Imbarchi










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Missione 17






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2017



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Klingon Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Capitano Capitano Shran del clan Mira

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Capo Sicurezza Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Primo Ufficiale Comandante Claire Drillrush

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Ambasciatore Klingon

Capitano
Shran del clan Mira
Capitano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Tenente Comandante
Alessandro Riccardi
Capo Sicurezza

Comandante
Claire Drillrush
Primo Ufficiale

Ufficiale Medico Capo Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Ramar Roberts

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Tenente Comandante
Dal-amar Sonx
Ufficiale Medico Capo

Tenente Comandante
Ramar Roberts
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Franco Carretti

Capitano
Shran del clan Mira
Ileana Cacucci

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Capo Sicurezza
Alessandro Riccardi
Fabio Manuello

Primo Ufficiale
Claire Drillrush
Maddalena Duci

Ufficiale Medico Capo
Dal-amar Sonx
Ermes Cellot

Ufficiale Scientifico Capo
Ramar Roberts
Marika Vicentini

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
17.01 - Si ricomincia ancora
17.02 - L' Ambasciatore Klingon
17.03 - Vedrà che si troverà bene!
17.04 - Alle Porte
17.05 - Debiti e Riconoscenza
17.06 - Partenze ed Arrivi
17.07 - La passeggiata
17.08 - Di nuovo in gioco

Sinossi

Parte dell'equipaggio superstite dalla distruzione della USS Marconi è stato trasferito sulla DeepSpace16Gamma... è per tutti un nuovo inizio.



17.01 - Si ricomincia ancora

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 Ponte alloggi ufficiali - 17/08/2395 - ore 23.45


Tara era seduta sul divano del suo nuovo alloggio, le gambe allungate coi piedi sul tavolino di fronte e la testa appoggiata sullo schienale, reclinata all'indietro, per godere dello spettacolo dello spazio, che dava il meglio di sè, ogni volta che il tunnel s'apriva. Rimase così alcuni minuti per cercare di rilassarsi, poi lentamente alzò la testa e cominciò a guardarsi intorno: da quando aveva preso possesso del suo nuovo alloggio vi aveva passato il tempo strettamente necessario per dormire e solo quel tanto per cui il Dottor Sonx non la potesse obbligare ad un riposo forzato. D'altronde in quei giorni così frenetici c'era troppo da fare. L'apertura del nuovo tunnel spaziale aveva portato il caos in tutto il settore e tutte le parti in gioco volevano avere parte nel controllo del nuovo tunnel e gli equilibri politici non erano mai stati così fragili, anche se la questione più urgente da affrontare, e su questo punto erano tutti d'accordo, era la sicurezza, perché nessuno sapeva che cosa potesse esserci dentro e aldilà del tunnel. Era stato quindi deciso d'inviare una piccola flotta di navi all'ingresso del tunnel, guidate dalla Fearless al comando di Tomphson e con un paio di navi bajoriane, la nave vulcaniana e quella romulana. I klingon attendevano l'imminente arrivo del nuovo ambasciatore per decidere il da farsi. Shran preso il comando della stazione, come da ordini della Flotta, stava cercando di conoscere il funzionamento della stessa, così come Tara e gli altri ex membri della Marconi che erano stati assegnati lì, il più velocemente possibile, aiutati dagli ufficiali di stanza sulla base. C'era anche il problema di Durani e per permetterle di svolgere il suo lavoro, senza avere una scorta perenne, Tara aveva speso il nome pesante del padre e il suo futuro ruolo di erede mettendola sotto la protezione del suo Casato: odiava usare la sua posizione, ma Shran l'aveva persuasa che probabilmente era il metodo più veloce e sicuro per evitare spargimenti di sangue. La situazione sembrava però ormai che si stesse tranquillizzando e la vita sulla stazione spaziale era tornata alla normale routine, stando a quello che diceva Drillrush. Tara decise allora che era arrivato il momento di appropriarsi del suo nuovo alloggio e cominciò a disfare i bagagli. Per ultimo come sempre, aveva lasciato il suo violino, appoggiato sul lato sinistro del suo grande letto (era statala sua unica richiesta: odiava dormire nello stretto!), allungò una mano e aprì la custodia. Fece passare le dita affusolate sulle corde e con voluttà afferrò il manico e prese l'archetto. Era tanto, troppo tempo che non suonava e si ricordò delle parole di suo nonno, il suo primo maestro di violino, che le ripeteva di suonarlo tutti i giorni se voleva che lo strumento rispondesse sempre ai suoi tocchi. Lo appoggiò quasi con riverenza al mento, temendo che, offeso per averlo trascurato, il violino si rifiutasse di suonare, ma quando al lieve tocco dell'archetto uscì una nota dolce e pulita, Tara ignorò le sue stupide paure e con impeto si mise a suonare un'antica ballata irlandese. Fu un tutt'uno con la musica per la durata del brano e quando terminò l'esecuzione si sentì felice ed appagata e sorridendo pensò che c'era solo un altra cosa che riusciva a soddisfarla così, ma non essendoci un maschio nelle vicinanze...


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17.02 - L' Ambasciatore Klingon

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

IKS Pagh Jegh - Alloggio di Rogal Dothrak - 10/08/2395, ore 15.28


"Signore..." il klingon sfregiato con l'armatura rosso sangue sbattè il pugno all'altezza del cuore e chinò la testa in segno di rispetto.
"Dimmi pure Stilgar." Rogal distolse l'attenzione dai documenti per la conferenza su Cardassia guardando il suo capo della sicurezza.
"Suo fratello desidera parlare con lei." rispose questi senza cambiare il tono di voce.
"Te l'ho già detto diverse volte Stilgar, almeno quando si tratta di mio fratello potresti farlo passare senza questi inutili formalismi!" ribattè lui sbuffando.
"Ai suoi ordini signore..." anche questa volta il tono del klingon non cambiò di una virgola segno evidente che l'ordine ricevuto non sarebbe stato preso nemmeno in considerazione.

Rogal sospirò rassegnato. Vorn seduto su una comoda poltrona intento a leggere gli stessi documenti sogghignò divertito.
"Fiato sprecato con Stilgar..." commentò senza distogliere lo sguardo dalle pagine della relazione.
"Non riesco ad entrare in un bagno prima che lui abbia controllato la sicurezza del posto. Sta diventando imbarazzante!" sbuffò Rogal gettando i fogli alla rinfusa sul tavolo.
"Non si sa mai cosa potrebbe essere stato nascosto in un bagno..." borbottò Vorn riproducendo perfettamente il tono distaccato del capo dei SuvwI' 'Iw.
"Vecchio non ti ci mettere anche tu!" ribattè il diplomatico disgustato.

"Fratello!" Il Capitano del IKS Pagh Jegh e fratello di adozione di Rogal entrò nell'alloggio e chinò la testa dopo aver sbattuto il pugno al petto.
"Angron anche tu adesso?!" rispose lui esasperato. Un ghigno di divertimento apparve sul volto del fratellastro.
"Sono arrivati nuovi ordini dall'Alto Consiglio... questa ti piacerà molto!" le teste degli altri due klingon si alzarono all'unisono per guardare il Capitano della nave.
"Vuoi che ti strappi le parole di bocca con un D'K Tahg?" Angron sogghignò di nuovo. Erano giorni che Rogal era intrattabile.
L'ambasciatore odiava le conferenze e tutto quell'inutile e pomposo chiacchiericcio, soprattutto quando la maggior parte dei presenti erano dignitari addestrati a non dire mai quello che effettivamente pensavano. Più di una volta Angron lo aveva visto cercare di intavolare una conversazione con il personale non diplomatico, persino con i camerieri che servivano alle feste, ma questi avevano l'ordine di essere sempre poco visibili e quindi tendevano a non socializzare. Oltretutto la colossale stazza di Rogal e il suo abbigliamento selvaggio serviva solo ad spaventarli.
Ma Rogal ci provava sempre e più di una volta Stilgar lo aveva acciuffato prima che se la svignasse per una visita privata per le strade delle città aliene che visitavano per le conferenze. A quel punto il diplomatico doveva cancellare la sua avventura perchè una scorta di dieci klingon armati fino ai denti non contribuiva alla socializzazione.
Rogal del casato Dothrak era come un curioso orso chiuso in una gabbia d'oro piena di punte e lame.

"Allora?" sbuffò Rogal sempre più irritato.
"L'Ambasciatore P'Sat Duy'A' K'ooD su Deep Space 16 Gamma è scomparso in circostanze misteriose. Hai avuto ordine di sostituirlo sulla stazione spaziale come Ambasciatore e nel frattempo investigare sulla sua scomparsa. Ti ho inviato i dati che abbiamo direttamente sul tuo pad." Angron vide gli occhi del fratellastro illuminarsi come due lampadine.

"Una stazione Federale in un territorio quasi del tutto inesplorato..." mormorò Rogal assaporandone il significato.
"Stilgar non ne sarà affatto contento." commentò Vorn, consigliere personale di Rogal e suo fidato amico di lunga data.
"Se lo farà piacere! E se prova a tenermi rinchiuso dentro l'ambasciata lo faccio arruolare fra le truppe ferengi!" esclamò galvanizzato dalla splendida notizia.
"Fa solo il suo lavoro!" lo difese Angron lasciandosi sfuggire una risata.
"Ma impedisce a me di svolgere il mio... comunque la sua eccessiva protezione potrebbe far nascere sospetti. Voglio che tutti i klingon che non hanno validi motivi per girovagare su Deep Space 16 siano spediti da qualche parte. Sulla stazione dovranno esserci solo i SuvwI' 'Iw e gli uomini dell'equipaggio della Pagh Jegh. Così almeno Stilgar sarà più tranquillo."
"Lui è tranquillo solo quando siamo su Inwit" rispose il fratello riferendosi al suo pianeta natale e sede del casato dei Dothrak.
"Dovrà farsene una ragione... comunica alla stazione che ho bisogno di due alloggi. Uno per me e uno per Vorn. La scorta risalirà sulla Pagh Jegh nei turni di riposo.
"Come desideri..." rispose Angron seguendo il fratello con lo sguardo mentre si dirigeva verso la camera da letto.
"Che ne faccio di questa roba?" gli urlò dietro Vorn riferendosi ai documenti che stavano studiando fino a pochi minuti prima.
"Chiama Stilgar e digli di portare un lanciafiamme. Ah Vecchio, vedi se riesci a farmi avere notizie sugli ufficiali in comando della stazione e sui vari ambasciatori. Io vado a farmi qualche ora di allenamento. Odio studiare per le conferenze!"

IKS Pagh Jegh - Sala dei combattimenti - 12/08/2395, ore 9.15


I due klingon armati di bat'leth attaccarono all'unisono senza emettere un fiato. Quelli non erano dei semplici e brutali guerrieri abituati a vociare sfide inconcludenti o urla belluine, quelli erano SuvwI' 'Iw, i Guerrieri di Sangue. Klingon addestrati dai migliori guerrieri del casato e totalmente fedeli a Rogal rasentando quasi il fanatismo religioso.
Erano due i casati leali a quello dei Dothrak: il casato Wogher al quale apparteneva Vorn, il vecchio precettore di Rogal e suo intimo amico, e i Martok, casato di Worf, e loro alleato durante la crisi imperiale.
Di questi due casati solo quello dei Wogher conosceva il segreto nascosto dai Dothrak. Un segreto che forse non sarebbe mai venuto alla luce per non rischiare una guerra civile nell'Impero.

Rogal schivò i due affondi danzando con leggerezza attorno agli avversari. Altri due guerrieri arrivarono alle sue spalle.

"Continua..." mormorò lui all'indirizzo di Vorn mentre con un clagore bloccava sopra la testa le due bat'leth indirizzate alla parte superiore del corpo.
"L'unica ambasciatrice degna di nota è quella Vulcaniana. T'Lani se non sbaglio. L'ho conosciuta una volta, anche se dubito si ricordi di me. E' estremamente abile e intelligente... sarà la tua principale avversaria per quello che ti aspetta. Sull'ambasciatore Romulano e quello Cardassiano non abbiamo abbastanza informazioni. Solo qualche scheda sintetica inviataci dai loro governi. E dato che sono romulani e cardassiani avranno sicuramente informazioni false."
Rogal continuò a bloccare i colpi sempre più rapidi in arrivo. Un suo colpo particolarmente ben assestato fece sfuggire di mano l'arma ad uno dei suoi avversari che uscì dal cerchio della lotta salutando con un inchino il suo avversario che intanto continuava a combattere. Stilgar grugni all'indirizzo del perdente e gli lanciò un'occhiata di fuoco.
"Il Capitano Shran è al comando. Un Andoriano... sembra un tipo a posto, ma ultimamente ha avuto parecchia sfortuna, la nave che comandava ha avuto due missioni molto dure. Nell'ultima l'ha sacrificata per stabilizzare il nuovo tunnel."
"Un Capitano incapace..." commentò Stilgar con il suo consueto tono freddo.
"Ne dubito. Ho letto i rapporti delle due missioni e gran parte del suo equipaggio è sopravvissuto. Un Capitano che tiene in vita i suoi uomini nonostante quello che gli è capitato, non è un'incapace." ribattè Rogal e un'altra arma schizzò via dalle mani di un guerriero. "Altro degno di nota?"
"C'è un problema con uno dei membri del suo equipaggio. Durani della Casata di Kanjis."
"So di cosa si tratta. E' stato un vero imbroglio ma non possiamo farci niente ormai. Faremo finta di nulla e la lasceremo in pace. Non possiamo attirare l'attenzione su di noi, ma l'Alto Consiglio non avrà il coraggio di imporci di uccidere un'ufficiale della Flotta Stellare... Dopo che avremo fatto sloggiare i guerrieri presenti sulla stazione non credo avremo problemi con i nostri. E poi è una ragazzina... lo sai che Stilgar ha un cuore d'oro quando si tratta di ragazzini!" Vorn sorrise all'occhiata omicida che il klingon lanciò a Rogal in risposta.
"Non sarebbe comunque un problema, - commentò il vecchio riprendendo a leggere dopo la battuta di Rogal - a quanto pare il Casato di VodleH ha esteso la sua protezione alla giovane guerriera. Ci sono due altre due mezzo sangue nell'equipaggio e una di queste appartiene a quel casato. Anche se probabilmente questa protezione potrebbe creare molti guai al loro patriarca."
"Bene, almeno non dovremmo fingere inutili tentativi di omicidio. Chi è questa mezzosangue?"
"Si chiama Tara Keane. Mezza umana e mezza klingon." rispose Vorn girando il pad in maniera che il suo pupillo potesse vedere la foto.
Rogal fermò il combattimento con un gesto e prese il pad dalle mani del suo mentore.
"Affascinante..." commentò con un luccichio nello sguardo.

Deep Space 16 Gamma - Approdo 1 - 18/08/2395, ore 16.42


=^=Capitano, l'incrociatore klingon sta attraccando all'approdo uno!=^=
"Grazie Signor Keane." rispose Shran allungando il passo "Signor Riccardi, sa qualcosa di questo nuovo Ambasciatore Klingon?"
Il capo della sicurezza lanciò un'occhiata agli uomini della sicurezza che li seguivano. Non riteneva che fossero necessari, ma con i klingon era sempre meglio essere prudenti.
"Poco o nulla Capitano... A quanto pare questo Rogal si è fatto una certa nomea. Al suo primo incarico ha fermato una faida fra due casati sbudellando i loro rappresentanti."
"E questo immagino non sia usuale nemmeno fra i klingon..."
"No, ma certamente ha attirato l'attenzione di tutti! Comunque è ancora inesperto e giovane, l'Ambasciatrice T'Lani se lo mangerà a colazione!"

I due si fermarono davanti alle porte dell'approdo uno proprio nel momento in cui queste si aprivano. Il vapore generato dal riscaldamento del portellone della nave, per permettere l'ancoraggio del corridoio di entrata, fu tinto di rosso dalle luci proveniente dal vascello. Dalla nebbia uscirono due guerrieri in armatura rosso sangue, dietro di loro, sovrastandoli di molto, l'enorme sagoma di un klingon con dreadlock metallici e con occhi grigio ghiaccio. Si muovevano sileziosi e sicuri, estremamente diversi dai chiassosi klingon che i Federali erano abituati a vedere. Era come veder uscire dei demoni dagli inferi.

"Per la miseria..." commentò Riccardi avanzando istintivamente di un passo per proteggere il suo nuovo Capitano.

"Chi mangerà chi?" mormorò Shran alzando gli occhi verso quelli dell'ambasciatore.


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17.03 - Vedrà che si troverà bene!

Autore: Capitano Shran del clan Mira

A Shran non era mai piaciuto Tomphson.
Non che avesse qualcosa in particolare contro di lui o che il betazoide gli avesse mai fatto nulla.
A Shran non piaceva Tomphson solo per il semplice fatto che fosse un betazoide, e a lui, quelli che gli potevano leggere nel pensiero, non gli erano mai piaciuti.
Solo un anno prima lo aveva incontrato alloggiando su DeepSpace16 in attesa di essere definitivamente trasferito sulla USS Marconi...
Già, la Marconi, quella fantastica classe Ambassador...
Effettivamente non gli aveva portato molte soddisfazioni: una intera razza sterminata, missioni finite male, i Borg...
Ma l'aveva amava come se fosse stata la sua donna...e adesso era un cumulo di rottami...
Ah sì Tomphoson. Shran lo aveva già incontrato e avevano parlato per non più di cinque minuti. Un tempo più che sufficiente per il Capitano Andoriano.
Adesso, avrebbe dovuto prendere il suo posto là a bordo di quella immensa stazione spaziale e sicuramente negli anni a venire avrebbe ancora dovuto sentire il suo nome...
I pensieri gli affollavano la mente, ma quella sera Shran voleva solo rilassarsi con dei vecchi amici.

Nave Emperior - Guardia Nazionale Andoriana - 5/08/2395 - ore 22:00


Nhial era passato dal tunnel di Bajor neanche un anno prima ed aveva aiutato Shran in difficoltà con la sua nave, la Emperior, della Guardia Nazionale Andoriana.
Quel giorno, di ritorno dal suo viaggio nel quadrante Gamma, Nhial decise di fermarsi a salutarlo avendo ricevuto qualche giorno prima la novità del suo trasferimento.
"Così ti mettono a capo di questa stazione? Sei già al secondo incarico vecchio mio!" disse canzonando il federale.
"Ehy ehy! Vecchio mio lo andrai a dire a qualcun altro, guardami e dimmi se non mi trovi in perfetta forma! - rispose Shran con una punta di orgoglio - senti Nhial, lasciamo stare tutto per stasera..."
I due alzarono i calici pieni di birra andoriana e brindarono alla loro amicizia.

Deep Space 16 Gamma - Passeggiata - 6/08/2395 - ore 12:00


Shran non aveva ancora preso servizio, diciamo che Tomphson non se ne era ancora andato... quindi ne approfittò per svegliarsi tardi quella mattina e fare una passeggiata perlustrativa a bordo della sua futura stazione. Mentre passeggiava si ricordò di quando un anno prima aveva incontrato una sua vecchia fiamma proprio in uno di quei ristoranti là sulla passeggiata.
Chissà se sarebbe tornata ancora * ma alla fine, facesse come vuole...* pensò tra sé e sorrise.

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 8/08/2395 - ore 09:00


Il Capitano Tomphson stava liberando finalmente il suo studio. Da lì a poche ore lo avrebbe lasciato per la sua nuova assegnazione. Anche il Primo Ufficiale Manuela Garcia sarebbe andata con lui, e si sarebbero portati con loro anche la Fearless.
Shran bussò alla porta dell'Ufficio del suo parigrado ed entrò.
"Buongiorno Capitano" Shran salutò il betazoide cercando di celare il disagio che provava nel parlare con uno in grado di leggergli nella mente.
"Buongiorno a lei. Allora? Come le sembra qua?" Il betazoide sapeva benissimo dell'astio di Shran nei suoi confronti, e ne conosceva benissimo il motivo...
"Beh DeepSpace16 è veramente molto grande, l'ho studiata in questi giorni, ma avrò ancora tanto lavoro da fare..." rispose con una frase di circostanza
"Vedrà che si troverà bene!"


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17.04 - Alle Porte

Autore: Comandante Claire Drillrush

Navetta Heisenberg - 9 agosto 2395 - ore 8.45


Il tunnel spaziale si aprì di fronte a lei come un fiore, tingendo l'interno della cabina di una sfumatura azzurra.
Claire si sporse leggermente dal sedile del copilota per vedere meglio l'interno del tunnel quando il piccolo veicolo ne imboccò l'ingresso.
"Straordinario, non è vero?" le domandò il giovane tenente al suo fianco. "Non si preoccupi, dopo un po' ci si abitua. Ma è sempre uno spettacolo meraviglioso."
Claire annuì, osservando il turbinare di colori dell'interno della struttura tunnel.
"Dicono che ci abitino degli alieni," continuò il ragazzo.
"I Profeti," concordò Claire, mentre si rimetteva a sedere. Controllò per abitudine le letture sulla consolle di fronte a lei, mentre il pilota portava agilmente la navetta fuori dal tunnel.
"Così li chiamano su Bajor, sì. Non so se siano dei, ma di certo qualcosa lì dentro c'è."
"Già. Anche se io non lo direi ad un Bajoriano."
*E nemmeno ai Klingon* pensò Claire. Aveva letto gli ultimi rapporti da DS16 prima del trasferimento dalla Saturn ed era conoscenza dei fatti, ufficiali quantomeno, che avevano portato alla scomparsa del precedente ambasciatore Klingon di stanza sulla stazione. Sì, di certo qualcuno lì dentro c'era.
Anche per questo aspetto, l'ultima missione era stata particolarmente dura e ora sulla base si trovava un equipaggio formato dalla fusione - o forse smembramento sarebbe stato il termine più accurato - di due precedentemente ben distinti. Non sarebbe stata una passeggiata, ma in qualche modo tutti avrebbero dovuto imparare ad integrarsi. Anche lei.
"Lei lavora sulla stazione?" domandò al ragazzo. "Fa sempre questo viaggio, avanti e indietro?"
"Oh, sì. La stazione è un luogo piacevole in cui vivere, specialmente se si hanno dei figli. E mi piace fare questo viaggio. Si incontra un sacco di gente. Ho trasportato ammiragli, capitani, ambasciatori. Una volta ho accompagnato una squadra scientifica di deltani. E una volta un ingegnere boliana che non la smetteva di parlare. Lei è stata assegnata alla stazione, giusto?"
"Non lo sa?" chiese Claire, osservando fuori dall'oblò, dove la stazione era apparsa alla vista e si ingrandiva sempre più.
"Non mi dicono sempre chi sono le persone che accompagno."
"Sono assegnata alla stazione, sì. Sono il nuovo primo ufficiale."
Per un attimo calò il silenzio. Il ragazzo tenne gli occhi sui suoi controlli e Claire si ravviò una ciocca di capelli rossi dalla fronte mentre guardava fuori.
"Conosce il capitano Shran?" chiese lei infine.
Il ragazzo scosse la testa. "Non bene. Era al comando della Marconi prima che fosse distrutta. Mi sembra un tipo a posto. Anche se severo."
Severo. Suo padre era solito dire che severo è un aggettivo da insegnante di scuola, non da ufficiale in comando. Lei non doveva essere severa, doveva essere autoritaria. Claire se lo ripeteva continuamente ora che il comando infine era toccato a lei.
In ogni caso avrebbe incontrato presto il capitano Shran e avrebbe verificato se era davvero severo, come l'aveva definito il ragazzo al suo fianco.
La stazione davanti a loro divenne sempre più grande. Nel giro di pochi istanti, il pilota richiese il permesso all'atterraggio e gli vennero fornite autorizzazioni e coordinate per l'attracco.
La manovra fu veloce ed eseguita con perizia, nonostante non fosse certo difficile.
Claire si alzò e raccolse le sue cose. Si mise la borsa in spalla mentre il pilota spegneva i sistemi con calma.
"Eccoci arrivati, Signora. Lasci che l'aiuti."
Claire ringraziò ed annuì passando una delle borse al ragazzo. Insieme varcarono il portello di attracco e sbucarono in uno dei corridoi di servizio.
"La passeggiata è da questa parte," disse il tenente facendo strada. "Da lì potrà raggiungere sia la sala controllo che i suoi alloggi.
Claire annuì. "Ho visionato le planimetrie, sì."
Percorsero il resto della strada chiacchierando di nulla.
Il tenente, arrivati a destinazione, le restituì la borsa e le tese una mano.
"Signora, è stato un piacere accompagnarla. Io sono il tenente Andrew Dahl, in ogni caso."
Claire ricambiò la stretta e sorrise. "Comandante Drillrush."
"Come l'ammiraglio?" chiese il giovane.
"Già. Come l'ammiraglio."


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17.05 - Debiti e Riconoscenza

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 08/08/2395 - ore 09:00
La conversazione fra Tomphson e Shran non era mai decollata: entrambi si erano mantenuti su frasi di circostanza e con pochi commenti sui problemi che il nuovo Capitano si sarebbe trovato ad affrontare.
Resh percepiva senza nemmeno leggergli nella mente che alla sua controparte andoriana poco piaceva quella nuova assegnazione, ma confidava che col tempo sarebbe riuscito ad apprezzarla, in un modo o nell'altro.
La base da sempre era teatro di situazioni particolari e complicate e di Shran tutto si poteva dire tranne che non se la sapesse cavare in quei frangenti.
D'altro canto, Resh poteva comprendere benissimo la frustrazione del collega per aver perso il comando della USS Marconi, di essere stato confinato in una base spaziale e di vedere un altro condurre le operazioni per scovare i colpevoli della situazione contingente.
Avrebbe voluto trovare parole idonee per sostenere emotivamente il collega, ma l'andoriano si era eretto un muro difensivo attorno a sé. Comportamento abbastanza usuale che molti tenevano nei confronti dei betazoidi e di chiunque avesse qualche potere telepatico.
Non che servisse a qualcosa, naturalmente: se Resh avesse voluto, avrebbe potuto sondare ugualmente la mente di Shran.. ma non voleva e quindi, sorridendo fra sé, si limitava a scrutare l'atteggiamento imbronciato del collega andoriano.
A riscaldare l'aria un po' gelida che regnava nella stanza, ci pensò la Garcia col suo ingresso improvviso: convinta di trovare solo Resh, era entrata, sacco in spalla, quasi senza bussare per poi bloccarsi immediatamente, trovando l'andoriano impettito in piedi accanto alla scrivania che Tomphson stava liberando.
A Resh non servirono parole ed attivò il programma abituale di sicurezza del suo ufficio.
Dopo qualche istante, ad un cenno affermativo del suo superiore, Manuela iniziò a parlare:
"Ho chiamato a rapporto il personale richiesto e ordinato alla sezione comunicazioni di criptare ed inoltrare immediatamente le chiamate destinate a questo ufficio"
L'andoriano Shran squadrò i due con fare inquisitorio, ma prima che potesse parlare e chiedere spiegazioni, il trillo della porta iniziò a emettere il suo classico cicalino.
Prima una.. poi due.. alla fine tre volte nell'arco di dieci minuti.
La prima ad entrare su Elisabeth Stern, moglie dello scomparso K'ooD.
La seconda fu Karana Vok, l'ingegnere capo della stazione.
L'ultima fu Tara Keane che si trascinava dietro una recalcitrante Durani.
Quando furono tutti presenti, Resh prese finalmente la parola:
"Vi ho convocati qua per un motivo ben preciso: sono arrivati gli ordini di servizio dall'Ammiragliato. Il contrammiraglio Maelstrom conferma le assegnazioni che già vi erano state anticipate."
Durani non nascose il suo malumore e disappunto per essere confinata su una base. Era prevedibile e non serviva essere betazoidi per comprenderlo.
Anche Shran non l'aveva presa benissimo, temeva le ripercussioni che le faide fra klingon avrebbero potuto degenerare, ma non lo diede a vedere.. l'unico a percepirlo fu Resh che sorrise con fare sornione al collega.
"Oltre a questo, mi è stato comunicato il nome del temporaneo sostituto dell'Ambasciatore K'ooD: Rogal della Casata di Dothrak"
"Lo conosco poco, ma ha una fama sinistra.." disse la Stern
"Concordo con lei Elisabeth.. tuttavia mi è stato fatto sapere che ha dato ordine alla quasi totalità dei klingon presenti sulla base di fare rapporto al Comandante Nu'Hos e di prepararsi a lasciare la stazione, ponendosi al servizio della Casata di K'ooD fino al vostro rientro a Boreth"
Durani si fece improvvisamente meno tetra e più attenta all'evolversi della conversazione. Lo stesso si poteva dire di Shran, sebbene su sfumature differenti.
Mentre Resh continuava a relazionare i suoi ospiti, Manuela rispose al comunicatore, verificò la bontà del segnale di trasmissione e mise la comunicazione in attesa.
Dopo circa cinque minuti, Tomphson le fece segno di attivarla.
Sullo schermo visore dell'ufficio fece la sua comparsa un anziano klingon: i lunghi capelli, la barba ed i baffi erano bianchissimi e acconciati in perfetto ordine. Il vestito da battaglia indossato era logoro qua e là, ma rispecchiava la grandezza del suo possessore.
=^= IKC Naghboch a DS16 Gamma =^=
La voce era potente sebbene portasse in sé il segno degli anni
"VavnI'!!!" gridò Durani elettrizzata
"Kheldas'Kanjis" esclamarono quasi contemporaneamente Tara Keane e Karana Vok
La Stern si limitò a fare un profondo cenno di saluto cerimoniale di rispetto nei confronti del vecchio Klingon, che rispose a sua volta alla stessa maniera.
Shran stava per esplodere pretendendo spiegazioni di fronte a quella rimpatriata che non comprendeva pienamente, mentre Resh scambiava occhiate divertite alla Garcia.
Fu Kheldas il primo a parlare nuovamente:
=^= Ringrazio il Capitano Tomphson per questa opportunità =^=
"La leva che ha usato era particolarmente forte, ma è stato un piacere ottemperare alla sua richiesta" rispose Resh con un sorriso divertito
=^= Spero che la mia vecchia amica glielo abbia domandato e non ordinato.. =^= gli fece eco il klingon facendo riferimento all'Ammiraglio Squiretaker
Ad un cenno affermativo di Resh, Kheldas riprese a parlare:
=^= Ho richiesto questo incontro perché sono debitore con tutti voi! Col Capitano Tomphson e la sua vice Garcia per aver vegliato sull'incolumità di mia nipote qua sulla base.. con la Casata di Vok che ha più volte manifestato la sua insofferenza verso un atto ingiusto.. con la Casata di Goroth e con quella di P'ooD che tanto hanno sofferto.. ed infine, particolarmente, con quella di VodleH. La presa di posizione dell'erede della loro Casata nel garantire protezione a mia nipote ha fatto notizia e scalpore. =^=
"Le devo la vita ed è una mia amica.. era il minimo che potessi fare" interloquì di rimando Tara
=^= Vista la situazione in cui versano i Kanjis, sappiamo entrambi che non era tenuta a farlo.. ma anzi a darci la caccia. Per questo motivo, ho un grande debito nei confronti suoi Tara'VodleH.. e non mancherò di onorarlo fino alla fine =^=
Il vecchio si esibì in un altro ampio gesto cerimoniale, seguito da una meno ortodossa risposta da parte di Tara.
=^= Il patriarca di VodleH, tuo padre, molto si è speso per difendere le tue ragioni e ha avuto sostegno da altri clan.. fra cui le Casate dei Klaa e dei Martok. Fino a quando esisterà quel debito, Durani è al sicuro. =^=
"Il vento sta cambiando VavnI'?" domandò la nipote
=^= Presto per dirlo.. Il nuovo ambasciatore è un Dothrak, Casata legata ai Martok e agli Hagen. Avrebbero potuto mandare qualcuno dei Ha'DIbaH che ci vogliono sterminare e non è stato fatto. Qualcosa vorrà pur dire.. Resta sulla stazione e sarai al sicuro =^=

Un trillo d'allarme risuonò sulla IKC Naghboch.
=^= Spiacente Capitano Shran non poter scambiare due chiacchiere anche con lei, ma debbo azionare l'occultamento. Il Clan Mira potrà sempre contare sull'amicizia e sull'appoggio della Casata di Kanjis =^=
Il vecchio Klingon non disse altro, ma fissò negli occhi la nipote fino all'ultimo istante prima di porre termine alla comunicazione.
Non le disse arrivederci piccola mia.
Non c'era spazio per la tenerezza.
Non c'era posto per la debolezza.
Solo i duri e i forti potevano definirsi Kanjis.
Solo i duri.
Solo i forti.


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17.06 - Partenze ed Arrivi

Autore: Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Deep Space Gamma - Sala Ologrammi Uno - 9 agosto 2395 - ore 09.00


Sonx piazzò bene i piedi a terra, alzò di nuovo lo sguardo per assicurarsi della mira e osservò per un attimo le punte degli alberi, erano leggermente scossi dalla brezza marina che soffiava da sinistra a destra compensò spostando leggermente i piedi, poi abbassò lo sguardo e sistemandosi il panama sulla testa caricò il colpo.
*STOCK!!*
Il denobulano, completando il suo swing controllò la direzione della pallina "Perfetto" disse mentre un largo sorriso di formò sul suo volto.
"Direi proprio di sì, dottore" Jaran aggiunse un fischio al commento mentre con una mano si riparava gli occhi per guardare dove stesse andando la pallina "Saranno quasi duecento metri!"
"Più o meno" rispose gongolando l'ufficiale medico capo di Deep Space Gamma "Se ti impegni puoi quasi farli anche tu"
"Quasi?" domandò il mezzo cardassiano mentre prendeva posto sul tee della buca diciotto "Ci scommettiamo qualcosa sopra, che riesco a superarti?"
Sonx tornò sul tee e osservò la buca, la diciotto di Pebble Beach era sempre spettacolare: le onde che si schiantavano sulla costa sulla sinistra, la club house e altre costruzioni antiche sulla destra, e in mezzo un mare di verde punteggiato da diversi bunker di sabbia. "D'accordo" disse ad un tratto il dottore "Scommettiamo: una bottiglia di birra romulana... ma di quella vera" sorrise l'uomo.
"Lo sa dottore che è quello che sta chiedendo è merce vietata?" rispose l'ex-capo della sicurezza della USS Marconi.
"Sono certo che un ufficiale efficiente, e discreto, come te la saprà procurare"
"Su questo non ho dubbi, ma dai per scontato che sia io a perdere, tu invece come farai a procurarmi la mia vincita?"
"Non prendo minimamente in considerazione la faccenda, sono una persona sicura di sé io"
Dal trovava divertente, e allo stesso tempo inquietante, il sorriso del suo amico e quello che gli stava rivolgendo ora quasi l'inquietava: gli estremi delle labbra del denobulano sembravano raggiungere le orecchie del dottore.
Senza farsi intimorire ulteriormente il giovane ufficiale si piazzò sulla piazzola di partenza, come di rito provò il colpo tre volte sul bordo del tee e poi prese posizione, il vento si sollevò portando alle narici di Jaran il salmastro profumo del mare, lui inspirò quella brezza mentre caricava il colpo, che rilasciò producendo sulla palla un suono simile ad un colpo di pistola.
La pallina iniziò la sua parabola ascendente, poi grazie al vento che era cambiato in quel momento, superò il grande bunker di sabbia posizionato quasi al centro del farway, poi la pallina iniziò la sua fase discendente e come un falco sembrò puntare la pallina di Sonx.
"Ahio" disse il medico osservando la sfera cadere "Mi sa che dovrò chiedere dei favori in giro..." la pallina di Jaran cadde una ventina di centimetri prima di quella del dottore, dopo il primo rimbalzo rotolò oltre di almeno cinque metri.
"Quelli credo siano anche più di duecento metri"
"Saranno al massimo duecentouno" puntualizzò l'ufficiale medico capo.
"Fossero anche centonovantanove, caro il mio dottore, io so solo che mi devi una bottiglia di birra romulana"

Deep Space Gamma - Attracco partenze - 9 agosto 2395 - ore 10.00


"Quindi amico mio ci siamo" Sonx diede una pacca sulle spalle all'ufficiale più giovane.
"A quanto pare" Jaran si sistemò il bagaglio a mano "Sempre pronto a partire" un sorriso poco convincente si dipinse sul suo volto.
"Intuisco che tu sia ancora dispiaciuto per Marconi, ma vedila come una nuova opportunità" il denobulano sorrise "A proposito sai già dove ti mandano?"
"Non ancora, il comando di flotta non mi ha ancora affidato un incarico, pensavo quasi mi avrebbero messo di stanza su questa stazione ma da quanto ho sentito avete un'ottima sicurezza a bordo"
"Sarebbe stato bello in effetti, pensa quante partite a golf avremmo potuto fare"
"Mmm... sì ma non avremmo potuto continuare con le nostre scommesse... altrimenti ci avrebbero arrestato per traffico di merce di contrabbando!" questa volta il sorriso del mezzo cardassiano era sincero.
"Già. Comunque con il tuo curriculum non credo avrai problemi a trovare un posto su una bella nave, e nel frattempo ti potrai riposare"
"Per i miei gusti ho già riposato abbastanza..."
"Disse l'uomo d'azione" lo sbeffeggiò Sonx.
"Credo sia ora, ti saluto amico mio, e appena avrai quella bottiglia che mi devi tornerò a trovarti" Jaran allungò la mano.
Sonx lo abbracciò "Buon viaggio amico, cercò di farmi dare quella birra il prima possibile così ti faccio tornare subito su questa stazione"
"Grazie" disse Dal mentre si dirigeva verso la navetta, sulla soglia si voltò e trovò uno dei quei sorrisi inquietanti che solo di denobulani sapevano fare, Jaran scosse la testa e alzando la mano salutò un'ultima volta il medico prima di inforcare il tunnel per la navetta.
Arrivato alla navetta, l'ufficiale della sicurezza, lasciò il passo, ad umana dai capelli rossi che stava scendendo dalla navetta, il mezzo cardassiano la osservò un attimo poi si accorse che i gradi la qualificavano come comandante e le fece il saluto, la donna ricambiò con sorriso. Per alcuni secondi osservò la donna allontanarsi e con un mezzo ghigno pensò che il capitano Shran era alquanto fortunato *Una rossa...* pensò *...sarebbe stato interessante restare...* ancora con il sorriso-ghigno si imbarcò sulla navetta Heisenberg.

Deep Space Gamma - Infermeria - ore 14.00


Sonx non aveva pranzato ma non aveva nemmeno fame, nonostante la camminata della mattina, aveva appena passato in rassegna le cartelle mediche dei nuovi arrivati sulla stazione, li aveva incontrati bene o male quasi tutti alle fugaci riunioni dello staff ma non aveva ancora approfondito la conoscenza di nessuno di loro, e visto che doveva anche sottoporli alla visita medica di imbarco avrebbe colto l'occasione per parlare un po' con questi nuovi inquilini della stazione.
Scorse il d-pad: Drillrush Claire - Primo ufficiale, Durani - Ufficiale Tattico Capo, Keane Tara - Capo Operazioni, Shran - Capitano, ogni nome era seguito da una serie di note brevi, quali razza, assegnazioni precedenti ed eventuali note mediche. A prima vista godevano tutti di buona salute.
*Da chi possiamo iniziare?* si chiese il denobulano mentre con un dito scrollava il d-pad *Mmm è da tanto che non parlo con un Andoriano....* premette il proprio badge.
=^=Sonx a capitano Shran=^= disse e senza aspettare risposta continuò =^=Come da protocolli della Flotta, le ricordo che deve sottoporsi alla visita medica di abilitazione, dato che ora sono disponibile, l'aspetto in infermeria tra quindici minuti. Come ufficiale medico capo, mi aspetto di vederla qui da me entro un quarto d'ora, grazie=^=
Terminata la comunicazione Sonx sorrise *Ora vediamo se è uno di quelli ubbidienti o di quelli che dicono sempre 'dopo' o 'non ora'*.


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17.07 - La passeggiata

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi


Deep Space Gamma - Passeggiata - 20 agosto 2395 - ore 24.00


Le 24 di sera era l'ora "speciale" per la passeggiata di Deep Space 16. La giornata era il caos più assoluto con un flusso di centinaia di persone che vaniva e andava.Ma c'era una routine e una logica in tutto ciò, come se fosse di un caos ordinato composto di persone e umanità. La giornata iniziava alla mattinaverso le 5 con l'arrivo delle prime navi mercantili e lo scarico delle merci dalla dogana. Verso le 10 iniziavano i primi commerci e gli affari con le varie trattative. Il pomeriggio era dedicato più che altro allo shopping e al relax. Infine dalle 20.00 il flusso di persone iniziava a cenare e a far festa nei vari locali. Dalle 24 di sera iniziava la calma. Lentamente le persone si ritiravano nei propri alloggi e sulle navi attraccate lasciando la passeggiata nel silenzio più totale. Il caos della giornata lasciava posto al silenzio e alla tranquillità della notte.Tutto era ordinato e tranquillo come se la passeggiata fosse in stand by, in attesa di una nuova giornata. Questa routine durava da anni e sarebbe continuata per altrettanti anni.
La sicurezza in tutto ciò aveva un ruolo silenzioso ma importante. Dovevano vigilare sulla passeggiata e proteggere i suoi occupanti. Di tanto in tanto dovevano sedare delle risse nei vari locali, pacificare delle liti tra mercanti e esaminare le merci in transito.
Riccardi era appoggiato alla balconata del livello superiore e osservava le ultime luci dei locali spegnarsi. Gli dava un certo conforto e serenità osservare gli ultimi momenti di una giornata sulla passeggiata.
Era in pace con l'universo ma d'improvviso si accorse di non essere più solo.
"Ti cercavo." Disse una vocina.
Riccardi si voltò rispondendo:"Kimmar cosa c'è."
Kimmar era uno dei Ferengi della stazione. Aveva in gestione uno dei locali più grandi della base edlo gestiva come un vero Ferengi tradizionalista. Gli ideali di Rom non avevano intaccato la ricerca del profitto di Kimmar.
"La rissa... ho avuto danni enormi." Disse il Ferengi riferendosi ad uno scontro avvenuto nel suo locali poche ore prime.
"Sì l'abbiamo fermata." Rispose Riccardi.
"E i danni?"
"Bè, non mi pare che hai subito grandi danni." Era vero, il grande scontro era stata una semplice discussione tra un boliano e un tellarite. I danni si erano limitati ad alcune sedie rotte e un tavolo spaccato.
"Chi li pagherà?"
"Lo sai."
"Non può essere." Il Ferengi era furibondo. Ma era sempre la solita storia: ad ogni rissa o incidente che avveniva nel suo locale cercava di farsi ripagare i danni da tutti.
"Il regolamento della stazione è chiaro."
"Io ho subito danni ingenti, ho perso un buon tavolo e tre sedie." La protesta continuava.
"Non mi sembra una così grande distruzione."
"E l'incasso mancante? E i danni morali?"
"Il regolamento è chiarissimo." Controbatté il capo della sicurezza.
"Maledizione."
"Ho arrestato il boliano e il tellarite, ma di più non posso fare." Quelle erano le parole che Riccardi utilizzavaper porre termine alle discussioni con il Ferengi quando cercava di farsi ripagare i danni al suo locale.
"Bè... va bene." Kimmar fece per andarsene poi si ricordò di ultima cosa: "Ah mi è arrivato un nuovo programma olografico di ricostruzione storica di alcune battaglie storiche di Altair IV."
"Interessante." La passione per gli scontri storici era forte in Riccardi: "Passerò a provarli."


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17.08 - Di nuovo in gioco

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

Bajor, Jakaja, 15/08/2395, ore 17.00


Ramar si muoveva avanti e indietro nella sua stanza, continuando a cercare con lo sguardo qualcosa di non ben definito. Aveva preparato tutto l'occorrente per il suo imminente trasferimento un paio di giorni fa, ma, nonostante tutto, aveva come la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Si fermò un attimo, scrutando attentamente i suoi bagagli. Sorrise. Dopo tutto il tempo passato sulla Terra in uno dei laboratori federali, non vedeva l'ora di mettere piede su Deep Space 16 Gamma questo spiegava il suo nervosismo, ma soprattutto la sua impazienza. Sebbene sulla Terra avesse finalmente trovato una relativa stabilità, la routine lo stava portando all'esasperazione, cosa a cui lui non era abituato. Quando accettò l'incarico presso il laboratorio federale di San Francisco, credeva di avere bisogno di un po' di tranquillità: aveva ben presto scoperto che non era così . E ora mancavano poche ore prima del suo arrivo alla stazione in cui avrebbe prestato servizio. Non vedeva letteralmente l'ora! Dopo aver salutato i suoi genitori adottivi sulla Terra, aveva deciso di recarsi sul suo pianeta natio, per finire di riordinare la casa appartenuta a sua madre, che nel corso degli anni aveva ristrutturato con molta fatica, visto anche l'impossibilità di recarvisi frequentemente. Guardandosi intorno, non poteva fare a meno di pensare a che bel lavoro avesse fatto e alla prima volta che vi aveva messo piede, dopo aver appreso della morte della madre, dell'eredità lasciatagli (casa in questione inclusa) e dell'identità del proprio padre biologico. Pensò a quanto tutte queste scoperte gli avessero cambiato la vita in così poco tempo, proprio quando pensava non avrebbe più trovato risposte. Rimase assorto per un po' guardò l'orologio. Stava aspettando degli ospiti, che l'avrebbero più tardi condotto alla navetta preposta alla sua partenza: il fratellastro Weld Pol e suo padre. Se non vedeva l'ora di salutare quello che a tutti gli effetti considerava suo fratello, non era molto contento di rivedere il padre, Tora Ram sapeva che non approvava per niente la sua volontà di continuare la sua carriera nella Flotta e che avrebbe preferito che il suo primogenito cominciasse una carriera politica sul suo pianeta natale. Cosa che aveva irrigidito parecchio il rapporto fra i due e che, ad ogni loro incontro, creava nuove tensioni. Quella di Ramar non era ingratitudine: semplicemente era conscio del fatto che la carriera del politico non faceva proprio per lui, così impulsivo e poco propenso all'ipocrisia, che il padre sfoggiava così naturalmente in quasi ogni sua apparizione pubblica. Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì bussare alla porta chiuse velocemente l'ultima valigia e si diresse alla porta, aprendola. Abbracciò e salutò il fratello con molto calore, come ormai si erano abituati a fare. Restó invece interdetto scrutando suo padre, che gli rivolse uno sguardo che esprimeva il tumulto che doveva attraversare il vecchio Bajoriano: rassegnazione, un po' di tristezza e delusione. Dopo qualche secondo Tora Ram sorrise debolmente: Ramar ricambiò a forza il sorriso e, mentre invitava i due ad entrare, non poté fare a meno di pensare che sarebbe stata una lunga serata.

Navetta Kruiser, 15/08/2395, ore 20.00


Ramar stava ascoltando assai poco ciò che il giovane Guardiamarina gli stava dicendo. Non era tanto il fatto che a forza di documentarsi su Deep Space 16 Gamma, era come se ci avesse vissuto da un pezzo e nemmeno il fatto che il giovane fosse esageratamente logorroico per i suoi gusti stava riflettendo su tutte quelle frecciatine che il padre gli aveva lanciato durante la loro cena di commiato. Come aveva promesso a Pol, si era trattenuto nel rispondere al genitore a tono, cosa che raramente gli riusciva, visto il proprio carattere schietto così nella sua testa vorticavano tutte quelle risposte ironiche che aveva represso durante la serata, pensando contemporaneamente all'affettuoso saluto che il padre nonostante tutto gli aveva riservato poco prima che salisse a bordo della navetta. "Non hai scuse, Ramar: Bajor non è così lontano. Aspetterò sempre con ansia il momento in cui ti recherai nuovamente a casa". Tora Ram aveva volutamente sottolineato l'ultima parola, ma dai suoi occhi Ramar poteva leggere quanto la sua partenza rendesse triste l'uomo dalla voce ferma e autoritaria, con l'aria altera, che tanto gli somigliava. Non aveva potuto che abbracciare il genitore nuovamente, questa volta più forte. Anche se il loro legame era burrascoso, ciò che li univa era molto forte, complice il fatto di essersi ritrovati da poco. In questo turbinio di pensieri, all'ulteriore "Sa che sulla stazione..." del giovane timoniere, si voltò verso il ragazzo e, con uno sguardo a metà fra il bonario e lo scocciato, disse: "Guardiamarina, ha forse intenzione di farmi venire un'emicrania ancora prima di cominciare il mio lavoro sulla stazione?". "Certo che no, mi scusi Signore. È solo che questa è la mia prima assegnazione ed è tutto ancora così nuovo per me!". Restarono in silenzio per un po': Ramar si era pentito di essere stato così duro con il Guardiamarina. Era comprensibile l'eccitazione del ragazzo in fondo, chiunque, più o meno intensamente, aveva provato ciò che il suo compagno di viaggio stava descrivendo. Guardó fuori dall'oblò e le coordinate che lo schermo mostrava: non ci sarebbe voluto ancora molto. Il Guardiamarina si schiarì la voce prorompendo in un "Signore.." Appena udibile. Ramar si voltò e con un cenno amichevole questa volta incentivò il giovane a continuare. "So che Lei ha già servito su una stazione spaziale... È così noioso come dicono?". In quel momento DS16 fu perfettamente visibile: Ramar sorrise e, continuando a fissare quella che sarebbe stata la sua nuova casa, si rivolse con voce emozionata al Guardiamarina: "Non so chi le abbia detto una cosa del genere, ma mi creda: la vita su una stazione spaziale può essere tutto, fuorché noiosa". Così dicendo, mentre la navetta attraccava, si alzó, diede una pacca amichevole sulla spalla al Guardiamarina, si caricò sulle spalle i propri bagagli, attraversò il portello di attracco, mise quasi con aria trionfante piede sul corridoio di servizio e, guardandosi intorno pensò *Si ricomincia, finalmente*.


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FINE MISSIONE