitano... ma se è vero quello che va blaterando il suo cane rabbioso, sia l'Impero Romulano sia l'Impero Klingon hanno ricevuto il medesimo messaggio dai propri rappresentanti su Deep Space Gamma. Un messaggio identico, ma conflittuale al tempo stesso... nulla mi vieta di pensare che anche l'Impero Cardassiano abbia ricevuto similare comunicazione=^=
=^=fuck ghoS=^= si sentì distintamente arrivare da Korsur
=^=Capitano Angron, dica al suo uomo che comprendo abbastanza bene il Klingon per sapere cosa mi ha appena detto. Fortuna vuole che a bordo, altri non lo conoscano.=^=
"Farò il possibile, ma non è un mio uomo o l'avrebbe già pagata cara... è un patriota che ha ricevuto un messaggio di soccorso da un proprio Ambasciatore... come buon ben capire anche dall'atteggiamento dell'ufficiale comandante della sua unità... il disprezzo fra le nostre razze è ancora abbastanza diffuso e potente"
=^=Come detto in precedenza, è una fortuna per i nostri popoli che lei abbia un fratello su Deep Space Gamma ed io abbia tutti gli interessi a portare via sana ed incolume una persona a me molto cara... e che fra noi due vi sia rispetto reciproco=^=
"Visto che è molto informato sulla mia Casata, senatore, posso sapere chi vuole proteggere a bordo della stazione?"
=^=Mia nipote, Liri... figlia della figlia di mio fratello... è per metà Vulcaniana e metà Romulana e serve, su sua scelta, da me non condivisa, debbo dire la Federazione dei Pianeti Uniti...=^=

Angron si voltò verso Rerin come in cerca di risposte, ma l'Andoriano si strinse nelle spalle... era da troppo poco a bordo per riuscire a ricordarsi i nomi di tutti i membri dell'equipaggio.

Sakohk si accorse della cosa ed aggiunse: =^=È una giovane Guardiamarina della sezione Tattica... sta servendo, con molta ammirazione e rispetto, debbo dire un ufficiale Klingon... quando me ne ha parlato qualche settimana fa, quasi non ci credevo... sta servendo la nipote di uno dei più grandi eroi Klingon che conosciamo=^=
"Non pensa di esagerare un tantino, senatore?"
=^=Beh dal punto di vista nostro, è così... Kheldas'Kanjis non solo è stato un abile guerriero in svariate occasioni e che ha prestato aiuto anche all'Impero Romulano nella guerra contro il Dominio... ed è perciò rispettato almeno da noi più anziani, ma ha resistito ad un'accusa infamante per vent'anni ed alla fine è stato reintegrato con pieni onori. E la cosa, se permette, Capitano... è quanto meno esaltante dal punto di vista di molti nostri giovani. Un eroe ribelle ha sempre un suo fascino=^=
"Comprendo"
=^=Posso anche supporre, dalla punta di incertezza che avverto nella sua voce Capitano, che la nipote di Kheldas, di cui Liri mi dice un gran bene, rientri a pieno titolo in una sorta di dovere protettivo che sia stato imposto a tutti voi... la sua priorità Angron è ovviamente salvare suo fratello, ma se avesse solo due posti disponibili in una navetta, l'altra passeggera da trarre al sicuro sarebbe Durani Kanjis=^=

Angron borbottò qualcosa tra sé, pensando che Rogal l'avrebbe ammazzato se non avesse salvato anche Tara, ma il senatore sembrava fin troppo un attento conoscitore di questioni Klingon per poterlo mettere a conoscenza di altri segreti.

"Ehm... scusate il disturbo... ma come Primo Ufficiale di Deep Space Gamma, potrei chiedervi di tornare al problema più pressante? Quella nube nerastra che tutto avvolge e che ha tutte le intenzioni di distruggere ciò che incontra? Appurato che la Federazione non è in combutta con nessuno e non ha alcun interesse a danneggiare questa o quella fazione, potremmo dare una mano ai nostri compagni là sotto?"

Sakohk sorrise divertito ed annuì.
Angron pose una mano sulla spalla di Rerin ed abbaiò una serie di ordini.
Il falco di Korsur fu il primo ad abbassare gli scudi, seguito a ruota dalle due unità romulane e, per finire, anche la seconda nave Klingon, depose momentaneamente l'ascia di guerra, in quella fragile tregua appena conquistata.



DS16 Gamma, Zona Prospiciente Ambasciata Klingon
19/06/2400, quasi contemporaneamente


L'intero contingente di Suvwl' 'Iw era partito alla carica dietro Rogal, Stilgar e Vorn.
Dagli otto iniziali con cui l'Ambasciatore era arrivato sulla stazione quattro anni prima, il numero dei suoi fedelissimi era lentamente, ma inesorabilmente aumentato a dismisura.
In quel momento, non meno di un centinaio di Klingon furenti ed imbufaliti stavano assaltando Deep Space Gamma.
Erano armati di tutto punto, ma col passare dei secondi, il loro incedere stava perdendo parziale slancio: dapprima tutti i sistemi difensivi della stazione si erano messi in moto e pesanti paratie stavano isolando gli assalitori dai settori attigui, concedendo loro spazio ed occasione di attaccare proprio in direzione di ciò che più desideravano: il centro di controllo.
Vorn sapeva che quello che stava succedendo era tatticamente anomalo: la prima protezione doveva essere verso il punto nevralgico di Deep Space, ma non ebbe né voglia né tempo di approfondire.
Seguiva ciecamente il suo condottiero, come aveva sempre fatto anche col padre ed il fratello, e come non avrebbe mai smesso di fare fino al suo ultimo respiro.
Nello stesso tempo, i disgregatori avevano iniziato a surriscaldarsi e venivano man mano abbandonati per evitare che scoppiassero fra le mani: l'assalto si stava trasformando in una carica all'arma bianca.
Chiunque si fosse trovato sulla sommità delle paratie, avrebbe avuto vita facile ad abbattere gli assalitori: sarebbe stata guerra! Sarebbero stati tutti uccisi, ma per un bene più grande: la l'onore ed il rispetto del popolo Klingon.
E, sicuramente, sarebbero stati vendicati... uno ad uno... ogni loro perdita avrebbe causato al nemico decine di uccisioni.

Questa consapevolezza era ciò che li stava caricando.
Questa consapevolezza assieme alla cieca ed incrollabile fiducia nelle capacità del loro leader.
Urla, battute, colpi ritmati delle armi sulle corazze... era la musica che accompagnava quella carica furiosa.

Con l'alzarsi delle paratie di sicurezza, il percorso verso la sala comando si faceva man mano più angusto e costringeva i Klingon a restringere il proprio fronte di attacco, allungando, al contempo, la loro colonna.

Fu all'ennesima curva forzata dell'ennesimo corridoio che tutto accadde.
Stilgar si aspettava di trovare la sicurezza guidata da Riccardi pronta a contrastarli in forze: in fondo erano fin troppo vicini al centro di comando.
Invece, non c'era nessuno.

O quasi nessuno.
La carica Klingon si arrestò di colpo.

Di fronte a loro, due persone soltanto.
Il primo era un disarmato e malconcio Guardiamarina della Flotta Stellare, con ancora addosso i segni ben visibili delle percosse subite.
La seconda era una guerriera Klingon in pieno assetto da combattimento.
Durani aveva dismesso la sua divisa e fissava con occhi carichi di sfida gli assalitori.
Lanciò un urlo.

Alto.

Gutturale.
Come mai aveva fatto in vita sua, ma come fin da piccola gli avevano insegnato a fare.
Era il grido di battaglia dei Kanjis.
Un urlo che faceva paura da generazioni nell'Impero Klingon.
Un urlo ed una tradizione guerriera che un manipolo di bugiardi ed arrivisti aveva tentato di distruggere con accuse false ed infamanti.
Accuse che erano durate vent'anni.
Vent'anni di lotte.
Vent'anni per arrivare alla verità, alla restituzione dell'onore ed alla sincera dimostrazione di amicizia ed affetto da parte di molte delle Casate storiche dei Klingon.
Rogal si fermò di colpo.
Come se improvvisamente avesse ricevuto una doccia ghiacciata.
Come se qualcosa di profondo dentro di lui fosse stato improvvisamente smosso.
Qualcosa di importante, non importante quanto l'amore che provava per Tara, ma altrettanto fondamentale.

Il suo onore.

Non avrebbe permesso a niente o nessuno di mettere in dubbio il suo onore.
I Dothrak erano prosperati come casata guerriera crescendo coi racconti delle gesta dei Kanjis. Gesta ovviamente esagerate come in tutti i racconti guerrieri dei tempi che furono, ma non poteva non provare rispetto per quella donna.
Sola contro cento compagni.
Sola a barrire il grido di guerra della sua Casata, chiedendo rispetto.
Rispetto o uccisione in combattimento.
Quella era la scelta.
Rogal non era pronto a quello.
Voleva le sue donne, voleva dar loro sicurezza, ma Tara non era lì con lui ed una delle più care amiche della compagna era là da sola, pronta a sfidarli tutti quanti.
Qualcosa aveva offuscato il suo giudizio.
Qualcosa che lo stava portando a fare qualcosa di terribile.

D'istinto, rivolse la bat'leth in orizzontale, parallela al pavimento, di fronte alle sue ginocchia, in segno di pace.
Con quel gesto, aveva rifiutato con onore il combattimento.
Con quel gesto aveva evitato una guerra.
Riccardi ed Aymane, nascosti in una postazione sopraelevata, tirarono un sospiro di sollievo.
Ora arrivava il bello, spenti i bollenti spiriti, Durani ed il suo malconcio compare avrebbero dovuto spiegare ciò che i Klingon non sapevano ed avevano mal interpretato.
Non sarebbe stato facile, ma l'assalto era stato respinto con zero perdite.
Sperando che, nel frattempo, quella Guardiamarina, indicata da Durani, fosse riuscita a tenere calmi i Romulani... o sarebbero stati punto e daccapo.


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24.10 - Un passaggio a casa

Autore: Tenente Comandante Rerin Th'Tharek

IKS Pagh Jegh - Plancia
19/06/2400 - ore 06.27


Nella plancia dell'incrociatore klingon il lavoro dei vari membri della nave era quasi totalmente orientato al monitoraggio della situazione, anche se di fatto ciò non serviva a nulla: dove si sarebbe dovuta trovare la base non si riusciva a scorgere nulla se non una sorta di grossa nube nera che se ne stava lì, immobile.

Agron e Rerin tornarono in plancia quasi contemporaneamente, dopo aver dormito poche ore ed essersi fatti un bagno. La speranza era che il riposo portasse nuovi spunti per dipanare quella matassa ma nessuno dei due aveva avuto fortuna: da quando quella storia era iniziata avevano capito solo che si trattava di un essere senziente che non poteva o non voleva in alcun modo comunicare con loro.

L'arrivo, oltretutto, di due falchi da guerra romulani e di due sparvieri klingon finiva per complicare ancor di più una vicenda che, per i risvolti diplomatici in campo, poteva facilmente portare ad una guerra di cui tutti se ne sarebbero pentiti. Rerin portò lo sguardo sullo schermo osservando i due sparvieri klingon pensieroso, ma la cosa non sfuggì ad Agron.

"Sono delle teste calde in cerca di gloria ma non si metterebbero mai contro il mio Casato!"

Rerin si limitò ad annuire prima di tornare a guardare gli uomini in plancia "Continuiamo a cercare di trovare una spiegazione senza mai arrivare a nulla, eppure sento che c'è qualcosa a cui non stiamo pensando e che è lì... proprio di fronte ai nostri occhi"

"Signore, chiamata dal falco romulano, si tratta del senatore Sakohk"

Agron prese posto al comando della plancia portando lo sguardo nuovamente sullo schermo "Vediamo che cosa hanno da dirci i nostri nuovi amici romulani" affermò con convinzione, ma all'apertura della chiamata si dovette ricredere "Assolutamente nulla dalle vostre analisi, giusto?"

Sakohk fece una smorfia stizzita =^=I nostri scienziati hanno capito solo che è qualcosa di totalmente sconosciuto e non hanno ancora elaborato un modo per staccarla dalla base, o da quello che ne rimane... al momento non sono neppure in grado di garantire che vi sia ancora una base lì dentro=^=

Agron annuì alle parole del romulano "Già, non abbiamo più avuto modo di contattare la base a causa di quella specie di entità. L'unica cosa che possiamo dirle è che un essere senziente, ma perché sia qui non lo sappiamo"

=^=Secondo i nostri scienziati, sarebbe utile avere qualche informazione in più: ad esempio, come ci è arrivato qui? Che cosa l'ha portato ad attaccarsi alla base?=^=

"A questo posso risponderle io, senatore" Rerin si portò di fianco alla postazione di Agron facendo mente locale a quanto era accaduto all'inizio di quella sottospecie di epopea "La base è stata raggiunta da una navetta, parecchio piccola in verità. All'interno c'erano due piccoli alieni che hanno tentato di comunicarci dell'avvenuto attacco alla loro nave e... beh, sono morti senza avere il tempo di dirci granché"

=^=Quindi l'entità avrebbe seguito la navetta? È corretto presupporre che sia non attratto dagli oggetti in movimento, altrimenti avrebbe preferito voi alla base. Quindi, perché si è messo a seguire una navetta?=^=

Rerin si bloccò alla domanda del senatore, ricordando solo ora un vecchio detto di Sol III che gli era stato ripetuto fino allo sfinimento, ossia che la soluzione più semplice è quasi sempre la migliore "Energia! È una questione di energia!" osservò i presenti per poi sorridere "Pensateci per un momento, ha raggiunto la nave aliena e quando questa ha finito l'energia si è messo ad inseguire la navetta. Lo sappiamo perché la navetta è giunto decisamente prima dell'essere... è una questione di energia, cerca la cosa più energetica in zona e vi si attacca!"

"Quindi sarebbe ancorato alla base perché è la maggiore fonte d'energia a portata di mano?" Agron si fermò per qualche attimo a riflettere "Possibile, ma questo ci pone un problema di non poco conto. Una base produrrà sempre più energia di una nave, come convinciamo la creatura a lasciare la presa?"

=^=È possibile che, se l'essere cerchi la maggior fonte di energia che trova nei paraggi, lo faccia per uno scopo. È possibile che di quella energia se ne nutra... e se così fosse, a poco a poco esaurirà l'energia della Starbase=^= il senatore scosse il capo =^=Ma a quel punto il nostro intervento diverrebbe inutile, l'alternativa è tentare con un attacco diretto alla creatura.=^=

"E se invece producessimo almeno altrettanta energia della base?" Rerin osservò Agron ed il senatore romulano "Se riuscissimo anche solo a far credere alla creatura che noi siamo più appetibili? Potrebbe allentare la presa alla base per quel tanto che basta per poter comunicare con la starbase!"

"La mia è un'ottima nave, ma non può raggiungere un simile livello di energia..." Agron stava ancora riflettendo "...a meno che... siamo in cinque navi, tutte navi da guerra. Abbiamo scudi che sono nati per sostenere scontri massacranti e senza esclusioni di colpi, se dovessimo unire gli sforzi potremmo creare un campo energetico abbastanza grande per attirare la creatura"

=^=Vale la pena tentare, comunicherò le vostre intenzioni anche all'altro falco. Fra cinque minuti alzeremo gli scudi portandoli al massimo della loro portata.=^=



DS16 Gamma - Sala controllo
19/06/2400 - ore 06:45


Il Comandante Keane era tornata in plancia al fianco dei suoi colleghi, anche se in effetti la sala controllo era decisamente un mortorio in quel momento. Il Capitano e Durani si trovavano in ambasciata klingon a tentare di spiegare ad un ancora furente Rogal che i dubbi che sentiva erano dettati dalla strana nube che li teneva prigionieri: Tara non poteva sapere se le doti diplomatiche di Aymane sarebbero state sufficienti ma lo sperava ardentemente.

Era ancora abbastanza distratta dai suoi pensieri quando la base fu scossa violentemente per la prima volta. Tutti nella sala si guardarono attorno frastornati, alcuni erano addirittura caduti a terra.

=^=Capitano a sala controllo, che diavolo succede?=^=

Keane controllò sul proprio terminale prima di rispondere al superiore "Sala controllo a Capitano, segnalo che l'integrità della base ha avuto un piccolo decremento di circa il 2%. Purtroppo non abbiamo idea di cosa stia succedendo, non siamo stati noi a provocarlo"

Il secondo scossone fu ancora peggiore del primo, la base sembrò sussultare come fosse un vascello entrato per sbaglio in una delle pericolosissime tempeste di plasma delle Badlands. Tara dovette tenersi con forza alla consolle per non rischiare di cadere "Signore, forse tutto è dovuto a quanto sta accadendo all'esterno dell'essere... potrebbe essere provocato dall'incrociatore del Capitano Agron, ma qualunque cosa stiano facendo non credo che all'essere stia piacendo"

=^=Maledizione! Arrivo immediatamente=^=

Tara si preparò all'imminente terza scossa quando, viceversa, iniziò a riveder le stelle "Ma come è possibile, si sta staccando?"

"Chiamata dalla IKS Pagh Jegh, è il primo ufficiale" l'addetto alle comunicazioni provvedette ad aprire il canale quasi istantaneamente "Afferma che sia molto urgente"

=^=Comandante Rerin a Sala controllo, passare immediatamente ad allarme grigio!=^=

Per un attimo in plancia rimasero un po' perplessi, non tanto perché non sapessero di cosa stesse parlando il primo ufficiale, quanto dalla foga con la quale Rerin stava impartendo gli ordini.

L'addetto alle comunicazioni prese la parola con voce poco sicura "Comandante, sta arrivando il capitano e..."

Aymane entrò in plancia giusto in tempo per sentire la voce del suo primo ufficiale, piuttosto concitato ma ancora vivo e questo tanto gli bastava per il momento.

=^=Maledizione! Vi ho dato degli ordini! Abbassate l'utilizzo di tutta l'energia al minimo! Disattivate tutti i sistemi secondari e tutto ciò che non vi è strettamente necessario alla sopravvivenza! Abbassate il supporto ambientale al minimo e disattivatelo in tutte le aree non necessarie! Ogni spreco di energia deve essere ridotto a zero! Il Capitano avrà tutto il tempo di pelarmi e mettermi sotto sale in seguito, se ne veniamo fuori!=^=

"La prendo in parola numero uno..." Aymane cennò con il capo verso Tara che provvedette ad eseguire gli ordini di Rerin, iniziando a far evacuare le aree inutilizzate della base al fine di spegnere in parte i sistemi del supporto ambientale "Ora, posso sapere cosa succede... sulla base di quanto vedo sulla consolle tattica direi che ha dei nuovi amici con sé..."

=^=Sì signore, sono stati invitati a raggiungerci dai nostri ambasciatore... ma abbiamo poco tempo prima che gli scudi inizino a cedere. Abbiamo potuto abbassare l'utilizzo gli emettitori appena la base ha smesso di essere così invitante, ma non credo che l'essere la prenda bene. Cosa avete scoperto della creatura?=^=

"Niente di nuovo a parte che sta facendo andare tutti fuori di testa... però al momento sembra più interessato a inseguire voi, Numero Uno... esattamente, dove la state portando quella cosa?"

=^=Spero nel Nexus, o in alternativa qualsiasi posto lontano da qua! Nel database dovrebbero esserci le ricerche sui punti in cui quella sorta di onda dovrebbe apparire, sarebbe bello averle anch...=^=



IKS Pagh Jegh - Plancia
19/06/2400 - pochi minuti dopo


"Spero nel Nexus, o in alternativa qualsiasi posto lontano da qua! Nel database dovrebbero esserci le ricerche sui punti in cui quella sorta di onda dovrebbe apparire, sarebbe bello averle anche noi!" uno scossone per poco non fece cadere l'andoriano a terra

"Comunicazione chiusa" informò il klingon alle comunicazioni "La cosa sta cercando di circondare l'intero campo creato con gli scudi delle navi, interferisce con le comunicazioni"

"Informare le altre navi di aumentare la velocità a massimo impulso, abbiamo bisogno di avere quelle informazioni!" Agron fissò Rerin "Come lo facciamo rientrare nel Nexus quel coso?"

Rerin si tenne ad una consolle per non cadere a terra "Non ne ho idea, per ora non sarebbe male sapere dove andare..."

Il klingon alle comunicazioni grugnì qualcosa di ben poco comprensibile per poi aggiungere "Comunicazione in entrata, è molto disturbata ma sono delle coordinate"

"Molto bene, informate le navi che da questo momento scatta la seconda parte del piano!" negli occhi di Agnon c'era tutta la fierezza del suo popolo "Questa battaglia la condurremo noi, del casato di Dothrak"

Ad una ad una le altre navi abbassarono gli scudi, passando in allarme grigio e disimpegnandosi dalla formazione fino a lasciare che la creatura seguuisse solo la IKS Pagh Jegh. L'essere non sembrò prendere bene la cosa la diminuzione dell'energia lo aveva in qualche modo infuriato e la creatura iniziò a tallonare la nave andando a cozzare con forza sugli scudi posteriori.

"Gli scudi non terranno per molto!"

"Curvatura uno!" tuono Agron osservando poi Rerin "Vediamo se è in grado di seguirci anche a velocità più sostenute"

La IKS Pagh Jegh scattò in avanti, entrando in curvatura, ma anche la creatura aumentò via via sempre più rapidamente la velocità avvicinandosi nuovamente allo sparviero.

"Capitano, ci ha quasi raggiunti!"

"E voi portateci a curvatura due!" Agron sbraitò l'ordine per poi osservare Rerin "A che pensa?"

"Il Nexus è un regno extra-dimensionale in cui i propri pensieri e desideri plasmano la realtà. All'interno del Nexus, il tempo e lo spazio non hanno significato, consentendo di visitare qualsiasi momento e luogo che si possa immaginare"

Il Capitano klingon aggrottò le sopracciglia "Non vorrà entrarci anche lei!"

"No, ma il punto è proprio questo. Non è così semplice entrarvi, si tratta di un nastro di energia temporale violento e distruttivo che attraversava la galassia. Per poter accedere all'interno del Nexus bisogna trovarsi esattamente sulla sua traiettoria, se si sbagliasse la posizione si verrebbe distrutti all'impatto. Inoltre avvicinarsi al Nexus con la nave e escluso, verrebbe distrutta"

"In questo caso speri che quella cosa sappia come entrare!"

Rerin era pensieroso "Potrebbe essere l'unico della sua specie, se ci fosse un modo per aumentare le sue possibilità di sopravvivenza..."

"Può sempre uscire e guidarlo lei!"

Rerin si voltò di scatto verso Agron con uno strano sorriso dipinto sul volto "Mi serve una navetta... o qualcosa del genere"



Spazio - Area indefinita
19/06/2400 - 7:30


La IKS Pagh Jegh era stata costretta ad un progressivo aumento della velocità per non essere catturata dallo strano essere che via via si era sempre più infuriato. Rerin iniziò a lamentare dei forti mal di testa, ma aveva retto abbastanza bene, solo il colorito più verdognolo del solito tradiva la sua difficoltà. Arrivati nella zona avevano messo nuovamente in pratica lo stesso sistema, la nave di Agron aveva azzerato la propria energia lasciando che il piccolo caccia con all'interno Rerin uscisse dall'hangar attirandosi dietro la creatura.

Nello spazio di fronte all'incrociatore tuttavia non sembrava esserci proprio nulla =^=Comandante, la Federazione ha sbagliato a fare i conti?=^=

La voce di Agron fece sorridere Rerin "Sta per arrivare il Nexus, lo vedrà apparire fra pochi attimi"

=^=Già, e lei avrà addosso quella specie di nuvola in un lampo. Quale sarebbe il suo piano?=^=

"Beh... io lo porto in posizione e poi si spera che se ne rientri a casa senza creare altri problemi"

=^=Ma lei non ci può entrare.=^=

"Esatto, il caccia verrà distrutto, quindi prima che sia troppo tardi dovrò andarmene di qui"

=^=Ma... sicuro di aver pensato proprio a tutto?=^=

Rerin sollevò il capo "In che senso?"

=^=Se quella cosa la avvolge non ci sarà nessuna possibilità di scappargli, sarà solo...=^=

L'andoriano ebbe un piccolo ripensamento, il dubbio di aver fatto il passo più lungo della gamba gli venne ma prima che potesse parlare venne investito in piena potenza dalla nube. L'essere si era via via visto diminuire le fonti di energia e sembrava aver preso molto male la cosa. Iniziò a scuotere e a far sussultare tutta la navetta in maniera violenta, mettendo in forte crisi l'integrità strutturale del piccolo vascello. Rerin osservò la consolle rendendosi conto che era totalmente solo in mezzo all'oscurità. Non aveva più le comunicazioni, non aveva più i sensori e l'unica cosa che poteva sperare era di essere ancora perfettamente allineato al tragitto del Nexus e che l'essere fosse tanto gentile da lasciarlo andare prima che fosse troppo tardi.

Una consolle al suo fianco proiettando centinaia di frammenti nel piccolo abitacolo e ferendolo al fianco, l'energia nel piccolo vascello iniziò a calare via via sempre più rapidamente tanto che anche le batterie di emergenza sembravano non riuscire a permettere al supporto vitale di operare correttamente. Rerin iniziò a provare troppo freddo, cosa insolita per un andoriano che è abituato alle temperature rigide di Andoria.

Un ultimo scossone fu così potente da farlo cadere all'indietro, lontano dalla consolle e fu allora che lo vide l'essere stava rientrando nel Nexus, quell'enorme onda di energia stava puntando dritta contro di lui ma se non altro era libero.

Rerin si portò alla consolle del timone ma la navetta non aveva più i sistemi propulsivi funzionanti. Sbarrò gli occhi osservando l'enorme onda di energia che si preparava a distruggerlo, poi uno sfarfallio ed il raggio del teletraporto che lo portava via appena in tempo.



DS16 Gamma - Sala controllo
19/06/2400 - 7:30


Aymane era in attesa di avere qualche informazione sedeva alla postazione del comandante ma continuava ad osservare la consolle delle comunicazioni.

"Signore!" la voce del tenente sembrava quasi euforica "Comunicazione in entrata dalla IKS Pagh Jegh!"

Aymane si voltò come tutti i presenti verso lo schermo "Sullo schermo!"

Il volto di Agron era divertito =^=Quella cosa è entrata nel Nexus, la questione è risolta. Informi mio fratello che rientriamo alla Starbase.=^=

"Non vedo il mio primo ufficiale... dov'è Rerin?"

=^=Lo stanno rattoppando ma è ancora vivo=^= Agron si allungò verso lo schermo =^=Mi dovete un caccia nuovo, il vostro primo ufficiale l'ha distrutto! IKS Pagh Jegh chiudo!=^=

Tutti osservarono lo schermo e poi il capitano mentre tirava un sospiro di sollievo "Tutto è bene quel che finisce bene... ora mi manca solo risolvere un piccolo problema e sarà tutto risolto..."

Riccardi alzò lo sguardo "Un problema?"

"Già..." il Capitano fece una smorfia "Io dove lo dovrei trovare un caccia klingon da dare ad Agron?"


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FINE MISSIONE