Pirati: Diari - Missione 010

I Pirati di Star Trek: Diari - Missione 010: Trasporto eccezionale

Diario 001 : T'eyan - Prologo
Diario 002 : Lanaari - Ricerca manuale
Diario 003 : Aldea
Diario 004 : P'otleth
Diario 005 : Dirk
Diario 006 : T'eyan - Uova di Pasqua
Diario 007 : Lanaari - Vie di fuga
Diario 008 : Aldea - Ricordi
Diario 009 : P'otleth (Prima Parte)
Diario 012 : T'eyan - Da un altro universo (Prima Parte)
Diario 009 : P'otleth (Seconda Parte)
Diario 011 : Stilgar
Diario 010 : Dirk - Uova avariate
Diario 012 : T'eyan - Da un altro universo (Seconda Parte)
Diario 013 : Lanaari
Diario 014 : Dirk
Diario 015 : Frankie - Problemi a bordo
Diario 016 : T'eyan - Fantasmi
Diario 017 : Lanaari - False identita'
Diario 018 : Aldea
Diario 019 : Dirk
Diario 020 : Aldea
Diario 021 : P'otleth
Diario 022 : Stilgar
Diario 023 : Dar'yana
Diario 024 : T'eyan - Un posto di nome Santiago
Diario 025 : Lanaari/Aldea
Diario 026 : Aldea - Piccoli draghi crescono
Diario 027 : P'otleth - Non c'e' due senza tre
Diario 028 : T'eyan - L'anno del dragone
Diario 029 : Lanaari - Arrendevolezze diplomatiche
Diario 030 : Dirk - A rotta di collo
Diario 031 : T'eyan - Mettere i pezzi sulla scacchiera...
Diario 032 : Dirk - Minerva Lampoon's Vacantion
Diario 033 : Aldea
Diario 034 : Aldea - Ritorno a casa


:: Diario 001 : T'eyan - Prologo

Luogo: Pianeta BlackHeart
Data Terrestre: 10 maggio 2389

Era quasi ora di aprire il locale, ma la ragazza nuova ancora non si faceva vedere. Saiann non sarebbe durata a lungo al Bleeding Rose, se si fosse presentata in ritardo al lavoro un'altra volta. Il capo non ammetteva certe cose, non da una spogliarellista di quart'ordine come Saiann. Se la trill non fosse arrivata in tempo per l'apertura, avrebbe dovuto anticipare il numero di Kalli, e questa si sarebbe urtata di dover fare il primo numero quando ancora il locale era quasi vuoto...
Celeste afferrò lo straccio per pulire il bancone da un'invisibile impronta. Il bancone di malapchite aveva una lunga crepa che correva da un lato all'altro e che parecchi clienti avrebbero scambiato per una macchia, ma per quello non ci poteva fare niente. Lei lo avrebbe fatto cambiare subito, se quello fosse stato il suo locale...
Sospirò. Ci era cascata di nuovo. Si era ripromessa di non pensare più al suo locale, quello che aveva perso quando Togartu era stata invasa dai romulani, ma era più forte di lei. Del resto...
Sentì il sensore all'orecchio vibrare. Saiann si era decisa ad arrivare, finalmente! Si voltò per controllare i monitor di sorveglianza, nascosti nella sua parte del bancone.
Celeste corrugò la fronte. Il monitor sulla strada non inquadrava nessuno. Per un attimo pensò che il sensore si fosse guastato, ma non era vissuta fino a quel momento ignorando gli allarmi. Stava arrivando qualcuno. Escluso che potesse essere un cliente particolarmente in anticipo...
Celeste si precipitò oltre il bancone, cercando la porta del retro. L'attraversò, spintonando le ragazze nel corridoio, arrancò sulle scale, ignorando gli strilli, cercò il sensore, aprì la porta e si precipitò all'interno. I monitor sulla parete della stanza erano ciechi, e questo finì di allarmarla.
C'era qualcuno.
Nessun rumore. Non poteva sentire neanche un respiro nell'aria pesante e ferma della stanza privata. Ma c'era qualcuno. Rimase ferma. Solo la nebbia dei monitor illuminava la stanza.
Il pavimento sotto i suoi piedi era metallico. Le trasmetteva una lieve ondulazione. Celeste mosse prudentemente il braccio verso la rastrelliera alla sua destra. Piano, un centimetro alla volta. Le armi erano sempre pronte. Se solo fosse riuscita a prenderne una...
Un respiro.
Capì. Era troppo vicino. Troppo vicino per prendere un'arma. Se l'altro era armato, non aveva senso armarsi. E se non era armato... Raccolse le forze nel braccio, mettendosi nella posizione di difesa. Era troppo in vista davanti a quei dannati monitor per preoccuparsi del rumore. Il respiro era vicino, alle sue spalle. Il braccio scattò, alla cieca, bloccandosi dove trovava resistenza, incontrando sapore di stoffa ed un singulto soffocato. Qualcosa rotolò sul pavimento, si rialzò rapidamente. La luce dei monitor illuminò un corpo snello e lunghi capelli argentati.
"Aldea?..."

"Vediamo un po'... L'ultima volta che ci siamo viste è stato su Togartu" - disse Celeste. Si erano trasferite nella stanza che una volta T'eyan aveva usato per interrogare gli aspiranti membri dell'equipaggio. A gambe incrociate sul futon, Celeste afferrò la bottiglia di birra romulana per aspirarne un sorso con fare pensieroso:
"Era bello, su Togartu" - mormorò, sognante - "Avevo finalmente il mio bar... In mezzo ai tipi più strambi della galassia, ma era divertente. Perfino quando scoppiava una rissa, era divertente. Ma in fondo, io sono stata fortunata. Per puro caso, ero venuta qui su Blackheart per fare provviste di alcolici di contrabbando per il mio locale quando i romulani sono arrivati a prendersi tutto ... E' finita così!" - concluse. Puntò la bottiglia contro Aldea:
"E di te, che mi dici? Vai sempre in giro con quel klingon? T'eyan è sempre con te? Quel disgraziato di Gas mi deve ancora un sacco di soldi!"
"T'eyan non è scesa per prudenza, ma ti porto i suoi saluti" - assentì lei, prendendo la bottiglia dalle mani dell'altra - "Liam sta bene... Gas è a bordo, ma non credo che ti restituirà mai quello che ti deve... Prima dovrei riuscire a pagarlo io, in effetti. In realtà è per questo che sono qui"
"Davvero?" - Celeste le lanciò un'occhiata indagatrice.
"Abbiamo avuto una serie di problemi... " - disse Aldea - "E' da un po' che non mettiamo a segno un buon colpo... Alcuni si sono stancati e se ne sono andati. Altri sono morti... E non siamo riusciti a rimpiazzarli con nuove reclute"
"Capisco dove vuoi arrivare, Aldea" - Celeste scosse la testa. La sua figura accovacciata ricordava ad Aldea una statuetta che aveva visto una volta in un mercato di schiavi. Lo schiavo che l'aveva in mano le aveva detto che raffigurava un Budda, ma non era riuscita a capire che cosa fosse in realtà... Non che la cosa le interessasse molto.
"Non hai nessuno per le mani?" - domandò Aldea. Avvicinò le labbra alla bottiglia, ma non bevve. Non poteva confessare all'altra che la birra romulana non le era mai piaciuta...
"I tempi sono cambiati" - disse Celeste. La sua voce - forse era la birra romulana? - sembrava più cupa - "I disperati che una volta venivano su Blackheart per cercare un'opportunità... di qualunque tipo... Ormai disertano questo pianeta, ci sono troppe navi federali che stazionano da queste parti. Ci è rimasta la fama di posto di disperati e di avventurieri... E questo a volte..."
Celeste si interruppe per un istante, poi si mise a ridere:
"Ecco, questo ti piacerà" - disse "Qualche giorno fa, sono entrati dei nuovi clienti, facce che non avevo mai visto. Una delle ragazze li ha abbordati, ma non sembravano particolarmente interessati alla solita mercanzia"
"Federali?" - si irrigidì Aldea.
Celeste scosse la testa:
"No, era chiaro che non lo erano. O almeno, non ho mai saputo di federali con la faccia da rettiloide"
Aldea scrollò la testa:
"No, non risulta neanche a me... Ma che intendi con rettiloidi? Tipo i cardassiani?"
"No, se fossero stati cardassiani ti avrei detto cardassiani, non rettiloidi" - disse Celeste - "Erano più simili ai Gorn... Ma secondo me non erano neanche Gorn. Non avevo mai visto prima gente di quella razza."
"E che cosa volevano questi tipi?"
Celeste prese di nuovo la bottiglia di birra romulana:
"Ecco la parte che ti piacerà!" - disse - "Cercavano qualcuno disposto a lavorare per loro in una faccenda... Ma non hanno voluto dire alla ragazza di che si trattava. Così mi sono fatta avanti io. Tanto per capire di che tipi si trattava, li ho fatti bere alla mia maniera. Ho detto che forse potevo metterli in contatto con qualcuno, ma dovevo sapere qualcosa di più concreto per sapere che tipo di persone contattare"
"E che ti hanno detto?"
Celeste posò la bottiglia a terra, di fronte alle sue gambe incrociate:
"Che erano disposti a pagare molto bene e che volevano trovare una nave." - rise.
"E con questo?" - domandò Aldea - "La galassia è piena di persone in cerca di un passaggio su una nave... soprattutto se hanno qualcosa da nascondere ai federali o alla sicurezza di qualche pianeta"
"Non cercano una nave qualunque" - disse Celeste - "Una in particolare. La nave di qualcuno di nome Patros o Petros, che a quanto pare ha preso un sacco di soldi da loro per fare qualcosa e poi è sparito con il bottino"
"Patros?"
"Si, lo conosci?"
Aldea assentì, lentamente. Celeste attese una spiegazione che non venne.
"Dimmi, Celeste... Quei Gorn, ti hanno detto come contattarli?"

Luogo: Nave Minerva - Sezione Ingegneria
Data terrestre: 14 maggio 2389 - Ore 17,30

Così, erano di nuovo nello spazio. Con una nave che aveva sempre più bisogno di una sosta in bacino di carenaggio, che non si potevano permettere, ed in ogni caso senza persone a bordo in grado di assicurare nemmeno la manutenzione ordinaria...
Dirk Sandeker bestemmiò, picchiando con il pugno il pulsante incastrato, quindi saltò quasi scrollando la mano dalle stelle irradiate dal braccio.
"Cribbio!" - bestemmiò ancora, massaggiandosi la mano. Se l'era rotta? Da quanto gli faceva male, sembrava rotta... Maledizione a quel pulsante che s'incastrava sempre!
"Almeno, avessimo ancora un medico...." - si lamentò Dirk.
"Fai vedere..." - accorse Khetta P§or, premurosa. Dirk si morse le labbra, poi le permise di prendergli la mano. La ragazza controllò il danno:
"§opravviverai... Magari ti verrà un livido, ma non è mica grave!" - disse, poi sorrise - "Quando ero piccola, mia madre mi faceva un ma§§aggio con l'olio di kamut verde... E' una delizia per la pelle, fa sparire in fretta i lividi..."
"Uhm..." - borbottò lui, massaggiandosi ancora la mano - "Immagino che tu ne abbia, vero?"
Negli occhi di Khetta si accese una luce volpina:
"Giusto un po'... Nella mia cabina, naturalmente!"
Dirk rise:
"Stasera?"
"Vieni pure quando vuoi..." - Khetta si voltò verso la porta - "Intanto, vado a metterlo in frigorifero. L'olio di kamut va u§ato freddo..."
Dirk la seguì con lo sguardo mentre usciva dall'ingegneria. Accidenti a lei, accidenti a lui... Era per lei che era rimasto su quella dannata nave, cui lei si era affezionata come a casa propria... Ed accidenti a lui, anche Dirk aveva finito per affezionarsi a quel dannato pezzo di duranio... Prima o poi, Dirk avrebbe dovuto prendere una decisione sul serio, pensò. Sapeva che sarebbe dovuto tornare alla Maddaki, dove sicuramente lo stavano cercando... Ma non era necessario farlo subito. Magari, una volta o l'altra quella nave sarebbe stata fortunata, e sarebbe riuscita a trovare quanto le serviva per un restyling fatto bene...
Si riscosse. Se non altro, il pulsante sulla consolle si era disincastrato, e sul monitor appariva adesso una nebulosa che faceva giungere le sue propaggini dorate fino alla nana rossa del sistema in cui erano entrati.
Rabbrividì. Era un posto freddo, in cui incombevano le ombre dei tre pianeti ingoiati dall'esplosione della stella centrale prima di diventare una nana rossa, chissà quanti secoli prima. "Chissà se quei pianeti erano abitati..."
"Non credo che potremo mai saperlo" - sentì dire alle sue spalle e si voltò.
"Lo so, T'eyan" - disse Dirk, tornando a guardare il monitor - "Guarda anche tu... Quei pianeti avevano una orbita regolare. Il terzo pianeta, ha più o meno la grandezza di Vulcano, e sicuramente ha avuto una atmosfera prima di essere distrutto..."
"Qualunque traccia di una civiltà è stata distrutta quando la stella è esplosa" - si strinse le spalle T'eyan - "Ma al momento non ci interessano quei pianeti. Non abbiamo perso la scia della nave di Patros, vero?"
"Certo che no... " - fece Dirk - "Adesso ti faccio vedere..."
Regolò i sensori con due dita, la mano gli faceva ancora male. Sul monitor baluginarono due tracce lattiginose, che dopo qualche istante si solidificarono. Puntavano diritto verso il terzo pianeta.
"Ma guarda... A quanto pare, quel pianeta non è poi così privo di vita!" - commentò il nostromo.
"C'è per caso una bolla d'aria da qualche parte?" - domandò T'eyan - "Tracce di acqua?"
Dirk esaminò per qualche istante i dati dei sensori:
"Al momento sembra di no" - rispose - "Ma forse possiamo andare a vedere un po' più da vicino"
"D'accordo" - assentì T'eyan, poi si voltò - "Torno in plancia. I nostri ospiti vorranno essere informati."
Dirk fece una smorfia:
"Non mi piace avere quei tipi a bordo" - commentò. Il nostromo afferrò la poltrona, e la girò per mettersi a sedere. T'eyan dalla porta lo osservò piantare un piede sopra la consolle:
"Hai qualcosa contro i rettiloidi, Dirk?"
Il nostromo fece una smorfia:
"Certo che no" - disse - "Ma quei due nascondono qualcosa. A dirla tutta, mi sembrano una coppia di farabutti"
"Strano" - ribatté la vulcaniana - "Pensavo che i farabutti fossimo noi"
"E' vero. Ma ci sono gradi diversi di... come chiamarla? Farabutteria?..." - sogghignò - "Insomma, comunque si chiami... Vediamo di muoverci bene con quei due. Sei d'accordo, vulcaniana?"
T'eyan inarcò un sopracciglio, poi posò una mano all'impugnatura del faser:
"Sarò prudente, Dirk... Lo sono sempre stata"
Quindi sparì dietro la porta.

Luogo: Nave spaziale Minerva - Plancia di comando
Data terrestre: 14 maggio 2389 - Ore 17,45

"Su kvel pia-neta?" - nonostante il traduttore universale la voce di Atorn continuava a suonare gutturale, come se l'apparecchio avesse difficoltà a riprodurne le parole. Il risultato era che il suo linguaggio sapeva sempre di alieno e qualche volta Aldea doveva fare uno sforzo per capire esattamente le parole dell'altro. Probabilmente avrebbe dovuto chiedere a Lanaari di regolare il traduttore universale. Eppure, non sembrava avere lo stesso problema con Galan...
Lanciò un'occhiata all'altro alieno, seduto alla postazione del timoniere. Galan si limitava a fissare le tracce della scia della nave, le stesse che T'eyan aveva appena visto sul monitor della sezione ingegneria.
Aldea si accorse che Atorn, in piedi davanti a lei, attendeva una risposta, quindi assentì:
"Lo vedete voi stessi" - rispose, secca - "I sensori di questa nave sono ottimi, di fabbricazione federale. Abbiamo seguito senza difficoltà la scia della nave..."
Atorn allungò il collo aspideo verso il monitor, come soppesando le possibilità.
"Tutto sommato, avrebbe senso" - la voce di Galan conservava qualche nota gutturale, ma nella traduzione suonava più morbida dell'altro, come se avesse un diverso accento. Poteva darsi che provenissero da diverse zone del loro pianeta, rifletté Aldea. Avevano anche un aspetto differente, alto e longilineo Atorn, più basso e dalle squame più scure Galan. Le squame più scure davano a Galan un aspetto più giovane dell'altro, mentre Atorn aveva anche una cresta dalle squame chiarissime, quasi argentee, che partiva da sopra le orecchie e gli percorreva il dorso fino a sparire nell'abito. Gli dava un aspetto più anziano, ma questa poteva essere anche solo la sua interpretazione...
"Sen-so?" - Atorn - "Ke vuol dire, senso? Avrebbe senso se qvella nave fosse arri-vata da noi..."
"Non è arrivata da noi, ma la rotta era quella giusta" - Galan alzò una zampa per indicare lo schermo centrale - "Passando attraverso quella nebulosa, la nave di Patros avrebbe potuto arrivare sul nostro pianeta in meno di dieci giorni... Con la solita rotta, ce ne vogliono almeno il doppio"
"Ma non è ar-riva-to per niente" - rimarcò Atorn - "E il nostro karico..."
Galan si voltò a fissare l'altro dritto in volto, e Atorn tacque.
Lanaari era sopra di loro, alla postazione di comunicazione. Aldea si girò verso di lei:
"Qualche segnale?" - domandò, cercando di non far trapelare ansia - "Richieste di soccorso?"
Lanaari passò in rivista le frequenze, poi scrollò la testa:
"Forse siamo ancora troppo lontani" - opinò.
Aldea aprì la comunicazione con l'ingegneria:
"Aldea a Dirk... Ci avviciniamo al terzo pianeta a mezzo impulso"
=^=Ho capito... Avvicinarsi, con prudenza=^=
Si voltò a vedere T'eyan che, uscita dal turboascensore, riguadagnava la sua postazione al tattico, sostituendo Liam che si accostò alla porta, attento alle mosse dei due alieni.
"T'eyan, appena ci avviciniamo, controlla con i sensori... Ci possono essere dei sopravvissuti, sul pianeta"
Nell'improvviso silenzio, avvertì distintamente il consueto ronzio dei motori farsi più cupo, mentre le immagini sullo schermo centrale si concentravano sul terzo pianeta. Strano, da molto tempo era abituata a non farci più caso...
Patros.
Scosse la testa. Non poteva pensarci adesso, non con quei due alieni lì, sul ponte di comando della sua nave. Non poteva far loro capire quanto fosse in pena per...
"Ho trovato qualcosa" - la voce di Lanaari scosse la plancia.
"Di che si tratta?" - domandò Aldea vivacemente.
"Una specie di segnale... Niente di preciso, però. Non sono ancora riuscita a rintracciare la fonte, ma proviene sicuramente dal terzo pianeta... "
Lanaari premette freneticamente sulla sua consolle.
"No, così non funziona..." - mormorò fra sé - "Dovrò procedere manualmente..."
Sul terzo pianeta sullo schermo apparvero le linee di meridiani e paralleli, che formavano quadrati a mano a mano più piccoli. Uno dei quadrati non lontano dal polo settentrionale iniziò a vibrare.
"Il segnale viene da lì... Ma non posso essere più precisa" - si arrese Lanaari.
Aldea si mosse verso Galan:
"Mettiamoci in orbita geostazionaria su quel punto" - decise - "T'eyan, non appena arriviamo, scandaglia la superficie della zona"
La nave si avvicinava al pianeta con una lentezza che ad Aldea parve eterna. Si accorse che Atorn la stava fissando e si sforzò di non ricambiare lo sguardo. Doveva apparire il più fredda e professionale possibile...
Patros. Poteva essere lì...
"Ci sono dei detriti" - la voce piana di T'eyan venne a frantumarle le speranze.
"De-triti?" - Atorn domandò - "Ke tipo di de-triti?"
"Li metto sullo schermo centrale."
Sullo schermo apparvero in sequenza delle immagini confuse, prese a differente altezza. La prima mostrava un punto luminoso su una superficie grigia. Due quadri luminosi avvicinarono l'immagine di un cratere meteorico dai colori spenti, poi qualcosa di più scuro attirò lo sguardo. T'eyan aumentò la definizione, ed infine Aldea fu in grado di identificare quella che doveva essere stata una nave spaziale. Avvertì una stretta al cuore:
"Segni di vita?" - domandò, cercando di nascondere l'ansia nella voce.
T'eyan controllò, poi scosse la testa:
"Sembra che ci sia qualcosa di organico... Ma non posso dare niente di definito"
Galan si alzò dalla postazione del navigatore.
"Dobbiamo scendere giù"
"Sono d'accordo" - disse Aldea - "Naturalmente non da soli"
I due alieni si scambiarono un'occhiata, poi la fissarono torvi:
"Kvesto non è negli accordi" -
"Voi userete la nostra attrezzatura per scendere... A parte la temperatura, su quella nave non c'è atmosfera respirabile" - ribatté Aldea.
Atorn fece per replicare, ma Galan lo bloccò:
"Naturalmente" - fece l'alieno - "Non possiamo che adeguarci"
"Bene... Avete dieci minuti per mettere le tute extraveicolari. Ci vediamo ai turboascensori" - disse Aldea.
I due alieni mossero il capo in cenno di saluto. T'eyan li osservò guadagnare il turboascensore prima di intervenire:
"Ho capito bene?" - domandò - "Vuoi essere tu a scendere con loro?"
"Non da sola" - rispose Aldea tranquillamente - "Tu verrai con me. Liam, a te il comando... Lanaari, voglio che ci teniate tutti continuamente sotto controllo... Qualunque cosa succeda. Voglio che siate pronti a portarci via con il teletrasporto. Tutto chiaro?"

Luogo: Terzo pianeta
Data terrestre: 14 maggio 2389 - Ore 17,55

Non era più una nave. I loro passi si posavano su una coltre di detriti. Attraverso gli squarci del relitto penetrava un freddo pungente, che T'eyan riusciva a percepire nonostante il riscaldamento della tuta. Non poteva più esserci nulla di vivo là dentro, pensò, chinandosi su quelli che dovevano essere i resti di un membro dell'equipaggio. Il cadavere era congelato dalle temperature abissali del pianeta. Il suo tricorder analizzò il DNA dell'umanoide. Betazoide, od almeno parzialmente Betazoide. Li registrò.
L'ombra di fronte a lei era la tuta di Aldea. Non era logico che lei avesse deciso di scendere nel relitto. C'era qualcosa che non riusciva a comprendere, in quella vicenda. Ma doveva tenere d'occhio i due alieni, che si comportavano in maniera decisamente curiosa...
Sentì la voce di Aldea dalla radio:
"La nave non era grande... Da questa parte deve esserci stata la plancia di comando"
"Non ha molta importanza" - obiettò la voce di un alieno. Galan, probabilmente - "Non può esserci nulla di interessante in plancia. Sono tutti morti qui!"
"Nella plancia di tutte le navi sono conservati i diari e le registrazioni di bordo" - obiettò Aldea - "E' l'unico sistema che abbiamo per sapere se ci sono dei superstiti... Se sono state lanciate delle navette di salvataggio prima dello schianto... O dove è conservato il carico"
Le radio tacquero, mentre attraversavano a fatica i corridoi del relitto. Montarono su una scala a pioli, quindi arrivarono a quella che presumibilmente era l'entrata della plancia. Aldea la provò: sbarrata
"T'eyan" - chiamò Aldea.
La vulcaniana afferrò il proprio faser e lo puntò sulle giunture della porta. La porta si illuminò di un calore rossastro, poi bianco, infine esplose in mille gocce che gelarono immediatamente.
Aldea si fece largo fra i detriti, entrando in plancia. Sollevando il capo, T'eyan vide le stelle ed il punto luminoso che era la loro nave. Il tetto della plancia sembrava esploso, con parte delle strutture piegate all'infuori. Il pavimento era coperto di cadaveri. Aldea scostò con un calcio la poltrona centrale, si chinò sul cadavere che copriva.
T'eyan si avvicinò.
Capì che doveva essere Patros.
Il suo corpo era stato conservato dalle temperature prossime allo zero di quel pianeta morto. Non sembrava neppure morta, solo addormentata, la donna dai lunghi capelli bianchi, dal volto pallido... Così simile a quello di Aldea che per un istante, pensò...
"Aldea..." - mormorò.
"Lasciami"
T'eyan chinò il capo e si voltò.
"Aldea!"
"Ti ho detto di lasciarmi! Non capisci quando...!"
"Aldea, i due alieni sono spariti!"




:: Diario 002 : Lanaari - Ricerca manuale

Luogo: Terzo pianeta - Relitto nave spaziale
Data Terrestre: 14 maggio 2389 - Ore 18,05

"Cosa diavolo intendi per 'spariti'?" domandò Aldea incredula voltandosi di scatto.
T'eyan sollevò un sopracciglio e attese zitta che l'ovvio penetrasse nella mente leggermente alterata dall'emozione di Aldea. Questa si riscosse quasi subito:
"Lanaari, i due rettili sono spariti, puoi vedere dove sono finiti?" trasmise con voce ferma nonostante l'irritazione.
"Spariti? Il computer rileva quattro soggetti dove siete voi due... aspettate, hanno trovato il modo di aggirare il sistema di rilevamento, ma hanno fatto i conti senza l'oste." rispose Lanaari ghignando.
Lanaari pigiò sulla consolle un paio di tasti e poi una serie di codici in sequenza.
Liam si era avvicinato per vedere le rilevazioni e notò su un altro monitor due puntini che si muovevano: "Trovati, stando andando verso la stiva di carico... sembra che stiano quasi correndo."
Lanaari annuì mugugnando, poi si mise in comunicazione con Aldea: "Stanno andando verso la stiva di carico, a quanto pare, cercano della merce..."
"Mandami le coordinate per favore." ribattè Aldea che si era già incamminata verso l'uscita della plancia.
"Già fatto, guardate i vostri padd." mormorò Lanaari continuando a pigiare sequenze di numeri per tenere d'occhio manualmente i due fuggitivi.
T'eyan annuì facendo cenno ad Aldea di proseguire.

Luogo: Terzo pianeta - Relitto nave spaziale
Data Terrestre: 14 maggio 2389 - Ore 18,20

Atorn e Galan cercavano di raggiungere la loro meta il più velocemente possibile, dato il peso delle tute esterne, la loro forza fisica era decisamente un vantaggio e intendevano sfruttarlo al meglio per arrivare dove dovevano prima delle due donne.
"Pensi che siano andate di-stru-tte?" domandò Atorn preoccupato. Erano convinti che Patros fosse andata via con il carico e lo avesse rivenduto a caro prezzo... invece la nave era quasi distrutta perché aveva voluto provare una via più breve per arrivare al loro pianeta.
Quasi gli dispiaceva per la donna e l'equipaggio.
Galan si strinse nelle spalle non sapendo cosa avrebbero trovato: "Speriamo solo di trovarle prima di quei... pirati."
"Prego?" Domandò Atorn perplesso.
"Non hai capito che la nave che ci ha portato qui non è propriamente... in regola?"
"Sì, ma... pira-ti? Potrebbero portarci via..."
"Potrebbero vedere il modo di risollevare le loro sorti a spese del nostro popolo."
"Ma... come possiamo..."
"Troveremo il modo... ci impadroniremo della nave e..."
Si interruppe vedendo l'entrata della stiva di carico sbarrata dalle due donne che li aspettavano, armate e pericolose.
I due rettiloidi si acquattarono dietro una paratia semidivelta e tirarono fuori i faser: "Andatevene, la stiva è nostra e nostro è tutto quello che vi si trova dentro." disse Galan a voce alta.
"Venite fuori, controlliamo la stiva insieme e se c'è qualcosa che a voi non interessa possiamo discutere sulla divisione del bottino." Disse Aldea piuttosto compiaciuta che Lanaari avesse indicato loro quella scorciatoia per arrivare alla stiva di carico.
"Quello che cer-chiamo è di vita-le importa-nza per il nostro po-polo... voi non potete imposse-ssarvene." intervenne Atorn.
"Forse se ci dite cosa cercate, e perché... potremmo arrivare ad un accordo."
"Noi non voglia-mo acco-rdarci, vo-gliamo solo portare via quello che ci appartie-ne." rimarcò Atorn puntando il faser, Galan però lo fermò: "Se ne parliamo in modo civile... possiamo fidarci di voi pirati?"
Aldea e T'eyan si scambiarono un'occhiata perplessa: "Noi non manchiamo mai la nostra parola." disse Aldea.
"Allora abbiamo la vostra parola che ci lascerete portare via ciò che è nostro di diritto?" continuò Galan.
Le due donne si guardarono un'altra volta per un attimo poi Aldea parlò: "E noi abbiamo la vostra parola che non tenterete altri scherzi e ci lascerete il resto della merce?"
I due rettiloidi si guardarono e abbozzarono.
Lentamente Galan uscì allo scoperto con l'arma in alto. Aldea lo fissò con un ghigno: "Che ne dite di una dimostrazione di buona volontà?"
Il rettile abbassò la testa e mise via l'arma, la stessa cosa fece Aldea mentre Atorn e T'eyan rimanevano con l'arma in pugno pronti a difendere il compagno se fosse stato necessario.
Aldea e Galan si avvicinarono di un paio di passi.
"Il carico che aspettavamo... è molto importante per il nostro pianeta... noi... abbiamo dei problemi, la nostra progenie... non è fertile. Stavamo aspettando un carico di uova che potremo fecondare in laboratorio, e portare nuova vita sul nostro pianeta."
Galan attese in silenzio che le donne capissero l'importanza di quel carico.
Aldea annuì: "Capisco... ma, perché non ce lo avete detto subito?"
"Perché... temevamo che Patros fosse scappata con il carico e lo avesse rivenduto al miglior offerente..."
"Ci sono più persone a cui interessa quel carico sul vostro pianeta?"
"Sì... il nostro pianeta è... diviso in due fazioni, in lotta tra loro, voi capite che portare nuova vita ad una o l'altra fazione.... può decretare il successo della guerra di una o dell'altra parte."
"Capisco. A noi non interessa la parte che ci paga, purché ci paghi e non tenti altri scherzi." intimò Aldea con un sogghigno, indicando T'eyan che teneva in mano un piccolissimo meccanismo che emetteva una lucetta intermittente.
Galan deglutì riconoscendo un piccolo ordigno esplosivo che avrebbe distrutto la stiva di carico se lanciato.
Atorn uscì con la pistola in pugno: "Non osare pi-ccola donnu-cola."
T'eyan alzò un sopracciglio con un mezzo sorriso e fissò Aldea, la quale fissò Galan: "Siamo ad un punto morto?"
Galan sospirò: "Atorn, smettila... abbiamo bisogno di loro. Hanno detto che non interessa loro quella parte del carico... lasciamogli il resto e... collaboriamo."
Atorn fece una smorfia, poi con un grugnito mise via l'arma.
T'eyan spense il dispositivo, poi, lentamente, tutti e quattro entrarono nella stiva di carico.




:: Diario 003 : Aldea

Luogo: Terzo pianeta - Relitto della nave precipitata - Stiva
Data: 14 maggio 2389 Ore 18.30

Quando le due donne e i due rettiloidi entrarono nella stiva si trovarono di fronte al caos piu' totale.
Le casse avevano spezzato i tiranti che le assicuravano alle paratie ed erano precipitate l'una sull'altra alla rinfusa e alcune si erano fracassate spargendo il loro contenuto sul pavimento metallico. Il tutto era stato ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio.
- Le uo-va!!! - grido' Atorn. Si lancio' in avanti e si inginocchio' cercando di scalfire il ghiaccio con le mani, ma i guanti della tuta scivolavano sulla superficie liscia e rendevano inutili i suoi sforzi.
Galan invece resto' in piedi, impietrito davanti a quello spettacolo di desolazione. Le sue squame erano diventate cosi' chiare da sembrare quasi bianche.
Aldea dovette colpirlo con forza ad una spalla per riscuoterlo e attirare la sua attenzione.
- Guarda - disse mettendogli davanti agli occhi il tricorder. - Sta rilevando ancora i segnali organici che abbiamo visto dalla nave. Non tutto e' perduto.
Il rettiloide recupero' un po' di colore. - Ma le uova sono cosi' fragili... - obietto'.
- Proprio per quello e' logico pensare che siano state protette con maggior cura - osservo' T'eyan, che nel frattempo era riuscita, non senza sforzo, a fermare Atorn.
I segnali li portarono in fondo alla stiva, fino a un piccolo contenitore bitorzoluto che era rotolato fuori da una cassa piu' grande delle altre. La robusta rete con cui la cassa era stata imbragata aveva evitato che si sfasciasse completamente e il suo contenuto era per la maggior parte rimasto al suo posto, anche se il tutto era stato ricoperto dall'onnipresente strato di ghiaccio.
- Le nostre uova!!! - dissero insieme Atorn e Galan, abbracciandosi per la gioia.

Luogo: Nave stellare Minerva - Plancia di comando
Data: 15 maggio 2389 Ore 05.00

Patros riposava in una tomba di ghiaccio ed acciaio su un pianeta bruciato dal fuoco della sua stessa stella.
Aldea non aveva voluto che la seppellissero, ne' lei ne' i suoi sventurati compagni, e non aveva neppure voluto che i loro resti venissero abbandonati nello spazio.
Sapeva che Patros avrebbe approvato la sua decisione.
I rettiloidi erano convinti che la donna avesse voluto prendere una scorciatoia per raggiungere il loro pianeta e una manovra troppo ardita avesse fatto precipitare l'astronave, ma Aldea aveva molti dubbi a proposito.
Le condizioni della plancia facevano pensare che ci fosse stata un'esplosione interna, e le tracce lasciate dalla scia della nave che puntavano direttamente sul terzo pianeta le davano da pensare. L'istinto le diceva che la nave di Patros non era precipitata per un guasto o per una manovra sbagliata. Non voleva pensare ancora a Patros e alla sua morte. Ci sarebbe stato il tempo e il luogo giusto per ricordarla. E vendicarla.
Lanaari stava ancora esaminando i diari di bordo del relitto. Forse da quelli avrebbero avuto delle risposte.
Aldea dirotto' la sua attenzione sulla navetta che faceva spola tra il pianeta e l'astronave.
Le operazioni di carico procedevano lentamente. Galan e Atorn si erano ottusamente opposti all'idea di teletrasportare le uova, adducendo ragioni che lei riteneva insensate, una sfilza di luoghi comuni e leggende metropolitane sulla pericolosita' e sulle possibili alterazioni genetiche che il teletrasporto poteva provocare. Cosi' si erano trovati costretti a dover usare una delle poche navette ancora funzionanti della Minerva per trasportare sulla nave una decina di contenitori per volta.
Se i due avessero avuto una conoscenza tecnica piu' approfondita avrebbero concordato con lei di usare il teletrasporto, penso' seguendo con lo sguardo accigliato la rotta non troppo regolare della navetta e mormorando un antico scongiuro.

Luogo: Nave stellare Minerva - Alloggio di Gas
Data: 16 maggio 2389 Ore 02.00

Gas si butto' sul letto, esausto.
Aveva passato tutto il giorno ad estrarre i contenitori delle uova dal ghiaccio sotto la severa supervisione di Galan, che trovava sempre qualcosa da ridire se cercava di velocizzare un po' il lavoro scalpellando piu' forte. Gia', perche' di sciogliere il ghiaccio con il phaser nemmeno a parlarne. "Delicatezza, delicatezza..." continuava a ripetergli quella faccia di serpente. Avesse almeno dato una mano invece di starsene li' a pontificare!
Poi aveva dovuto caricare i contenitori sulla navetta, sempre con Galan alle calcagna, e pochi per volta, per limitare le perdite in caso di incidente.
D'accordo, la navetta non era in condizioni ottimali, ma un po' di fiducia nel pilota! Aveva guidato mezzi ben piu' scassati e aveva ancora tutte le sue nove vite.
Non sapeva come avesse fatto Liam a non strangolare Atorn, che controllava le operazioni di scarico sulla Minerva e che seguiva ogni minima mossa del klingon piu' fedelmente di un'ombra.
Per fortuna quella parte del lavoro era finita. L'indomani avrebbero caricato le altre merci.
Lanaari aveva decodificato le etichette di carico presenti sulle casse e aveva consultato i registri di carico e le valutazioni di mercato.
C'era un vero e proprio tesoro in quella stiva. Quella Patros sapeva il fatto suo. Comprava merce da poco prezzo su un pianeta e la rivendeva a prezzi stratosferici su un altro dove la stessa merce scarseggiava o era del tutto sconosciuta. E il tutto senza curarsi minimamente della Prima Direttiva. Non doveva essere molto amata dai federali, penso' Gas sogghignando.
Era evidente che Aldea conosceva Patros, ma non aveva detto nulla a proposito e lui aveva ritenuto piu' saggio non chiedere nulla.
Con un sospiro si acciambello' e cadde in un sonno profondo.

Luogo: Nave stellare Minerva - Alloggio di Gas
Data: 16 maggio 2389 Ore 04.00

Gas fu svegliato da un certo languorino. Non era proprio fame fame, ma piu' voglia di qualcosa di buono.
Ancora mezzo addormentato si infilo' una sdrucita vestaglia azzurra, abbandonata chissa' quando dal precedente proprietario della cabina, e si diresse sbadigliando verso la cucina.
Dovevano essere rimaste delle uova di regova. Erano deliziose fritte con la pancetta, anche se quella replicata non era certo all'altezza di quella originale.
Inizio' a cucinare, annusando con puro piacere l'odore della pancetta, tagliata sottile, che sfrigolava nell'olio, mentre la rigirava in modo che si rosolasse da entrambe le parti.
Quando fu bella croccante apri' il frigo e ne tiro' fuori un paio di uova gialle e verdi.
Stava per rompere il guscio della prima quando fu fermato da un grido inorridito.
- COSA STAI FACENDO CON QUELLE UOVA!!!
Atorn era comparso sulla porta della cucina e lo stava fissando con gli occhi sbarrati.
- Colazione, cosa pensi che faccia? - bofonchio' il felinoide infastidito. Non capiva perche' quella lucertola troppo cresciuta se la prendeva tanto. Chissa' che schifezze mangiavano quelli della sua razza.
- ASSASSINO!!! - grido' l'altro e gli si lancio' contro.
Gas era sopravissuto a parecchie zuffe di taverna e non si lascio' cogliere di sorpresa. Si scosto' e gli fece uno sgambetto facendo finire Atorn a terra lungo e disteso. Istintivamente prese la padella e gli diede una gran botta in testa, tramortendolo.
- Ops... - disse, quando si rese conto di quello che aveva fatto. - Mi sa che questo non piacera' ad Aldea...




:: Diario 004 : P'otleth

Luogo: Cargo mercantile Valarin

P'otleth si mosse a disagio nella semioscurità della stiva 17 della RES Valarin, il cargo mercantile su cui si era imbarcato.
Si alzo' in piedi e mosse qualche passo per sgranchirsi le gambe. Dei passi rapidi in arrivo.
P'otleth si accuccio' ed estrasse il coltello dalla fondina della divisa, controllo' che la bisaccia con i contenitori di stasi fosse ancora al suo posto e fermo' lo sguardo sulla porta.
Voci romulane si dissero qualcosa davanti alla porta ed entrarono.
- Computer, luci! - disse uno dei due.
P'otleth si getto' per terra mentre la stiva venne illuminata. Erano due uomini della Sicurezza della nave.
Uno si avvicino' a lui con un PADD in mano, mentre l'altro torno' fuori dalla stiva.
Il romulano rimasto si guardo' intorno, leggendo qualcosa sul PADD e si giro'.
P'otleth si alzo' di scatto e si avvento' sul compatriota, trafiggendolo nella spina dorsale.
L'uomo emise un gemito e si accascio' a terra, morto. P'otleth si chino' sul cadavere e prese il disgregatore in dotazione alla sicurezza, lasciando il coltello infilato nel corpo esanime del romulano.
La porta si apri' di nuovo ed entro' il secondo romulano.
- Nnehirrihnus, dove sei fin... - Noto' P'otleth - Ehi, e tu cosa...
Non riusci' a finire la frase, prima di essere investito da un raggio settato al massimo. L'uomo cadde a terra con un tonfo.
* Devo raggiungere l'hangar navette, non posso più restare qui. *
P'otleth scatto' verso la porta e raggiunse il corridoio, guardandosi intorno.
Non c'era anima viva.
Si avvicino' ad un terminale della sicurezza.
* Ora devo cercare di creare un diversivo, o la mia fuga da questa nave sara' molto breve. Devo solo sperare che i miei dati siano ancora validi su questa nave *.
=^= Inserire codice di autenticazione =^=
- P'otleth 1974.
=^= Codice valido =^=
P'otleth si concesse un sorriso e avvio' la procedura di sicurezza interna.
- Computer connettere agli altoparlanti della nave.
=^= Connesso. Iniziare la comunicazione =^=
P'otleth si fermo' un attimo a pensare, sorrise, scosse le spalle e inizio' a parlare:
- Al personale della Sicurezza! Intrusione rilevata sul ponte 35, ponte 35! Codice rosso!
P'otleth sorrise e stacco' il terminale, dando prima un'ultima occhiata alla mappa della nave.
* Hangar Navette, ponte 15 *
P'otleth si mise a correre lungo il corridoi, verso un turbo ascensore che aveva adocchiato uscendo dalla stiva.
* Spero solo che la mia alquanto malconcia divisa inganni eventuali membri dell'equipaggio *
P'otleth entro' nel turbo ascensore e disse con tono risoluto: - Ponte 15!
Il turbo ascensore comincio' a muoversi. Appena la macchina si fermo', P'otleth usci' guardandosi intorno circospetto, mano sul disgregatore.
C'erano solo due civili che parlottavano a pochi metri da lui.
P'otleth degluti' e si avvio' lungo il ponte.
Quando passo' accanto ai due, quelli si girarono a guardarlo con aria sospettosa, si scambiarono un'occhiata e gli dissero: - Ehi, tu! Chi sei?
- Centurione P'otleth, Marina Imperiale.
I due si scambiarono un'altra occhiata: - E cos'è successo alla tua bella divisa?
- Ho appena catturato l'intruso dopo un aspro combattimento. Il Capo della sicurezza mi ha mandato a verificare l'integrità della flotta di navette.
I due lo guardarono ancora un po' e tornarono a parlottare. P'otleth tirò un sospiro di sollievo ed entrò nell'Hangar.
Si avvicino' di corsa ad una navetta e vi entro'.
P'otleth prese posto alla consolle di navigazione e attivo' i motori al massimo.
La navetta si alzo' e si diresse verso lo schermo ambientale.
=^= Le ordiniamo di riportare la navetta nell'hangar! =^= tuono' una voce alla radio.
P'otleth inarco' un sopracciglio e stacco' il sistema di comunicazione. Si allontano' a folle velocita' dalla Valarin, diretto chissa' dove.




:: Diario 005 : Dirk

Luogo: Nave stellare Minerva - Alloggio di Dirk
Data: 16 maggio 2389 Ore 04.20

=^= Gas a Dirk, sei impegnato? =^=
Sandecker si trovava beatamente sdraiato sul letto di Khetta impegnato nel durissimo compito di rilassarsi mentre veniva massaggiato.
"Non ri§pondere, vedrai che §i tratta nuovamente di qualche bravata in cui ti vuole coinvolgere" P§or si era fermata a metà del busto dell'umano, guardandolo con occhi supplicanti.
"Non ne ho assolutamente intenzione - sorrise Dirk - anche perchè dopo tocca a me massaggiarti"
=^= DIRK, TI PREGO, HO UN GROSSO PROBLEMA =^= ribadì Gas dal sistema di comunicazione. =^= E PER GROSSO INTENDO QUALCOSA CHE INIZIA CON AL E FINISCE CON ...DEA =^=
Sandecker si irrigidì vanificando i movimenti rilassanti di Khetta che con una nota di dispiacere aggiunse: "A que§to punto, mi §a che §ia meglio andare."
"Dannazione" sbottò l'umano

Luogo: Nave stellare Minerva - Cucina
Data: pochi minuti dopo

"Ma ti sei ammattito completamente? Cosa ti ha preso... se adesso lo vede Aldea, come minimo ti fa fare un giro di chiglia trascinandoti per la coda!"
Dirk lanciava repentine occhiate al felinoide ed al corpo privo di sensi che giaceva nella cucina, l'odore di bacon era ancora presente nell'ambiente.
P§or distolse un attimo l'attenzione dal rettile che stava cercando di far rinvenire per fulminare con lo sguardo il felinoide: "Dimmi che non §tavi preparandoti una tipica colazione dei campioni... non §tavi per cuocere le loro uova vero??
Gas, abbassando le orecchie, guardò attorno a se cercando una qualsiasi scusa per sviare il discorso.
"Ma per chi mi hai preso? Che pensiero disgustoso!!! Io volevo farmi soltanto delle succulente uova di regova!!"
Dirk scosse la testa malgrado un sorrisetto iniziasse ad affiorare sulle sue labbra: "E non avevi notato che a parte la dimensione maggiore, la livrea delle uova di regovia è molto simile a quella della loro progenie?!?"
In quell'istante, l'alloggio venne scosso facendo perdere l'equilibrio agli occupanti.
Il sistema di comunicazioni interne prese immediatamente vita, la voce di Aldea risuonò disturbata da alcuni crepitii: "Tutti ai propri posti, siamo sotto attacco, ripeto tutti ai vostri posti!"
Gas e Dirk schizzarono letteralmente fuori dall'alloggio del felinoide, lasciando Khetta impegnata nel tentativo di far rinvenire il loro ospite che stava riprendendo il suo normale color verdognolo malgrado gli occhi fossero ancora chiusi.

Luogo: Nave stellare Minerva - Plancia

I sensori avevano rilevato una nave che usciva dall'occultamento energizzando le armi, contemporaneamente Galan entrò in plancia immobilizzandosi quando una voce sibilante risuonò decisa nella plancia proveniente dalla nave sconosciuta: "Voglia-mo le uova! Non avete nes-suna via di s-campo"
Le porte della plancia si aprirono lasciando entrare Gas e Dirk. Quest'ultimo si affrettò a raggiungere una parte della plancia fuori dalla visuale che veniva trasmessa dal sistema di comunicazione.
Aldea fece segno a Dirk di passare la comunicazione sul display. Una testa rettiloide dai colori scuri e con degli intricati disegni sulle scaglie apparve davanti a loro.
"Di che uova state parlando?"
La faccia sauropode sul monitor rimase per un istante immobile fissando la donna, l'unico segno di vita era la lingua che saettava occasionalmente tra le labbra.
"Patros, non pens-avo di rivedere la tua schifo-sa pelle rosa! Comunque le cose non s-ono cambiate dall'ultima volta! Quelle uova s-ono mie... le s-quame lucide non hanno diritto di vivere"
Galan tremava visibilmente per la tensione, gli occhi spalancati e carichi d'odio fissavano l'essere sullo schermo.
"Magrod!! Non è possibile..." Si girò verso Aldea "Capitano vi prego, fate fuoco, dobbiamo assolutamente scappare, le uova vanno salvate. Voi dovete salvare la mia stirpe"
Aldea fissò prima uno, poi l'altro rettile, quindi verso il monitor aggiunse: "Magrod, sono stanca di questa rincorsa, preparatevi a ricevere il carico. Chiudo." Girandosi verso Liam fece segno con due dita di troncare la comunicazione. "Quanto a te... voglio sapere tutta la storia... e voglio saperla ora!"
Le porte della plancia si spalancarono per lasciar entrare Atorn quando Galan, sospirando senza convinzione riprese a parlare:
"Come già sapete, le uova sono l'ultima speranza per noi Gradon... Magrod appartiene alla fazione con cui siamo in lotta, i Garuden. Abbiamo gli stessi antenati, almeno biologicamente... anche loro vogliono le uova per fecondarle e farle schiudere dando loro l'imprinting. Decidendo di consegnargli le uova ci hai condannati all'estinzione."
Atorn, sentendo quest'ultima frase, si lanciò con un balzo contro Aldea urlando "Assassina!!", le dita contratte nel tentativo di artigliare la gola della donna.
Liam scattò appena vide il pericolo incombere su Aldea, intercettò il rettiloide rotolando con lui vicino al suo capitano. Gas balzò con grazia letale verso Galan, un suono gutturale sembrava suggerire al rettiloide di restare fermo dove si trovava.
Dirk, con un phaser si avvicinò puntando l'arma verso Galan, Aldea estratta la sua arma si avvicinò a Liam ordinandogli di lasciare andare il suo antagonista.
"Non azzardarti mai più a minacciare qualcuno della mia nave, se non vuoi che ti faccia saltare la testa! L'unica estinzione a cui assisterai sarà la tua, se non te ne stai zitto e tranquillo! Magrod ha commesso due grossissimi errori: ha ucciso Patros... e crede che io sia lei... questo mi da' due ottimi motivi per vederlo morire!"




:: Diario 006 : T'eyan - Uova di Pasqua

Luogo: Nave Garuden - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.20

Patros era svanita. Magrod continuava tuttavia a fissare lo schermo buio, come a cercare di tirarne fuori le risposte alle domande che gli mulinavano in testa.
Era stata sicuramente una sorpresa vedere Patros... Viva.
I suoi occhi si spostarono lentamente verso sinistra. Incontrò lo sguardo di Tahll, che in silenzio lo deviò verso Karas. L'alieno sembrava immerso nella contemplazione dello schermo vuoto, così come era stato lui fino a pochi minuti prima.
"C'è niente che mi devi dire, Karas?" - la voce di Magrod si modulò in un tono dolce, che faceva appena presentire il rumore sordo della minaccia dentro di sé.
Karas sollevò appena la testa, continuando a fissare lo schermo.
"Guardami, Karas" fece Magrod - "Guardami!"
L'altro si alzò di scatto, andando a piazzarsi esattamente di fronte a Magrod. Il suo volto rosa ricoperto di peli chiari non gli permetteva di leggere con chiarezza le emozioni come sulle scaglie di uno della sua razza, ma gli occhi dell'altro avevano il colore della rabbia.
"Ecco. Ti guardo. Sei contento, Magrod?"
"No. Non sono contento" - ribatté l'altro - "Non sono contento che Patros sia ancora viva, nonostante tutte le tue assicurazioni del contrario!"
"La nave era condannata" - si difese Karas - "L'ho vista con i miei occhi, dalla navetta di salvataggio, cadere verso il terzo pianeta. Le altre navette, erano state tutte disabilitate! Non c'era modo per lei di salvarsi! Per lei, come per chiunque altro su quella nave!"
"Eppure... L'hai vista anche tu, no?" - accennò allo schermo vuoto.
"Non ho una spiegazione da darti, Magrod" - disse l'altro - "Forse è riuscita a riparare una delle navette di salvataggio prima dello schianto... Forse è riuscita ad arrivare ad uno dei pianeti vicini ed a trovare un'altra nave..."
"Forse!"
"Già, forse." - I corti peli chiari sul mento di Karas vibrarono - "Come ho detto, non ho una spiegazione. Darei metà delle vostre dannate uova per capire come ha fatto Patros a sopravvivere. Per non parlare poi di trovare una nuova nave così in fretta..."
"Comincio a chiedermi quanto tu sia dedito alla nostra missione. Il nostro amico Lhek, su quel pianeta... Come si chiama... BlackHeart? ... Ti ha reclutato solo per far rallentare quella nave. Dovevamo poterla raggiungere prima dell'arrivo sul pianeta madre" - fece Tahll - "Un impatto del genere ha messo a repentaglio le nostre uova!"
"Ho dovuto agire in fretta!" - esplose Karas - "Voi non arrivavate, e Patros ormai sapeva che c'era un sabotatore a bordo! Era solo questione di tempo perché capisse chi era. E del resto, se fosse entrata in quella nebulosa, non sareste più riusciti a prendere la sua nave prima dell'arrivo sul pianeta madre."
"Se ci avessi avvisati della rotta di Patros attraverso..."
"Se, se, se!" - sbottò - "Possiamo stare un ciclo intero a parlare di se, ma e forse. Però una cosa credo di saperla..." Karas puntò un dito verso gli occhi di Tahll, quindi lo deviò verso lo schermo - "Patros non è mai stata così arrendevole in vita sua. Vorrà vendicarsi. Vendicare la sua nave e chiunque del suo equipaggio sia morto nell'impatto. Non ci permetterà di allontanarci da qui vivi... Con o senza le uova"
Magrod si permise un sogghigno: "Non conosco Patros bene quanto te, Karas..." - disse, guardando di sottecchi il corpo snello ed atletico dell'uomo - "Ma so anche io che Patros cercherà di vendicarsi. Visto che è ancora viva, e che ha una nave che potrebbe essere pericolosa per noi, sarò pronto ad offrirle una contropartita... Perché dimentichi di vendicarsi contro di noi"
Karas si rannuvolò: "Che tipo di contropartita?"
Magrod sogghignò di nuovo: "Una contropartita che sono sicuro accetterà... Te, amico mio!"

Luogo: Minerva - Sala teletrasporto
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.25

"Allora?" - domandò Aldea.
"Tranquilla" - rispose Lanaari, serafica - "Ce la facciamo!"
Di fronte a lei c'erano una dozzina circa di contenitori, che la ragazza stava prendendo da un carrello elevatore per andarli a deporre, con cura, sulla pedana del teletrasporto. Le luci sui loro display erano tutte su un rassicurante colore blu profondo, ma anche la migliore stasi non poteva dare l'assoluta certezza che le uova sarebbero arrivate alla fine del viaggio come erano partite.
"Al momento, stanno benissimo" - affermò Dirk - "Piuttosto, i nostri amici a scaglie che fine hanno fatto?"
"Stavano dando in escandescenze, così T'eyan li ha messi momentaneamente in guardina" - rispose Aldea.
"Momentaneamente?" - chiese Dirk, con un sogghigno.
"Certo, momentaneamente" - confermò Aldea - "Perché avresti in mente di fare qualcos'altro con loro?"
"Oh, a me vengono in mente tanti usi possibili per una pelle a scaglie come la loro" - rise Dirk - "Ma immagino che a te non interessino"
"L'unica cosa che mi interessa al momento, è di venire a capo di questo affare... E dei tipi di quella nave" - ribatté Aldea.
"I contenitori sono pronti" - intervenne Lanaari, indicando i contenitori sulla pedana.
"Bene" - fece Aldea e si voltò - "Io torno in plancia. Lanaari, al mio segnale abbasseremo gli scudi e teletrasporteremo i contenitori con le uova. Mi raccomando... Sai che devi fare. Dirk: ho bisogno dei motori a punto entro cinque minuti da adesso."
"E li avrai. " - L'uomo fece un cenno di saluto verso Lanaari, che si stava mettendo alla postazione di teletrasporto, e si affiancò ad Aldea nel corridoio.
"Sei proprio decisa a farlo?" - disse Dirk - "Quelle uova ci sarebbero molto utili"
"Non è più una questione di denaro, per me... Devo molto a Patros" - rispose Aldea - "Ed in questo momento, le devo una vendetta"
"Già..."
"Cosa?"
"Sto pensando che con tutta probabilità, se l'aspettano da parte tua. O da parte di Patros, visto che sono convinti che tu sia lei"
Avevano raggiunto i turboascensori. Aldea premette il pulsante di chiamata prima di rispondere: "Non ha molta importanza. In un certo senso, me lo aspetto"
"Cosa, che si aspettino una vendetta da te?"
"Si. Ma sono troppo interessati alle uova. Non potranno fare a meno di prendere i contenitori ed esaminarli. Non possono permettersi di distruggere una preziosa fonte di materiale biologico per loro..."
Le labbra di Aldea si erano increspate in un sorriso.
"Che c'è?" - domandò l'uomo.
"E' solo che... E' quasi buffo" - fece Aldea - "Sai che ognuno di noi, al registro della flotta commerciale, deve avere un qualche incarico ufficiale"
"Beh? E allora?"
"E sai che Lanaari, al registro di flotta, risulta registrata come cuoca di bordo?"
"Cuoca...!?" - esclamò Dirk.
"Beh, è la prima cosa che mi è saltata in mente all'epoca" - L'ascensore si aprì di fronte a loro, ed Aldea vi salì.
"E' per questo che hai detto a lei...?"
"L'ho detto a Lanaari solo perché lei era la persona giusta per il compito" - disse lei, ed ordinò - "Plancia" - Le porte del turboascensore si chiusero.
Dirk ghignò, chiamando a sua volta il turboascensore per andare nella sezione ingegneria. La vendetta di Aldea non poteva essere più precisa di così. Lanaari era proprio la persona giusta per il lavoro... In fondo, quale persona migliore di una cuoca per rompere delle uova?

Luogo: Nave Garuden - Sala teletrasporto
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.25

Le porte del turboascensore si aprirono. Tahll spinse Karas verso la pedana del teletrasporto:
"Sali!" - ordinò il rettiloide, puntando un disgregatore contro di lui.
"Capisco... Adesso che Patros vi da le uova senza far storie, non vi servo più a niente, vero?" - urlò Karas furente.
"Certo che ci sei utile" - ribatté Tahll, avvicinandosi ai comandi del teletrasporto - "Servirai a distrarre Patros mentre noi ce ne andremo con le uova"
Sul volto di Karas comparve un ghigno furente: "Chissà... Io e Patros abbiamo sempre avuto una intesa perfetta, sotto ogni punto di vista. Magari potrebbe anche perdonarmi... Ed allora... Potreste pentirvi di avermi buttato di nuovo fra le sue braccia"
Tahll rise: "Sorprendente. Fai sempre bei sogni del genere, umano?"
"Non sono un umano, quante volte te lo devo dire?"
"Come ti pare... Adesso sali su quella pedana! Dovremo abbassare gli scudi per un istante per far passare il teletrasporto delle uova. Ti auguro che non succeda niente in quell'istante... non vorrei che le tue particelle finissero accidentalmente disperse... O preferisci che sia io ad ucciderti, subito?"
Karas gettò un'occhiata verso la pedana del teletrasporto. Tahll non riusciva a decifrare la sua espressione umana, ma l'uomo aveva l'aspetto di un condannato di fronte al patibolo.
Sorrise: "Il tuo capestro può essere quello che hai di fronte o quello che hai alle tue spalle" - disse Tahll, irrigidendo il braccio che puntava il disgregatore - "Tu puoi solo scegliere quale morte preferisci!"
Karas lo fissò dritto negli occhi. Piano, un passo dopo l'altro, senza abbandonare un istante lo sguardo di Tahll, indietreggiò fino a salire sulla pedana del teletrasporto.
Il secondo della nave premette il comunicatore interno: "Tahll a Magrod... Qui siamo pronti!"
=^= Bene... Comunico all'altra nave che abbasseremo gli scudi entro dieci secondi. Al mio via! =^=
Sul pannello di controllo comparve una scritta, con una banda che si allungava rapidamente verso destra. Tahll inizializzò il teletrasporto.
Sulla pedana, Karas iniziò ad essere circondato da un alone dorato. Lo vide chiudere gli occhi, mentre il flusso del teletrasporto si faceva più intenso, quindi non gli vide più gli occhi, solo la sagoma era ancora quella di un umano. Umano, umanoide, che importava? Quello che importava erano le uova, il loro futuro... E che non ci fosse una trappola. Patros era stata troppo arrendevole...
Analizzò il raggio. Materiale organico. Nessuna arma, nessun materiale esplodente. Decise. Con un breve tocco sul pulsante, consentì il teletrasporto. La sagoma umana svanì. Al suo posto, si consolidarono una serie di casse squadrate. Tahll li identificò rapidamente per contenitori di stasi.
Premette il comunicatore: "Tahll a Magrod: abbiamo i contenitori!"
=^= Ricevuto! Rialziamo gli scudi! =^= rispose Magrod =^= Provvedi ad esaminarli! =^=
"Si, signore!"

Luogo: Nave Minerva - Sala teletrasporto
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.27

Lanaari sbigottì. Davanti a lei, sulla pedana del teletrasporto, era apparso un umanoide dai capelli lunghi, chiari, con una barba corta. Lanaari sfilò il faser dalla fondina e lo puntò contro l'uomo. L'uomo le rivolse un sorriso stanco, ed alzò le mani: "Calma, calma... Sono disarmato"
"Chi - E' - Lei?" - domandò Lanaari, staccando le parole.
"Il mio nome è Aidan" -
"Aidan. Eri su quella nave?"
"Certo che ero su quella nave" - il sorriso divenne più disteso - "E adesso portami da Aldea."
La donna esitò: "Tu... Tu la conosci?"
"Lei non mi conosce... Ma io conosco molto bene lei" - rispose Aidan.
Lanaari premette il pulsante del comunicatore: "Lanaari ad Aldea... Abbiamo un ospite. Un ospite che ti conosce, come Aldea e non come Patros."
=^= Adesso, Lanaari, andiamo avanti con il piano =^= rispose Aldea =^= Spediscilo in una cella. Ci occuperemo di lui più tardi =^=
Sul bel volto di Aidan comparve una smorfia. Rapidamente svanì. Lanaari abbassò il braccio e rinfoderò l'arma nella fondina.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.29

"Spero che ti piaccia il regalo che ti ho mandato, Patros" - il sorriso maligno di Magrod riempiva lo schermo della plancia - "Adesso che sei diventata ragionevole, e ci hai ceduto finalmente le uova, posso dirti che non serbo alcun rancore nei tuoi riguardi. Il mio piccolo presente per te lo dimostrerà..."
Aldea fece segno a Liam di tagliare la comunicazione. Magrod svanì dallo schermo. Si rivolse al primo ufficiale.
"T'eyan..." - chiamò - "Vai subito alle celle, interrogalo, fai quello che vuoi... ma devo sapere chi è quell'uomo. Patros lo saprebbe sicuramente."
"Non posso lasciare la postazione tattica!" - protestò T'eyan - "Sicuramente i rettiloidi stanno esaminando le uova in questo stesso momento..."
Aldea si morse le labbra: "Liam..."
Il grosso klingon fece per muoversi, ma T'eyan lo bloccò con un gesto: "Liam ti serve alle comunicazioni, se vuoi continuare a parlare con Magrod" - scosse la testa - "Abbiamo bisogno di altri uomini in plancia, Aldea!"
"Va bene..." - concesse - "Khetta è impegnata giù in ingegneria insieme a Dirk. Bartig è in infermeria. Non abbiamo molta scelta: chiama qui il timoniere che abbiamo imbarcato su BlackHeart... Non si è ancora ambientata, ma è il momento per lei di mettersi al lavoro... Io cercherò di improvvisare"
"Improvvisare?" - inarcò un sopracciglio T'eyan, ma eseguì il comando.
"Illogico, lo so, ma non mi sembra di avere alternative!" - sbottò Aldea.
Guardò T'eyan uscire dalla plancia, poi fece cenno a Liam di riprendere le comunicazioni.
Sullo schermo riapparve il volto di Magrod: "Allora, Patros?" - fece il rettiloide - "Contenta di riavere Karas?"
"Naturalmente!" - rispose Aldea. Lo sarei di più se sapessi chi diavolo è Karas, pensò lei rapidamente.
"Lo abbiamo pescato su una navetta di salvataggio mentre cercava di svignarsela" - disse Magrod. Le sue scaglie parvero assumere una leggera sfumatura rosata - "Una persona così servizievole... Sono sicuro che lo avresti ritrovato anche da sola, ma ho deciso che potevo farti risparmiare tempo."
Una navetta di salvataggio. Se un uomo era riuscito a fuggire, voleva dire che l'incidente non era stato istantaneo. Perché il resto dell'equipaggio non era stato in grado di fuggire a sua volta? Non poteva esserci stato un solo superstite...
Capì. Le altre navette dovevano essere state disabilitate. Se quell'uomo si era salvato, voleva dire che sapeva che la nave sarebbe precipitata. Il sabotatore. Magrod le aveva servito su un piatto d'argento l'assassino di Patros.
"Certo che lo avrei ritrovato" - proclamò Aldea - "Non c'è un posto abbastanza lontano o desolato in questo Quadrante dove Karas avrebbe potuto nascondersi"
Si voltò appena per guardare la ragazza che era entrata in plancia dalla porta del turboascensore. Le indicò la postazione del timoniere e si chinò a sussurrarle all'orecchio qualche parola.
La sfumatura rosata nelle scaglie di Magrod si accentuò: "Bene. Questo chiude la questione fra di noi" - abbozzò un cenno di saluto, ma il suono prolungato di un allarme lo fece sobbalzare.
Aldea sorrise.
"No, Magrod. Questo..." - Allungò un dito verso di lui - "Quello che sta succedendo adesso chiude la questione fra di noi!"
Gli uomini di Magrod dovevano aver aperto i contenitori delle uova. Bene. Adesso, Liam poteva andare al tattico, in attesa che tornasse T'eyan...
Avrebbero dovuto cercare un altro cannoniere, su BlackHeart, rimpianse Aldea per un istante, poi strinse le spalle. Dopotutto, le comunicazioni non sarebbero servite più... Almeno per un po'.

Luogo: Nave Garuden - Sala teletrasporto
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.29

La sala teletrasporto era stata isolata, per precauzione. Con uno scatto, Tahll chiuse il tricorder di fabbricazione federale che era il suo tesoro da qualche anno. Nessuno a bordo di quella nave aveva un arnese del genere, nemmeno il medico... Quel suo tricorder avrebbe rilevato la presenza di armi o di esplosivi, ma non ce ne era alcuna traccia.
"E' il momento" - pensò Tahll, soddisfatto. Le sue dita prensili corsero sulla tastiera. Dopo un breve segnale acustico, la luce sul contenitore virò dal blu ad un azzurro pallido fino ad un verde brillante. Codice standard. Bene, pensò Tahll. Ma...?
Le luci non erano più verdi. Sembravano stare oscillando verso il giallo... Se il codice di apertura era standard, perché adesso erano gialle?
Si chinò sul contenitore più vicino. La luce era gialla, sempre più cupa.
Ocra.
Allungò una mano, premendo la tastiera, cercando di fermare quella luce.
Arancio.
La mano sfiorò l'involucro. Il dolore lo colpì improvviso, non riuscì ad urlare. Fece un balzo all'indietro, prima di capire, prima di sentire anche solo l'odore delle sue scaglie che bruciavano, bruciavano insieme alla sua pelle. Si guardò inorridito il palmo, dove le scaglie si stavano accartocciando su sé stesse. Il contenitore ardeva.
Rosso. Rosso cupo. Rosso vivo.
Il suono profondo dell'allarme si aggiunse al dolore. Reggendo l'arto con l'altra mano, fece qualche passo, indietro, verso la porta, ma la porta era stata sigillata, chiusa dall'allarme antincendio. Capì di essere perduto. Il teletrasporto, forse...
Il caldo adesso era insopportabile. Ma le uova, le uova stavano morendo? Si forzò a strappare un lembo della propria tuta, l'avvolse sull'altra mano, e si protese verso l'apertura del contenitore. Lo spalancò, forse poteva...
Le uova esplosero. La temperatura era altissima. Il calore lo avvolse come una coperta e prima di perdere conoscenza, vide le uova che esplodevano di fronte a sé.

Luogo: Nave Minerva - Settore detenzione
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.31

T'eyan superò senza un cenno la cella in cui aveva rinchiuso poco prima i due sauropodi. I due si scambiarono un'occhiata, quindi si avvicinarono alla porta della cella, vedendola passare. T'eyan si accostò alla porta dell'altra cella.
L'umanoide non aveva perso tempo ad accomodarsi sulla branda. Alzò un braccio, vedendo la donna e sorrise. Il suo sorriso ricordò alla vulcaniana certe espressioni che aveva visto sul volto di Gas, quando aveva voglia di compiacere qualcuno.
"Il tuo nome è Karas?" - domandò, facendo il nome che Aldea le aveva appena comunicato. Non era il momento di fare preamboli. Aveva troppa fretta di tornare in plancia.
"Dici a me?" - chiese l'umanoide, tirandosi su a sedere.
"Mi sto rivolgendo a te, se non erro" - calcò sulla freddezza nella voce.
"Vero" - riconobbe l'altro. Annuì, poi guardò verso di lei, dritto negli occhi. Quell'uomo era abituato a mentire, comprese T'eyan... Ma dopotutto, anche lei lo era - "Ma il mio nome no, non è Karas. Mi chiamo Aidan, in realtà"
"Perché Magrod ti ha chiamato Karas, quando ti ha spedito qui?"
"Perché credeva che io fossi Karas. Solo che Karas è morto... E' stata Patros ad ucciderlo, quando ha scoperto che lui era il sabotatore sulla sua nave"
"Come lo ha scoperto?"
"Questo non lo so... Non ha fatto in tempo a dirmelo. Solo che Karas era il sabotatore e che aveva confessato di essere stato adescato da un tizio o una tizia di nome Lhek poco prima di questo viaggio, per fare in modo che la nave non arrivasse mai al pianeta madre dei Gradon... Però le cose gli devono essere sfuggite di mano perché a quel punto la nave stava per schiantarsi su quel fottuto pianeta morto... Morto come sono morti tutti"
Si interruppe. Il suo volto era cupo:
"C'è stato l'allarme... Patros ha ordinato il si salvi chi può... Siamo corsi tutti alle navette di salvataggio, ma quel bastardo di Karas aveva bloccato i portelli di uscita dell'hangar navette... Uno dei suoi dannati sabotaggi. Ma questo è stato fatale... Fatale per tutti"
Sospirò, profondamente: "Patros allora è tornata verso la plancia. Voleva... Oh, non lo so che cosa voleva. E' stata l'ultima volta che l'ho vista. Io... Io ho avuto un'idea"
"Che genere di idea?"
"Mi sono messo una tuta extraveicolare... Sono riuscito ad avviare una decompressione esplosiva nell'hangar navette, facendo saltare il portello d'uscita, quindi sono saltato a bordo di una navetta..."
"Tu solo?"
L'uomo strinse le spalle: "Può essere, ma io non ho visto nessun altro..." si interruppe - "Ho iniziato a viaggiare in direzione di BlackHeart... E' il pianeta abitato più vicino, ma dopo poco più di metà strada ho incontrato la nave Garuden. Ho capito subito chi erano. Sapevo che avevano cercato di comprare Patros per farle consegnare a loro le preziose uova dei Gradon, e che Patros li aveva spediti all'inferno" - sogghignò - "Magari lo avesse fatto sul serio! Ho pensato che sarei stato meno nei guai se mi avessero scambiato per il loro uomo a bordo della Seventeen. Così mi sono presentato come Karas..."
"Seventeen?"
"La nave di Patros. Si chiamava così... Seventeen."
T'eyan incrociò le braccia sul petto: "E dimmi, Aidan... Perché mi stai raccontando tutto questo? Perché non ti sei presentato come Karas anche qui?"
Il bel volto dell'uomo si contrasse in una smorfia: "Non sono stupido. Ero nella plancia della nave Garuden quando Aldea ha chiamato... Per un istante ho pensato anche io che LEI fosse tornata... Che magari poteva essere riuscita a salvarsi anche lei, su un'altra navetta... Ma sapevo di Aldea. Non è proprio identica a..." - sospirò - "Ed anche la voce. Non sono identiche. Ho capito chi era... Ed ho capito che era in pista per vendicare l'altra..."
La voce dell'uomo si spense in un sussurro. Per un istante nessuno parlò.
"Sta men-tendo!" - trillò una voce alle loro spalle. T'eyan si voltò. A parlare era stato Atorn. Il rettiloide si era aggrappato alla porta della cella come a volerla strappare via.
"Non gli kred-erete vero? Ku-ello è una spia. Una danna-ta spia dei nostri nemici!"
"E voi... Voi li avete aiutati a distruggerci!" - Galan si staccò dalla porta della cella, ed andò a sedersi sulla branda della cella - "Non avremmo mai dovuto fidarci di voi..."
"Patros stava rispettando il contratto, alla lettera!" - intervenne Aidan, vivacemente - "Aveva capito - dal tentativo di corruzione - che era pericoloso usare la rotta abituale. Conosceva un'altra rotta, attraverso la nebulosa... Non è colpa nostra se..."
"Patros era nostra amica" - convenne Galan, oscillando la testa come seguendo un lontano pensiero - "Noi... Se riusciremo mai a tornare al nostro pianeta, noi onoreremo il suo sacrificio... Anche se è stato tutto inutile. La nostra razza... Noi tutti... Saremo estinti"
"Perché?" - domandò T'eyan.
"Ko-me perché?" - urlò Atorn - "Voi ave-te dato via le nostre uova! La no-stra sola possibilità di sopravvivenza!"
"Davvero?" - fece T'eyan.
"Come?" Galan si alzò di scatto - "Che vuol dire...?"
"Voglio dire che Aldea ha fatto mettere nei contenitori per l'altra nave delle uova di regova. Sono un po' più grandi delle vostre, ma a parte quello in apparenza si somigliano molto... Gas dovra' rinunciare alle sue frittate per un po'!"
T'eyan si permise uno stiramento sulle labbra, una sorta di sorriso - "Le vostre uova sono al sicuro! O almeno..."
T'eyan si resse alla porta della prigione, mentre le paratie della nave tremavano, gemendo per il colpo. Un colpo diretto, sicuramente! Sperò che gli scudi avessero retto... Per quanto illogica fosse la speranza. Cercò di coprirsi le orecchie per proteggersi dall'allarme.
"O almeno, lo sono per quanto lo siamo noi!" - gridò, per farsi sentire sopra l'allarme. Si rialzò, correndo verso l'uscita della sezione di detenzione. Il suo posto ora era in plancia!
"Fammi uscire!" - gridò Aidan - "Voglio combatterli anche io!"
T'eyan si voltò: "Scordatelo!" - sibilò, prima di svanire.




:: Diario 007 : Lanaari - Vie di fuga

Luogo: Nave Minerva - Settore detenzione
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.46

L'umanoide tirò un pugno stizzito alla parete guardando T'eyan mentre correva barcollando verso l'ascensore, poi si girò verso i rettiloidi che erano ancora sconvolti dalla rivelazione della vulcaniana: "Le nostre uova... sono ancora qui."
Un altro colpo scosse la nave: "Ma se il capi-tano non fa-rà qualc-osa..."
"Da quello che ho sentito dire Aldea sa combattere... porterà in salvo la nave, vedrete." disse l'uomo che aveva detto di chiamarsi Aidan verso i due gradoniani.
"Tu hai tra-dito Pa-tros!"
L'uomo guardò Atorn con sufficenza: "Tu non sai niente... quindi non giudicare."
Sarebbe stata una battuta ad effetto se un altro scossone, più forte degli altri, non avesse mandato i tre a gambe all'aria.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.50

"Scudi?" domandò Aldea aggrappandosi alla consolle mentre Liam rispondeva al fuoco nemico e il nuovo timoniere cercava di sfuggire alla nave di Magrod.
"45%, tengono ancora ma non per molto, Aldea dobbiamo nasconderci." urlò Lanaari mentre digitava dati su dati nella sua consolle.
"E come, dietro un asteroide?"
"No ci troverebbero dopo poco... sto verificando dei dati, ho caricato un meccanismo nuovo, ma è sperimentale e potrebbe non funzionare... solo che... ci servirà altra energia e dovremmo rinunciare agli scudi." affermò Lanaari energicamente guardando Aldea negli occhi.
"Vuoi dire che devo rischiare il tutto per tutto per un congegno che potrebbe non funzionare?" la fulminò il capitano.
Lanaari si strinse nelle spalle, poi si guardò intorno, controllando i danni, visibili anche dalla plancia, che fino a quel momento aveva subito la nave:
"Vuoi che proviamo a nasconderci sotto la nave di Patros? Potremmo entrare nella nebulosa e sfruttare i detriti, ma dubito che li inganneremmo a lungo."
"Timoniere, ci porti in un posto nascosto, Liam, vedi di colpirli in un punto vitale, Lanaari, spiegami cosa dovrebbe fare questo congegno."
"Dovrebbe provocare una distorsione nello spazio nella quale noi risulteremmo invisibili... ma ci serve energia... e se continuiamo così, presto non ne avremo a sufficienza."
"Gli scudi ci servono!" affermò Aldea.
Lanaari annuì stringendo le labbra.
Nel frattempo il timoniere aveva fatto un ottimo lavoro, trovando alcuni detriti abbastanza grandi che potevano occultarli alla vista di Magrod, almeno per un po'.
T'eyan nel frattempo si era avvicinata a Liam aiutandolo a cercare un punto vitale di quella nave che nonostante l'esplosione interna continuava a star loro dietro come un segugio.
Aldea controllava sullo schermo il vagare dell'astronave, mentre un silenzio irreale calava sulla plancia.
Erano tutti impegnati a salvarsi la vita e non avevano parole da sprecare in un momento simile.

Luogo: Nave Garuden - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 04.57

Magrod era furibondo, la rabbia per lo scherzo di Patros lo accecava. Il fidato Thal era morto in quell'esplosione, per fortuna le paratie avevano tenuto sotto controllo l'onda d'urto e all'incendio ci stavano pensando i suoi addetti alla sicurezza, adesso doveva solo farla pagare a Patros e a chiunque l'aiutasse.
Di certo quelle non erano le uova vere... come aveva potuto ingannarsi Thal? Aveva quel dannato tricorder... altra rabbia si accumulò nel suo essere quando realizzò che il loro unico tricorder era andato distrutto. Si riscosse solo quando uno dei rettiloidi disse: "Eccoli!"
Magrod sogghignò feroce.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 05.10

La tregua era durata poco, un colpo li avvisò che erano stati scoperti, così furono costretti a zigzagare tra i detriti con manovre diversive che misero a dura prova sia l'abilità del timoniere, sia l'equilibrio di tutti.
"Capitano potremmo metterci in direzione del polo opposto del pianeta." disse il timoniere frenetica.
"Cosa sta aspettando?" urlò Aldea, mentre un colpo più forte fece saltare una paratia della nave.
"Che qualcuno riporti a piena potenza i motori." rispose per lei Liam con un ruggito.
"Scudi al 33%, Capitano, dobbiamo decidere fino a che abbiamo ancora abbastanza energia da sprecare" urlò Lanaari, mentre impostava dei dati.
Aldea fissò la giovane negli occhi e vide al determinazione e una sorta di sicurezza che le dava l'estrema fiducia che aveva nel padre adottivo e in tutti i congegni che le aveva procurato.
"E' stato provato almeno una volta?" ringhiò alterata.
"Solo in laboratorio... e su scala molto ridotta. Ma se non funziona... non è che cambierebbero le cose, dovremmo comunque affidarci all'abilità di Liam e del timoniere... se funziona invece..." La ragazza sorrise alzando le sopracciglia.
"Qual'è il limite dell'energia che deve utilizzare?"
"Siamo già al limite!" affermò Lanaari stringendo le labbra.
"D'accordo, provaci, e spera che funzioni, altrimenti..."
Lanaari sogghignò: "Nulla, Aldea... se non funziona... non ci sarà altrimenti."
Diede un paio di impulsi e lo spazio attorno a loro divenne uno specchio che li rifletteva da tutte le direzioni.
Erano in una bolla immobile e senza suono.
L'energia calò visibilmente per un attimo, poi le luci si stabilizzarono e tutti tirarono un sospiro di sollievo: almeno avrebbero avuto un po' di tregua per riparare i danni.

Luogo: Nave Garuden - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 05.10

Magrod stava attonito davanti allo schermo: "Dove diavolo sono finiti?" disse a voce pericolosamente bassa. L'intera plancia era ammutolita di fronte a quella repentina sparizione.

Luogo: Nave Minerva - Settore detenzione
Data: 16 maggio 2389 - Ore 05.10

"Che co-sa suc-cede?" domandò Atorn guardandosi attorno e percependo il silenzio totale.
"Non lo so" disse Galan abbassando istintivamente il tono di voce.
"Beh, almeno non si balla più, iniziavo ad avere la nausea" disse Aidan annoiato.
I due rettiloidi lo guardarono allibiti.

Luogo: Nave Minerva - Sala macchine
Data: 16 maggio 2389 - Ore 05.15

=^= Aldea, qui Dirk, cosa è successo? =^=
=^= Tutto a posto Dirk, voi come state? =^=
=^= Stiamo bene, dobbiamo riparare un paio di guai, ma niente di così grave. I motori saranno presto a pieno regime, o quasi. =^=
=^= Meglio così, tienimi aggiornata. Aldea chiudo =^=

Il silenzio era quasi irreale, era strano, ma seppure in una nave pressurizzata il rumore interno delle apparecchiature era attutito. Anche le voci erano come ovattate...
"Questo silenzio... è provocato dal meccanismo?" domandò Liam turbato.
Lanaari sorrise appena continuando a digitare dati su dati: "Sì, immagino di sì. Probabilmente è perché il congegno è posto all'interno della nave, se fosse stato fissato fuori, qui dentro sarebbe tutto normale. Ma fissarlo fuori era fuori discussione, se fosse andato distrutto prima di usarlo anche solo una volta, mio padre mi avrebbe ammazzato con le sue mani. In questo modo potrò dirgli che ha funzionato benissimo, sempre se e quando lo rivedrò" concluse la ragazza stringendo le labbra.
Dagli schermi vedevano la nave di Magrod che continuava a cercarli senza trovarli.
"Non è che in qualche modo notino la distorsione?" domandò Aldea scettica?
"Potrebbero solo se sparassero a caso e colpissero lo spazio immediatamente intorno a noi, probabilmente sarebbe come sparare ad uno specchio... credo. O forse su una superficie di gomma... le prove di laboratorio non sono state così accurate, mi dispiace."
"Ma potrebbero vedere qualcosa di strano?" domandò T'eyan.
"Non so esattamente cosa vedono. Forse spazio aperto... forse riflessi, non lo so. Credo che dovremmo approfittarne però. Non è un dispositivo di occultamento, è solo un mezzo per avere un po' di tregua e approntare una tattica per non soccombere" tagliò corto Lanaari
"Hai ragione, stiamo perdendo tempo. T'eyan studia una via di fuga, timoniere si tenga pronto. Liam, pronto a fare fuoco non appena usciremo da qui."
"Certo Aldea, ma una domanda ancora: e se ci sbattessero contro?"
Le occhiate feroci che Liam ricevette da tutte le donne nella plancia lo convinsero a non aprire più bocca e a pensare solo al suo lavoro.
Gas che era arrivato in plancia proprio in quel momento pensò che era meglio andare in sala macchine per vedere se poteva dare una mano, così fece un silenzioso dietrofront a malapena notato dagli altri.




:: Diario 008 : Aldea - Ricordi

Luogo: Nave Minerva - Cabina di Aldea
Data: 16 maggio 2389 - Ore 07.45

Aldea, nella sua cabina, chiuse gli occhi e assaporo' il silenzio ovattato provocato dal dispositivo sperimentale di Lanaari. Fino a che i lavori di riparazione non fossero stati completati poteva concedersi il lusso di riposarsi e riordinare le idee.
Ricordo' con un certo fastidio e senso di colpa l'espressione sconcertata di Liam quando aveva dato l'ordine di preparare le uova esplosive, una trappola mortale.
Lei, che faceva sempre il possibile per evitare morti inutili, si era lasciata corrompere dal desiderio di vendicare la morte di Patros, e l'odio aveva avuto il sopravvento sui suoi principi. Oltretutto, penso' con una certa irritazione, era stata una mossa inefficace. La nave dei loro avversari era stata danneggiata meno del previsto, ed era stata in grado di passare all'attacco.
Sospiro'. Non riusciva ancora ad accettare il fatto che la sua vecchia amica fosse veramente morta.
Pensando a lei tornarono in superficie ricordi che credeva di aver perduto; le bevute, le feste, gli scherzi che avevano fatto insieme sfruttando la loro somiglianza.
Erano molto piu' giovani, allora, poi le loro strade si erano divise e si erano perse di vista.
Chissa' se quell'Aiden o Karas o come diavolo si faceva chiamare, era stato veramente il suo compagno oppure avevano a bordo proprio il traditore che aveva causato la sua morte...
Appena si fosse sbarazzata di tutti quei rettili avrebbe fatto una lunghissima chiacchierata con quel tipo, dopo avrebbe deciso se ubriacarsi con lui in memoria di Patros o scaricarlo nello spazio e guardarlo morire.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - Ore 23.45

Quando i lavori di riparazione fuono terminati, i pirati si radunarono in plancia.
- Siamo pronti, - annuncio' Lanaari. - Ora disattivo il dispositivo e dimostreremo a Magrod che ha scelto l'avversario sbagliato - disse azionando alcuni comandi dalla sua consolle.
Non accadde nulla...
Trascorsero cinque lunghissimi minuti, durante i quali i piu' religiosi mormorarono preghiere o invocazioni ai loro dei e i piu' superstizioni fecero vari scongiuri, poi lo spazio attorno alla nave cambio'.
Come quando il dispositivo era stato attivato, la nave venne avvolta da una bolla e il riflesso della Minerva apparve sullo schermo principale per un paio di minuti prima di essere sostituito nuovamente dalle stelle.
- Visto? Ha funzionato perfettamente, - annuncio' Lanaari con un sorriso trionfante, lieta che gli altri non potessero sentire i battiti accelerati del suo cuore.
Non aveva neppure finito la frase che furono assordati dal segnale di allarme di prossimita'.
Erano in rotta di collisione con una nave, ma sullo schermo non comparve la nave di Magrod come tutti si aspettavano, ma la Seventeen.
La nave di Patros non era piu' il relitto sventrato e sepolto dai ghiacci arenato sul pianeta sotto di loro, ma era di nuovo integra, e la Minerva era sulla sua rotta...




:: Diario 009 : P'otleth (Prima Parte)

Luogo: Nave Minerva - Armeria
Data: 16 maggio 2389 - ore 23:56

P'otleth era seduto dietro al suo "tavolo da lavoro". Il romulano stava finendo di modificare uno dei fucili phaser in modo da aumentarne il settaggio senza bruciare le celle energetiche interne. Con due minuscoli aggeggi, stava collegando due altrettanto minuscoli cavetti. Era il terzo tentativo che faceva. Alcune goccioline di sudore gli rigarono la fronte. All'improvviso nella stanza risuonò l'allarme di collisione. P'otleth ebbe un sussulto e quel movimento brusco fece letteralmente saltare per aria il phaser a cui lavorava. Sbattè un pugno sul tavolo, proferendo orrende imprecazioni.
Dopo pochi secondi si rese conto di cosa aveva rovinato il suo lavoro. Urlò un'altra imprecazione e corse verso il turbo ascensore più vicino.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - ore 23:57

P'otleth sbucò fuori dal turbo ascensore. Gli ci volle poco per capire la situazione. Aldea urlava ordini al timoniere e quello cercava di allontanare la nave dalla rotta della Seventeen.
Le manovre del timoniere non furono abbastanza veloci. La Minerva fu colpita di striscio dalla Seventeen. Tutto l'equipaggio rovinò a terra al momento dell'impatto e le luci in plancia si spensero. Aldea urlò: "Attivate le luci di emergenza!"
La plancia fu nuovamente illuminata. P'otleth si rialzò e corse verso la postazione tattica, il cui precedente occupante giaceva a terra semisvenuto. Il romulano digitò alcuni comandi sulla consolle e apparve un'analisi dell'altra nave.
Dalla postazione ING qualcuno gridò:
"Scudi al 47 %, phaser di babordo fuori uso, sistema di supporto vitale gravemente danneggiato."
Chi era che parlava? Come mai urlava così tanto? Il romulano si sentì debole.
Il minimo sussurro era come un urlo alle sue orecchie. Perché? Qualcuno si avvicinò a lui. P'otleth si guardò intorno e riconobbe Stilgar, il "dottore" di bordo. La vista gli si annebbiò e crollò a terra privo di sensi.




:: Diario 012 : T'eyan - Da un altro universo (Prima Parte)

Luogo: Nave Minerva - Plancia di comando
Data: 17 maggio 2389 ore 00:05

"Manovre evasive!" - urlò Aldea. Il ragazzo alla postazione del navigatore parve non aver sentito. Fissava lo schermo, come ipnotizzato dalla nave che s'ingrandiva al centro. Le sue mani si aggrappavano alla consolle come a cercarne protezione. Aldea si precipitò in avanti, lo scosse per le spalle: "Dannazione! Navigatore, manovre evasive! Qualunque rotta!"
Il ragazzo si mosse appena. L'immagine della nave riempiva lo schermo. Aldea afferrò le dita che si increspavano sul ripiano, lo costrinse a staccarsi, lo spinse via.
Stilgar accorse, afferrando automaticamente il tricorder medico alla cintura. Si chinò sul ragazzo a terra. Occhi sbarrati, scuoteva la testa come tentasse di scacciare qualcosa dalla testa. Choc.
Dietro di lui, Stilgar percepì dei sospiri di sollievo e capì che Aldea era riuscita ad attuare le manovre evasive. Sollevò lo sguardo. Il capitano fissava lo schermo con uno sguardo intenso.
"Un momento..." - la sentì mormorare.
"Armi caricate, puntate al bersaglio!" - avvisò T'eyan.
"Fermi! Negativo!" - urlò Aldea - "Non sparare!"
"Ci hanno attaccato!" - protestò la vulcaniana.
"Ci hanno attaccato ma non con le armi!" - ribatté il capitano - "E noi NON li attaccheremo!"
Stilgar non poté fare a meno di sentire un brivido - fra la paura e l'eccitazione. Avrebbe dovuto portare il navigatore in infermeria, ma il dottore capì che non era il momento di richiedere un teletrasporto di emergenza. Alzò le spalle, e si tirò su a guardare appoggiandosi alla consolle di navigazione. Il ragazzo non sarebbe morto per qualche istante in più in plancia...
"La Seventeen ha cambiato rotta! E' di nuovo in rotta di collisione con noi!"
Accanto a lui, Aldea fissava lo schermo con determinazione. Stilgar non poté fare a meno di chiedersi se il capitano sapeva realmente quello che faceva.
Sbirciò il monitor di navigazione. La nave nemica stava aggiustando la rotta dopo le loro manovre evasive. Il monitor registrò un aumento della velocità.
"Stanno entrando in curvatura!" - disse T'eyan, con voce controllata - "Se ci caricano a velocità di curvatura potremmo non vederli arrivare!"
"Ma sarebbe la fine, per noi e per loro!" - esclamò Stilgar - "Che ci guadagnano a fare i kamikaze? Non sono mica dei fottuti Jem'Hadar strafatti di ketracel... Vero?"
La Seventeen era di piatto, perpendicolare nel piano. Stilgar resistette alla tentazione di piegare la testa per guardare la nave che si lanciava contro la loro. Le mani di Aldea si incresparono sui comandi di navigazione poi... si distesero. Stilgar si girò verso di lei, quasi temendo di vederle negli occhi lo sguardo perso del giovane navigatore.
Sorrideva.
"Sono a meno di diecimila chilometri di distanza! In avvicinamento!"
"Che diavolo hai in mente, Aldea?" - domandò Sandeker - "Quelli ci vengono addosso! Manovre evasive!"
"Nessuna manovra evasiva!" - ordinò la donna - "Restiamo su questa rotta!"
"Mille chilometri!"
La nave riempiva lo schermo. Stilgar istintivamente fece un passo indietro, guardando la massa ferrosa troppo vicina per essere ancora una nave. Si vedevano le giunture, si vedevano le tracce di vecchie riparazioni mal fatte, il nome Seventeen mezzo cancellato da un qualche impatto stellare...
Non è vero, pensò Stilgar. Non posso morire oggi... Non devo!
"Cinquanta chilometri! Che cosa stai cercando di provare, Aldea?" - urlò Sandeker.
"Esattamente questo!" - esclamò la donna, puntando il dito sullo schermo. La Seventeen parve perdere il centro, scivolare, scorrere verso il basso.
Stilgar si girò verso T'eyan, che annuì leggermente.
"Lo sapevi?" - domandò Sandeker, rivolgendosi al capitano - "Aldea, sapevi che avrebbe cambiato rotta, vero?"
"Non volevano speronarci" - rispose Aldea, indirettamente - "Volevano farcelo credere. Le manovre evasive ci avrebbero fatti spostare dalla rotta verso quella nebulosa. Entrando là dentro a velocità di curvatura, non li avremmo più presi..."
"Non sapevo che volessimo prendere quella nave" - fece notare T'eyan.
"Non vogliamo prenderli. Non noi" - ribatté Aldea - "La nostra nave, però, assomiglia alle navi federali. Patros non voleva farsi prendere dai federali.."
Sandeker le lanciò uno sguardo interrogativo: "Patros? Cosa ti fa pensare che in questo universo sia sempre lei il capitano di quella nave?"
"La manovra che ha fatto..." - rispose, tranquillamente - "L'ho riconosciuta... Non subito, ma l'ho riconosciuta. E' lei, ne sono sicura"
L'immagine sullo schermo centrale vibrò, sostituendo lo sfondo di stelle sulla quale era appuntata la Seventeen. La donna sulla poltrona centrale si alzò, lentamente, fissando lo schermo come se volesse penetrarvi dentro.
Patros?
Stilgar non poté fare a meno di voltarsi verso Aldea. Stesso volto, stessi occhi, stessi capelli bianchi... Perfino la stessa pettinatura, come se la somiglianza fra le due donne fosse stata anche coltivata con cura, e non solo prodotta da una qualche curiosa coincidenza genetica.
"Aldea... " - mormorò l'apparizione, come se non credesse ai suoi occhi.
Il capitano annuì con il capo: "Sono io"
"Non è possibile" - La fronte dell'altra donna si increspò - "Forse si. I sensori mi dicono che la tua nave non ha la firma quantica di questo universo... E forse... Forse nel tuo universo sei Aldea. Ma non nel mio. Nel mio universo, Aldea... Tu sei morta. Sei stata uccisa cinque anni fa."




:: Diario 009 : P'otleth (Seconda Parte)

Luogo: Nave Minerva - Infermeria
Data: 17 maggio 2389 - ore 17:45

P'otleth aprì gli occhi. Sentì una fitta alla testa. Si mise a sedere sul lettino e cerco' di guardarsi intorno. Sui lettini intorno a lui giacevano semisvenute altre persone. Qualcuno arrivo' alle sue spalle e gli appoggiò una mano sulla spalla. P'otleth si girò rapidamente e si trovò davanti il viso di un umano. L'umano sorrise:
-"E' un piacere vederti sveglio!"
P'otleth lo guardò perplesso:
-"Chi... come..."
-"Ci siamo scontrati con una nave. Abbiamo subito parecchi danni."
P'otleth lo guardò sempre più perplesso. Stava per chiedere qualche spiegazione quando la porta dell'infermeria si aprì ed entrò Aldea, accompagnata da T'eyan.
P'otleth osservò la "cugina" vulcaniana con un certo disgusto, non nei confronti della persona, ma della razza. La vulcan intercettò lo sguardo di P'otleth, inarcò un sopracciglio e ritenne opportuno non avvicinarsi di più al lettino su cui stava seduto il romulano. Aldea fece ancora qualche passo e si fermò davanti al lettino di P'otleth. Il romulano la osservò diffidente.
-"Ben svegliato, romulo!"
-"Cosa... mi è successo..." chiese il "romulo" con un grugnito.
-"Quando abbiamo rigato la carrozzeria alla Seventeen, siamo tutti caduti dalle nostre postazioni. Tu hai avuto la sfortuna di battere la testa contro lo scalino del turbo ascensore, dico bene Stilgar?"
-"Esattamente, capitano. Per fortuna non si è fatto niente! Questi romuli hanno la testa dura!"
P'otleth riconobbe quindi l'uomo che lo aveva svegliato, Stilgar. Il romulano si passò una mano sulla fronte e riconobbe al tatto la cicatrice che aveva sulla fronte. Aldea sorrise:
-"Comunque, mentre eri svenuto, abbiamo catturato una navicella in ricognizione!"
-"Era federale?"- domandò P'otleth.
-"Ehm... bhe, dopo l'impatto e la fuga ho chiesto ai nostri tecnici di capire come mai ci fossimo trovati davanti alla Seventeen. Ehm... risulta che il dispositivo che abbiamo testato ieri ci ha fatto finire in un universo parallelo, attraverso una distorsione elettromagnetica e bla bla... le solite chiacchiere da ingegneri. La navetta che abbiamo catturato era federale, ma non apparteneva alla Federazione Unita dei Pianeti."
P'otleth le rivolse uno sguardo interrogativo.
-"Gli umani che abbiamo interrogato hanno detto di essere ufficiali di una Federazione di sistemi, che comprendono l'Impero Romulano e la "nostra" Federazione Unita."
P'otleth all'improvviso si svegliò completamente:
-"C'erano dei romulani fra quegli ufficiali?"
-"Bhe, sì... ma..."
P'otleth si alzò in piedi di scatto.
-"Dove sono tenuti?"
-"Nelle celle della nave, ma..."
P'otleth non stette ad ascoltarla, scansò la vulcan e schizzò verso il turbo ascensore. Ci si infilò dentro e la porta si richiuse.

Luogo: Nave Minerva - Aree detentive
Data: 17 maggio 2389 - ore 18:01

La porta della sezione sicurezza si aprì e uno dei subordinati di P'otleth, un umano, sbirciò oltre il padd che stava leggendo per vedere chi fosse il nuovo arrivato. Vedendo P'otleth si affrettò a tirar giù gli stivali dal tavolo.
Il romulano lo ignorò e si diresse verso le celle. In fondo ad una di esse giacevano tre umani e due romulani.
P'otleth disattivò il campo di forza che chiudeva la cella ed entrò. L'umano dietro di lui estrasse il phaser e si posizionò davanti alla porta. P'otleth si diresse verso i due romulani, ignorando gli umani che lo guardavano terrorizzati. Il romulano si inginocchiò davanti ai due compatrioti e osservò il volto di uno dei due. Lividi a parte, sembrava una faccia già vista.
Il prigioniero sembrava svenuto, ma all'improvviso ebbe un sussulto e si sveglio'. Alla vista del viso di quel romulano, P'otleth strabuzzò gli occhi e, nel tentativo di allontanarsi, incespicò e cadde a terra. Il prigioniero sembrava anch'egli sorpreso alla vista di P'otleth. I due romulani erano la stessa persona.




:: Diario 011 : Stilgar

Luogo: Nave Minerva - Sala Mensa
Data: 17 maggio 2389 ore 19:00

"Qual'e' la situazione in infermeria?" chiese Aldea senza voltarsi.
Stilgar vide il capitano seduto ad un tavolo spalle alla porta da cui era appena entrato. Le fece cenno se potesse sedersi al suo tavolo e Aldea annuì con un cenno del capo.
Una volta sistematosi Stilgar prese il suo DiPadd e consulto' i dati. "Il salto e la collisione hanno provocato sei feriti lievi già guariti ed operativi ed un ferito leggermente più grave, una frattura guaribile in pochi giorni."
"Ci e' andata ancora bene" commento' Aldea.
"Quante probabilità ci sono di finire in un universo parallelo in cui almeno uno dei membri di questo equipaggio presenti un doppione, per giunta nel medesimo periodo temporale?" chiese distrattamente Stilgar.
"Poche, immagino" rispose Aldea. "Ma se ce n'è uno è possibile che ce ne siano anche altri."
"Le scorte di medicinali scarseggiano" fece presente il dottore. "Dovremo fare molta attenzione quando cercheremo di tornare dall'altra parte."
"Chi ti dice che torneremo di là?" Aldea si alzò e lasciò la stanza.
Stilgar, perplesso, rimase seduto a guardare la sagoma del capitano sparire dietro le porte della mensa.

Luogo: Nave Minerva - Cucine
Data: 17 maggio 2389 ore 19:15

Gordon Stilgar osservava Lanaari impegnata ad affettare delle radici a lui sconosciute.
"Non lo so" disse Lanaari senza distogliere lo sguardo dal coltello "Gli universi paralleli sono teoricamente infiniti, se riattiviamo il sistema non abbiamo nessuna certezza di ritornare nel nostro universo."
Si interruppe per pochi secondi, guardò ostile Stilgar seduto sul bordo del tavolo il quale fingendo noncuranza si alzò e spazzolò con la mano la superficie da lavoro.
"Inoltre Aldea è, come dire, leggermente irritata con me. Meglio starle alla larga" concluse Valente.
"A dire il vero non mi è sembrata molto interessata all'idea di tornare indietro" ribadì Stilgar.
"Beh, in molti a bordo di questa nave non hanno molto fare dall'altra parte" osservò Lanaari.
"Ma altri si" disse Stilgar
"E tu sei uno di quelli, immagino" disse la donna sollevando inquisitoria lo sguardo.
Stilgar cercò di cambiare discorso "Ma un Worm Hole? Potrebbe creare un canale unidirezionale verso un universo particolare?"
"Che ne sai tu di Worm Hole?" chiese la cuoca.
"Ben poco, per questo chiedevo" rispose il segaossa.
Lanaari annui' mentre distrattamente versava l'ammasso rossastro di radici sminuzzate in una pentola "Prova a parlarne con T'eyan o Sandeker"
Stilgar addentò una carota, salutò ed uscì dalle cucine.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 17 maggio 2389 ore 19:30

Stilgar uscì dal turbo ascensore e vide il primo ufficiale e il nostromo alle loro postazioni.
Gordon si avvicinò a Sandeker. "Scusami" iniziò il segaossa, ma il nostromo lo zittì sollevando una mano.
"Non ora" lo interruppe Sandeker. "Ho appuntamento con una signora a cui non piace aspettare" disse, e se ne ando' lasciandolo con i suoi dubbi.




:: Diario 010 : Dirk - Uova avariate

Luogo: Nave Minerva - Alloggio Dirk
Data: 17 maggio 2389 ore 20:05

"Puoi giurarci che mi ci vuole un po' del tuo tocco magico" disse Sandeker stiracchiandosi con una smorfia"
"Non ti starò viziando?" obiettò P'§or
Dirk sorrise sornione verso la donna "Viziando? Abbiamo dovuto fare una corsa infernale contro il tempo per rimettere a posto i danni che quei serpentelli hanno causato alla Minerva, Bartig si era infognato tra i condotti dell'arricchitore di plasma per rimuovere una scaglia di isolante. Risultato? Per disincastrare Bartig abbiamo dovuto smontare il pannello di accesso, Gas si è introdotto nel complesso ed ha rimosso la scaglia, quindi abbiamo rimesso su il tutto, perdendo il quadruplo di tempo!"
"Basta parlare di lavoro, vieni qua e fatti mettere a posto!" Khetta spinse l'umano sul lettino afferrando con la mano libera un barattolino di unguento.
"Viziarmi... - tentò di ribattere l'umano - Cosa vai pensando, questa è pura terapia, vuoi che passi da Stilgar a farmi dare una ricetta?"
"Stupidone, ma che ricetta e ricetta, magari quel segaossa poi ti sbatte in corpo qualche sonda o vuole aprirti per cercare chissà quale problema, l'unica cosa che puoi darmi... è un bel bacio." Così detto lo strinse a se cercando le labbra dell'uomo con le sue.
La porta emise il suono più sgradevole per le due persone nell'alloggio
"Chi accidenti è ora?" Dirk lanciò una occhiata incendiaria verso la porta.
"Lascia stare, se fosse urgente, Aldea ti avrebbe convocato tramite computer"
Khetta lo guardò dritto negli occhi sperando che per una volta nessuno rovinasse l'atmosfera che si stava creando.
Nuovamente la porta emise lo stesso suono ancora ed ancora.
"Oh Diavoli dell'inferno! - Dirk si scostò da P'§or quando il segnale si ripetè per la sesta volta - perdonami tesoro; ti assicuro che se non c'è un valido motivo, questa volta qualcuno dovrà essere scrostato dalla paratia!"
Il suono venne sostituito dal rumore di qualcuno che colpiva la porta come se volesse scardinarla. Dirk disattivò la serratura permettendo alla porta di rientrare nella parete scivolando mentre una mano di notevoli dimensioni calava nel varco lasciato aperto.
"Hey, calmati Bartig - Dirk scattò con il busto all'indietro schivando il maglio che si abbatteva verso di lui - hai per caso deciso di farmi fuori?" L'umano fissò perplesso il corpulento tecnico dei motori.
"Abbiamo un problema, qualcosa sta risucchiando tutta l'energia, devi venire con me in sala macchine immediatamente"

Luogo: Nave Garuden - Plancia
Data: 17 maggio 2389 ore 20:05

"Dove accidenti sono finiti?!!? Dove si sono rintanati quei bastardi?"
Magrod fremeva dalla rabbia, sullo schermo era nuovamente scomparsa l'eco della Minerva.
"E' sparita ancora, tempo di rilevamento 12 secondi, intermezzo 3 ore e 22. Stiamo calcolando la possibile finestra in cui dovremmo riuscire a rivederli per poter fare fuoco."
"Non dovete 'cercare', voglio quella bastarda e la sua nave! Soprattutto voglio le uova!!"
"Mio Signore, abbiamo un problema, l'ultima apparizione ha confermato quella che credevamo fosse un'immagine neutronica, in realtà sembrerebbe che le navi siano due."
Richiamate dalla memoria del sistema, apparvero le letture dei sensori, mostrando il profilo filante della Minerva e le armoniche di un'altra nave...
"Ah, così Patros si è portata degli amichetti che l'hanno salvata, voglio sapere dove e quando riappariranno, fate preparare delle navette con delle mine di prossimità, appena saltano fuori da dovunque si stiano nascondendo li voglio in minuscoli brandelli!!!
Dalla consolle scientifica uno degli uomini di Magrod si girò allarmato: "Mio Signore... secondo i calcoli, dovrebbero apparire tra 24 secondi."
"Benissimo - ringhiò Magrod - non abbiamo tempo di preparare la trappola con le mine! Ai propri posti, voglio che appena riemergono, si trovino in mezzo ad una tempesta di colpi! Voglio che vengano maciullati senza pietà, lasciate intatta solo la stiva di carico... Se possibile!"
Tutte le armi vennero attivate e puntate nella zona di spazio in cui sarebbero apparse le due navi. Al termine del conto alla rovescia, un mare di siluri, phaser ed altre forme di energia scaturirono dal vascello convergendo in un punto, l'esplosione simultanea illuminò la plancia benché schermata.
I display dei sensori rimasero accecati per qualche micro secondo prima di riprendere un minimo di funzionalità.
"Mio Signore..."
"Li avete colpiti?" latrò Magrod furioso interrompendo il suo tirapiedi.
"Non ne è rimasto nulla" - mormorò il tecnico provando un brivido lungo la spina dorsale - "credo... credo siano stati vaporizzati".
Magrod si avvicinò rapidamente alla postazione, lanciò una occhiata alle letture e rifilandogli un manrovescio, fece ruzzolare l'umanoide al di là della consolle. "Bastardi... non avete vaporizzato niente, perché non c'è nulla! Controllate tutto da capo, non fateveli sfuggire, se ci tenete alla vostra vita!!"

Luogo: Nave Minerva - Corridoio Alloggio Dirk
Data: 17 maggio 2389 ore 20:10

"Che accidenti vuol dire che i motori stanno perdendo potenza?" Dirk percorse velocemente il corridoio cercando di stare al passo con il corpulento meccanico.
"Che gli strumenti stanno rilevando un costante abbassamento del livello di energie disponibili, i motori vanno al 100% eppure i condotti ricevono solo il 76% del flusso." Bartig agitava le mani cercando di dare enfasi al concetto.
"A dire il vero no." - Uscendo dalla sala macchine, Gas si inserì nel discorso. - "Adesso siamo al 74% sempre in calo costante"
"Avete già fatto rapporto ad Aldea?" Dirk guardò i suoi due compagni di viaggio temendo la risposta.
Gli altri due pirati rimasero silenziosi a scambiarsi sguardi spauriti.
"MA ACCIDENTI!!! Non potete nascondere un casino del genere ad Aldea, è la prima che dev'essere informata di questo disastro!"
"Già... sono io il Capitano della nave, quindi è a me che dovete subito segnalare questi problemi." - La voce di Aldea risuonò alle spalle del terzetto, congelandoli sul posto - "Grazie a Lanaari so che qualcosa ci sta succhiando potenza, avete fatto qualche scoperta?"
Gas fu grato del cambio di rotta nel discorso: "A quanto pare, il giochino che Lanaari ha attivato non vuole smetterla di funzionare..."
"Non dire scemate" - Lanaari interruppe il Temmicki. - "Ho fermato totalmente il sistema e l'ho sganciato dal nucleo della nave."
"E da quel momento... ci siamo trovati in mezzo ad altri problemi, meno pesanti per noi, ma ugualmente pericolosi." - Aldea si spostò di lato, lasciando vedere alle sue spalle una figura che sarebbe potuta passare per sua sorella gemella. - "Vi presento Patros..."




:: Diario 012 : T'eyan - Da un altro universo (Seconda Parte)

Luogo: Nave Minerva - Settore detenzione
Data: 17 maggio 2389 ore 20:15

Se non altro, il colore degli abiti era differente, pensò Lanaari Valente mentre seguiva lungo il corridoio del settore detenzione le due donne.
Questo rendeva più facile distinguere il suo capitano dall'altra donna. Non che fossero completamente identiche... Ma lei stessa, quando aveva visto apparire Patros sulla pedana del teletrasporto della sua nave, aveva avuto un attimo di sbandamento. Poi era scesa dalla pedana, portando con sé un giovane trill dall'aria scontrosa, che aveva presentato seccamente come Neal. Le donne si erano scrutate a lungo, prima di decidere di abbracciarsi.
Ma qualcosa le era suonato poco convincente nella riunione fra le due amiche. Come se sullo sfondo giacesse qualcosa di impossibile da formulare a parole.
Davanti a loro, T'eyan aprì la porta della sezione detentiva. Patros entrò, seguita da Neal e da Aldea. Il suo sguardo oltrepassò i romulani che si alzarono in piedi avvicinandosi alla porta della loro cella, e si soffermò sui Garuden della cella accanto.
"Li ha riconosciuti" - comprese Lanaari - "Sa chi sono!"
"Patros!" - esclamò Galan. Atorn non disse niente. Le scaglie intorno ai suoi bulbi oculari sembravano tese e più chiare di prima.
"Perché questi due sono in cella?" - domandò Patros.
"Davano in escandescenze" - Aldea strinse le spalle - "In quel momento, avevo altro per la testa che dare retta alla loro piccola crisi paranoica. Adesso, non credo che ci sarebbero problemi a lasciarli tornare ai loro alloggi sulla nave. Purché promettano di non mettersi più di traverso alle mie decisioni"
I due rettiloidi si scambiarono uno sguardo, quindi dettero un cenno di assenso. Aldea premette il comando di apertura della cella. Atorn oltrepassò la porta, avvicinandosi a Patros: "Che cosa è successo? Io ho visto tuo corpo. Morta! Tua nave, distrutta!"
"Non sono io quella che pensate" - rispose Patros - "E voi non siete le stesse persone che si trovano sulla mia nave in questo momento. Come del resto..." - accennò ad Aldea - "Neanche lei è la donna che è stata mia amica per anni"
"Solo in un certo senso. Ossia, che non appartengo al tuo stesso universo" - obiettò Aldea - "Eppure... Sono io. E nel mio universo, anche io sono stata amica di una Patros"
"Altro universo?" - le scaglie intorno agli occhi di Galan diventarono quasi bianche - "Noi... Non possiamo essere in un altro universo! Dobbiamo tornare al nostro pianeta! Noi abbiamo missione da compiere..."
"Io non so quale sia il vostro pianeta" - disse Patros - "Conosco la rotta per il pianeta dei Garuden di questo universo, ed è dove sono diretta in questo momento... Pattuglie romulofederali permettendo, naturalmente"
"E questo ci porta agli occupanti dell'altra cella" - T'eyan accennò ai romulani che avevano appena oltrepassato.
Lanaari non poté fare a meno di osservare il volto noto dell'alter ego di P'otleth. Il romulano li guardava con occhi attenti, appoggiando le mani alle sbarre della cella, senza farsi sfuggire una battuta.
"Si, li ho notati" - disse Patros - "Le celle di questa nave sembrano essere particolarmente affollate, Aldea"
"Dev'essere il tempo" - rispose Aldea, con un sorriso misterioso sulle labbra. Patros accennò un sorriso a sua volta, come rispondendo ad un ricordo, poi corrugò di nuovo la fronte. Lanaari osservò lo scambio senza fare commenti. Possibile che le due donne avessero ricordi in comune, pur appartenendo ad universi così profondamente differenti?
"Abbiamo trovato i romulani su una navetta" - disse il primo ufficiale - "Li abbiamo presi a bordo, ma prima di essere catturati hanno fatto in tempo a spedire messaggi via subspazio. Li abbiamo decrittati... Hanno fatto sapere alla nave madre di avere intercettato la Seventeen, che una seconda nave era improvvisamente spuntata fuori dal nulla e che li stavano prendendo prigionieri"
"Hanno dato la descrizione della nostra nave?" - domandò Aldea, vivacemente.
T'eyan annuì, cupa: "La loro nave madre sta sicuramente arrivando alla massima curvatura, in questo momento. Non credo che avremo molto tempo prima di doverla affrontare..."
"La nave madre... Ne hanno detto il nome?" - intervenne Neal, interessato.
"Condor. A meno che non sia un nome convenzionale" - rispose il primo ufficiale. Il nome parve colpire Neal, mentre Patros si limitò ad annuire, come se non si fosse aspettata altro: "Che tipo di nave è la Condor?"
"Incrociatore. Classe D'deridex" - rispose Neal, abbassando gli occhi.
"Stavano aspettando voi, vero?" - intervenne Lanaari - "Ma perché? E come avranno fatto a capire che sareste stati su questa rotta?"
"Non credo che lo sapessero" - rispose Patros dopo un attimo di riflessione - "Se lo avessero saputo, avremmo trovato qui la Condor, non una navetta. Probabilmente hanno spedito navette e sonde su tutte le possibili rotte dirette al pianeta. Una volta intercettati, sarebbe intervenuta la Condor in modo da non farci arrivare a destinazione"
"Ma noi li abbiamo intercettati per primi" - completò T'eyan, che si rivolse ad Aldea - "Resta da stabilire che cosa fare adesso. Non possiamo stare qui ad aspettare che la nave madre ci venga addosso...Anche combinando la potenza di fuoco nostra e della Seventeen difficilmente potremmo sostenere un combattimento con una nave di classe D'deridex"
Aldea sospirò: "Sarà meglio spostarci all'interno della nebulosa, intanto. Quantomeno, al riparo della nebulosa potremo riparare la nave dai danni del combattimento. Poi penseremo a come far perdere di nuovo le tracce alla nostra nave..." - guardò di sottecchi il capitano della Seventeen - " Se saremo costretti a restare in questo universo, dovremo anche capire il perché un grande e potente impero se la prende con le uova di una razza in via di estinzione... Per non parlare delle altre cose"
"Per esempio?"
Aldea accennò a T'eyan: "Per esempio..." - il primo ufficiale indicò i romulani in cella - "Quando si è trattato di tenere prigionieri i romulani della navetta, ho dovuto far trasportare in un alloggio chiuso a chiave e sorvegliato il precedente ospite di quella cella... Il tuo alter ego lo conosceva. Voglio sapere se lo conosci anche tu"
"Di chi si tratta?"
Fu il capitano a risponderle: "Di quello che forse è il tuo assassino" - disse - " E se lo è... Sembra paradossale, ma voglio che tu mi dica se vuoi che vendichi la tua morte"
Uno strano sorriso aleggiò sulle labbra di Patros: "In fondo, perché no... Io l'ho fatto, quando è toccato a te..."




:: Diario 013 : Lanaari

Luogo: Nave Minerva - Zona alloggi
Data: 17 maggio 2389 - Ore 21.20

Patros era ferma davanti a Karas/Aidan e lo fissava in silenzio mentre Aldea e Lanaari la fissavano a loro volta per spiarne la reazione, Karas appena la aveva vista aveva strabuzzato gli occhi, anche se aveva capito dalle voci che giravano tra i prigionieri che si trovavano in un altro universo e che quindi poteva addirittura trovarsi davanti sé stesso, era stato strano rivedere Patros.
Ora si era ricomposto in qualche modo, e non lasciava trapelare il nervosismo che in realtà lo attanagliava: chi era o chi era stato in quell'universo?
Lanaari, dal canto suo, aspettava con trepidazione la risposta di Patros a quell'incontro, aveva una teoria e sperava e allo stesso tempo paventava, che fosse quella giusta.
Aldea aveva la mano sul faser al suo fianco: se Karas o Aidan che dir si voglia fosse stato il traditore che pensava, non avrebbe nemmeno pensato a cosa fare, lo avrebbe fatto e basta.
Patros alzò appena un angolo della bocca, un piccolo accenno di sorriso: "Tranquilla Aldea... lui era con te, non contro di te, quindi presumo che nel vostro universo... lui fosse con me."
Il sospiro di sollievo che risuonò unanime espresse i sentimenti di tutti.
Quell'universo era una specie di realtà invertita, chi era morto nell'altro era vivo in questo, chi nell'altro era un rinnegato, in questo era alleato, e così via...
Aldea fece cenno a Lanaari di liberare Karas poi fece strada a Patros verso la plancia.
Lanaari aspettò che Karas uscisse poi lo fissò: "Allora come dovremmo chiamarti?"
L'uomo si strinse nelle spalle: "E' uguale, sono entrambi i miei nomi, solo che in certe situazioni uso Karas, in altre, poche in verità, uso Aidan."
"Bene Karas, ti porterò ad un alloggio piu' confortevole così potrai sistemarti, poi penso che Aldea vorrà parlarti... sii disponibile. Lei... fa fatica a fidarsi."
"E tu? Tu ti fidi?" domandò lui inclinando la testa. Lanaari lo fissò per un lungo attimo: "Quasi mai."

Luogo: Nave Minerva - Zona cucine
Data: 17 maggio 2389 - Ore 22.10

Lanaari stava affettando e rosolando in maniera piuttosto concentrata e, in qualche modo, furiosa anche. Stilgar fece capolino:
"Tutto bene? Sono andato a vedere come sta il nostro ex prigioniero, ora sono libero e volevo parlare con te di questo universo e di come fare ad uscirne."
"Chi ti dice che io voglia uscirne?" borbottò Lanaari sempre più infuriata.
Stilgar si rese conto solo allora della rabbia che stava esprimendo con il coltello che teneva in mano e che continuava a pestare sul banco di lavoro anche se la verdura che stava tagliando oramai era ridotta in poltiglia.
"Ehm... hai intenzione di fare una zuppa?"
Lanaari lo fulminò con lo sguardo, poi gettò il coltello e raccolse i poveri resti e li mise in pentola: "Ci farò un sugo per l'arrosto di domani." disse secca.
Stilgar attese un po' poi affrontò lentamente l'argomento che gli stava a cuore: "Ascolta... so che per molti di voi nel nostro universo non c'è molto ma, per alcuni di noi non è così. Io non voglio sapere cosa sono in questo universo, mi basta quello che sono nel nostro. Tu... cosa speri di trovare qui?"
Lanaari respirò a fondo, poi si voltò: "E' solo una teoria, ma... sembra che chi sia morto nel nostro universo... in questo non lo sia, e che magari l'esistenza di chi si trova anche in questo universo sia magari migliore di quella che ha nell'altro... io... vorrei verificare se è vero, tutto qui." terminò lei cupa.
Stilgar la fissò in silenzio per un po': "D'accordo, e se anche fosse come pensi tu... chi speri di trovare vivo?"
"I miei genitori, e magari mio fratello sposato e con figli... e magari..."
"Te morta così potresti prendere il 'tuo' posto? E se invece trovassi anche te viva, e con una vita migliore, cosa faresti? Elimineresti l'altra te per prenderne il posto? Lo faresti? Veramente? Non sarebbe meglio invece non sapere nulla e tornare alla tua vita, nel posto a cui appartieni? Pensaci Lanaari, e magari pensa anche a come riportarci di là!" concluse stizzito.
Diamine quella ragazzina era testarda, anche se emotivamente poteva capirla, razionalmente pensava fosse un errore rimanere in quell'universo. Non potevano di certo appropriarsi delle esistenze altrui.
Gas era fuori della porta della cucina e fece finta di arrivare in quel momento così da non creare imbarazzo, ma aveva sentito tutto quindi cercò di alleggerire l'atmosfera entrando allegramente: "Ehi, Lan, che ne dici di cucinare uno dei miei piatti preferiti, magari... una bella zuppa..." concluse smorto vedendo cosa stava sobbollendo in pentola.
Lan sorrise: "Non preoccuparti Gas, sono solo le verdure per condire l'arrosto. E non far finta di non aver ascoltato."
Gas fece fremere i baffi: "Ehi, io stavo passando... e voi stavate parlando ad alta voce." rispose stizzito incrociando le braccia.
Poi fissò la ragazza che aveva un'aria comunque smarrita: "Ascolta Lan... so quello che provi, diamine piacerebbe anche a me rivedere alcune persone che non ci sono più, ma... non so se sia giusto, capisci? E se poi loro ti vedono? E se tu in questo universo sei morta, pensa alla sofferenza che anche loro provebbero: sei tu, non la loro Lanaari capisci? La nostra esistenza, nel nostro universo, è sicuramente diversa dagli altri noi, in questo."
Lanaari si asciugò una lacrima che le era sfuggita: "Vorrei solo vederli, anche da lontano, capisci?"
"Sì, ma a rischio di mettere in pericolo tutti gli altri?"
La ragazza scosse la testa, tornando a cuocere.




:: Diario 014 : Dirk

La porta si aprì nuovamente lasciando entrare Aldea. Il capitano si fermò in mezzo alla cucina portandosi le mani ai fianchi: "Ho deciso di restare e vedere se riusciamo a racimolare un po' di equipaggio, Aidan e Patros ci daranno una mano con alcuni loro contatti. Qualcuno ha una opinione differente?"
Lanaari trattenne a stento la felicità all'idea di poter restare ancora in quel posto. Aprì bocca per supportare il piano di Aldea ma Stilgar rispose per primo: "Dobbiamo tornare di la' - indicando un punto all'esterno dello scafo - in questo posto è tutto sbagliato e soprattutto i morti dovrebbero essere morti, c'è un equilibrio che è stato stravolto".
"Quale equilibrio stravolto? - Lanaari interruppe Stilgar rudemente, le mani chiuse a pugno fremevano, che equilibrio c'è nel sapere che loro sono vivi e stanno bene ed io non li posso vedere almeno per un istante, se ho anche una minima speranza di poterli abbracciare, voglio poterlo fare".
Da dietro le spalle di Aldea fece capolino Dirk: "Lanaari, ascolta, pensaci un solo istante, se questo universo è veramente bilanciato con il nostro... i tuoi genitori sono vivi... ma tu e Manaar?"
Per un lungo istante nella cucina sembrò riverberare la domanda di Dirk, come se nessuno osasse confermare lo stesso pensiero.
"Appunto, se fossero anche solo in parte come i miei genitori, sono sicura che si staranno struggendo da molti, troppi anni, come credi si sentirebbero a poterci di nuovo riabbracciare, saremmo di nuovo una famiglia!"
Aldea pose fine al discorso: "Lanaari, non possiamo andare a cercare la tua famiglia, dobbiamo mantenere un profilo basso e non attirare l'attenzione, quello che posso prometterti è che cercheremo tutte le informazioni disponibili su di loro, ma non ti permetterò di andare da loro, è troppo pericoloso per te... e per noi".
Abbattuta, la giovane abbassò la testa con rassegnazione: "Capisco, ti ringrazio per quel poco che potrai fare". Rimase immobile al suo posto rimuginando silenziosamente * Dammi solo una opportunità e se mi si presenterà l'occasione scapperò da questa nave *.
"Dirk, vieni con me, dobbiamo proseguire nelle riparazioni e nei collaudi... e voglio che tu faccia qualcosa per me".
Il Capitano ed il Nostromo della Minerva uscirono assieme.
"Ascolta Dirk - riprese sottovoce la donna - ho paura che Lanaari stia meditando qualcosa, non l'ho mai vista così remissiva"
"Effettivamente anche a me ha dato una strana impressione, ma come possiamo darle torto, ha perso sua madre due volte, la prima quando ancora era una bimba, la seconda, quando la sua matrigna e suo padre si sono sacrificati per lei e suo fratello. Non posso, nemmeno cercando di sforzarmi in pieno, non pensare che abbia ragione a voler cercare i suoi genitori. Ma se si rivelasse una perdita di tempo? Se fossero morti anche qua?"
"Dirk, non possiamo metterci alla ricerca di un sogno, per quanto ci possa piacere l'idea romantica di un incontro con i suoi genitori. Ricordiamoci che per quanto ne sappiamo, da questa parte potremmo avere ancora più nemici di quanti ne abbiamo lasciati di la'."

Luogo: Nave Minerva - Zona alloggi - Alloggio di Karas
Data: 17 maggio 2389 - Ore 22.30

Aidan stava armeggiando con il terminale del suo alloggio, un sorriso da predatore trasfigurava il suo volto in una smorfia divertita. "Per ora non ci sono problemi, a parte tutte queste copie carbone in libertà per la nave. Adesso si tratta solo di far in modo di conquistare la loro fiducia e poi si vedrà."

Luogo: Nave Minerva - Zona alloggi - Alloggio di Aldea
Data: 18 maggio 2389 - Ore 00.45

"Aldea??" Una vocina femminile scaturì dal sistema di comunicazione dell'alloggio "Aldea, mi senti? Svegliati... Aldea....."
La donna si alzò di scatto dal letto cercando di concentrarsi sulla voce che l'aveva chiamata.
"Sorellina??"
Scariche di energia statica uscirono in risposta dal sistema di comunicazione.

Luogo: Nave Minerva - Sala Macchine
Data: 18 maggio 2389 - Ore 00.45

"Oh accidenti, ci mancava solo questo - Gas cominciò a lanciare occhiate preoccupate attorno a se', il pelo gli si era rizzato sul collo - Computer, esegui un diagnostico di livello 3 sui sistemi di memoria, evidenzia ed isola eventuali connessioni anomale"
=/\= Definire connessioni anomale=/\= La voce impersonale del computer formulò celermente la domanda
"Qualsiasi connessione che sia stata creata da meno di 4 giorni e non abbia un terminatore riconosciuto"
=/\= Nessuna connessione è stata indirizzata verso nodi non terminalizzati. Nessuna routine presenta manomissioni =/\=
La sensazione di pericolo non cessò di far arruffare il pelo del felinoide: "Non va bene... non va affatto bene" Gas attivò il sistema di comunicazione interno: "Dirk, hai un istante? C'è qualcosa che non mi convince."
=/\= Che accidenti succede adesso??=/\= La voce impastata di Dirk tradiva il profondo sonno da cui era appena emerso.
"Credo ci sia qualche connessione che non dovrebbe esserci, o meglio... credo ci sia qualche sezione del computer che dovrebbe essere spenta ed invece sembra appena ricostruita ed inizializzata"
=/\= Arrivo subito, chiama Aldea, T'eyan e Lanaari, meglio esserci tutti, almeno per una volta non vorrei che ci fossero sorprese =/\=




:: Diario 015 : Frankie - Problemi a bordo

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - Ore 00.55

La riunione in plancia di fronte alla console di controllo fu rapida. Riferito ad Aldea il problema, un inquietato Gas verificò con sguardo attento e preoccupato la console di controllo. Fu evidente che qualcosa si era interfacciato ai sistemi della nave, cancellando ogni traccia. Ma per fare cosa? Sperduti in un universo parallelo a chi poteva interessare che la Minerva fosse bloccata ed inerme? La nave federale in caccia di Patros? O qualche traditore a bordo? Lanaari fu una delle prime ad arrivare in plancia e dall'espressione corrucciata che aveva assunto dopo pochi minuti di frenetica attività sui tasti della sua console, fu chiaro che qualcosa di strano stava accadendo.
T'eyan la osservò a lungo, come solo un vulcaniano sa fare, ma ne dedusse che non fosse lei la causa di tutto questo. Lanaari voleva ritrovare la sua famiglia e rimanere in questo universo, questo è vero. Ma lo sguardo, l'espressione, i gesti tradivano un nervosismo motivato da qualcosa di esogeno e non di emozionale interno. Non si stava nascondendo. Non provava paura, ma solo intensa preoccupazione.
Aldea sguinzagliò subito Liam e P'otleth assieme ad alcune Mewoyane a controllare che tutti i prigionieri fossero al loro posto. Nessun allarme sonoro era stato dato. Nessuno doveva sapere. Era stata molto chiara. Il suo presentimento di aver udito Sorellina era già particolarmente difficile da accettare che comunicarlo agli altri o renderlo noto ad estranei sarebbe stato ridicolo.
Dirk ripetè meccanicamente tutta una serie di operazioni sulla sua console al fine di capire se e dove esistesse una falla. Il sistema isolineare procedette in rapida successione all'elaborazione dei dati senza rilevare anomalie: quella che poteva essere considerata una diagnostica a livello 3 si stava concludendo senza particolari annotazioni, tanto da indurre a pensare ad un abbaglio del felinoide. Ma nessuno in plancia lo pensò: Gas aveva tanti difetti, ma non quello di mettere in allarme tutti senza motivo. Questo no, non era da lui.
All'improvviso un'esclamazione di stupore da parte di Lanaari. Sul suo viso comparve una maschera d'angoscia, poco dopo i suoi occhi si sbarrarono e la giovane si accasciò sulla poltrona. Dirk fu il primo a soccorrerla e nel farlo si accorse che l'immagine che era sullo schermo era svanita lasciando un inquietante messaggio per una frazione di secondo prima di tornare ad essere il normale layout lcars della console.
=/\= Aldea a Stilgar. In plancia immediatamente. Lanaari incosciente a terra =/\= disse il capitano al comunicatore interno. Volle mantenere un basso profilo del problema, senza mettere la nave in stato di allerta. Ma qualcosa nel suo inconscio iniziò a urlarle di aprire gli occhi. Qualcosa o qualcuno stava cercando di impadronirsi della nave o di bloccarla in quell'universo.
Lanaari presentava tutti i sintomi di un forte shock, colorito pallido, temperatura corporea molto bassa, Dirk era evidentemente preoccupato, forse più di tutti.
T'eyan lo sostituì alla console e procedette a continue diagnostiche, ma il sistema immancabilmente fornì la stessa risposta:
=/\= Nessuna routine presenta manomissioni. =/\=
Dirk era convinto di quello che aveva visto, e Lanaari non era incosciente perché debole di carattere e stressata dalla situazione anomala. Qualcosa l'aveva ridotta così, qualcosa che era sul monitor, qualcosa che era dentro i sistemi della Minerva. Quel qualcosa che il sistema considerava come non intruso, ma anzi parte della sua rete di gestione.
=/\= Patros ad Aldea, mi senti? =/\=
La voce squillante ma velata da una punta di preoccupazione della donna quasi rimbombò nella silenziosa plancia della Minerva, un secondo dopo Gas accese il proiettore e la figura dai lunghi capelli bianchi comparve sui monitor.
=/\= Sulla Seventeen rileviamo anomalie sui vostri sistemi. Attività anomale a bordo. Ci sono problemi? =/\=
Lo sguardo di Aldea raggelò il sangue a Gas che però si limitò a stringere le spalle arruffando il pelo con un'espressione sconsolata: sui sistemi di controllo della Minerva niente di tutto ciò era rilevato. Tutto era normale.
=/\= Forse, ma non lo sappiamo. Cosa rilevate? =/\=
=/\= Anomalie nella pressurizzazione, avete abbassato gli scudi, perdete potenza in vari settori, disabilitati i teletrasporti e bloccati gli accessi alle aree navette a quanto risulta dai miei scanner. Ma i miei uomini stanno procedendo con le analisi. =/\=
"Dannazione... Gas!!! Mantieni aperto il contatto con la Seventeen ad ogni costo. T'eyan! Dirk! Trovatemi quelle falle, bloccate il sistema. Eseguite diagnostica livello 1, spegnete tutto il superfluo! ORA!"
Aldea pareva una furia. Con tutti i sacrifici che aveva dovuto sopportare per ottenere e mantenere quella nave, non se la sarebbe fatta togliere da un sistema impazzito.
=/\= Stilgar in plancia, mi servi ora! =/\= ripeté con rabbia al comunicatore.
Dopo alcuni istanti che sembrarono decine di minuti arrivò la risposta
=/\= Aldea mi senti?? Pronto Aldea mi ricevi? Ripeto ponte di comando isolato! Plancia non raggiungibile! Le porte stagne sono abbass... =/\= un fruscio interruppe il segnale.
"Aldea il sistema sta interagendo con qualcosa, possiamo provare a forzare le porte, ma lo considererebbe una violazione. E attiverebbe altri dispositivi di difesa. Abbiamo bisogno di aiuto..."
La voce di T'eylan risuonò come lontana e cupa. Ad Aldea iniziò a roteare la testa, la vista si annebbiò e lei si ritrovò a cadere in ginocchio emettendo un lamento. Gas si precipitò su di lei e pure l'espressione sul viso di Patros visualizzata sul monitor si raggelò. La sua amica persa già una volta si ritrovava bloccata sulla plancia della sua nave senza che lei potesse fare nulla per aiutarla.
T'eyan, controllato il respiro all'amica, prese in mano la situazione
=/\= Patros, contatta la sezione ingegneria della nostra nave, non importa come, ma trova un canale libero e attivo. Comunica la situazione al nostro dottore e impartisci i miei ordini. Disattivare i computer. Diagnostica livello 1. E... =/\= interrompendo la comunicazione, interrogò con lo sguardo Dirk. Al suo cenno positivo ricontattò la Seventeen: =/\= Comunica a Liam di prelevare Frankie e di metterlo al lavoro senza perderlo di vista. Abbiamo bisogno di un motorista. Nel caso sentissi uno degli altri autorizza a mio nome la sua liberazione. Stanza 106B. Frankie Shoots. T'eyan chiudo =/\=

Luogo: Nave Seventeen - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - Ore 00.55

"Koleman voglio una squadra pronta a salire sulla Minerva, vanno aiutati. Organizza una strategia per salire a bordo! Jorie attiva ogni canale a basse medie e alte frequenze, mettiti in contatto e comunica l'ordine di T'eyan ai suoi uomini. Presto!"
Il viso di Patros era l'emblema di un sogno infranto. Ritrovare la sua amica ancora viva e perderla di nuovo. Giurò a se stessa che non sarebbe capitato ancora anche a costo di affrontare tutta la flotta federale. I suoi uomini non esitarono un instante e si misero all'opera sotto il suo sguardo attento ma spento e venato da un'incredibile amarezza e preoccupazione.

Luogo: Nave Minerva - Sezione Alloggi
Data: 18 maggio 2389 - Ore 00.59

"Ordine di T'eyan. Aldea a terra. Situazione plancia critica. Diagnostica 1. Liberare Frankie Shoots. Ripeto. Diagnostica 1. Procedere al più presto. Rispondete"
La voce femminile gracchiò ancora una volta da ogni ripetitore di comunicazioni ancora funzionante, ma risultò come lontana mille miglia di fronte all'animata discussione in corso. Da un lato del corridoio troneggiava il klingon Liam, fuori di sé dalla rabbia e contrario alla liberazione del prigioniero, dall'altra il romulano P'otleth, notevolmente più basso di lui, che col phaser gli intimava di levarsi di torno se non voleva finire incenerito. Per il romulano priorità era la sicurezza della nave, per il klingon rispettare la volontà di Aldea. Fra di loro un indemoniato Stilgar che con coraggio e testardaggine tentava di sovrastare le urla degli altri due per riportarli alla calma. La situazione rischiò di precipitare fino all'arrivo, percepito dal rimbombare dei suoi passi cadenzati dalla corsa, dell'enorme Bartig fiancheggiato dalla Mewoyana Henora, anch'essa armata. La stazza del primo e la grazia della seconda riportarono la calma. Liam fu convinto che un prigioniero libero di procedere alle riparazioni del caso era meglio di un prigioniero rinchiuso e inutile. Bartig ed Henora avrebbero vigilato attentamente sulla sua perizia tecnica, Liam sulla parte comportamentale. P'otleth e Stilgar si sarebbero occupati della situazione in plancia e della caccia al sabotatore.
Risolta la questione, Liam digitò il codice di sblocco ed un incredulo Frankie uscì da quella che da alloggio era diventata la sua prigione. Henora ci mise pochi istanti ad illustrargli la spiegazione e subito corsero verso i turboascensori per la sezione ingegneria.

Luogo: Nave Minerva - Sezione Ingegneria
Data: 18 maggio 2389 - Ore 01.00

Frankie attivò la sua console di controllo. Henora e Bartig non avevano cambiato alcuna impostazione, si fidavano di lui. L'aveva modificata appena ottenuto di salire a bordo, inserendo un sistema di backup e controllo di bypass su circuito duotronico. Sulla console tutto apparve in completo ordine... secondo il sistema con circuito isolineare, nulla era successo a bordo. Tutti i sistemi perfettamente operativi e funzionanti. Disattivato il circuito primario isolineare ed attivando quello duotronico, la console emise un segnale di allarme prolungato ed intenso, mentre una enorme quantità di dati iniziò a riempire ogni angolo del monitor.
"Stiamo perdendo potenza, abbassati gli scudi, è stata attivata la procedura d'emergenza per la sicurezza della plancia, è stato rimodellato il sistema di aerazione del ponte di comando, disattivati numerosi sistemi secondari di controllo, timone bloccato, teletrasporti fuori uso... DANNAZIONE!!"
Frankie non terminò il discorso, lasciò agli altri il compito di leggere quella riga sul monitor... E tutti sbiancarono, compreso il temibile klingon Liam, che abbassò il phaser. Shoots prese l'occasione al volo e si precipitò verso una piccola console di comunicazioni fuori uso, ci mise le mani con una rapidità sorprendente smontandola e troncando di netto un'infinità di cavetti. Con una piccola fiamma ne bruciò alcuni e ne unì degli altri. Senza un ordine apparente. Ma al termine di quella frazione di secondi necessaria all'operazione la console si illuminò nuovamente e Frankie digitò immediatamente qualcosa sulla tastiera delle frequenze... ottenuto il segnale verde di contatto premette con decisione il pulsante di attivo comunicazioni.
=/\= Minerva a Seventeen!!! Alzate gli scudi!! Massima potenza!! I nostri sistemi d'arma si stanno energizzando al pieno della loro capacità! Alzate gli scudi!! Manovra evasiva!! Allarme Rosso!!! Alzate gli scudi!!! =/\=




:: Diario 016 : T'eyan - Fantasmi

=/\= Minerva a Seventeen!!! Alzate gli scudi!! Massima potenza!! I nostri sistemi d'arma si stanno energizzando al pieno della loro capacita' Alzate gli scudi!! Manovra evasiva!! Allarme Rosso!!! Alzate gli scudi!!! =/\=

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - Ore 01.00

L' allarme inondava la plancia di luci rosse lampeggianti. Sullo schermo, il volto tormentato di Patros compariva fra le distorsioni ad urlare inutili ordini che si perdevano nel rumore di fondo. Gas poggio' sul pavimento il corpo esanime di Aldea e corse alla consolle di navigazione, evitando il dottor Stilgar chino su Lanaari.
Accanto a lui, Dirk Sandeker picchio' la consolle d'ingegneria con un pugno frustrato:
"Tutte le verifiche, tutti i test diagnostici davano risultati negativi, ma siamo lo stesso fuori controllo!" urlo' il nostromo.
"Neanche io riesco a manovrare!" avverti' Gas. Si rese conto di respirare con affanno. Conosceva gia' quella sensazione - simile ad un peso sul petto - e comprese che il sistema di supporto vitale era compromesso. Niente da dire, erano nei guai fino al collo! Si chiese se fosse il caso di piantare tutto e correre all'hangar navette...
"Anche l'hangar navette e' bloccato, come pure tutti i teletrasporti!" - disse T'eyan. Gas sussulto': non si era reso conto di essere stato cosi' trasparente. Le lancio' un'occhiata perplessa, chiedendosi se il commento della vulcaniana era diretto a lui, ma non riusci' ad incrociarne lo sguardo.
La donna era china a manovrare febbrilmente la consolle tattica.
"Che... Che stai facendo?" - arrischio' Gas.
"Qualcosa si e' messo in mezzo fra noi ed i comandi" - disse lei - "Non riesco a togliere l'energia ai sistemi d'arma, ma forse posso cambiarne il puntamento! Non voglio colpire la Seventeen!"
"So che non volete colpirci, T'eyan!" - la voce di Patros riusci' a farsi sentire oltre il suono dell'allarme - "Siamo pronti, in ogni caso! Scudi al massimo! Manovre evasive!"
Le luci della plancia si spensero, lampeggiarono, si riaccesero, mentre dallo schermo centrale scompariva il volto del capitano Patros.
"Abbiamo sparato!" - grido' T'eyan - "Sullo schermo!"
Una lunga scia luminosa brillava sullo sfondo nero di stelle. La nave di Patros si illumino' rendendo visibili gli scudi sul ventre, scivolando poi verso l'alto, ed abbandonando lo schermo.
"Li abbiamo colpiti?" - Gas non aveva piu' la forza di respirare, e le parole suonarono piu' come un confuso gorgoglio.
"Si. Ma non avevamo abbastanza energia per far loro del male... Gli scudi hanno retto... Per fortuna" -
T'eyan blocco' l'allarme. Nel silenzio improvviso, il felinoide si rese conto che la temperatura stava rapidamente scendendo. Cominciava a fare molto freddo.
Gas poteva vedere il fiato condensarsi in nuvole di fronte ai propri baffi.
=^= Ingegneria a plancia =^= la voce di Frankie Shoots si sovrappose all'allarme attraverso il comunicatore =^= Sto per espellere il nucleo =^=
"Cosa?" - protesto' Dirk - "Non abbiamo navette. Non abbiamo controllo della navigazione! Se espelliamo il nucleo, ci manchera' l'energia anche per quel poco di supporto vitale che ci resta!"
=^= Il supporto vitale che ci rimane in ogni caso non durera' abbastanza per spegnere, depurare e riavviare tutti i supporti informatici isolineari infetti!=^= ribatte' Shoots =^= Se espelliamo il nucleo, i sistemi isolineari andranno in crash e potro' sostituirli con il sistema duotronico di supporto. E comunque non ve lo sto chiedendo: ve lo sto dicendo! Espulsione manuale del nucleo entro trenta secondi da... Ora! =^=
"T'eyan a Shoots: quanto ci vorra' per ripristinare i sistemi duotronici, dopo l'espulsione del nucleo?"
=^=Conto di farcela in un minuto e mezzo, all'incirca. Countdown a meno venticinque. Ventiquattro. Ventitre'... =^=
Gas lancio' un'occhiata all'umano seduto alla sua sinistra, quindi si chino' a sussurrargli all'orecchio: "Ehi, nostromo... Quanto ci vorra' per farci fare la fine del pesce surgelato?"
"Non lo so "- rispose Dirk, distrattamente - "Spero solo di non scoprirlo stavolta. Facciamo una scommessina?"
=^=Countdown meno otto. Meno sette... =^=
"Su quanto ci vuole a diventare pesce congelato?" - rimando' Gas - "Non riuscirei mai ad incassarla!"
"Non e' detto" - mormoro' Dirk, e tossi' pesantemente.
=^=Countdown meno tre. Due. Uno... Espulsione!=^=
Gas non pote' fare a meno di tremare, poi si rese conto che la stessa nave aveva tremato al momento dell'espulsione del nucleo. Lo schermo centrale ronzo' e tacque, spegnendosi insieme alle luci di bordo.
L'aria stava diventando sempre piu' fredda. Gas ringrazio' mentalmente il DNA dei suoi antenati, che gli avevano procurato il vello fluente. Il suo sguardo scivolo' verso il corpo di Aldea, disteso a terra accanto a quello di Lanaari, per poi risalire verso il nostromo. La sua pelle glabra di umano aveva assunto un colorito bluastro. Neanche T'eyan sembrava cavarsela meglio. I suoi occhi felini si adattarono alla luce fioca d'emergenza, mentre i monitor e le spie di funzionamento dei computer si affievolivano fino a spegnersi in una oscurita' che era totale perfino per lui. Solo il respiro affannoso dei suoi compagni di plancia gli diceva che erano ancora la', ancora tutti vivi...
"Dobbiamo stringerci gli uni agli altri!"- disse il dottor Stilgar.
"Come?"- domando' Gas. Si era quasi dimenticato che il doc fosse la'.
Senti' l'uomo muoversi dove aveva visto i corpi di Aldea e Lanaari:
"Se ci stringiamo gli uni agli altri, il calore reciproco ci aiutera' a resistere all'abbassamento della temperatura durante lo spegnimento del supporto vitale"
"Il doc ha ragione" - approvo' T'eyan. Gas ne percepi' la forma spostare l'aria a tentoni, verso di loro.
Dirk tossi' ancora, quindi lo senti' scivolare a terra.
"Gas, anche tu!"
Il felinoide quasi si mise a ridere. Si inginocchio', muovendosi piano per raggiungere il gruppo: "Dite la verita' : volete solo approfittare della mia dannata pellaccia, vero?"
"Se anche fosse?" - domando' Stilgar, nel buio.
Gas sentiva vicinissimo l'odore del suo dopobarba, e decise che preferiva abbracciare uno dei corpi femminili: "Oh, basta saperlo..." - doveva essere disteso sopra il corpo di Aldea - "Scusa, Al..." mormoro'. Meno male che non c'era Liam in giro, penso'.
=^= Perche' siete spenti? =^=
Gas si rizzo' sulle zampe, scostando violentemente chiunque fosse accanto a lui. Senti' nel buio il gemito di qualcuno che aveva colpito, ma avrebbe pensato un'altra volta a scusarsi con la vittima, chiunque fosse.
"Sorellina? Sorellina?" - urlo' - "Dove sei?"
=^= Chi e' Sorellina? =^=
Una voce maschile si sovrappose all'altra. Una voce profonda, quasi gutturale...
"Ma questo e' Cyd!" - esclamo' Dirk Sandeker - "E' la sua voce, la riconosco!"
"Chi sarebbe Cyd? E chi e' Sorellina?" - Stilgar suonava soffocato.
=^= Perche' siete spenti? =^= era tornata la piccola voce femminile.
"Sorellina... Puoi riaccenderci?" - T'eyan intervenne.
Nessuna risposta.
"Sorellina? Cyd?" - chiamo' di nuovo T'eyan.
=^= Plancia, chi sarebbe Sorellina? =^= la voce sarcastica di Frankie Shoots si fece sentire dal comunicatore =^= Preparatevi... Sto per rimettere la corrente! =^=

Luogo: Nave Minerva - Infermeria
Data: 18 maggio 2389 - Ore 02.30

"Era Sorellina, Gas? Ne sei assolutamente sicuro?" - domando' Aldea.
"Stia ferma, capitano!" - la blocco' il dottor Stilgar - "Abbiamo troppo poca energia qui perche' ne debba sprecare per legarla a questo lettino, ma se non sta ferma mentre mi occupo di lei, giuro che le accendo il campo di contenimento!"
Aldea gli scocco' un'occhiata gelida, ma si sdraio' di nuovo, per permettere al dottor Stilgar di esaminarla.
"Qui c'e' un vasto ematoma... " - mormoro' il segaossa, girandosi per andare ad afferrare uno strumento dal carrello - "Dobbiamo aspirarlo"
"Gas approfitto' della pausa per rispondere al capitano: "Se non mi credi, chiedi a T'eyan. Come tutti i vulcaniani, non ha abbastanza fantasia per inventare una cosa del genere"
"Potrebbe essere una allucinazione collettiva" - opino' il dottore, tornando ad avvicinarsi al lettino della paziente - "Io non ho sentito nulla, a parte qualcuno di noi che chiamava una certa Sorellina, e poi un certo Cyd. Non dimenticate che eravamo al buio ed a corto di ossigeno. Sono le condizioni ideali per innescare una allucinazione di quel tipo"
"Eppure... Nei giorni scorsi, qualcosa e' accaduto nei corridoi della Minerva" - ribatte' Aldea - "Ci sono troppi testimoni!"
Stilgar inizio' a passare il piccolo strumento sul livido, partendo dalla periferia per procedere a cerchi concentrici. Il colore dell'escoriazione viro' da un cupo blu ad un verde muschiato, per passare ad un giallo via via piu' sbiadito.
"Oh, si, certo... Ho sentito delle voci di corridoio a proposito di un fantasma, o quello che e'..." - Stilgar scrollo' il capo, spegnendo il suo arnese per ricontrollare lo stato dell'ematoma. Insoddisfatto, lo riaccese- "Ci vuole ancora un po' di pazienza, capitano... Comunque, io non so di chi o cosa si tratti, ma proprio le voci di quella apparizione potrebbero aver innescato l'allucinazione collettiva di poco fa"
"E' il suo parere medico che si tratti di una allucinazione, doc?" - Gas sembrava scettico - "Io so quello che ho sentito! E non me lo stavo immaginando, Al, te lo posso assicurare!"
Stilgar alzo' le spalle: "Per me..."
"Non e' stata un'allucinazione" - Stilgar si volto', accorrendo verso l'altro lettino.
"Lanaari! Finalmente!" - respiro' di sollievo Gas - "Ci hai fatto preoccupare, donna!"
La ragazza sollevo' leggermente il capo: "Davvero?"
"Oh, si... Chi mi farebbe quei begli arrostini di pesce azzurro, se tu finissi del tutto fuori combattimento, Lan? Non puoi lasciarci la buccia prima d'insegnarmi la ricetta!"
Lanaari rise piano: "Avro' molta cura di non insegnartela mai, quella ricetta, Gas... Cosi' tu sarai obbligato a guardarmi le spalle, ora e sempre!"
"Se sono spalle carine come le tue, Lanaari, potrei candidarmi anche io per guardartele!" - s'intromise il dottore, puntandole una piccola torcia nelle pupille - "Ma ora, devi guardare tu verso l'alto...Si, cosi'... Verso la tua destra, adesso..."
Aldea si tiro' su a sedere sul lettino: "Lanaari" - chiamo' - "Che intendevi quando hai detto che non si trattava di una allucinazione?"
La ragazza chiuse gli occhi un istante, e Stilgar le lancio' un'occhiata preoccupata alla reazione di evidente dolore: "Qualcuno... Qualcuno e' entrato dentro i nostri sistemi informatici"
"Fin qui, c'eravamo arrivati tutti, credo" - commento' Stilgar.
"Non so di chi si tratti... Anche se ho un forte sospetto" - continuo' Lanaari - "Chiunque sia stato, ha trovato le tracce di Sorellina e di Cyd, che erano stati fusi insieme"
"Ma sono anche stati cancellati!" - obietto' Aldea.
"E' vero" - riconobbe Lanaari - "Quello che ha fatto l'intruso e' stato di inserire un nuovo sistema, una sorta di clone di Cyd, all'interno del nostro, per prenderne il controllo... Solo che ha trovato le tracce... Se vuoi, l'ombra o il ricordo che hanno lasciato Sorellina e Cyd dentro la Minerva. In qualche modo, il clone si e' fuso con quelle tracce, venendone modificato... E causando le apparizioni. Lei ha parlato di un fantasma, dottore, vero?" - Lanaari sorrise stanca - "In un certo senso, si... Si tratta proprio di un fantasma. Evocato da un apprendista stregone"
Gas sogghigno': "Bene... Francamente preferisco questa, come ipotesi, all'idea che la mancanza di ossigeno mi abbia fatto dare di volta la zucca" - disse -"Detto questo... Chi puo' avere un clone di Cyd? Perche', da quel poco che capisco, per fondersi il sistema informatico dell'intruso dovrebbe essere come minimo compatibile con la nostra vecchia amica Sorellina ed il suo compagno Cyd, vero?"
"Ma noi ci troviamo in un altro universo"- protesto' Stilgar. L'uomo alzo' una mano, a difesa - "Lo so, lo so... Abbiamo perfino a bordo un romulano identico al nostro P'otleth, quindi, tutto sommato..."
"Le probabilita' di una circostanza casuale simile a questa penso siano infinitesimali, dottore" - disse Aldea - "Ma a quanto pare questo universo e' molto... perfino troppo simile al nostro sotto tanti aspetti. E questo ci porta ad un'altra questione" - il capitano si rivolse di nuovo a Lanaari - "Hai detto che hai un sospetto. Di chi si tratta?"
Lanaari non rispose subito.
"Come ha fatto giustamente notare Gas, il clone deve essere sufficientemente compatibile con Cyd per fondersi con le sue tracce" - disse infine - "Cyd...L'ho programmato io. So quanto e' complesso e quanta poca compatibilita' abbia. Nemmeno Sorellina era compatibile, tanto e' vero che i due sistemi informatici hanno smesso di funzionare definitivamente poco dopo la loro fusione"
"E allora?" - Stilgar incrocio' le braccia sul petto, interessato.
"Allora... E' Cyd. E non puo' essere altri che Cyd. Uno di questo universo"
"Ma se c'e' Cyd..." - Aldea si blocco'.
"Se si tratta di Cyd, allora ci sono soltanto due possibili sospetti per il ruolo di intruso. Una sono io. L'altro e' mio fratello Manaar. Solo uno di noi due puo' essere il colpevole"

Luogo: Nave Minerva - Sezione Ingegneria
Data: 18 maggio 2389 - Ore 04.05

=^= Plancia a ingegneria =^= - disse T'eyan =^= Mi senti, Frankie? Qual e' la vostra situazione? =^=
L'uomo abbandono' per terra il cacciavite sonico che aveva in mano e si tiro' su in piedi, aiutato da Henora, per andare a premere il pulsante del comunicatore:
"Qui Shoots" - rispose - "Come mi hai ordinato, sto procedendo a ripulire da ogni intrusione il sistema isolineare. Pero' devo ripeterti che il sistema duotronico di supporto e' molto piu' affidabile rispetto a quello isolineare"
=^=Pensi che potremmo addirittura sostituire completamente i componenti con il tuo sistema duotronico? Tutti i nostri sistemi si basano sui chip isolineari! =^=
"Ed e' quello su cui ha contato l'intruso!" - sottolineo' Frankie - "Una intelligenza artificiale come quel Cyd che mi avete descritto non funzionerebbe mai in un sistema duotronico."
=^= Con il sistema duotronico, quando potremmo essere operativi? =^=
"Bisogna reinserire il nucleo che abbiamo recuperato, adattare i controlli ai nuovi sistemi... Non e' un lavoro complicato, ma ci vorranno come minimo un paio d'ore"
=^= Temo, Frankie, di non potergliene dare piu' di una =^= disse T'eyan con voce pacata =^= La Seventeen ci ha segnalato di aver avvistato il falco da guerra modello D'eridex del quale abbiamo preso la navetta qualche giorno fa. Siamo sulla sua rotta... E se non ci sbrighiamo a toglierci da qui, saremo per loro facili ed indifesi come vermi del ghiaccio andoriani...=^=
"Un'ora?" - si irrigidi' Frankie. Non aveva nessuna voglia di fare la conoscenza dei campi di prigionia romulofederali di quell'universo.
=^= Se entro un'ora non saremo via di qui, temo che non avremo scampo =^= confermo' T'eyan =^= Faccia l'impossibile, Frankie... Qui plancia. Chiudo =^=
Shoots si giro' verso la sala. Henora, in ginocchio di fronte alla consolle di controllo, circondata dai chip isolineari. Liam, in piedi davanti al nucleo. P'othleth, con il faser sempre in mano. Avevano sentito la conversazione, quindi era inutile parlare ancora.
"Avro' bisogno di tutti voi" - disse piano - "Al lavoro!"




:: Diario 017 : Lanaari - False identita'

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - ore 4.20

"Allora? Che si fa?" Domandò Stilgar impaziente.
"Aspettiamo che Shoots faccia ripartire la nave." mormorò Aldea.
"Sì... ma con lei?" il dottore indicò con un cenno Lanaari che stava pigiando febbrilmente i tasti della sua consolle con uno sguardo tra l'allucinato e lo speranzoso.
Il capitano fece una smorfia e si strinse nelle spalle guardando prima il dottore e poi Sandeker.
Dirk strinse le labbra e annuì con il capo, dirigendosi lentamente verso la ragazza.
"Lan, cosa stai facendo ora?"
"Sto cercando di rintracciare Cyd!" sospirò lei.
"Per renderlo innoquo?"
"No, per capire chi lo ha programmato in questo universo."
"Puoi farlo?"
Lei si strinse nelle spalle: "Qualunque programmatore informatico tende a mettere una specie di firma nelle sue creazioni, specialmente se si tratta di un programma così evoluto." mormorò corrugando la fronte.
"E non pensi che potrebbe esserci un modo più semplice?"
"Quale?"
"Chiedere a Patros se conosce chi può aver programmato Cyd... non ti ha riconosciuto, quindi presumo che la persona che cerchiamo sia un'altra..."
"Sì, ma... e se uno di noi due fosse stato sulla Minerva e lei non lo avesse mai visto? In fondo non sappiamo in che rapporti sono state Aldea e Patros..."
"Calmati, stai sragionando... non poteva essere sulla Minerva, altrimenti non avrebbe infettato i nostri sistemi... è sulla Seventeen..."
Lanaari chiuse gli occhi: "E' di questo che ho paura." mormorò affranta fermandosi e coprendosi il viso con le mani.
Dirk fece un respiro profondo poi le prese le mani scostandogliele dal viso: "Sono sicuro che non era sulla Seventeen nel nostro universo... le cose in questo universo sono uguali ma anche diverse, ricordalo, abbiamo due romulani identici a bordo... potrebbero esserci anche due Manaar vivi in due universi diversi, come due Lanaari, eccetera. Non puoi essere certa delle scelte fatte da ciascuno di noi in due universi diversi."
Lanaari lo fissò, poi annuì mordendosi le labbra: "D'accordo... Aldea, per favore... domanda a Patros se conosce qualcuno che si chiama Manaar... - deglutì il nodo che aveva in gola e, a fatica, continuò - Valente o... Onikawara... o Shauß... o qualcuno con uno di questi cognomi... comunque."
Aldea fissò Dirk che annuì e chiese di aprire un collegamento a T'eyan.

Luogo: Nave Minerva - Alloggio di Karas
Data: 18 maggio 2389 - ore 4.30

Aidan stava disteso sul letto controllando con un occhio la consolle che aveva manomesso. Aspettava: se fossero arrivati i Romulani avrebbero trovato una bella sorpresa, non gli interessavano le conseguenze del suo gesto, almeno non gli interessavano nei confronti degli altri, lui doveva avere il suo riscatto... Se al posto dei Romulani fosse arrivato qualcun altro sarebbe stato uguale...
Se fosse riuscito a bloccare i sistemi della Minerva abbastanza a lungo, avrebbe raggiunto il suo scopo... la vendetta era un piatto che andava gustato freddo, dicevano, e lui, che fosse in un universo o nell'altro non gli importava, se poi fosse riuscito a vendicarsi in entrambi, avrebbe onorato il suo debito in modo totale.
Se lo avessero chiamato in plancia per risolvere il problema al momento giusto, e non dubitava che qualcuno lo avrebbe fatto, avrebbe agito per il meglio, salvando la nave e l'equipaggio, ma prima avrebbe abbattuto quei cani che avevano deliberatamente distrutto i suoi sogni.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - ore 4.40

Patros era perplessa: aveva cercato negli elenchi dell'equipaggio ma nessuno con quel nome era risultato salito a bordo, né lei ricordava di aver conosciuto qualcuno che rispondesse alla descrizione di Manaar.
Aldea stessa rimase interdetta nel sapere che nessuno a bordo della Seventeen aveva conosciuto Manaar o Lanaari in quell'universo... Ma allora chi aveva manipolato i sistemi 'invitando' a bordo il clone di Cyd?
Lannari continuò febbrillmente a maneggiare con la consolle, fino a che un gemito le sfuggì: "Oh no!"
"Cosa?" domandarono all'unisono Aldea e Patros da due plance diverse.
"E'... mio, o meglio, è nostro, mio e di Manaar, ma... non lo è allo stesso tempo... qualcuno lo ha modificato!"
"Come?" domandò Dirk avvicinandosi per controllare la consolle.
"La firma... è modificata, come se... qualcuno avesse voluto lasciare anche il proprio segno..."
"Puoi identificarlo?" domandò Stilgar
Lanaari si voltò verso il dottore: "Beh... dovrei lavorarci molto a lungo per riuscirci... e non credo ne abbiamo il tempo, inoltre... - corrugò la fronte perplessa - ci sta lavorando su ora!" Concluse guardandosi intorno allarmata.
Aldea socchiuse gli occhi: "Puoi tracciarlo? Puoi capire chi ci sta lavorando? Adesso?"
"Posso tentare, ma se è così bravo come penso che sia.... si sta anche proteggendo e potrebbe farmi rimbalzare da una parte all'altra della nave senza permettermi di rintracciarlo."
"Provaci, è un ordine e non smettere fino a che te lo dirò io!" comandò Aldea
Poi fissò l'amica sullo schermo: "Vi conviene andare... se i romulani arrivano e ci trovano ancora qui, potreste avere dei problemi anche voi."
Patros fissò Aldea: "Vorremmo aiutarvi, se..."
Il capitano della Minerva la interruppe: "Riusciremo a cavarcela, e ci ritroveremo al rendez-vous concordato."
Patros annuì rassegnata e preoccupata: "D'accordo, se vi servono delle attrezzature che potremmo darvi per aiutarvi... o qualcuno del mio equipaggio..."
"No, ce la caveremo Patros, ora vai, si sta facendo tardi." sorrise leggermente Aldea come se avesse fatto una battuta.
Patros rispose al sorriso e salutando chiuse le comunicazioni seguendo il consiglio dell'amica.
=^= Plancia a sala macchine, Shoots, come siete messi? =^=
=^= Dovremmo essere a buon punto. Quanto tempo prima di avvistare il nemico? =^=
=^= Meno di quindici minuti, pensi di farcela? =^=
=^= Non abbiamo scelta capitano... ce la faremo. =^=
=^= Bene, avvisaci quando dovremo dare energia, plancia chiudo. =^=
Aldea si voltò verso Lanaari che continuava a pigiare tasti sempre con più forza: "Trovato qualcosa?"
"Forse, datemi ancora qualche minuto, forse riesco a circoscrivere la zona di partenza... con uno scarto più o meno minimo."
"Ehm... quanto più o meno minimo?" domandò Gas
"Qualche metro, spero..."
Stilgar si avvicinò con il tricorder medico e l'esaminò spassionatamente: "Lanaari, rischi di entrare ancora in stato di shock."
La ragazza alzò le spalle: "Non ne ho il tempo dottore, non si preoccupi, non accadrà più."
Dopo un minuto buono di silenzio in cui tutti la guardarono lavorare senza distrarla, esclamò: "L'ho trovato! Viene dal ponte alloggi, ma non so ancora da quale esattamente."
Quasi contemporaneamente la sala macchine aprì la comunicazione:
=^= Sala macchine a plancia, date energia, e che il signore di tutti gli universi ce la mandi buona. =^= disse Shoots stancamente.
"T'eyan!" disse Aldea indicandole di procedere, poi si rivolse a Dirk: "Tu e il dottore, nella zona alloggi, cercate di trovarlo, Lanaari cerca di essere più precisa! Signori... vediamo di andarcene di qui!"




:: Diario 018 : Aldea

Luogo: Nave Minerva - Alloggi
Data: 18 maggio 2389 - ore 5.00

Quando Aidan senti' dei passi avvicinarsi di corsa la sua bocca si contrasse in un sorriso amaro. Non si aspettava di essere scoperto cosi' presto. Probabilmente era stata Lanaari a localizzarlo, se era abile anche solo la meta' della Lanaari di quell'universo.
L'intelligenza artificiale Cyd era opera di una programmatrice di alto livello, una quasi alla sua altezza.
La porta del suo alloggio si apri' con un sibilo e l'uomo si alzo' per fronteggiare i pirati.
Non riusci' neppure ad iniziare il discorso che si era preparato per prendere tempo; Liam, che si era unito a Dirk ed al dottore, lo colpi' e tutto si fece buio.

Luogo: Nave Minerva - Alloggi
Data: 18 maggio 2389 - ore 5.30

Patros era arrabbiata con lui. La stanza era sprofondata nella semioscurita' e non poteva vedere il viso della donna in piedi vicino al suo letto, ma il linguaggio del corpo non lasciava spazio a dubbi; i pugni serrati, le spalle rigide... Doveva essersi cacciato in un bel pasticcio questa volta.
Aidan fece per allungare una mano verso di lei ma venne fermato da una fitta di dolore. Si sentiva a pezzi. Non ricordava nulla della notte precedente, ma spero' di essere uscito vincitore dalla rissa a cui il suo corpo doveva aver partecipato.
Le sorrise. Patros non riusciva a restare arrabbiata con lui a lungo. Da un momento all'altro si sarebbe sdraiata al suo fianco e avrebbero fatto pace.
- Alzati! - ordino' una voce di donna fredda come il ghiaccio. Non era quella di Patros. Aldea... realizzo' l'uomo, con un brivido di paura. Tutto gli torno' in mente. Non era piu' sulla Seventeen e Patros, la sua Patros, era solo un cadavere congelato in un altro universo.
Con fatica si mise seduto. - Dovevo vendicarla - cerco' di spiegare. Non era sicuro che Aldea avrebbe capito; anche se da quello che gli aveva detto Patros amava la vendetta, lui aveva messo in pericolo la nave e l'equipaggio di quella donna.
- Alzati! - ripete' la piratessa. Liam si materializzo' al suo fianco, minaccioso, pronto a costringerlo ad obbidire. Aidan provo' una fitta di gelosia verso il cupo klingon. Lui era ancora insieme alla donna che amava. Aidan ricaccio' indietro le lacrime e in qualche modo riusci' ad rimettersi in piedi. Nulla di quello che Aldea poteva avere in serbo per lui poteva essere peggio del vuoto che aveva dentro.

Luogo: Nave Minerva - Sala riunioni
Data: 18 maggio 2389 - ore 6.00

Nella sala delle riunioni erano stati convocati solo i piu' stretti collaboratori di Aldea.
Molti sguardi erano puntati su T'eyan, nella speranza che l'impassibile vulcaniana si lasciasse sfuggire qualcosa sul perche' della convocazione.
Lanaari guardava con curiosita' i due rettiloidi, Atorn e Galan, chiusi in un offeso silenzio, chiedendosi il perche' della loro presenza.
Gas era l'unico a non sembrare preoccupato. La sua fede in Aldea era assoluta, ed era sicuro che in un modo o nell'altro li avrebbe tirati fuori da quel pasticcio.
La porta si apri' ed Aldea fece il suo ingresso, seguita dal dottor Stilgar e da Liam che spingeva davanti a se' un malconcio Aidan.
La donna non li fece attendere oltre: - Come sapete siamo riusciti a seminare i romulani - disse. - Frankie Shoots si e' dimostrato all'altezza ed e' riuscito a rimettere a posto i sistemi della nave in tempo. Inoltre il falco da guerra ha dovuto perdere tempo per recuperare la navetta con i loro compagni. Un utile diversivo, considerato che non avevamo piu' bisogno di loro.
P'otleth fece una smorfia di disappunto. Avrebbe voluto fare ancora molte domande al suo sosia, ma Aldea era stata irremovibile; non avevano bisogno di ostaggi, i romulani dovevano andarsene.
La donna se ne accorse, ma prosegui': - Purtroppo non siamo ancora al sicuro. Il dottore ha scoperto un fatto di vitale importanza e voglio che ne siate al corrente, ma quello che dira' non deve uscire da questa stanza - disse, lasciando la parola a Stilgar.
L'uomo aveva un'aria tremendamente seria e resto' in silenzio qualche minuto prima di cominciare a parlare, incerto su come affrontare l'argomento. Poi un'occhiataccia di Aldea lo convinse ad iniziare.
- Come sapete ci troviamo in un universo che non e' il nostro - disse. - La nostra permanenza qui non e' stata certo tranquilla e di conseguenza molti di voi hanno dovuto ricorrere alle mie cure. Dai primi esami ho notato delle piccole anomalie nei valori della pressione e del sangue, che pero' con il passare del tempo si sono aggravate, e sono comparsi altri sintomi che non potevano essere causati soltanto dallo stress o dalla temporanea mancanza dei sistemi vitali. Appena i sistemi sono stati ripristinati ho impostato una simulazione con tutti i dati che avevo a disposizione... Il risultato non e' affatto incoraggiante...
Aldea lo interruppe. - Non la prenda cosi' alla larga, dottore - disse, e rivolta a tutti spiego': - Quello che Stilgar sta cercando di dire e' che noi non possiamo vivere in questo universo. Se non ce ne andiamo moriremo. Oltre ai nostri corpi tutta la materia organica che si trova a bordo si sta degradando.
- Il mio pesce! - realizzo' immediatamente Gas.
- Le nostre uova!! - fecero eco i rettiloidi.
- Spiacente per entrambi, ma ormai quella roba e' da buttare - disse Aldea, di pessimo umore. - Secondo Stilgar abbiamo meno di 48 ore prima che il processo diventi irreversibile. Lanaari, conto su di te per riportarci a casa.
- Su di me? E come? - protesto' la donna. Quello che le chiedeva Aldea era assurdo. Era stato il suo congegno a portarli li', ma era un dispositivo sperimentale che non conosceva a fondo, e se il dottore aveva ragione non c'era abbastanza tempo.
- Avrai un valido aiutante - rispose Aldea indicando Aidan. - Ha dimostrato di saperci fare.
- Come possiamo fidarci di lui? - obietto' la donna. Aidan sembrava piu' sorpreso di lei.
Aldea sospiro': - Un mio vecchio amico ha perduto una persona a cui era molto legato. Ha tentato qualsiasi mezzo per riaverlo; clonazione, alterazione del tempo, persino magia... Alla fine si e' reso conto che era tutto inutile; anche se qualcuno dei suoi tentativi ha avuto successo in nessuna copia e' riuscito a ritrovare cio' che rendeva il suo amico unico; la sua essenza, o la sua anima se preferite. Solo quando lo ha capito e' riuscito ad accettare il dolore, ed a andare avanti.
Guardo' Lanaari. - So che alcuni di voi hanno sperato di ritrovare qui amici o famigliari perduti, ma dovete rendervi conto che quelle in questo universo non sono le stesse persone che conoscevate e... amavate. Ma non vi ho raccontato questa storia solo per convincervi a tornare indietro senza rimpianti - continuo'. - Aidan, la nostra Patros e' morta, ma...
- Ma...? - chiese l'uomo sempre piu' confuso.
Sul palmo della mano di Aldea apparve un cristallo azzurro. Al suo interno brillavano delle luci simili a piccole stelle.
- Questo venne costruito da quell'amico di cui parlavo... Era uno in gamba, e ci sapeva fare con le distorsioni temporali.
- Cos'e'? - chiese T'eyan.
- Non lo so di preciso, ma mi disse che rompendo il cristallo si forma una singolarita' che fa tornare indietro il tempo.
Porse il cristallo ad Aidan. - Se ci aiuti con il dispositivo di Lanaari, usando questo avremo la possibilita' di salvare la nostra Patros.
- E perche' il tuo amico non l'ha usato? - chiese l'uomo scettico.
- Perche' la sua portata e' limitata, e quando e' riuscito a realizzarlo la persona a cui teneva era morta da troppo tempo - spiego' Aldea. - Ma per Patros non e' cosi'. Possiamo farcela... - Gli diede il cristallo e gli chiuse la mano sopra di esso. - Puoi farcela.

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 18 maggio 2389 - ore 16.00

- Tutti pronti? - chiese Lanaari. Aveva le mani gelate dalla paura, ma cerco' di usare un tono rassicurante. Aidan le era stato di grande aiuto a capire cosa non aveva funzionato la prima volta nel dispositivo. Aveva controllato e ricontrollato tutto, ma non era sicura al cento per cento. E se qualcos'altro fosse andato storto? E se la potenza dei motori non fosse stata sufficiente? E se fossero finiti in un altro universo ancora?
Frankie le sorrise rassicurante. - Energia al massimo - le disse. - Quando vuoi.
Lanaari annui'. Era il momento della verita'. Diede un paio di impulsi e la Minerva fu inghiottita dalla stessa bolla riflettente che si era manifestata in precedenza. L'energia calo' rapidamente lasciandoli al buio. Poi tutto esplose!

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: Ignota

Il primo suono a rompere il silenzio fu quello del cristallo che Aldea aveva dato ad Aidan che andava in frantumi, il secondo la voce dello stesso Aidan che gridava: - Ha funzionato!
Aldea guardo' incredula lo schermo principale. Quella di fronte a loro era innegabilmente la Seventeen. Possibile che quel gingillo comprato su una bancarella... No - scosse la testa, - erano stati solo incredibilmente fortunati. Meglio cosi'. Non sarebbe stato piacevole confessare ad Aidan di averlo ingannato per convincerlo ad aiutarli.
Ma la questione era ancora aperta. La nave di Patros sembrava che avesse difficolta' a manovrare e si stava avvicinando pericolosamente al terzo pianeta.
Aidan si volto' verso Aldea, che aveva cancellato rapidamente ogni espressione sul suo viso. - Teletrasportatemi la', prima che sia troppo tardi - supplico' .

Luogo: Nave Seventeen
Data: 14 maggio 2389 - Ore 16,00

Berker penso' che doveva smettere con il whisky arturiano quando vide Aidan materializzarsi sulla pedana del teletrasporto. Eppure era sicuro di averlo visto una mezz'ora prima in sala mensa...
- Ma quando te ne sei andato? - gli chiese.
Aidan non gli rispose e usci' di corsa. Se i suoi calcoli erano giusti aveva solo pochi minuti. L'allarme stava suonando e Karas doveva gia' essere morto, ucciso da Patros. Aidan dovette farsi largo tra quelli che stavano correndo verso le navette di salvataggio. Non perse tempo ad avvertirli che era inutile, che Karas aveva bloccato i portelli di uscita dell'hangar. Patros ormai doveva essere tornata in plancia. Doveva raggiungerla, rivederla per l'ultima volta...

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 14 maggio 2389 - ore 16.10

L'esplosione fu chiaramente visibile dalla Minerva. I pirati non poterono fare altro che vedere la Seventeen che precipitava verso il pianeta ghiacciato. Tirarono tutti un sospiro di sollievo quando la videro riuscire a riprendere quota prima di schiantarsi.
Una provata ma decisamente viva Patros apparve sullo schermo della Minerva.
- Aldea? Che ci fai qui? - domando' sorpresa. Ma cosa sta succedendo?
- Aidan? - chiese lei.
- Cosa? - Patros scosse la testa senza capire. - Perche' mi chiedi di Aidan? Lo conosci? - chiese ancora sconvolta. - Non lo so. E' venuto qui in plancia, ha preso qualcosa da sotto una consolle, ed e' corso via. Poi c'e' stata quell'esplosione all'esterno della nave...
- C'era una bomba nascosta in plancia - le spiego' Aldea. - Se fosse esplosa la Seventeen sarebbe precipitata e sareste morti tutti. Aidan e' riuscito a portarla all'esterno della nave in modo da limitare i danni. Ha salvato la vita a tutti voi sacrificando la sua.
- Chi e' che si e' sacrificato? - Un Aidan decisamente meno malconcio di quello che aveva lasciato la Minerva era apparso sulla soglia.
- ... e a quanto pare ha salvato anche la sua di vita - aggiunse Aldea, che vedendolo capi' cosa era successo. Aidan era andato nel futuro ed era morto nel passato, pero' in quella linea temporale non si era mai mosso dalla Seventeen. - E' una lunga storia e adesso non c'e' tempo - disse a Patros. - Prepariamoci; un certo Magrod e la sua nave saranno qui tra poco, e non hanno buone intenzioni!




:: Diario 019 : Dirk

Luogo: Nave Minerva - Plancia
Data: 16 maggio 2389 - ore 16.00

Dirk scosse la testa, l'addome aveva ricominciato a fargli male. Da quando avevano lasciato l'"altro universo", si era accorto che qualcosa non sembrava essere completamente a posto, e quel qualcosa gli stava provocando lancinanti spasmi.
* Dovrò chiedere a Stilgar di darmi un'occhiata... uhmm forse sarebbe meglio passare da Khetta *
Sandeker sorrise tra se pensando quanto forti fossero i suoi pregiudizi nei confronti del medico e quanto facilmente si fidasse invece della tellarita.
Qualcosa catturò la sua attenzione, il terrestre si avvicinò alla consolle e con pochi gesti allargò il raggio dei sensori.
"Abbiamo visite! Credo proprio che Daimon Grenek e Magrod stiano per bussare alla nostra porta"
Con un sopracciglio sollevato, Dirk si esibì in una smorfia teatrale "E se non sbaglio... si aspettano di trovare solo qualche rottame della Seventeen..."
"Esatto, ma stavolta avranno due bocconi amari da ingoiare"
Aldea parve voler forare il piccolo display con lo sguardo, come se avesse potuto vaporizzare l'icona triangolare che rappresentava la nave ostile.
"Aldea, ho un'idea..."
Patros richiamò l'attenzione dei presenti su una rappresentazione grafica dell'asteroide vicino a loro. "Da quello che mi hai detto, la mia nave sarebbe dovuta saltare per aria, al loro arrivo ci sarebbero dovuti essere solo dei rottami con le uova all'interno... ma c'eravate voi"
Aldea annuì con un secco cenno del capo.
"Non sanno di te e dei tuoi uomini, almeno non lo sapevano finchè non vi hanno beccati con le mani nei nostri resti"
Gas si avvicinò a Dirk sussurrando: "La signorina ha ripassato la lezione"
"Già a quanto pare ha proprio fatto i compitini a casa"
Entrambi sorrisero un istante, tornando immediatamente seri appena Liam ed Aiden li fulminarono con lo sguardo.
"Non credi che ne bastasse uno di devoto ammiratore? Ora sono addirittura due e con la medesima pedante carenza di ironia" mormorò Dirk quasi senza emettere un suono. Il felinoide sorrise captando le parole grazie alle sue sensibili orecchie.
"....simuleremo l'esplosione e faremo atterrare la Seventeen sulla superficie disperdendo un po' di materiale per fingere che il loro tranello sia andato in porto. Voi nel frattempo vi nasconderete sull'altro lato del planetoide quindi li prenderemo in trappola, agendo da due lati, si ritroveranno tra l'incudine, ovvero noi, ed il martello: la Minerva. A quel punto non rimarrà molto da fare, a parte assicurarci che Magrod e compagnia bella non possano nuocere a nessuno e sicuramente che non mettano le loro zampe sulle uova che trasporto".
"Come siete messi con le riparazioni? Avete abbastanza potenza di fuoco per mettere un po' di sana fifa ai nostri amici?" Aldea osservava l'amica di una vita con una certa dose di preoccupazione.
"Puoi giurarci, sorellina" annuì Patros
Gas fissò prima Patros, poi Aldea, infine si girò verso Dirk e Lanaari che allargò le braccia con espressione interrogativa.
"Allora non ci rimane che andare e..."
Dirk si schiarì la gola: "C'è solo una piccola cosa che non quadra..."
Patros l'interruppe:" Non c'è nulla da discutere, l'unica cosa che si può e si deve fare, è attenersi al piano"
"E suggerisco di iniziare subito, credo che Magrod sia al limite della distanza utile prima che rilevi la presenza della Minerva" si intromise Aidan.
"Ha ragione, tra circa tre minuti e ventidue secondi saremo entrambi a portata dei loro sensori, sempre a meno che non abbiano una nave differente da quella che hanno usato la volta scorsa."
T'eyan confermò la rilevazione della nave.
Dirk aprì bocca per aggiungere qualcosa, improvvisamente si portò le mani al petto incapace di parlare per l'improvviso riacutizzarsi del dolore.
Boccheggiando crollò per terra, dalla bocca colò un rivolo di sangue scuro che prese ad allargarsi sul pavimento.
Lanciando un grido, Khetta si precipitò verso l'umano.
"Liam, Lanaari, portatelo immediatamente in infermeria, Patros, tu ed Aiden tornate immediatamente alla Seventeen e procedete con il piano"
I due pirati della Minerva si lanciarono verso Sandeker aiutati da Gas ed uscirono immediatamente. Aldea si avvicinò all'amica ed al suo compagno: "Siete sulla mia nave, anche se sei come una sorella per me, che sia la prima e l'ultima volta che interrompete uno dei miei uomini!" Detto ciò, uscì seguendo il suo team verso l'infermeria.

Luogo: Nave stellare Minerva - Infermeria
Data: 16 maggio 2388 Ore 04.20

Dirk giaceva su uno dei lettini medici, la sua pelle sembrava traslucida, le venature disegnavano un'intricata rete sulla sua pelle.
Gas era tornato di corsa in plancia assieme a Liam.
"La degenerazione cellulare che avevo rilevato nell'altro universo sembra sia più accentuata su di lui - Stilgar con un tricorder medico effettuò un'altra scansione sia del paziente, che di Lanaari ed Aldea. - Non capisco come mai. Su di voi la degenerazione cellulare recede senza problemi grazie alle cure a cui vi ho sottoposti dal nostro ritorno. Per quanto riguarda 'il paziente', sembra che il danno sia più esteso e non pare esserci nessun rientro alle condizioni normali. Non so come sia possibile aiutarlo, avevo pensato all'ipotesi di un teletrasporto d'emergenza, utilizzando la memoria di buffer del teletrasporto per ripristinare la struttura cellulare registrata durante l'ultima scansione quantica. Purtroppo anche in quelle registrazioni, le cellule sono danneggiate. Ipotizzo che durante l'ultima lettura quantica, fosse già in corso il deperimento.
Dirk aprì gli occhi, malgrado il dolore che lo affliggeva, si alzò a sedere stringendo i denti. "Quella nave non è Ferengi... siamo no..." Dirk si
accasciò privo di sensi.
=^= Aldea, parla Gas, abbiamo un problema... i sensori sono impazziti, la nave che sta arrivando e' ... la Minerva! =^=




:: Diario 020 : Aldea

Luogo: Nave Minerva - Infermeria
Data: 16 maggio 2389 - ore 16.10

Dirk riprese lentamente i sensi. Sentiva dolore in ogni fibra del suo corpo, ma le fitte all'addome erano cessate. La prima cosa che riusci' a distinguere fu il visetto porcino di Khetta chino su di lui. Erano lacrime quelle che brillavano nei suoi occhi? - si chiese incuriosito. Non aveva mai visto un tellarite piangere, non credeva neppure che ne fossero capaci.
- Finalmente! - Stilgar scosto' con fermezza la tellarite e si avvicino' al suo paziente. - I valori sono normali, adesso. Non ci speravo piu'.
- E' fuori pericolo? - chiese Khetta, con un tremito nella voce. - E' veramente salvo adesso?
Stilgar sospiro'. - Non posso esserne certo al cento per cento. Quello che abbiamo passato non e' certo qualcosa di normale, ma sono ottimista. Gli altri si sono ripresi senza nessun intervento da parte mia. Dirk e' stato l'unico ad avere dei seri problemi.
- Ehi, sono sveglio - sussurro' Dirk. - Non parlate come se io non ci fossi. Quanto tempo sono rimasto svenuto? Come e' andato l'incontro con l'altra Minerva, e con il Daimon Grenek e Magrod?
Stilgar e Khetta si scambiarono un'occhiata preoccupata.
- Qual'e' l'ultima cosa che ricordi? - gli chiese il dottore.
- La Minerva, un'altra Minerva, che stava avvicinandosi... Il dispositivo di Lanaari ci ha fatto finire in un universo parallelo, ma poi siamo tornati nel nostro universo. E' il nostro universo questo, giusto? - chiese Dirk confuso.
- Si, siamo tornati a casa - confermo' il dottore. - E in tempo per salvare Patros e la Seventeen, ma non abbiamo mai incontrato nessuna nave ferengi, ne' un Daimon Grenek, ne' un doppione della Minerva...
Stilgar si fermo' a riflettere, poi gli chiese: - Che giorno e' oggi, o almeno che giorno pensi che sia?
Dirk fece uno sforzo per ricordare. - Siamo tornati il 14 maggio del 2389, e siamo rimasti in orbita un paio di giorni per tendere un agguato a Magrod, per cui oggi dovrebbe essere il 16 maggio. Ero in plancia quando mi sono sentito male, e poi mi hanno portato qui.
- La data e' giusta - confermo' il dottore, - ma ti trovi in infermeria privo di conoscenza da due giorni, ovvero da quando siamo tornati. Non siamo piu' in orbita, ma stiamo scortando la Seventeen verso il pianeta dei rettiloidi. Patros e' impaziente di riscuotere la sua ricompensa, e Atorn e Galan non vedono l'ora di portare finalmente le loro uova al sicuro. Per ora non c'e' nessuna traccia di Magrod e della nave Garuden. In questa linea temporale non l'abbiamo ancora incontrato e forse non lo incontreremo mai - spiego'.

Luogo: Nave Minerva - Infermeria
Data: 16 maggio 2389 - ore 18.00

Lanaari entro' in infermeria con un sorriso sul volto, che pero' non riusciva a nascondere le profonde occhiaie.
- Finalmente ho capito - esclamo'. - La teoria dei flussi paralleli, come ho fatto a non pensarci prima.
- La teoria di cosa? - chiese Dirk.
Khetta rivolse uno sguardo speranzoso verso la donna. - Significa che stara' bene? - le chiese.
- Si, ne sono ragionevolmente sicura - le rispose Lanaari. - Le teorie sugli spazi tempi sono varie quasi quanto il loro numero ipotetico, ma in questo caso avevo parecchi soggetti da esaminare, e il dottore mi ha fornito un gran numero di dati. Ho trasmesso tutto a Toshiro, insieme alle registrazione ottenute dalla strumentazione della Minerva durante i salti spaziotemporali. Non e' stato certo il modo migliore per fare un test di collaudo di uno degli apparecchi della Maddaki - ammise, - ma non voglio annoiarvi con i particolari. Interrogando gli altri e' risultato evidente che quelli che presentavano piu' danni fisici erano anche quelli i cui ricordi differivano di piu' da quelli degli altri. La teoria dei flussi paralleli ipotizza che il passaggio tra un universo ed un altro non sia diretto, ma avvenga attraverso un insieme infinito di universi che differiscono tra di loro di pochissimi particolari.
- Infinito? Come e' possibile? - chiese Khetta.
- Come per Achille e la tartaruga, il piu' famoso dei Paradossi di Zenone, giusto Lanaari? - intervenne Dirk che aveva seguito con interesse il discorso dell'amica. - Achille non raggiunge mai la tartaruga perche', nel tempo in cui lui percorre una certa distanza, la tartaruga ne avanza di una frazione, mantenendo il vantaggio. Secondo Zenone "una distanza finita non e' percorribile perche' divisibile in frazioni infinite", ma nella realta' Achille supera la tartaruga. Uno degli esempi piu' noti di come la teoria e la realta' siano differenti.
- Giusto - confermo' Lanaari. - La mia ipotesi e' che tutti abbiamo attraversato questi universi, ma alcuni lo hanno fatto piu' lentamente di altri, ed e' stata questa la causa dei ricordi non coincidenti che ho rilevato interrogando i vari uomini dell'equipaggio. Alcuni hanno avuto il tempo di ricordare quello che hanno vissuto negli altri spazitempi, che erano leggermente diversi da quello di arrivo, altri no. La maggior permanenza negli universi intermedi spiegherebbe anche i maggiori problemi fisici che hanno avuto, in quanto l'organismo e' stato piu' influenzato dalla chimica e dalla fisica dei mondi attraversati, aumentando esponenzialmente lo stress a cui sono stati sottoposti. E' tutto chiaro?
- Non proprio - ammise Khetta, che stava ancora cercando di capire la storia della tartaruga. - Ma se questo significa che ora Dirk stara' bene, mi basta e avanza.

Luogo: Pianeta Golberas - Palazzo del governo dei Gradon
Data: 18 maggio 2389 - ore 10.00

- Come sarebbe a dire che non verremo pagati!!! - stava gridando Patros furibonda. Aveva rischiato di perdere la nave e la vita per delle stupide uova e ora quella lucertola troppo cresciuta le stava dicendo che non ne avrebbe ricavato nulla!
La cresta bianca di Garent, il capo supremo dei Gradon, si rizzo', in risposta all'irritazione del rettile.
- La sua affermazione non e' esatta - rispose con fermezza. - Se ricorda, le condizioni d'ingaggio prevedono il pagamento solo nel caso che la... ehm... "merce" sia stata consegnata nei tempi previsti e in condizioni ottimali.
- E allora dov'e' il problema? La Seventeen e' arrivata in anticipo sui tempi previsti ed i vostri uomini hanno verificato che i sigilli sono intatti - protesto' Patros maledicendo in cuor suo il giorno che aveva accettato quel lavoro.
- Le sue affermazioni sono esatte, ma i sigilli non garantiscono che la "merce" sia ancora adatta ai nostri scopi - ribatte' l'altro, piccato. - I nostri compatrioti, oltre ad essere stati profondamente offesi dal trattamento subito a bordo della Minerva ad opera della sua "amica", ci hanno riferito cose che ci inducono a dubitare del buon stato di conservazione delle uova.
Patros lo fulmino' con lo sguardo. - Non so cosa le abbiano raccontato quei due, ma posso giurarle che le vostre uova sono state sempre in mia custodia ed al sicuro nella stiva della mia nave. Le uova che si trovano attualmente a bordo della Minerva sono un'anomalia spaziotemporale, e non c'entrano nulla con il nostro accordo.
- Questo non cambia nulla. Dovrete aspettare che le uova si schiudano. Solo dopo che avremmo verificato che i piccoli siano sani onoreremo i nostri obblighi verso di voi.
- E quanto ci vorra'? Devo pagare i miei uomini, la manutenzione della nave e un sacco di altre spese - protesto' vivacemente la donna.
- In questo momento i nostri scienziati stanno fecondando le uova. Calcolando il tempo occorrente per l'incubazione e la schiusa secondo la vostra datazione, direi poco di piu' di uno dei vostri anni.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 18 maggio 2389 - ore 12.00

- Altro che vita avventurosa, guadagni facili e femmine adoranti. A smaltire rifiuti. Ecco come sono finito - si stava lamentando Gas.
Era alla guida di un trasporto dei Gradon, diretto verso uno dei loro inceneritori. I Gradon avevano chiesto ad Aldea di occuparsi della distruzione delle uova che si trovavano a bordo della Minerva. Nessuno dei rettiloidi si sentiva in grado di svolgere quel compito per loro particolarmente doloroso, e visto che i pirati dovevano anche sbarazzarsi di altri alimenti andati a male e soprattutto del pesce di Gas, era toccato a quest'ultimo occuparsi della cosa.
- E adesso che succede? - sbuffo'.
Un rettiloide era piazzato in mezzo alla strada vicino ad un trasporto identico al suo, e gli stava facendo segno di fermarsi.
Gas valuto' rapidamente la situazione. Il lucertolone grigio-amaranto apparentemente era da solo ma, per quel che ne sapeva, sul trasporto potevano essercene nascosti altri. Pero' chi poteva tendere un'imboscata ad un camion di rifiuti? Decise di fermarsi, anche perche' l'altro non accennava minimamente a spostarsi, e investire un indigeno non avrebbe certo aiutato i gia' tesi rapporti tra i pirati e i locali.
- Che vuoi? - gli chiese sgarbatamente affacciandosi dal finestrino del mezzo. - Non do' passaggi agli sconosciuti.
- Non voglio un passaggio - rispose l'altro. - Pensavo che potessi essere interessato ad una transazione di affari.
Gas rizzo' le orecchie interessato. Dopo che avevano scoperto che le loro fatiche non sarebbero state ricompensate, il morale di tutti era abbastanza a terra, soprattutto il suo, che aveva visto sfumare la possibilita' di comprare del pesce fresco in sostituzione di quello che ora teneva compagnia alle uova in attesa di finire nell'inceneritore.
- Che tipo di affari? - chiese, incuriosito.
- Il tuo carico in cambio di una barra di latinum - rispose l'altro arrivando subito al punto. Il metallo luccico' nelle sue mani per sottolineare che diceva sul serio.
Il felinoide abbasso' le orecchie deluso. - Evidentemente stavi aspettando qualcun'altro. Io trasporto solo uova e pesce marcio. Non senti che puzza?
- Nessun errore.
Gas lo fisso' perplesso. Non riusciva ad interpretare l'espressione dell'altro, ma gli sembrava che dicesse sul serio - E che te ne faresti di questa roba?
- Niente domande - lo interuppe il rettile. - Nel prezzo e' compreso anche il tuo silenzio. Allora cosa decidi? Se accetti ci scambieremo i trasporti. Tu porterai il mio all'inceneritore, lasciandomi il tuo, cosi' nessuno si accorgera' di nulla.
Gas mise su un piatto della sua bilancia interiore il latinum e il pesce che avrebbe potuto comprare, e sull'altro quello che gli avrebbe fatto Aldea se avesse scoperto che non aveva eseguito i suoi ordini. La bilancia si inclino' decisamente a favore del primo. Con il latinum il pesce era assicurato, e poi sarebbero partiti subito; Aldea non avrebbe mai scoperto quello che aveva combinato.
Scese dal trasporto. - Affare fatto. Meglio un uovo oggi che una gallina domani - disse citando un antico proverbio terrestre, guadagnadosi un'occhiata perplessa del rettiloide.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 18 maggio 2389 - ore 12.30

Kessur sali' alla guida del trasporto. Le mani gli tremavano dalla tensione ma riusci' a metterlo in moto.
Ce l'aveva fatta. Aveva le uova.
Erano compromesse, lo sapeva, ma sapeva anche che senza di esse i Garuden erano condannati all'estinzione. Se c'era anche una minima speranza che qualcuna di esse fosse utilizzabile doveva sfruttarla. Per fortuna di entrambi il pirata aveva accettato subito lo scambio; non aveva altro latinum da offrirgli, se avesse alzato il prezzo sarebbe stato costretto ad ucciderlo, e questo avrebbe potuto far fallire i suoi piani.

Luogo: Nave Minerva
Data: 02 giugno 2390 - ore 22.00

Era passato poco piu' di un anno, e Aldea aveva quasi dimenticato tutta la faccenda dei Gradon e delle loro uova, per cui rimase molto sorpresa quando Patros la contatto'.
=^= Aldea, ci sono dei problemi con i Gradon e con i Garuden. Ci serve il tuo aiuto. Ti aspetto sul loro pianeta... =^=




:: Diario 021 : P'otleth

Luogo: Nave Minerva - Armeria
Data: 03 giugno 2390 - ore 15.26

P'otleth finì di collegare il cavetto e osservò la sua opera con evidente soddisfazione.
"Che roba è, Rhian?" chiese un addetto dell'armeria.
P'otleth lo fulminò con lo sguardo.
"E' un fucile phaser no?"
"Sì, capo, ma perché c'è quella specie di scatola?"
* Ma che razza di armieri mi hanno dato? * P'otleth sbuffò rassegnato all'ignoranza del collaboratore umano.
" La scatola, brutto ignorante umano, è un potenziamento per la cella energetica. Un normale fucile phaser ha un settaggio massimo di livello 15; credo che con il potenziamento, si possa arrivare a 20."
L'umano guardò la scatola perplesso.
"Significa che il nemico, invece di renderlo simile ad un animale arrostito, lo ridurrai ad un mucchietto di polvere."
L'umano annuì poco convinto. P'otleth stava per replicare quando una voce risuonò nell'armeria.
=^= P'otleth in sala riunioni. Subito. =^=
"Non ti azzardare a toccare questo fucile phaser, sono stato chiaro?"
" Ie... rekkhai..." - rispose sarcastico l'umano.
P'otleth lo fulminò con lo sguardo e si avviò verso la sala riunioni.

Luogo: Nave Minerva - Sala Riunioni
Data: 03 giugno 2390 - ore 15.35

Aldea passò in rassegna i suoi ufficiali con lo sguardo.
"Bene, signori. Ho convocato questo briefing per chiarire la situazione attuale. Su Golberas c'è un po' di casino e noi ci siamo dentro fino al collo. Quei rettili stanno mettendo su una guerra civile per qualche uovo artificiale dal quale potrebbe dipendere il destino della specie. Essendo uova fecondate artificialmente non si sa niente di cosa potrebbe uscirne e..."
Alde fu interrotta da una voce all'altoparlante.
=^= Stilgar in infermeria! =^=
Il medico lanciò ai commilitoni un'occhiata nervosa e premette il comunicatore.
=^= Spero che sia urgente! Cosa c'è? =^=
=^= Ehm... vede Stilgar, un addetto all'armeria è saltato per aria provando ad utilizzare un fucile phaser modificato. Ustioni di 3 grado su tutta la zona frontale =^=
Lo sguardo dei presenti si spostò su P'otleth.
=^= Arrivo subito, Stilgar chiudo =^=
"Se avessi dei collaboratori un po' più qualificati e responsabili questo non sarebbe successo!" disse il romulano in risposta agli sguardi dei presenti.
"Ne parleremo più tardi con l'infortunato! Lei vada, Stilgar" - disse Aldea - "Dunque, dicevo che la situazione su Golberas è critica: due fazioni Gradon e Garuden si danno battaglia. Sono i Gradon che hanno le uova, ricevute da Patros che, non pagata, ha bisogno del nostro aiuto. Domande?"
Alcuni dei presenti scossero il capo.

Luogo: Pianeta Golberas - Area amministrativa Garuden - Ufficio di Kessur
Data: 03 giugno 2390 - ore 16.00

Kessur era solo nel suo ufficio. Davanti a lui era poggiata una delle uova ottenute da Gas. Come tutte le altre era di un colorito verdastro, invece che del giallo sporco normale. Kessur osservò preoccupato l'uovo.
All'improvviso una crepa ruppe il guscio e una zampa la sfruttò per aprire un varco nella corazza protettiva. Kessur si avvicinò al buco appena liberato della zampa del cucciolo e vi accostò l'occhio. E la paura riempì il suo sguardo.




:: Diario 022 : Stilgar

Luogo: Pianeta Golberas - Area amministrativa Garuden - Ufficio di Kessur
Data: 03 giugno 2390 - ore 17.30

"Che cosa hai detto che sono?"
Una voce palesemente irritata gracchio' da un piccolo monitor sulla scrivania di Kessur.
"Lo so, e' incredibile, ma non mi sbaglio" replico' preoccupato il rettile. "L'uovo si e' schiuso di fronte a me. So di cosa parlo."
"E ora dove sono?" chiese la sconosciuta figura.
"Le uova non schiuse sono state trasferite in una stanza fredda per impedirne la schiusa" disse Kessur. "Il cucciolo di Draken e' stato preso in custodia dalle forze di sicurezza e portato in luogo sicuro".
Dal monitor usci' un ordine secco: "Continua a raccogliere informazioni e alza il livello di allarme. Saro' li' in due ore."
Kessur spense il comunicatore e si volto' verso Lhek che sedeva dall'altro lato della scrivania.
"Quindi ci siamo?" chiese retoricamente Lhek.
Kessur annui' con un movimento del capo. "Ormai si stanno delineando le intenzioni dei Gradon."
Kessur si alzo' e volse le spalle all'ospite per guardare la citta' che brulicava di vita al di la' delle vetrate del suo ufficio. Senza voltarsi continuo': "Credo che si stiano preparando ad un'offensiva."
Fece una pausa come se stesse cercando le parole piu' adatte per una situazione che non aveva risvolti positivi. "Hanno uova anche loro; credo che stiano preparando un attacco terroristico liberando i Draken in citta'".
Con un gesto della mano indico' le case fuori dalla finestra poi si giro' ed incomincio' a camminare nervosamente. "Creerebbero il panico e troverebbero la strada spianata per prendere il potere e cancellarci dal pianeta."
Si fermo' e guardo' fisso Lhek.
Lhek continuo' a guardare Kessur senza mostrare nessun segno di nervosismo; Kessur continuo' "Non possiamo agire allo scoperto, rischieremmo di generare piu' panico di quanto potrebbero fare i Gradon e faremmo solo il loro gioco." Fece una piccola pausa. "Abbiamo bisogno di un appoggio esterno"
Lhek sapeva che era stato convocato per questo momento, si alzo', si diresse verso la porta. "Conosco le persone giuste", disse prima che la porta si chiudesse alle sue spalle.
Kessur rimase immobile a fissare le sue speranze che uscivano dall'ufficio.

Luogo: Nave Minerva - Cabina del Capitano
Data: 03 giugno 2390 - ore 18.27

=^= Comunicazione in arrivo =^=
Aldea pigramente attivo' il comunicatore, un bagliore di stupore illumino' i suoi occhi.
L'immagine di un rettiloide apparve sullo schermo "Dobbiamo parlare"




:: Diario 023 : Dar'yana

Luogo: Nave Minerva - Alloggi del personale medico
Data: 03 giugno 2390 - ore 18:00

La dottoressa Mosienko se ne stava impassibile da ore a trastullarsi con una piccola penna laser... erano giorni ormai che la sua mente pareva scollegata dal normale ritmo di bordo... tuttavia quei pochi che per mansione o per casualita' si erano imbattuti in lei, avevano notato che c'era qualcosa di diverso nel suo abituale distaccato comportamento, come se stesse pensando a qualcosa che non le tornava, ad un dettaglio dimenticato, ad un particolare rimosso dalla mente che ora le bussava insistente ma che doveva ancora essere codificato.
Era passato ormai un anno da quando era salita sulla nave e Dar'yana aveva scambiato non piu' di tre parole con qualche membro dell'equipaggio e sempre per motivi di ordinario servizio... passava il suo tempo a compilare scartoffie e a riorganizzare un archivio dati fino ad allora inesistente... le sue ricerche scientifiche, o meglio gli appunti del suo lavoro, giacevano piene di polvere da mesi... si riduceva a fare sedute psicanalitiche di normale routine per il personale di bordo; ai piu' pareva fosse totalmente disinteressata dal resto della vita all'interno della nave. D'altronde tutti sapevano che uno dei motivi piu' forti che la avevano spinta sulla Minerva era il desiderio di trovare contatti utili per la ricerca del padre.
Ma quel giorno qualcosa impegnava la sua mente...
Aveva ricevuto notizia del briefing appena svoltosi in sala riunioni ...e i nomi Garuden e Gradon associati al pianeta Golberas... le erano troppo familiari per essere un caso...
All'improvviso smise di giocare con la penna... si alzo' di scatto e cerco' un fascicolo in mezzo ad una montagna di scartoffie impolverate... ci mise su gli occhi: vi era scritto in calce e ben evidente "piccola musa" (questo era il soprannome che il padre le dava da bambina, mentre si metteva al violoncello a suonare... ma qui era stato scritto per identificare le trascrizioni dal d-padd che era stato ritrovato dopo la sparizione del padre).
Scorse con rapidita' i fogli... fino a che trovo' un piccolo foglietto recante la trascrizione di una conversazione sotto forma di piccoli messaggi, tra suo padre ed un collega ingegnere genetico... si parlava di un progetto "theta" riguardo alla manipolazione genetica di forme rettiloidi ...ma il messaggio non era integro ...c'erano frasi parziali e la dottoressa si chiese se fosse solo una discussione ipotetica od osservazioni su un progetto gia' in corso ...pareva davvero tutto molto misterioso...
Contrariamente alla sua indole, Dar'yana decise di lasciare la sua cabina per parlare con Aldea ma come avvicinarla? Lei , psichiatra scorbutica, abbastanza isolata da tutti, cosa dire? ...non si rese nemmeno conto e gia' era fuori dalla cabina... due passi e si ritrovo' davanti Stilgar, di ritorno dall'infermeria dove aveva appena visitato l'addetto all'armeria feritosi gravemente col phaser modificato.
Resto' senza parole per un secondo e poi disse " 'ttor Stilgar!"... inconsciamente storpiando il saluto e il titolo del dottore e poi proseguendo freddissima il suo cammino...




:: Diario 024 : T'eyan - Un posto di nome Santiago

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:00

La colpi' il colore del cielo. Era di un azzurro profondo, quasi turchese, luminoso e senza nuvole. Il cielo della sua colonia, prima dell'arrivo dei cardassiani, era stato cosi', o almeno cosi' lo ricordava.
"Ma e' passato tanto tempo" - penso' T'eyan, osservando il verde ingiallito delle foglie estive sugli alberi. Anche i ricordi appassiscono.
Allontano' quel corso di pensieri, sentendo su di se' il peso di uno sguardo. Si giro', in tempo per incrociare gli occhi dalle pupille verticali di un rettiloide. L'essere abbasso' lo sguardo in fretta, e si affretto' a traversare la piazza, allungando il passo per raggiungere il gruppo dei suoi, prima di sparire dietro un angolo. L'episodio non le piacque, anche se - logicamente - non c'era niente di strano che il suo aspetto alieno, li', attirasse l'attenzione dei passanti. La piazza sembrava piuttosto piccola e poco trafficata. Una fontana dall'aspetto antico e logoro sovrastava la balaustra di una scalinata che scendeva serpeggiando verso la citta' bassa, fatta di case ad uno o due piani, di un biancore quasi abbacinante nel sole del mezzogiorno.
T'eyan si guardo' intorno, avvertendo la vibrazione del teletrasporto a pochi passi da lei. Aldea e P'otleth si materializzarono accanto alla fontana, e la vulcaniana li raggiunse.
"Dov'e' l'appuntamento con il Garuden?" - domando'.
Anche Aldea si stava guardando intorno, schermando il volto con il palmo della mano per ripararsi dal sole forte:
"Non lontano da qui. Lhek ci sta aspettando in una delle botteghe del mercato" - disse, accennando verso una serie di tendoni multicolore che spuntavano da sopra i tetti bianchi delle case.
"Sara' meglio allora togliersi da qui" - brontolo' P'otleth, incamminandosi verso la scalinata. Non era un mistero il fatto che il tattico non gradiva affatto la passeggiata. Il romulano aveva scelto di indossare un mantello di foggia vulcaniana sopra una tuta da lavoro.
"Quante armi hai nascosto sotto quel mantello?" - gli domando' T'eyan, a bassa voce.
"Abbastanza!" - ribatte' secco P'otleth - "Spero che nessuno pensi che io mi possa buttare in una trappola senza neanche prendere precauzioni"
"Non mi aspetto sorprese da questo incontro" - si inseri' Aldea, fermandosi un istante su un gradino.
"Come fai a dirlo?" - chiese P'otleth - "Se non mi sbaglio, l'unica cosa che sappiamo di questo tizio, e' che ha corrotto il secondo di Patros per fermare la sua nave"
"Gia'. E penso che voglia corrompere anche noi!"
T'eyan le scocco' un'occhiata interrogativa. Aldea la colse:
"No... Certo che non ho alcuna intenzione di tradire Patros! - disse - "A dire la verita', le ho anche gia' parlato di questo incontro, e lei e' stata d'accordo con me. Dopotutto, i Gradon non ci hanno mai pagato. Non hanno pagato la Seventeen per il trasporto delle uova, e non hanno pagato noi per il trasporto dei loro due inviati a caccia della Seventeen che si era persa. Hanno promesso di pagarci entro un anno, ma ne' io ne' Patros abbiamo visto ancora un solo pezzo d'oro. A questo punto, dobbiamo ritenere che l'accordo con loro sia saltato... O meglio, stia per saltare, visto che un anno dal termine che ci hanno dato scade fra pochi giorni. Ed allora, penso che possiamo andare a sentire cosa hanno da dire i Garuden"
Avevano raggiunto la base della scalinata, giungendo in una stradina centrale che mostrava segni di antichita'. Le pietre del selciato erano qui e la' sconnesse, dando spazio alle sterpaglie che spuntavano a stento dai solchi, piegate dagli stivali dei passanti. Altri occhi gialli si incrociavano per guardare il loro gruppetto che si inseriva nel flusso diretto al mercato. Rettili dalle scaglie biancastre sembravano guardarli piu' intensamente degli altri, a volte fermandosi addirittura, intralciando il passo e rallentando il traffico dei mercanti. C'erano Garuden e Gradon che si muovevano in gruppo, fissandosi l'un l'altro con sguardi torvi. Nessuno dei gruppi sembrava misto delle due etnie.
Oltre le tende di seta rossastra che pendevano dai tetti delle case, la temperatura sembrava piu' mite, ma gli odori di spezie pesanti che si rimescolavano alle voci ed ai corpi di centinaia di rettili rendevano l'ambiente afoso ed opprimente. Il banco illuminato a giorno di un negozio esponeva rotoli di stoffa ricamati e pelli di animale riprodotte in maniera stupenda, lucide e lavorate con disegni preziosi, attirando l'attenzione di rettili che si fermavano per studiarne i prezzi e contrattare gli acquisti. Piu' in la', l'odore di spezie si appesantiva, dove venivano mostrate polveri dai colori sgargianti in colonne di vetro aperte in alto. Accanto alle colonne, un mercante controllava la qualita' di una spezia con un tricorder di foggia federale. Il mercante dava loro le spalle, ma i capelli lunghi e biondi dell'uomo spiccavano sul colletto.
"...La consegna sulla mia nave" - stava dicendo l'uomo al rettiloide dietro il bancone.
"Aidan!" - esclamo' Aldea. L'umanoide si volto', con un sorriso allegro dipinto in volto:
"Ah, siete qui, finalmente!" - l'uomo li saluto', agitando la mano che portava il tricorder. - "Spero che per voi non sia un problema... Stavo approfittando della sosta per fare un po' di rifornimenti per la Seventeen. E le spezie di questo pianeta si vendono a buon prezzo in molti porti. Voi, tutto bene?"
"Si. Patros?" - chiese il capitano.
"Sta bene ed e' ansiosa di riabbracciarti. Seguira' l'incontro con Lhek attraverso questo" - accenno' al comunicatore appuntato al petto.
"Anche i nostri, dalla Minerva saranno a portata di comunicatore" - assenti' Aldea - "Saranno pronti a portarci fuori, nel caso ci fosse qualunque problema"
Aidan sogghigno':
"Mi sembra giusto... Nessuno vuole problemi, no?"
T'eyan si accorse che P'otleth stava diventando nervoso. Seguendo il suo sguardo, noto' che il rivenditore del negozio di spezie si era sporto verso di loro, e stava seguendo la loro conversazione con uno sguardo attento. Attorno a loro, gli sguardi di molti rettiloidi si posavano con una curiosita' pericolosa sul gruppo di alieni. La vulcaniana decise di intervenire:
"Se posso interferire" - si inseri' - "L'appuntamento e' fra qualche minuto"
"Sara' meglio andare, allora" - disse Aldea. Aidan torno' a sporgersi verso il bancone del negozio, pronunciando alcune frasi in una parlata locale che il traduttore universale non riporto'. Il rivenditore scomparve per un istante all'interno della bottega. Torno' per porgere un arnese all'umanoide e premette il pollice su un arnese che il rivenditore gli porse, quindi si incammino' accanto al capitano.
"Cosa sai dirmi di Lhek?"
Sul bel volto di Aidan comparve una smorfia:
"Posso dirti ben poco... Tranne quello che sanno tutti, su questo pianeta. Lhek e' noto, su questo pianeta, perche' molto vicino a Kessur, attuale leader indiscusso dei Garuden. Kessur e' l'uomo che da quando e' salito al potere non fa altro che propagandare odio nazionalistico contro i Gradon. Tutti, qui, si aspettano da un momento all'altro che ricominci la guerra fra le razze di questo pianeta... Una guerra che sta durando con alterne vicende da tre secoli, ma che nell'ultimo decennio era entrata in una fase di stanca" - incrocio' lo sguardo di Aldea - "Si, so che stai pensando. Ma non credere che i Gradon siano migliori... E' solo il fatto che negli ultimi tre secoli hanno avuto piu' sconfitte che vittorie che li rende normalmente piu' malleabili degli altri... Quello, e che sono meno militarmente preparati ad affrontare un'altra guerra interna di quanto lo siano i Garuden"
"La Federazione non dice nulla?" - domando' T'eyan. Aidan si strinse le spalle:
"Si tratta di faccende interne ad un pianeta non allineato" - ricordo' - "La Federazione dei Pianeti Uniti non puo' immischiarsi nelle faccende locali, per statuto. Questo non vuol dire che non si facciano vedere, a volte, degli inviati della Federazione, e che non ci sia stato, un po' di tempo fa, un tentativo di conciliazione, promosso dalla diplomazia federale... Ma i colloqui di pace finirono rapidamente in un nulla di fatto"
"Se la Federazione si tiene a distanza da qui, tanto di guadagnato per noi" - borbotto' P'otleth, guardandosi intorno ed incrociando gli sguardi dei negozianti che allungavano il collo per fissarli dai banchi del mercato - "Siamo troppo visibili su questo pianeta per poter sfuggire ad una sorveglianza, se ci fossero in giro per caso dei federali."
"Siamo quasi arrivati al luogo dell'appuntamento" - disse, mostrando una porta che si apriva fra due banchi di stoffe - "Veramente, non siamo noi ad attirare l'attenzione. Anche se non siamo esattamente in un centro galattico, gli alieni non sono cosi' rari su questo pianeta..."
T'eyan lo fisso', corrugando la fronte:
"Non capisco che intendi. Ho contato almeno una sessantina di rettiloidi, da quando siamo sbarcati, che si e' voltata a fissarci"
"Ma se fossimo solo io ed il romulano, qui, non ci guarderebbero due volte. Siete voi - tu e Aldea - ad attirare l'attenzione dei locali" - ribatte' Aidan - "Non te ne sei ancora accorta? Su questo pianeta non esistono femmine. Non piu'..."
T'eyan si volto' verso Aldea. Il capitano non mostrava alcuna sorpresa:
"Tu lo sapevi...?"
Aldea assenti'. Si guardo' intorno, poi a voce bassa, inizio' a raccontare...

Flashback!

Luogo: Nave Minerva - Alloggi del personale medico
Data: 03 giugno 2390 - ore 18:15

"...Non ci credo!" - Aldea non poteva essere piu' inorridita. Di fronte a lei, Dar'yana Mosienko alzo' le spalle.
"Ci hai pensato che gli umani - quegli stessi che pensano di essere tanto intelligenti e che hanno tanta fiducia nelle loro capacita', hanno provato a mettere le mani nel loro DNA, per... Come si diceva nelle Guerre Eugenetiche? Per migliorare la razza!" - la donna pronuncio' le ultime parole con evidente disprezzo - "Pensi che gli altri popoli di questa dannata galassia siano migliori? O siano in grado di imparare dagli errori degli altri?"
"...Ma stai parlando di un un laboratorio in territorio federale!" - protesto' Aldea - "Per quanto non appartenga veramente alla Federazione... Per quanto possano essere annacquati i loro principi... Si tratta di Eugenetica! Perfino io so di che si tratta! E so che nessun terrestre si metterebbe in testa di tentare di migliorare una razza, umana o non umana che sia!"
Dar'yana annui':
"Oh, si... Tu stai parlando di un vero trauma sociale. Ogni bambino umano - di qualunque colonia sparsa per la Galassia - viene istruito di quello che succede quando si mettono le mani in una cosa delicata come il DNA. E questo senza contare che le leggi della Federazione puniscono severamente ogni ricerca eugenetica su ogni dannato pianeta!" - rise - "Ma come sai... Non basta una legge per fermare la gente!"
Aldea chino' il capo:
"Gia'..."
La dottoressa smise di ridere. Sul suo volto si formo' una smorfia dolorosa, quindi si chino' in avanti, guardando verso terra:
"C'era una volta un luogo che si chiamava Santiago. Era un laboratorio, non una citta' o un villaggio. Non so dove fosse situato, ne' chi fossero le persone che ci lavoravano... Tranne che una di loro doveva essere mio padre. Lui... Lui aveva le sue idee" - la voce della donna trascoloro' in un mormorio. Lancio' un'occhiata al capitano - "So che la gente di questo pianeta - questo, sul quale adesso stiamo andando - ha avuto a che fare con quel posto che si chiamava Santiago. Come lo abbiano frequentato, quando, in cambio di cosa... Non lo so. Non so nulla, in realta', a parte che e' un posto maledettamente pericoloso da conoscere. Ma so che vi si facevano ricerche che ad ogni dannato Commodoro della Flotta Stellare farebbero drizzare i capelli in testa"
Aldea riflette':
"Non hai idea di dove si trovi, vero? Non c'e' traccia delle coordinate negli appunti di tuo padre?"
Dar'yana scosse la testa:
"Ti ho detto tutto quello che so" - la fisso' - "Che diavolo stai pensando?"
"Non so ancora..." - disse Aldea - "Ma ci hai pensato che un laboratorio del genere, potrebbe interessare molto la Federazione?"
"Vuoi dire... fino al punto di pagare per l'informazione?" - Dar'yana scosse la testa - "Ma noi non sappiamo dove si trova Santiago."
"Ma se i Gradon hanno avuto a che fare con quel laboratorio..." - suggeri' Aldea.
"...Loro, o almeno qualcuno dei loro, devono avere una idea di dove si trova" - annui' Dar'yana - "E' una idea!"

Di nuovo sul pianeta

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:30

"Una idea interessante, Aldea!" - disse Aidan - "Ma farsi pagare dalla Federazione potrebbe essere anche piu' dura che farsi pagare dai Gradon." - obietto'.
Aldea alzo' le spalle:
"Abbiamo i nostri canali" - fece - "Anche se possiamo usarli solo di rado. Ma dovremo essere sicuri della merce che andremo a vendere"
"Se la troveremo"
"Se la troveremo, certo" - assenti' Aldea - "Ma questo - dillo a Patros: io non ho voluto parlargliene via subspazio - sara' solo se i Gradon non dovessero rispettare i contratti che hanno sia con voi che con noi... Chiaro?" agito' una mano di fronte al volto dell'uomo.
"Chiarissimo!" - assenti' il secondo. Si guardo' intorno - "Penso che pero' sia ora di andare. Lhek ci stara' aspettando"
Aldea si fece strada fra i banconi carichi di stoffe, avvicinandosi al portone, che si apri' con uno scatto.
"Ci sta aspettando davvero" - mormoro' P'otleth, portando istintivamente la mano al fianco, poi ripensandoci e facendola ricadere. Il romulano spinse il battente del portone, che si apri' verso un cortile di aspetto trascurato. Il cortile terminava in una scala in pietra, dai gradini alti e priva di balaustra, che portava ad un piano superiore circondato da un peristilio ombreggiato. Sul muro del cortile comparivano, senza ordine apparente, una serie di targhe semicancellate dal tempo e di simboli d'aspetto antico.
Aldea accenno' a P'otleth di rimanere di guardia nel cortile, prima di incamminarsi verso la scala. Il romulano assenti', poi si guardo' intorno. T'eyan segui' il suo sguardo. C'erano almeno sei o sette punti in quel cortile dai quali potevano arrivare colpi a tradimento, e non dubito' che anche l'uomo li avesse contati, prima di andare ad appostarsi sotto l'architrave della porta. Aidan aveva seguito Aldea sulla scala, e T'eyan dopo un attimo di esitazione si diresse verso il secondo piano.
La porta di fronte alla scala era aperta, mostrando un loggiato aperto verso il mercato, dal quale arrivavano le voci ed i rumori della folla.
"La prego... T'eyan, vero? Da questa parte!" - la vulcaniana si diresse verso la voce. Aidan ed Aldea si erano accomodati a gambe incrociate su cuscini ricamati, di fronte ad un vassoio metallico con tazze ed una caraffa fumante di un liquido incolore. Un rettiloide ingrigito la invito' a raggiungerli con un ampio gesto della mano. Cosi' facendo, scopri' i denti in quello che voleva essere un sorriso amichevole, ma che a T'eyan ricordo' l'aspetto di un sorvegliante cardassiano del campo di prigionia... Amichevole, sorridente, fino a quando poteva spillare denaro o qualcosa di utile dai prigionieri. Aveva sempre lo stesso sorriso, quando poi li uccideva.
Ancora un ricordo di quando era bambina, penso'. Non ci pensava da anni, ma qualcosa in quel pianeta innescava i suoi ricordi.
Si sedette sui cuscini, accettando la tazza dalle mani del rettiloide. La porto' alle labbra, fingendo di assaggiarla, quindi la poso' di nuovo sul vassoio di fronte.
"Credo che sia ora di passare agli affari" - disse Aidan - "Esattamente, che cosa volete da noi?"
"Sempre diretti al punto?" - ritorse il rettiloide.
"In tutti gli affari, il tempo e' denaro" - intervenne Aldea. Accenno' ad Aidan - "Noi abbiamo non una, ma ben due navi in orbita attorno a questo pianeta... Senza avere ben chiaro che cosa puo' valere il prezzo del viaggio fino a qui. Per non parlare degli altri conti che abbiamo tuttora in sospeso con questo pianeta. Percio'... Ci proponga qualcosa che valga la pena ascoltare, o sara' bene piantarla qui"
Gli occhi verticali del rettiloide scomparvero per un breve istante:
"Un approccio da uomini d'affari. Il mio e' leggermente differente... Sono un politico, ed il mio primo pensiero quando incontro qualcuno, e' chi sia quel qualcuno, e da che parte stia..."
"E' stato lei a chiamarci, Lhek" - taglio' corto Aldea - "Lei sa chi siamo"
"Si, lo so. Quello che so e' che voi avete entrambi lavorato per i Gradon. Non e' stato soddisfacente, vero?" - Aldea non rispose. Lhek ebbe quasi un sogghigno:
"La verita' e' che, qualunque cosa vi abbiano promesso, non hanno denaro. Nell'ultimo conflitto, tutte le navi Gradon sono andate distrutte, e senza navi non c'e' commercio. Senza commercio, niente denaro... O almeno niente che possa essere di un qualche valore su altri pianeti"
"Nemmeno voi Garuden siete usciti molto bene dall'ultimo conflitto, se non sbaglio" - ribatte' Aidan.
"Oh, ma c'e' una differenza..." - disse Lhek, estraendo una cassetta da sotto il cuscino - "Noi possiamo pagarvi!"
Aidan scambio' un'occhiata con Aldea, quindi afferro' la cassetta. L'apri'. Aidan sorrise, contando con le dita i pezzi d'oro allineati.
"Potete prenderli, sono vostri" - disse Lhek.
"Non ci ha ancora detto che cosa vuole da noi" - sottolineo' Aldea
"Quello?" - il rettiloide scopri' i denti - "Per il momento, e' solo per assicurarmi il vostro silenzio sulla mia proposta"
Lo sguardo verticale dell'essere passo' dall'uno all'altro, come se cercasse di penetrare i loro pensieri:
"Voi... Entrambi i vostri equipaggi hanno partecipato alla missione Gradon per mettere le mani su uova compatibili con il nostro DNA" - comincio'. Si accorse che Aldea stava per intervenire, ed alzo' una mano - "La prego, non ne sto parlando per rivangare il passato" - si chino' in avanti - "Voi avete procurato ai Gradon uova. Scommetto che vi hanno detto che servivano per la sopravvivenza della loro etnia"
"E non e' cosi'?" - domando' T'eyan.
"Quello che voi avete procurato ai Gradon e' un'arma. Un'arma micidiale per noi Garuden" - disse Lhek - "Quello che voglio - che pretendo da voi, perche' siete stati voi a portare quelle uova fino qui - e' che ci aiutiate. Dobbiamo disinnescare quest'arma, prima che ci distrugga."

Luogo: Nave Minerva - Ingegneria
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:38

"...Ci distrugga"
Frankie Shoots avverti' uno scoppio di voci dietro di se', e depose l'auricolare con la quale stava seguendo la conversazione. Avrebbe avuto comunque tempo di studiarne la registrazione piu' tardi.
"Allora? Ci sei riuscita, Lanaari?" - domando' vivacemente Dirk Sandeker, avvicinandosi alla sua postazione.
Frankie allungo' il collo per osservare il monitor sul quale adesso scorreva l'immagine stilizzata del pianeta. L'immagine era percorsa da un fitto reticolo luminoso:
"Quella - indico' la donna - e' la rete informativa del pianeta. Ci sono due grossi gangli..." - Sullo schermo apparve un nugolo iridescente, simile ad un aggregato solare - "Tutte le banche dati del pianeta convergono su quei gangli. Sono separati, non appartengono alla stessa rete. Immagino che uno di questi appartenga ai Garuden e l'altro ai Gradon."
"E non sono protetti?" - esclamo' Dirk.
"Certo che lo sono" - rispose Lanaari - "A piu' livelli. Quello piu' protetto, come e' logico, e' quello degli apparati militari ed industriali. Pero' sono riuscita ad infettare uno dei gangli periferici con una versione semplificata di Cyd"
"Dove sei riuscita ad entrare?" - si inseri' Frankie - "Che tipo di rete periferica?"
Lanaari premette un pulsante, evidenziando un piccolo punto luminoso fra gli altri. Il punto si ingrandi', lasciando fuori dallo schermo le altre reti, quindi iniziarono a scorrere testi e note a grande velocita'.
"Sembrano informazioni mediche" - mormoro' Lanaari, delusa - "Devo essere entrata nella banca dati di un ospedale"
Dirk fece una smorfia:
"Beh, magari il dottore puo' ricavarne qualcosa di utile" - suggeri'.
"Tutto puo' essere" - fece Shoots - "Soprattutto se i nostri amici la' sotto" - accenno' all'auricolare che teneva ancora in mano - "decidono di dare la caccia ai piccoli usciti dalle ex uova dei Gradon. Ci devono essere dei file medici, da qualche parte..."
"Pensi che accetteranno?" - domando' Lanaari - "Non abbiamo mai sequestrato piccoli di una razza!"
Shoots si strinse le spalle:
"Non dipende solo da Aldea. C'e' anche Patros di mezzo..." - ricordo' - "Ed una serie di contratti che i Gradon non hanno mai rispettato"
Sussulto'. L'auricolare in mano aveva vibrato, come attraversata da una forma di energia. Shoots la riavvicino' all'orecchio. Subito avverti' un brusio di voci concitate, di urla.
Premette il comunicatore:
"Shoots ad Aldea. Shoots ad Aldea. Che succede? Rispondete!"
"Qui P'otleth. Shoots, perche' diavolo non hai risposto subito? Siamo sotto attacco! I Gradon ci hanno attaccato! Tiraci fuori di qui!"




:: Diario 025 : Lanaari/Aldea

Luogo: Pianeta Golberas - Casa di Lhek
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:35

I colpi alla porta continuavano a susseguirsi, ma il legno massiccio resisteva.
Avevano poco tempo. Dalle finestre entravano raggi energetici senza interruzione, e tutti erano a terra o riparati dietro i mobili.
Aldea parlò al trasmettitore: "Portateci su, tutti noi e qualunque altra forma di vita nella stanza. Subito!".
"Capitano, consideralo fatto!" si intromise la voce di Lanaari sovrastando quella di Frankie che stava assicurando la massima cooperazione.

Luogo: Pianeta Golberas - Fuori della casa di Lhek
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:40

"Allora? Cosa ci vuole a sfondare quella porta? Usate l'esplosivo." disse il comandante dell'operazione, imprecando tra sé per l'inettitudine dei soldati.
"Signore, stiamo attivando la carica." rispose un sottoposto, mentre un sibilo iniziava a sentirsi sempre più forte.
I soldati si allontanarono repentinamente, mentre tutti si tenevano le mani sui loro apparati uditivi.
P'otleth guardò Aldea: "Che succede?" quasi urlò per contrastare il sibilo.
"Esplosivo, tutti al riparo!" ordinò Aidan con le orecchie coperte.
Si raccolsero tutti insieme dietro la scrivania attendendo il peggio.
I soldati che entrarono per primi dopo che il portone venne divelto e che la polvere nella stanza iniziava a diradarsi, si resero conto che il loro comandante avrebbe sfogato la rabbia sul primo di loro che fosse andato a riferire di non aver trovato nemmeno un corpo di quelli che cercavano, tantomeno di Lhek, così attesero che egli entrasse e se ne rendesse conto di persona... nel frattempo si ritiravano verso le pareti, certi che il primo che si fosse trovato nelle vicinanze l'avrebbe pagata cara.

Luogo: Nave Minerva - Plancia di comando
Data: 05 giugno 2390 - ore 12:50

"Bel tempismo." Aidan apostrofò Lanaari con un cenno del capo e un sorriso di sollievo sul viso.
"Grazie, faccio quello che posso." disse la ragazza osservandoli tutti, compreso il Garuden che aveva contribuito a salvare.
Aldea prese la parola: "Allora? Cosa e' saltato in mente ai Gradon di attaccarci?"
Si voltò verso i suoi compagni di avventura per soffermare lo sguardo prima su Aidan e poi su Lhek.
"Perché erano i Gradon vero?"
"Temo di sì, mia cara. Non so come mai hanno intrapreso un'azione cosi' ostile. Dovrò mettermi in contatto con il nostro Capo Supremo. Ma non temete, l'accordo è ancora in essere."
"Non abbiamo ancora accettato." disse T'eyan.
"Ma accetterete. I Gradon attiveranno l'arma appena sara' loro possibile."
"Di che arma parla?" domandò Dirk a braccia conserte rivolgendosi al rettiloide.
"Ehi, cose' quello?" chiese Lanaari indicando un contenitore dall'aspetto sinistro, che era stato portato a bordo dal teletrasporto assieme ai pirati ed a Lhek.
Il Garuden lo guardo' con un misto di sollievo e di paura, e si affretto' a prenderlo.
"C'è un posto dove possiamo continuare la conversazione che i Gradon hanno cosi' bruscamente interrotto?" chiese. "Cosi' potro' spiegarvi con calma la situazione."
"E magari bere qualcosa?" mormorò Lanaari stizzita.
"Se non le fosse di troppo disturbo mia cara, sì. Stavo servendo dell'ottimo infuso di radici ai suoi colleghi ma l'attacco ci ha distolto dall'assaporarlo" disse affettatamente il Garuden inclinando il capo.
Lanaari roteò gli occhi scuotendo la testa e poi fissò Aldea attendendo un suo ordine.
La donna fissava il Garuden con gli occhi socchiusi, poi annuì secca:
"Nella sala riunioni. Lan, per favore, tu e Gas portate da bere, forse abbiamo qualcosa che il qui presente Lhek potrebbe apprezzare."
"Sì capitano. Provvediamo subito." rispose la ragazza afferrando Gas per la collottola per farlo girare nella direzione da cui era appena venuto.
"Che succede? Come sta Aldea? Ma dove mi porti Lan?"
"In cucina, prepariamo da bere, e magari qualche spuntino: la riunione sarà lunga." rispose lei stizzita.
"Perché sei così arrabbiata?" domandò Gas guardandola attentamente.
"Perché non mi va di portare da bere a quel... rettile. Ci racconterà un sacco di storie."

Luogo: Nave Minerva - Sala riunioni
Data: 05 giugno 2390 - ore 13:15

Lhek attese in silenzio che Lanaari e Gas entrassero con i vassoi e servissero da bere e da mangiare.
Dopo aver sorseggiato l'infuso preparato da Lanaari ed averla ringraziata con un cenno del capo e quello che avrebbe potuto essere interpretato come un sorriso, si decise a posare il contenitore sul tavolo, in modo che tutti potessero vederlo.
"Dentro ad esso ci sono quattro delle uova in nostro possesso" spiego'. "I nostri scienziati le hanno fecondate seguendo con la massima cura il protocollo. Il primo nato doveva avere l'onore di essere il figlio del nostro Capo Supremo Kessur, cosi' quando e' arrivato il momento della schiusa l'uovo e' stato portato al suo cospetto in modo da riceverne l'imprinting. Solo allora abbiamo scoperto che si trattava di un piccolo di Draken..."
Attese inutilmente una reazione o un commento dai suoi ascoltatori.
"Immagino che questa razza vi sia sconosciuta" continuo' allora. "Si tratta di una specie di rettili simile alla nostra, ma particolarmente aggressiva e letale. Questo significa una sola cosa, i Gradon non sono alla ricerca di discendenti come hanno fatto credere a tutti, ma di creature selvaggie e sanguinarie per sterminarci. Le uova in nostro possesso adesso sono conservate al freddo per impedirne la schiusa e il giovane Draken e' stato rinchiuso in un luogo sicuro. Anche le loro uova staranno per schiudersi, se non lo hanno gia' fatto. Immaginiamo che i Gradon abbiano trovato un modo per controllare i Draken, e ci aspettiamo un attacco da un momento all'altro."
Aldea aveva ascoltato con attenzione. "Come fate ad avere delle uova?" chiese. "Patros le ha consegnate ai Gradon, e quelle che avevamo noi erano deteriorate e..."
La donna guardo' Gas, che si era fatto piccolo piccolo ed aveva abbassato le orecchie in segno di sottomissione, e venne colta da un terribile sospetto.
"Le uova che ti avevo affidato sono state portate all'inceneritore e sono state distrutte. E' cosi' Gas?"
"Beh... si' e no..." balbetto' il felino, arretrando fino alla parete.
Un cicalino comincio' a suonare insistentemente. Lhek guardo' il contenitore terrorizzato. Una lucetta verde stava lampeggiando. "Oh, no!!! Il sistema di refrigerazione e' stato colpito durante l'attacco..." disse. "Le uova stanno per schiudersi..."
"Cosa dobbiamo fare?" gli chiese Aldea. "Se abbassiamo la temperatura..."
"No, e' troppo tardi." Lhek non riusciva a distogliere lo sguardo dal contenitore, che si stava aprendo, rivelando quattro uova che mostravano gia' le prime incrinature.
Un musetto allungato come quello di un piccolo alligatore spunto' ben presto da una delle uova.
Dirk estrasse lentamente il phaser, ma Aldea gli fece segno di non muoversi.
Il cucciolo, lungo una ventina di centimetri, usci' goffamente dall'uovo e si guardo' attorno con curiosita'. Sembrava un incrocio tra un'iguana terrestre ed un coccodrillo, con una cresta che ricordava quella dei Gradon.
Tutti rimasero silenziosi ed immobili, eccetto Gas. Il Temmincki si lascio' sfuggire un sospiro di sollievo. "E' questa la terribile arma?" domando' avvicinandosi al piccolo rettile per osservarlo meglio.
Il cucciolo lo guardo' incerto, poi con uno scatto velocissimo gli balzo' addosso e gli azzanno' il naso.
Gas grido' di dolore e cadde a terra, nel disperato tentativo di liberarsi. Gli altri tre rettili, che nel frattempo erano usciti dalle uova, si lanciarono anche loro sul felino, mordendogli uno l'orecchio e gli altri due la coda.
Lanaari, coraggiosamente, si avvicino' al tavolo, prese una manciata di tartine e pasticcini che avevano portato per il loro ospite, e le butto' a terra vicino a Gas. I piccoli cambiarono subito obiettivo e si gettarono sul cibo, lasciando libero il Temmincki. In un lampo spazzolarono via tutto e la loro attenzione torno' su Gas.
"Ehi, niente scherzi..." si lamento' il felino, tentando inutilmente di rialzarsi. I morsi gli avevano strappato un bel po' di pelo, e il naso stava cominciando a gonfiarsi, ma non sembrava seriamente ferito.
I cuccioli gli balzarono di nuovo addosso, ma stavolta senza morderlo, anzi. I gorgoglii teneri che uscivano dalle loro gole sembravano quasi fusa.
"Che succede adesso?" chiese il felino preoccupatissimo.
"Imprinting" commento' Lhek, che assieme agli altri guardava la scena con curiosita'.
"Imp che?!?" chiese Gas, tentando inutilmente di sottrarsi all'esame di quattro linguette biforcute.
"L'imprinting e' un particolare processo di apprendimento, rapido e irreversibile, per cui i piccoli di molte specie animali seguono il primo essere, solitamente la madre, o il primo oggetto mobile che incontrano in un determinato periodo subito dopo la nascita, sviluppando nei confronti di esso un particolare attaccamento" spiego' Lhek.
"Significa che adesso sei la loro mamma" sintetizzo' Aldea, divertita dall'espressione sgomenta che apparve sul muso del gattone.




:: Diario 026 : Aldea - Piccoli draghi crescono

Luogo: Nave Pirata Minerva - Cucine
Data: 06 giugno 2390 - ore 3:00

- Ma possibile che abbiate sempre fame? - sbotto' Gas.
I quattro draghetti, che stavano spolpando con voracita' un cosciotto, lo guardarono perplessi per un istante e poi ripresero a mangiare.
- Sono tutto la "mamma" - scherzo' Lanaari, attirandosi un'occhiattaccia da parte del gattone.
- Io non mangio cosi' tanto - protesto' lui.
- Forse, ma questi piccolini non fanno altro che mangiare e dormire, proprio come te.
La donna li guardo' pensosa. - Chissa' quanto cresceranno... Essendo una specie ibrida non e' stato possibile stabilirlo. E non sappiamo neppure se sono un'arma di offesa come dice Lhek, o la futura generazione del pianeta Golberas. Finora sembrano innocui.
- Parla per te! - sbuffo' Gas. - Non fanno altro che mordermi. Se non avessi sempre a portata di mano qualcosa da cacciargli in bocca mi avrebbero gia' divorato.
- Esagerato. Sai benissimo che lo fanno solo per gioco, e poi tutti i cuccioli mordono. E' un modo per conoscere il mondo che li circonda, almeno credo... - disse lei. Tiro' fuori dal frigo un nuovo cosciotto e lo getto' ai draghetti. - Eccovi la pappa, piccoli - disse loro, e poi rivolta a Gas: - Tu sei la loro "mamma". Devi insegnargli quello che e' giusto o sbagliato.
- E come? Se provo a picchiarli pensano che stia giocando e non si lasciano colpire, ed anche se ci riuscissi non sentirebbero nulla con quella pelle coriacea che si ritrovano. Se li sgrido non mi danno retta, anzi la cosa sembra divertirli. Se li lascio da soli cominciano a strillare come se li scuoiassero e quando torno fanno a gara per mordermi. Non so proprio cosa fare.
Lannari scosse la testa e sorrise. - Segui il tuo istinto di "mamma" e vedrai che andra' tutto bene. Piuttosto come li chiami?
- Disastro, Rompiscatole, Terremoto e NonMordermiLaCoda... - sbotto' il felino.
La cuoca fece una smorfia. - Non vorrai davvero dar loro quei nomi assurdi - lo rimprovero'.
Furono interrotti da un sonoro "PA!".
- Ehi, ma che e' stato? - chiese Gas. Lui e Lanaari si voltarono verso i draghetti. Avevano gia' finito il loro cosciotto ed erano ritti in piedi, in attesa, in mezzo al cumulo di ossa spolpate.
- PA! - ripete' il primo.
- PA PA! - fece eco il secondo.
I due pirati li fissarono increduli.
- Ehi, ma parlano! - disse Gas. Si asciugo' quasi di nascosto una lacrimuccia di commozione. - La loro prima parola... mi hanno chiamato papa'...
Lanaari ridacchio', notando che lo sguardo dei draghetti non era puntato su Gas, ma sul frigo. - Temo di doverti dare una delusione. Non stanno dicendo papa', ma pappa. Guarda.
Appena si avvicino' alla porta del frigo i cuccioli cominciarono a saltellare ed a ripetere in coro "pa pa, pa pa, pa pa" e tacquero solo quando Lanaari getto' loro un altro cosciotto.
- Piccoli ingrati - brontolo' Gas deluso. - Io mi faccio in quattro per loro e qual'e' la loro prima parola? Pappa.
- Scommetto che e' stata anche la tua - lo prese in giro Lanaari.
Gas la guardo' offeso, ma poi disse: - Non me lo ricordo ma e' possibile. Non e' rimasto quancosa anche per me in quel frigo? Vederli mangiare cosi' di gusto mi ha messo addosso un certo appetito...
- Ma certo! - rispose la cuoca, e tutti e due scoppiarono a ridere.




:: Diario 027 : P'otleth - Non c'e' due senza tre

Luogo: Pianeta Golberas - Zona Amministrativa Gradon
Data: 06 giugno 2390 - Ora sconosciuta

P'otleth si guardò intorno nervoso. Quei due soldati lo fissavano da troppo tempo. Si rassettò l'uniforme della Marina Imperiale Romulana e tentò di assumere l'aria più innocente che un Romulano è in grado di sfoggiare. Raddrizzò le medaglie appuntate sul petto e sistemò una piega sul colletto. Pareva proprio un centurione romulano. Si avvicinò ai due soldati.
"Sapreste dirmi come raggiungere l'Alto Comando?" chiese sfoggiando lo sguardo più arrogante e tipicamente romulano che era in grado di tirar fuori.
"E chi lo vuole sssssapere?" lo attaccò uno.
P'otleth assunse un'aria decisamente indignata.
"Come sarebbe a dire? Tu non sai chi sono io!"
Il rettiloide parve indugiare.
"Se ci saranno dei ritardi ti farò ritenere direttamente responsabile, soldato! E credo che il tuo capo, quel Garent, non sarà granchè contento di non vedere arrivare un rappresentante dell'Impero Romulano!"
Il rettiloide, deglutì, o almeno fece un movimento che ci assomigliava.
"Ehr... ssssì... la ssscortiamo noi, signore... non ssssi preoccupi!"
I due rettiloidi iniziarono a muoversi e P'otleth fece per seguirli. Ad un certo punto la voce della Mosienko fuoriuscì dal comunicatore personale di P'otleth.
=^= P'otleth! E' meglio che torni a bordo, c'è qualche problema. =^=
P'otleth sospirò rumorosamente, si guardò intorno. Alzò lo sguardo per fissare i due rettilodi che lo guardavano sospettosi. Indi, sfiorò il comunicatore.
=^= Teletrasporto, energia! =^=

Luogo: Nave Pirata Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 8:00

P'otleth uscì dal turbo ascensore.
"Allora, che diavolo..." si bloccò fissando lo schermo principale.
L'intera plancia era muta e Aldea fissava pensierosa l'enorme Falco da Guerra Romulano di classe Norexann in orbita intorno a Golberas.
"Ci hanno già contattato?" chiese P'otleth.
"No, non ancora." gli rispose T'eyan.
P'otleth abbassò il capo, scuotendolo leggermente.
*Anche l'Impero adesso.*
"Aldea, forse non sai qual è la punizione che l'Impero riserva ai traditori e..."
"Non manderemo a monte quanto abbiamo iniziato e..."
"Chiamata dai romulani!" urlò l'operatore delle comunicazioni.
P'otleth impallidì mentre Aldea ordinava di passarla sullo schermo principale.
Sullo schermo apparve un ufficiale romulano che ostentava i gradi da Comandante.

Luogo: IRW Valdore - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 8:07

"Sono il Comandante Sheravas, della IRW Valdore. Indentificatevi, per cortesia, e non ci saranno conseguenze violente."
"Nave da trasporto Minerva, sono il capitano Aldea Ajdar"




:: Diario 028 : T'eyan - L'anno del dragone

Luogo: Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 8:07

"Sono il Comandante Sheravas, della IRW Valdore. Identificatevi, per cortesia, e non ci saranno conseguenze violente."
"Nave da trasporto Minerva, sono il capitano Aldea Ajdar"
Non era giovane, pensò Aldea, studiando il volto del comandante Sheravas, anche se la chierica di capelli che circondavano un'area rosea e lucida era ancora scura. Strano che l'uomo, un comandante romulano, non si fosse curato di stimolare la ricrescita dei bulbi piliferi sul cranio... I romulani in genere cercavano di avere un'apparenza molto curata. Aldea mise da parte il pensiero, concentrandosi sullo schermo. Avrebbe riflettuto un'altra volta sulla personalità del comandante Sheravas. Quello che importava, adesso, era capire come mai quella nave fosse comparsa proprio lì, in orbita attorno ad un pianeta lontano dalle rotte abituali, lontanissimo dalla zona neutrale, da quella che avrebbe dovuto essere la sfera d'influenza romulana. Non sarebbe stato altrettanto sorprendente vedere da quelle parti una nave della Flotta Stellare della Federazione, ma come mai i romulani?
Non le piacque il sorriso sornione che vide comparire sul volto di lui:
"Il capitano... Ajdar?" -
"Esattamente" - rispose secca - "Abbiamo tutti i permessi per commerciare con il pianeta Golberas"
"Oh, davvero..." - ribatté il romulano - "Sono sicuro che sarà interessante esaminarli."
Aldea si sentì la gola secca. L'atteggiamento del romulano non era rassicurante. Finse di cincischiare con i pulsanti del bracciolo, per prendere tempo. La Minerva non aveva alcuna possibilità di sopravvivenza se si fosse arrivati allo scontro con la Valdore, quindi non aveva senso cercare di alzare gli scudi o assumere un atteggiamento aggressivo.
Premette il pulsante d'invio. Sullo schermo, vide l'uomo che si era presentato come Sheravas voltarsi distrattamente verso destra:
"Uhm... Sembra che i vostri codici commerciali siano stati confermati dal database dei Gradon" - disse, ritornando a fissarla attraverso lo schermo centrale.
"Bene!" - disse Aldea, affettando un sorriso - "Allora, se per voi è tutto..." - fece per chiudere la connessione.
"Solo un momento, capitano Aldea!" - la voce di Sheravas la fece sussultare - "Se siete degli onesti commercianti, non avrete problemi a farci esaminare il vostro carico, no?"
"Certo che ne abbiamo!" - protestò Aldea - "Se fossimo in spazio aperto, potreste farlo, secondo i trattati delle vie di commercio. Ma ci troviamo in spazio territoriale del pianeta Golberas! Non avete alcun diritto di chiederci un'ispezione!"
"Diritto?" - sorrise Sheravas - "E' vero, forse non ne abbiamo il diritto..."
Aldea colse un movimento con la coda nell'occhio, come una vibrazione nell'aria che risuonava attorno a punti luminosi. Sentì una esclamazione, balzò in piedi, sfilando l'arma dalla fondina, puntandola verso l'uomo appena apparso. Qualcuno sparò, l'aria si fece rovente di lampi rossastri che rimbalzavano dalle paratie. Aldea si gettò a terra, rotolò, cercando rifugio dietro la poltrona rovesciata del timoniere, puntò l'arma, ma un brivido la arrestò. La calda canna di un fucile si appoggò sulla sua guancia, ed il capitano dovette mordersi le labbra per non lasciarsi sfuggire un gemito di dolore.
Non c'erano più rumori. Qualcuno si lamentava, ma Aldea non poteva girare la testa per capire di chi si trattasse. Aprì le dita lasciando cadere il faser a terra. Una mano sulla spalla la costrinse ad alzarsi. Era finita, pensò Aldea, incrociando il volto di P'otleth. L'uomo era in ginocchio, stretto fra due soldati della guardia. Lui non avrebbe avuto scampo...
L'uomo che la stava tenendo sotto tiro:
"Signore! Situazione sotto controllo in plancia" - urlò, in direzione dello schermo - "Nessuna perdita! Nessun ferito!"
"Molto bene, Costas" - la voce di Sheravas suonò soddisfatta - "Prendete il traditore. Portate qui lui ed il capitano della Minerva."
"Lasciamo un contingente in plancia, signore?"
"Non è necessario" - rispose il comandante - "Ho bisogno di tutti i miei uomini qui a bordo. Basterà che gli disabilitiate le armi ed i sistemi di guida prima di tornare sulla Valdore!"
"Sarà fatto, signore!"
Costas chiuse la comunicazione, quindi fece un gesto in direzione di un romulano in uniforme da ufficiale, che fino a quel momento aveva tenuto Lanaari sotto tiro. L'uomo si avvicinò alla consolle d'ingegneria:
"Ho espulso il nucleo di questa nave!" - disse, voltandosi verso Costas - "Questa nave adesso puo' muoversi solo a velocità impulso. Comandi del timone bloccati. Armamenti disabilitati"
Un sibilo dal turboascensore le fece alzare gli occhi, istintivamente. Le porte dovevano essere state bloccate, ma in verticale, un'ombra rossastra di calore stava emergendo accanto allo stipite.
"Stanno arrivando!" - un soldato spianò il fucile in direzione del turboascensore.
"Troppo tardi..." - sogghignò Costas - "Qui abbiamo finito! Andiamo via!"
Premette un pulsante sul petto, quindi tornò ad afferrare Aldea per una spalla. La donna vide sparire P'otleth con i due soldati che lo tenevano sotto tiro, quindi anche per lei la plancia svanì.

Luogo: Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 8:11

Le porte cedettero di schianto. Sandeker entrò per primo, con il fucile spianato per gli invasori.
"Fermi! Tutti fermi!" - la voce di Lanaari lo bloccò - "Sono andati via!"
T'eyan mormorò un'interiezione, entrando a sua volta in plancia. L'aria sapeva ancora di ozono e del calore del combattimento. Una consolle era esplosa, senza apparenti conseguenze.
"Hanno portato via P'otleth ed Aldea" - aggiunse Khetta, tamponandosi un braccio. Fra le dita, cominciava già a traspirare un rivolo di sangue. Sandeker la raggiunse, premendo il pulsante del comunicatore:
"Dottoressa in plancia, ci sono dei feriti!" - si girò - "T'eyan?"
La vulcaniana si era fermata a fissare lo schermo centrale. Era nero, vuoto. Non si voltò, sentendosi chiamare:
"Tutto questo è assurdo"
"Già... Proprio di una popolazione illogica come i romulani, vero?" - gridò Sandeker - "Prima di interrogarci sui misteri dell'esistenza, non credi che sarebbe il caso di fare qualcosa?" - non attese la risposta e si chinò ad esaminare la ferita di Khetta, sorridendole con fare incoraggiante:
"Non è grave... " - le sussurrò.
"Lo è invece!" - si lamentò Khetta - "E §e mi rimane la cicatrice sul braccio?"
"Hanno espulso il nucleo e bloccato i comandi del timone, Dirk" - disse Lanaari, dalla consolle ingegneristica. Le sue dita correvano sulla tastiera, a mano a mano che i dati dei rapporti sulla situazione della nave apparivano sul monitor - "Siamo esposti a tutti i colpi, in queste condizioni!"
"Ma non ci hanno sparato con le armi della Valdore. E noi non dobbiamo andare da nessuna parte... Non senza i nostri compagni, in ogni caso" - rilevò T'eyan - "Curioso che quei romulani si siano presi la briga di impedirci di riprendere il viaggio. Non si sono impossessati della nostra nave, come pure avrebbero potuto considerando le forze in campo. E poi... Perché hanno preso Aldea?"
"Veramente, hanno pre§o anche P'otleth" - fece notare Khetta.
"Quello è comprensibile" - rispose T'eyan - "P'otleth sarebbe comunque sulla loro lista nera... Ma Aldea? Perché hanno preso Aldea?" -
La poltrona centrale era stata colpita durante il combattimento, ed una larga chiazza si era allargata seguendo i margini della bruciatura, dalla quale ancora emergeva un filo di fumo. T'eyan poggiò una mano sulla bruciatura, soffocando il fumo fra le proprie dita.
"Un riscatto?" - ipotizzò Lanaari. - "Potrebbero volere qualcosa da noi?"
Dirk sollevò lo sguardo dalla ferita di Khetta:
"Veramente credevo che quello fosse il nostro mestiere, non quello di un mucchio di militari romulani..."
"E poi, che co§a potremmo avere noi, che potrebbe interessare a quel capitano Sherava§?" - domandò Khetta. Lo sguardo della giovane tellarite si risollevò, vedendo spuntare in plancia Dar'yana Mosienko, con il kit medico in mano.
"Io non sorriderei così tanto, ragazza, a vedermi con questo affare in mano" - disse la dottoressa, aprendo il tricorder medico - "Sono una strizzacervelli, io. Non ho mai fatto chirurgia plastica... Dovrai accontentarti di come mi viene la ricucitura di quel braccio!"
Khetta si irrigidì:
"§arà meglio per te §e farai un buon lavoro!" - sibilò - "Ti farò pagare per ogni cicatrice che mi rimane sulla pelle! Chiaro?"
"Calma!" - intervenne T'eyan - "Spiacente per il tuo braccio, Khetta, ma in questo momento, abbiamo problemi più importanti..."
Premette il pulsante di comunicazione:
"T'eyan a Shoots... Stato dei motori?"
=^= Qui Shoots. Senza il nucleo, abbiamo solo l'energia ausiliaria. Non ci serve per gli scudi? =^=
"Non ci hanno attaccato con le armi della nave. Curioso, vero? In realtà, credo che questa nave non interessi affatto al capitano della Valdore..."
=^= Comunque, credo di essere in grado di bypassare il blocco del timone dalla sala ingegneria =^= disse Shoots. =^= Non avremo velocità di curvatura, ma almeno abbastanza spazio di manovra in un ambiente ristretto come questo sistema =^=
"Anche con il timone operativo, siamo comunque come anitre al bagno, con quei romulani" - disse Dirk, sfiduciato - "Senza contare che hanno due dei nostri a bordo"
"Già." - fece T'eyan, con aria assente - "E credo che solo capire il perché di questa aggressione riporterà i nostri due compagni a bordo. "

Luogo: IRW Valdore
Data: 06 giugno 2390 - ore 9:07

Erano stati separati. Aldea era stata accolta da una intera squadra di uomini della sicurezza romulana appena scesa dalla pedana del teletrasporto. Di P'otleth, nessuna traccia. Di sicuro, era stato trasportato direttamente nelle celle di detenzione.
*In attesa dell'esecuzione... * - pensò Aldea, con un brivido. Era già orribile uccidere nel calore di una battaglia. Uccidere un uomo legato ed impossibilitato a difendere la propria esistenza, a freddo, era qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione.
Accompagnata dalla squadra di sicurezza, era passata da un corridoio ad un ascensore, quindi ad un altro corridoio. L'ufficiale che il comandante romulano aveva chiamato Costas si fermò davanti ad una porta e premette un pulsante. La porta scivolò sui cardini, rivelando una stanza piuttosto angusta. Il comandante Sheravas era seduto ad una scrivania, con lo sguardo fisso al laptop. Nessuna sedia o poltrona di fronte alla scrivania.
Costas salutò il comandante, quindi si pose accanto alla porta. Aldea rimase in piedi. Approfittò della pausa per osservare l'uomo. Adesso che lo vedeva da vicino, poteva notare che il comandante romulano aveva una pelle cascante, quasi giallastra, dalla consistenza sgranata, sottile. Lo schermo centrale non lo aveva lasciato vedere. Se fosse riuscita a tornare sulla Minerva... Anzi, quando fosse riuscita a tornare sulla Minerva, avrebbe dovuto far regolare la definizione dello schermo.
"Sa che questa recita la invecchia, comandante?" - non resistette Aldea.
Sheravas finalmente alzò lo sguardo dal laptop per squadrarla:
"Recita, capitano Aldea?"
"Si sta dedicando al suo laptop, facendomi aspettare in piedi i suoi comodi. Una recita, appunto... Che dev'essere stata recitata più o meno allo stesso modo centinaia di volte, quando i miei nonni erano in culla. La fa sembrare almeno tricentenario... E' così tanto vicino alla pensione?"
Sheravas sorrise, facendo incrinare il proprio volto di rughe. Aveva il tipo di volto di un uomo che fosse dimagrito troppo e troppo in fretta:
"Può darsi" - disse - "Ma potrei avere il desiderio, prima di andare in pensione, di vedere la fine di una nave di pirati e del suo equipaggio di traditori"
Di scatto, girò il laptop. Sullo schermo, Aldea riconobbe la propria immagine tridimensionale. La scheda accanto era in caratteri romulani, ma non dubitava che si trattasse di un elenco dei suoi trascorsi.
"Ha fatto i compiti a casa" - commentò lei, secca - "Ma in tutta quella scheda non troverà niente che io abbia fatto contro Romulus o qualche suo interesse. Il suo Impero non ha motivo per arrestarmi"
"A parte dare ricetto ad un noto traditore" - rilevò Sheravas, distendendosi sulla poltrona. Sembrava quasi che quel bastardo si stesse divertendo, si disse Aldea. Sapeva che cosa dicevano i luoghi comuni sui romulani: che nessun suddito dell'Impero faceva mai niente senza un piano preciso per farlo. Ma quel romulano in particolare sembrava voler rispecchiare in pieno il luogo comune... Capelli a parte.
"Che cosa sarà di P'otleth?" - era evidente che l'altro voleva che gli fosse rivolta quella domanda.
"Sarà giustiziato" - rispose semplicemente Sheravas.
Aldea sorrise:
"A meno di che...?"
Sheravas aggrotto' le ciglia. Questa non se l'era aspettata, evidentemente.
Aldea fece un passo avanti, ignorando la reazione allarmata di Costas, ed appoggiò le palme sulla scrivania. Si chino' verso Sheravas:
"Lei non mi ha portato qui solo per farmi vedere la mia foto segnaletica. Non si è preso il disturbo di mandare una intera squadra di assaltatori su una nave che si trova nello spazio territoriale di un pianeta che non vi appartiene, e che, sia detto per inciso sarà piuttosto irritato con lei per l'operazione non autorizzata all'interno dei propri confini, solo per fare alla Federazione il favore di arrestare qualcuno che neanche ricerca sul serio. Lei vuole qualcosa da me... " - si interruppe, e lasciò andare la scrivania - "Mi dica una buona volta di che si tratta, senza fare tanti giochetti"
"Potrei volere, semplicemente, ripulire lo spazio da una nave di pirati come la sua" - ritorse Sheravas.
Aldea scosse la testa:
"No... Avrebbe preso anche gli altri, e comunque si sarebbe impossessato della nave. Invece ha solo rapito me... E P'otleth, per usarlo come moneta di scambio."
Sheravas non negò:
"Sia... Non ho nessuna voglia di sporcarmi le mani facendo giustiziare il traditore" - confermò - "Ma ciò non toglie che possa farlo in ogni momento, e nessuno potrebbe accusarmi di niente se lo facessi. Sarebbe le legge: pura e semplice legge"
"Bene. E che cosa l'aiuterebbe... Mi correggo. Che cosa aiuterebbe P'otleth ad uscire dalla sua cella di detenzione?"
"Veramente, non si trova in una cella di detenzione. Si trova in una capsula di stasi in infermeria"
"Congelato in stasi?" - si irrigidì Aldea.
"Perché no? Dopotutto, gli vengono risparmiate le ansie e le ore di incertezza sulla propria sorte che vivrebbe in una cella di detenzione. E' in stasi. Non ha paure, non ha sogni, non ha incubi... "
"Né progetti di fuga"
"E nemmeno progetti di fuga" - concesse Sheravas - "Secondo la sua scheda, si è già dimostrato fin troppo bravo ad uscire da una cella di detenzione. Ma non si fugge da una capsula di stasi..."
"Questo ci riporta alla domanda originale. Che cosa vuole da me?"
Sheravas si alzò. Girò intorno alla scrivania, andando a mettersi esattamente di fronte ad Aldea, costringendola a piegare la nuca verso l'alto per fissarlo negli occhi. Doveva aver avuto un fisico imponente, pensò Aldea. Non si era ancora abituato a non averlo più, si vedeva dai movimenti. Adesso era troppo magro, e con quella assurda chierica di capelli bruniti e la pelle giallastra, che si stringeva in piegoline sul collo della divisa, non faceva molta impressione. Almeno, non a lei.
"Voglio trovare Santiago" - rispose.

Luogo: Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 9:11

Agli occhi profani della dottoressa Mosienko, la plancia sembrava ancora più disastrata in quel momento di quanto non le fosse apparsa subito dopo l'attacco dei romulani. T'eyan si vedeva appena, immersa com'era fra gli uomini e le donne dell'equipaggio impegnati a sventrare le consolle per risistemare i condotti, sostituire cavi, riavviare e controllare sistemi... O quel che era. Aveva dovuto interrompere più volte la medicazione dei feriti, per spostarsi da una parte all'altra. Per fortuna, la maggior parte delle ferite erano state poco più che escoriazioni. Bartig aveva riportato qualche bruciatura... La ferita più grave era stata il braccio di Khetta. Era l'unica a non muoversi in quel marasma. Era rimasta seduta, intenta a fissarsi il braccio con l'aria imbronciata.
"Cos'è...?" - non resistette all'impulso - "Pensi che possa riaprirsi la cicatrice?"
Khetta la fulminò con lo sguardo, parve voler dire qualcosa, ma si girò di nuovo verso la sua consolle:
"Toh, funziona!" - esclamò - "Non credevo che §arebbero riusciti a ripararla co§ì pre§to. Comunque, T'eyan, §to ricevendo una chiamata dal pianeta Golbera§" - segnalò Khetta.
La vulcaniana si risollevò in piedi, lasciando cadere sulla poltrona centrale il cacciavite sonico che stava usando sui comandi del timone:
"I romulani?" - domandò, vivacemente.
"Negativo. E' il no§tro vecchio amico Galan"
Si fece sentire la voce di Dirk:
"Chi, quello sarebbe amico nostro?" - rise - "Penso che sarebbe più facile farsi amici qualcuno dei draghetti di Gas..."
"Al momento, i Gradon non sono nostri nemici, quindi sarà meglio parlargli" - disse T'eyan, voltandosi verso lo schermo centrale.
Il rettiloide non era cambiato, dall'ultima volta. Forse, le scaglie attorno alla cresta erano più grigie, meno brillanti di quando era stato a bordo della Minerva, ma poteva essere solo una sua impressione.
"Si può sapere che gioco state giocando?"
"Non ricordo l'ultima volta in cui mi sono dedicata al gioco" - ribatté T'eyan - "E di sicuro, non sto giocando adesso. Sono stati i vostri agenti a farci sparare addosso, al mercato. Non c'è stata alcuna provocazione da parte nostra"
"Vi hanno visto insieme all'anima nera dei Garuden!" - protestò il Gradon - "Proprio voi, che ci avete aiutato, che avete combattuto dalla nostra parte la battaglia per la nostra sopravvivenza..."
"Noi non abbiamo combattuto la vostra guerra. Non siamo in guerra con i Garuden. Avete noleggiato la nostra nave per ritrovare la Seventeen ed il carico che avevate perduto, e questo noi abbiamo fatto... Peraltro, senza essere stati pagati per questo!" - oppose T'eyan - "Lhek ci ha chiesto un colloquio, noi ci siamo andati ed abbiamo ascoltato quello che aveva da dirci. Punto"
"Quali bugie vi ha detto?"
"Il contenuto del nostro colloquio non è rilevante" - alzò le spalle T'eyan - "Siamo venuti su Golberas per ricevere il pagamento per il lavoro effettuato per conto dei Gradon... E ce ne andremo, quando lo avremo ricevuto"
Galan parve imbarazzato:
"Abbiamo... Abbiamo avuto dei problemi con le uova."
"Anche questo per noi non è rilevante" - ribatté T'eyan - "Il nostro lavoro e quello di Patros era solo quello di trasportare voi, e di trasportare le uova. La schiusa delle uova, i vostri piccoli... Questo non ha rilevanza"
"Ma ne ha per noi!" - proclamò Galan - "Se i piccoli non saranno in grado di riprodurre la specie, noi saremo di nuovo nelle stesse condizioni, e dovremo ritentare la sorte. Se dovremo ritentare, producendo nuove uova, tutta..."
"Sta dicendo... Che se i piccoli non rispondono ai vostri requisiti, dovrete comprare nuove uova?" - domandò T'eyan.
Galan strinse le labbra. T'eyan riprese:
"Immagino che... come dire? Lo sforzo economico necessario per produrre o per far produrre nuove uova sia rilevante. Rilevante al punto da non poter nemmeno pagare i nostri servigi?"
"Noi manterremo gli impegni" - si irrigidì Galan.
"Non ho dubbi sul fatto che li manterrete" - disse T'eyan - "Se avrete bisogno di navi per trasportare nuove uova, voi avete bisogno di noi... O della nave di Patros, che a proposito, ci sta comunicando..." - si interruppe, guardando il quadro di un monitor - "Ecco, la Seventeen ci ha appena comunicato di aver ripreso il nucleo espulso dalla nostra nave, e ce lo sta riportando. Saremo di nuovo interamente operativi fra pochi minuti" - tornò a fissare Galan al di là dello schermo - "Non ci sottovaluti, Galan."
"Non lo farò... Potete esserne certi. Ma pretendo di essere informato, in futuro, se vorrete avere rapporti con i Garuden, è chiaro?"
Fece per chiudere il collegamento, ma T'eyan lo fermo':
"Galan... Una domanda. I romulani, sono qui su vostro invito? Sapevate che sarebbero arrivati?"
"No ad entrambe le domande" - rispose - "E prima che me lo chiediate, non si era mai vista una nave militare romulana su questo pianeta. Qui Galan, chiudo"
Sullo schermo ricomparve la familiare sagoma del pianeta Golberas. Sulla linea dell'orizzonte, parzialmente confusa con il bordo azzurrino dell'atmosfera, spuntava la Valdore, apparentemente immobile, ma non per questo meno minacciosa. Uno sguardo di T'eyan all'intorno spinse tutti i tecnici che erano rimasti a guardare durante la conversazione a rimettersi al lavoro.
Dar'yana riprese da terra il tricorder medico che aveva usato sui feriti, riflettendo. Non c'era bisogno di aver fatto i suoi studi per capire che la sola prospettiva che i romulani fossero arrivati a Golberas per schierarsi con i Garuden faceva rabbrividire Galan. O qualunque fosse la reazione fisica alla paura tipica della sua razza.




:: Diario 029 : Lanaari - Arrendevolezze diplomatiche

Luogo: IRW Valdore - Ufficio del Capitano Sheravas
Data: 06 giugno 2390 - ore 09.12

Aldea rimase immobile per un lungo momento, poi si rialzò lentamente senza mostrare emozioni: "Santiago? E chi è?" domandò noncurante, fissando il romulano.
"Oh avanti capitano, mi crede tanto sprovveduto da credere che lei non sa cos'è Santiago?"
"Oh, quindi si tratta di un oggetto?" domandò ancora Aldea divertendosi un mondo nel fare la finta tonta, dentro di sé il cuore pompava a mille e l'adrenalina aveva cominciato a scorrere velocemente, mentre intuiva a cosa serviva a quei romulani 'Santiago'.
"Lo sa benissimo, non faccia giochetti con me e mi dica dove si trova!" disse secco Sheravas con espressione gelida.
"Non so di cosa parla, capitano, se volesse illuminarmi probabilmente accellereremmo i tempi." sorrise melliflua Aldea.
Il romulano strinse le labbra stizzito, poi si rilassò sulla poltrona e si accinse a spiegare:
"Sembra che da qualche parte, in questo universo, si trovi un laboratorio genetico segreto, che contiene tutti i risultati delle ricerche e degli esperimenti sulla genetica di miriadi di razze conosciute e addirittura sconosciute, o almeno questo è ciò che si dice in giro... noi vogliamo trovarlo!"
"Interessante, ma sono solo dicerie, almeno fino a questo momento..." iniziò Aldea.
"No, non lo sono, noi sappiamo che siete entrati in possesso di alcune uova... modificate proprio da quel laboratorio."
"Ah... e come lo sapete?" domandò Aldea senza far trasparire la sua sorpresa.
Il romulano fece un gesto noncurante con la mano: "Non ha importanza... quello che è importante è scoprire dove si trova il laboratorio e questo, i vostri amici Gradon, lo sanno per certo." disse secco.
Aldea alzò le sopracciglia: "Chiedetelo a loro dunque."
Sheravas la fissò perplesso per un attimo: "Sta facendo la gnorri o la pensa veramente così?"
Aldea aprì la bocca per parlare, poi la richiuse con un mezzo sorriso.
Il romulano sorrise appena a sua volta e si riappoggiò allo schienale: "I Gradon che voi conoscete non sono in grado di dirci dove sia ubicato esattamente il laboratorio, ma siamo sicuri che nei loro computer, si trovino le indicazioni per arrivarci."
"Perché i Gradon non sanno dove si trova il laboratorio, se nei loro computer..." iniziò Aldea suo malgrado incuriosita, Sheravas la interruppe:.
"Perché chiunque visiti quel laboratorio, viene sottoposto ad un trattamento particolare prima di lasciarlo che porta a cancellare dalla memoria il modo per arrivarci, e anche il modo per estrarre tali informazioni dai computer. I Gradon anche se lo volessero, e so per certo che non vogliono, non potrebbero aiutarci, ma voi avete avuto già rapporti con loro... sono sicuro che qualcuno di voi riuscirà a farsi accogliere e trovare così le informazioni che ci interessano, in questo modo non si arriverebbe ad una guerriglia estenuante e che noi non possiamo permetterci di sostenere... a lungo termine almeno..." Concluse sommesso Sheravas, confermando così le supposizioni di Aldea sulla salute del Romulano.
"Ma se nemmeno i Gradon sanno come trovare quelle informazioni come faremmo noi?" domandò perplessa Aldea.
"Perché voi non siete stati sottoposti al trattamento... per voi trovare quelle informazioni sarà facile, i Gradon probabilmente non avranno remore a farvi usare i loro computer, a titolo di pagamento dei servizi che avete loro reso, visto che ultimamente non hanno altro modo di compensarvi."
"I Gradon non hanno modo di pagarci? E nemmeno di trovare da soli quelle informazioni che vi servono?"
Il romulano annuì.
Aldea rifletté un momento: "Quindi noi possiamo trovare quelle informazioni ma loro no... perché? Cosa fa quel trattamento? Fa dimenticare, o modifica qualcosa nel modo di ragionare per cui poi non si è più in grado di trovare quello che serve?"
Aldea stava rimuginando a voce bassa, quasi scordandosi della situazione in cui si trovava per un momento, passeggiava avanti e indietro lungo la scrivania, poi si fermò di colpo e si giro' verso Sheravas: "Se vi aiutiamo, cosa ne verrà a noi?"
Il romulano non sapeva se esultare o preoccuparsi, tanto la luce negli occhi della donna era febbrile: "Beh... Voi e P'otleth potrete ritornare sulla vostra nave, noi andremmo per la nostra strada e... tutto tornerà come prima." disse calmo.
"Ci serve del materiale!" Esordì Aldea.
"Prego?" domandò il romulano, mentre Costas, invisibile fino a quel momento, iniziava a spazientirsi e si avvicinava alla donna.
Aldea si girò a fronteggiarlo con sguardo fermo: "Se dobbiamo aiutarvi, voi dovete aiutare noi, ci servono materiali e attrezzature per riparare la nave, voglio sapere come stanno i miei uomini immediatamente, quindi mi metterete in contatto con la Minerva e mi lascerete parlare con loro liberamente, magari da sola..."
"Te lo puoi scordare donna!" intervenne Costas.
Aldea socchiuse gli occhi e lo fissò intensamente, tanto che il romulano che si trovava oramai vicinissimo ad Aldea, istintivamente fece un passo indietro.
"Calma Costas... - intervenne Sheravas - le richieste del capitano Ajdar sono legittime, anche se capirà se non potrò concederle di parlare con i suoi uomini da sola... ma potrà parlare liberamente, sotto la mia supervisione. Può andare così?" Aldea finse di riflettere poi annuì seccamente.

Luogo: Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 09.20

=^= Avvisate la sala macchine che sta arrivando il nucleo, Seventeen Chiudo =^= Disse Patros dallo schermo, T'eyan ringraziò, e passò la comunicazione alla sala macchine che confermò l'arrivo del nucleo.
"Bene, almeno adesso siamo operativi." mormorò la vulcaniana.
"Tutti i sistemi informatici funzionano T'eyan." affermò Lanaari, dopo un'occhiata a Dirk che annuiva convinto mentre premeva parecchi pulsanti in sequenza.
"Bene, adesso cercheremo di contattare i romulani e vediamo di scoprire cosa vogliono da noi." disse la Vulcaniana.
"Aspetti, mia cara." mormorò Lhek che si era fatto largo in plancia senza che nessuno si rendesse conto di lui per via della frenesia del momento.
T'eyan si voltò a fissarlo: "Non dica nulla delle uova, di me, e nemmeno dei Gradon, si limiti ad ascoltare e verifichi come stanno i suoi compagni prima di qualunque altra cosa." disse il Garuden inclinando il capo in maniera quasi gentile.
T'eyan socchiuse gli occhi e lo fissò, poi secca mormorò: "Grazie per i consigli, anche se non erano richiesti."
"Lo so, mi scuso per la mia interferenza, ma sono sicuramente, politicamente almeno, più preparato di lei a trattare in questi frangenti. Ora mi ritiro nei miei alloggi e non interferirò più." disse Lhek avviandosi verso l'uscita.
Lanaari era rimasta perplessa, ma abbozzò un sorriso e lo salutò con un cenno del capo, poi guardò T'eyan che strinse per un attimo le labbra e disse: "Non se ne vada, rimanga solo fuori vista, potrebbere essere utili le sue abilità diplomatiche signor... Lhek."
Il garuden fece quello che a suo dire doveva essere un sorriso e chinò il capo in risposta, andandosi a mettere dove gli veniva indicato da Dirk.
Lanaari nascose il brivido che le era venuto spontaneo nel vedere quella specie di ghigno: "Diamine, sono più simpatici i draghetti di Gas... e loro non sorridono:" si disse, accorgendosi subito dopo di una cosa: "T'eyan, comunicazione in arrivo dalla Valdore."
"Sullo schermo." disse la vulcaniana socchiudendo gli occhi quando vide l'immagine del suo capitano a tutto schermo.
=^= Ragazzi, state tutti bene? =^= esordì il loro capitano con fare sbrigativo.
"Sì, Aldea, qualche escoriazione, nulla di più, voi come state?" domandò T'eyan a sua volta lanciando un'occhiataccia a Khetta che borbottava a proposito della vistosa cicatrice che le sarebbe rimasta.
=^= Sì, stiamo... bene. P'otleth è tenuto in stasi, ma sta bene. Io come vedete sto bene. =^=
Tutti annuirono in attesa di istruzioni, che sapevano sarebbero arrivate, con magari qualche indicazione in più.
=^= I nostri... ospiti, cercano una cosa... per loro è vitale, ascoltatemi bene, tutti, anche il personale medico, per favore, è importante... =^=
Si interruppe un attimo fissando intenzionalmente T'eyan, sembrava che tra loro ci fosse una connessione mentale.
=^= Sembra ci sia da qualche parte nella galassia un laboratorio speciale, che ha raccolto in tutti questi anni tutte le informazioni genetiche di ogni razza. =^= si interruppe ancora per far assimilare il concetto ai suoi.
Dar'yana trattenne il fiato, cercando, istintivamente, di rendersi invisibile allo schermo, Aldea riprese: =^= Pare che il nome di questo laboratorio, o centro che dir si voglia, sia Santiago. =^= rimase zitta qualche istante, senza distogliere lo sguardo da T'eyan, che aveva sempre la stessa impassibile espressione.
=^= I nostri... ospiti, vorrebbero il nostro aiuto per scoprire dove si trova questo laboratorio. Pare che chi se ne serva, poi venga indotto a 'dimenticare' come trovare il luogo stesso, quindi non sappiamo in realtà se qualcuno potrà darci delle indicazioni, probabilmente dovremmo... procurarcele da soli. I signori qui presenti ci aiuteranno a rimettere in sesto i sistemi della Minerva, e ci procureranno viveri e ciò che potrà servire per la ricerca. In cambio di ciò e della nostra... liberazione, voi cercherete informazioni su questo laboratorio. La cosa sembra sia piuttosto urgente, quindi direi di dedicare tutte le nostre forze a questa ricerca. Sarete contattati per evidenziare ciò di cui la Minerva ha bisogno per essere completamente operativa. Aldea Chiudo. =^=
Lo schermo tornò a mostrare l'universo, con la Valdore in lontananza.
Sulla plancia regnava il silenzio, fino a che T'eyan si voltò verso l'equipaggio squadrandoli ad uno ad uno, si fermò su Lhek e poi passò lo sguardo a Dar'yana: "Perché ha detto che era importante che ilpersonale medico ascoltasse?"
La donna prese fiato e lo esalò lentamente: "Perché sono stata io la prima a parlare con Aldea di questo laboratorio... mio... mio padre probabilmente ci lavorava." tutti la fissavano interessati, T'eyan continuò: "E sai dove si trova?"
Dar'yana sorrise: "Sarebbe troppo facile, non pensi?"
La vulcaniana non colse l'ironia, ma annuì assimilando l'informazione.
"Allora? Che facciamo?" domandò Dirk esprimendo la domanda di tutti.
"Riflettiamo su quello che ha detto Aldea e approntiamo un piano di azione."
"Posso intervenire?" domandò Lhek con fare affettato.
T'eyan fece un cenno del capo per invitarlo a continuare: "Credo che, ovviamente, bisognerà contattare i Gradon, per prima cosa, visto che si sono sicuramente serviti di quel laboratorio."
"Sì, ma Aldea ha detto che loro non sanno, o non ricordano dove si trova." affermò Lanaari.
"Beh, se non lo sanno, è una cosa, se non lo ricordano è un'altra: i ricordi si possono stimolare." intervenne Dar'Yana.
"E §econdo te i Gradon §i faranno §timolare i ricordi?" disse Khetta con sufficienza.
"Per trovare l'ubicazione del laboratorio visti i guai in cui si trovano? Sicuramente!" affermò Dirk battendo un pugno sul palmo.
"Diciamo che potrebbe essere un'incentivo,- affermò T'eyan - ma dovremmo sbarcare Lhek... in un luogo sicuro, altrimenti i Gradon non si fideranno mai di noi." concluse con un mezzo sorriso all'indirizzo del Garuden.
"Sssì... capisco. Non posso dire che mi piaccia come soluzione, ma comprendo le vostre problematiche, ma permettetemi di avere qualche informazione in più su questo laboratorio, potrebbe tornarci utile."
"Forse, per il giusto prezzo, Lhek, saremmo disposti a condividere le nostre informazioni anche con voi Garuden, prima di condividerle con i Romulani, ma... sarà a nostra discrezione, e solo nostra, nel frattempo ci dica dove vuole essere teletrasportato e noi provvederemo subito." concluse T'eyan fermamente, facendo un cenno a Dirk che si apprestò a scortare fuori dalla plancia il Garuden, il quale annuì elegantemente e salutò con cortesia prima di andarsene.
"Se non altro sappiamo che i Romulani agiscono per loro stessi, ma a cosa potrebbe servire il laboratorio ai Romulani?" Domandò Lanaari guardando la dottoressa.
La donna si strinse nelle spalle: "Non ne ho idea, forse hanno qualche malattia genetica da curare... è l'unica spiegazione che può venirmi in mente."
T'eyan intervenne: "In effetti ha detto che per gli ospiti è di vitale importanza... non per tutti i romulani, solo per l'equipaggio della Valdore... che malattia potrebbero aver contratto?"
Ancora una volta la dottoressa si strinse nelle spalle: "Dovrei esaminarli almeno con un tricorder medico T'eyan, non li ho nemmeno visti, non so che aspetto avessero."
Khetta intervenne: "Non §embravano particolarmente malati quelli che §ono entrati in plancia... ma il loro capitano §embrava... vecchio e incartapecorito.
Ancora una volta gli sguardi si posero sulla dottoressa, che iniziava ad essere innervosita da tutta quella attenzione: "Poteva magari essere solo... vecchio!" disse stizzita.
"O forse il suo aspetto era dovuto ad una malattia contratta da poco tempo, che magari ha colpito lui in maniera più grave ma che ha contratto tutto l'equipaggio, altrimenti non vedo tutta questa urgenza di trovare il laboratorio." Affermò Lanaari dubbiosa.




:: Diario 030 : Dirk - A rotta di collo

Luogo: Minerva - Vicinanze sala teletrasporto 2
Data: 06 giugno 2390 - ore 09.40

Dirk scorto' Lhek fino alla sala teletrasporto. Il rettiloide non era particolarmente desideroso di lasciare la nave, ma capiva che la sua presenza presso i pirati avrebbe reso loro molto piu' complicato ottenere dai Gradon le informazioni necessarie per localizzare Santiago.
Prima di andarsene fece un ultimo tentativo. "Lei ha elaborato qualche teoria sul perche' i nostri amici necessitino di quelle informazioni?" chiese a Dirk con il suo consueto tono mellifluo.
"No, io non elaboro teorie, io eseguo gli ordini ed eventualmente mi occupo di rifornire le scorte - taglio' corto il terrestre. - Lascio che siano altri ad meditare, a me basta una nave sotto i piedi, robuste paratie attorno e possibilmente che sia armata e veloce, non chiedo altro."
"Come e' possibile che non sssia interesssato ad una tecnologia che le permetterebbe di rimuovere con precisione chirurgica determinate parti della memoria e dati dai computer di bordo? Sssarebbe un modo perfetto per voi di poter effettuare le vostre razzie indisturbati."
Dirk si giro' di scatto verso il suo 'ospite' con aria stizzita. "Non so che idea si sia fatto precisamente su di noi, comunque non facciamo 'razzie' come ladri di polli. E ora mi dica dove vuole essere teletrasportato.
Lhek sospiro'. "A casa mia non sarebbe prudente, anche se sssarebbe comodo. Probabilmente i Gradon la tengono sotto sssorveglianza. C'e' un posto dove vado sspessso per rilassarmi, ci sono delle ottime fonti termali. Non sono certo come quelle di Risa, ma solo i piu' facoltosi possono permettersi il lusso di andare laggiu'. Potrebbe lasciarmi nelle sue vicinanze?"
"Non sapevo che anche voi conosceste Risa" disse Dirk.
"Garent, il capo dei Gradon, ci e' ssstato tempo fa, e non l'ha certo tenuto nassscosto."
Un lampo di comprensione attraverso' lo sguardo di Dirk.
"Cosa succede?" chiese Lhek incuriosito.
Dirk sorrise: "Forse ho capito dove potrebbe essere Santiago."

Luogo: Minerva - Infermeria
Data: 06 giugno 2390 - ore 09.45

Dar'yana scosse la testa, sconsolata. "Il lavoro di mio padre era segreto, non c'e' nulla nei suoi appunti che ci possa essere d'aiuto.
Dobbiamo assolutamente convincere i Gradon a collaborare con noi."
T'eyan annui' col capo: "Trovare un laboratorio clandestino che riesce a nascondersi anche dalla Federazione non sara' affatto semplice, anche se noi non dobbiamo rispettare l'etica della Flotta Stellare."
Dary'ana si inseri' nel discorso: "Sicuramente devono disporre di apparati adeguati ad affrontare problemi medici. Hanno bisogno di personale qualificato, risorse, materiali..."
Dirk irruppe in plancia: "Avevamo la soluzione sotto gli occhi. Quale pianeta ha un elevato traffico di materiali, merci... e turisti danarosi di tutte le razze?"
T'eyan fissò l'umano per un decimo di secondo: "Risa... Ma certo!"




:: Diario 031 : T'eyan - Mettere i pezzi sulla scacchiera...

Luogo: IRW Valdore
Data: 06 giugno 2390 - ore 10.00

Non l'avevano chiusa in una cella. Poteva voler dire che i romulani si sentivano talmente sicuri di sé da non considerarla un possibile pericolo. Oppure, che pensavano a lei come ad una alleata, almeno in potenza. Oppure...?
Aldea si guardò intorno, cercando una possibile insidia. L'appartamento in cui era rinchiusa sembrava perfino più grande e comodo degli alloggi che aveva sulla Minerva. Le guardie l'avevano accompagnata in un salottino dai colori chiari, vivacizzato da stampe astratte alle pareti. Il divano, a forma di isola, era parzialmente coperto da un foulard di seta che riprendeva i toni delle stampe alle pareti. Accanto al divano, un tavolino basso con dei libri ed una lampada. La zona pranzo era composta da un tavolo e quattro sedie situati strategicamente di fronte al replicatore. Una porta conduceva alla stanza da letto. Letto adatto a due persone adulte di razza umanoide, pensò Aldea, considerando le dimensioni. Anche il grosso armadio guardaroba dalle pareti a specchio che rivestiva una intera paratia della stanza faceva pensare ad un appartamento destinato ad ospitare una famiglia... E non certo una prigioniera.
Comunque, anche se il trattamento che le veniva riservato non era certo quello tipico delle prigioni romulane, restava il fatto che quella era la sua prigione. E che doveva trovare il modo di uscire da lì.

Luogo Minerva - Plancia
Data: 06 giugno 2390 - ore 10.00

"Ri§a?" - domandò Khetta P§or - "Ma proprio Ri§a doveva essere?"
Dirk Sandeker le scoccò un'occhiata perplessa, ma la ragazza si era girata dall'altra parte. Guardò T'eyan, ma la vulcaniana conservava la consueta espressione imperturbabile, con le braccia conserte sul petto, e lo sguardo fisso nel vuoto. Sapeva di non potersi aspettare un fantastico evviva da lei, ma gli dava da pensare il fatto che si fosse rifugiata nella sua consueta fissità vulcaniana. Scambiò un'occhiata curiosa con Lanaari, ma la ragazza scrollò le spalle. Di sicuro, non ne sapeva più di lui nemmeno la dottoressa Mosienko, che era andata ad appoggiarsi alla consolle di navigazione, vicino alla giovane timoniera.
In genere, penso' Dirk, non e' sano essere curiosi, ma forse...
Decise di essere diretto. Il nostromo raggiunse Khetta, e le poso' una mano sulla spalla:
"Come mai così poco entusiasmo, Khetta? Non conosco una persona in tutto il Quadrante Alfa che non farebbe i salti di gioia all'idea di fare una sosta sul pianeta delle vacanze."
"Una persona no, ma una nave intera certamente si, Dirk. Questa nave, per la precisione" - intervenne T'eyan.
Linda Galne scoppio' a ridere:
"Non mi dite... C'è una bella storia da raccontare qui, vero? Che avete fatto? Avete rapinato i casinò? Siete scappati dopo aver devastato qualcuno di quei leggendari hotel di lusso?
Khetta fece per rispondere, ma T'eyan la bloccò con un gesto:
"Riserviamo i racconti delle nostre imprese passate per le lunghe serate di navigazione. Quello che importa, adesso, è che questa nave non può farsi vedere nei pressi di Risa. Anche modificando il nostro trasponder al meglio delle nostre possibilità, ci riconoscerebbero dalle caratteristiche della nave... E non ce lo possiamo permettere. Del resto, significherebbe anche abbandonare Aldea e P'otleth in mano ai romulani, e questo è escluso."
"Potremmo scambiare l'informazione con la libertà dei nostri" - propose Lanaari.
"E pensi che i romulani ci crederebbero? Così, sulla parola?" - sbuffò la dottoressa Mosienko. - "Non so nemmeno io se crederci o no, ad una teoria del genere. Non c'è nessuna prova... Ed anche se i romulani fossero tanto disperati da attaccarsi a questa teoria e crederci con tutta la fede di un missionario, nulla impedirebbe a quella nave" - accennò con il pollice alle sue spalle, verso lo schermo centrale - "...Di partire portandosi appresso Aldea e P'otleth."
"I nostri non tornerebbero mai indietro" - considerò Dirk, annuendo.
"Quindi non possiamo dire semplicemente ai romulani quello che vogliono sapere" - disse Lanaari - "E allora? Cosa facciamo?"
"La prima cosa da fare sarebbe riprenderci Aldea e P'otleth, naturalmente..." - disse T'eyan, lanciando un'occhiata verso lo schermo centrale. La nave romulana era sempre lì, in orbita dietro il pianeta Golberas. Dirk non aveva bisogno di guardare la postazione tattica per sapere che i romulani avevano gli scudi attivi e le armi agganciate su di loro...
"La loro potenza di fuoco è sempre superiore alla nostra" - fece notare Dirk.
"Non dobbiamo necessariamente agire apertamente" - disse Lanaari.
"Quella nave è anche più veloce" - disse Linda Galne - "Anche se riuscissimo a rendergli la visita che loro hanno fatto a noi, dovremmo anche disabilitarli... Come loro hanno tentato di fare a noi..."
"E, secondo voi, non si aspetteranno una cosa del genere da noi?" - si fece sentire la psichiatra - "Non sono particolarmente versata in navi da guerra romulane, ma quanto equipaggio può esserci, a bordo di una nave del genere?"
"Molto piu' di noi" - borbotto' Khetta, depressa.
"Era una domanda retorica" - sottolineo' la dottoressa, tornando a fissare per terra.
"Abbiamo qualcosa che loro non hanno, pero'..." - fece Dirk, pensoso. Si guardo' intorno, incrociando gli sguardi dei pirati.
"Ti di§piacerebbe e§§ere un po' piu' §pecifico, Dirk? Perche' io non vedo niente che que§sta nave possa avere piu' di quell'altra..." - domando' Khetta - "Ed in compen§o, ne vedo tante che noi invece non abbiamo... Un §acco di armi, tanto per dirne una..."
Dirk scosse la testa, poi avanzo' qualche passo, fino a raggiungere la consolle di controllo dello schermo centrale. La visuale si piego', allontanandosi dalla prospettiva della nave romulana, per centrare lo sferoide azzurro di Golberas. Si giro' verso T'eyan, che lo aveva raggiunto:
"Capite, adesso? Abbiamo un pianeta, dalla nostra parte! Un pianeta che al momento e' nostro alleato, e non ha nessun motivo di fidarsi di quei romulani!"
T'eyan scosse la testa:
"Nemmeno di noi..." - disse - "Non hanno nessun motivo per aiutarci"
"Si, invece, se promettiamo di andare a Santiago per conto loro" - sogghignò Dirk - "Credo che ad aprire un vocabolario sotto la voce gente disperata, ci troveremmo una olofoto dei Gradon. Hanno bisogno delle uova, no? Perche' il loro primo tentativo di avere dei piccoli non e' andato tanto bene... I draghetti di Gas lo dimostrano"
"Capisco" - disse T'eyan - "Non hanno nemmeno denaro sufficiente a fare un altro tentativo con Santiago... O avrebbero gia' pagato il trasporto, sia a noi che alla Seventeen"
"Quindi, fatemi capire..." - si inseri' Lanaari - "Certo che possiamo coinvolgere i Gradon, d'accordo... Ma loro come possono aiutarci?"
Una sorta di sorriso distese le labbra di T'eyan:
"Credo di avere una idea in proposito..."
"Un momento" - fece Khetta - "Anche §e i Gradon accetta§§ero di far§i coinvolgere, con il ri§chio di metter§i contro i romulani, come facciamo poi a mantenere i patti con loro? L'hai detto anche tu, T'eyan, la Minerva non puo' apparire nello spazioporto di Ri§a..."
"Infatti non ci andra' la Minerva" - disse la vulcaniana - "Abbiamo degli alleati, in questa storia. Quindi, chiederemo alla Seventeen di fare una incursione nei laboratori di Santiago... Con l'aiuto di qualcuno dei nostri, a bordo della nave di Patros"
Il suo sguardo passo' dall'uno all'altra dei membri dell'equipaggio:
"Tu no, Khetta... Come non posso andare io. Anche Gas e Liam sono troppo noti nei database della Federazione Unita dei Pianeti per poter sbarcare in un posto frequentato e sorvegliatissimo come Risa." - avanzo' di un passo.
Linda si illumino', vedendo che T'eyan la fissava, ma torno' ad incupirsi vedendo che passava oltre. La vulcaniana ando' a mettersi di fronte a Lanaari:
"Abbiamo bisogno qui del nostro timoniere... E naturalmente sarebbe assurdo che andasse a Santiago il nostro capo motorista: Shoots deve rimettere a punto la Minerva. Quindi, Lanaari, devi essere tu. Tu e Dirk" Si giro' di nuovo verso il nostromo - "Parlero' con Patros. Sono sicura che sara' della partita... Lei ed Aidan potranno facilmente entrare in contatto con i dirigenti del laboratorio Santiago fingendo di voler fare una trattativa di affari: lo hanno gia' fatto, dopotutto! Voi due dovrete trovare il modo di penetrare nel laboratorio, e prendere dai loro database tutto quello che potete. Soprattutto i sistemi operativi utilizzati per clonare le uova dei Gradon. Nel frattempo, noi, con l'aiuto dei Gradon, cercheremo di impossessarci della nave romulana, e liberare i nostri. Pensate di potercela fare?"




:: Diario 032 : Dirk - Minerva Lampoon's Vacantion

Luogo: Minerva
Data: 06 giugno 2390 - ore 11.00

Dirk si stiracchiò a favore dei presenti e, abbracciata Lanaari rispose con un ghigno: "beh, direi che si possa fare, vero 'amore'? Dopo cinque anni di stanza su due navi federali, ci siamo meritati una licenza assieme su Risa, non sei d'accordo?"
Lanaari cominciò a ridacchiare fingendo imbarazzo: "Certo, e poi devi anche farti perdonare una certa scappatella con quella guardiamarina smorfiosa con cui ti ho beccato pochi giorni fa" puntando il mento verso l'alto assestò un pugno sul bicipite di Dirk.
"Un momento" - fece Khetta - "Anche ammettendo che po§§a e§§ere facile arrivare a Ri§a spacciandovi per - la voce si indurì leggermente - una coppietta di federali, una volta arrivati §ul pianeta, dovre§te farvi identificare e credo proprio che le vo§tre credenziali non §iano proprio pulite..."
Dirk rivolse un sorriso beffardo verso la tellarite: "E chi ha detto che debbano vedere le nostre credenziali - disse sottolineando con enfasi le ultime due parole - dopotutto per la Maddaki, non esiste solo Dirk Sandeker, anzi, sento proprio la voglia di tornare ad essere Templeton Starbuck, che ne dici tesoro?"
Con nonchalance estrasse un dipad su cui era riprodotta la sua immagine associata a dei dati anagrafici completamente differenti da quelli conosciuti dall'equipaggio della Minerva.
Khetta accusò il colpo ed abbozzò mostrando lo stesso il proprio disappunto ed uscendo dalla cabina: "HA... gli allegri sposini!!" mormorò Khetta quasi ringhiando.
"E la tua mogliettina?" chiese Lanaari avvicinandosi con fare eccessivamente civettuolo volutamente accentuato.
"Oh ma tu sei la mia dolce moglie Lorraine Shauß, scrittrice di oloromanzi di grande successo, acclamata dalle fan di mezza via Lattea, l'unica che sia riuscita a far coesistere sentimentalismi terrestri con razionalità vulcaniana e la sete di onore dei Klingon".
T'eyan sollevò il sopracciglio prima di esprimere le sue perplessità: "Anche io ho letto 'Via col Sangue', non so se sia il caso di spacciare Lanaari per un personaggio così famoso come l'autrice di quel romanzo... anche se in effetti non ho mai visto una sua immagine.
"Semplicemente perchè l'autrice non è una lei - la sua casa editrice è una succursale della Maddaki, da quello che so, dovrebbero essere due ragazzi che hanno lasciato la carriera di barman per dedicarsi al filone narrativo. Chi vuoi che ne sappia più di noi? - sorrise - e poi... basta dire che sia in incognito ed il gioco è fatto."
La discussione proseguì per diversi minuti finchè T'eyan non diede finalmente il consenso all'operazione.




:: Diario 033 : Aldea

Luogo: Seventeen
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.00

Quando Dirk e Lanaari salirono a bordo della Seventeen, Patros smonto' la loro ipotesi.
- Risa... effettivamente sarebbe un posto perfetto per nascondere un'attivita' illecita, ma... - obietto' la donna scuotendo la testa.
Vista da vicino la somiglianza di Patros con Aldea era ancora piu' impressionante, anche se nei suoi occhi non c'era quella luce che suggeriva un misto di rabbia e dolore represso che caratterizzava lo sguardo dell'altra donna.
- Ma... - la incito' Dirk.
- Non abbiamo caricato le uova a Risa - spiego' loro Patros, ma su Transvaal, un pianeta la cui principale attivita' e' il commercio. E' situato in una posizione molto favorevole e parecchie merci transitano da li'.
- Allora dobbiamo scoprire da dove e' stato spedito il carico - ragiono' Lanaari, che non voleva assolutamente perdersi una vacanza su Risa. Le mancavano le avventure con Dirk e non vedeva l'ora di essere, nelle vesti di Lorraine Shauß, in un lussuoso albergo. - Possiamo vedere le bolle di consegna? - chiese. - Forse provenivano proprio da Risa.
- Ma certo - disse Patros, - anche se mi ricorderei un fatto cosi' insolito. Risa non e' certo un posto dove producono uova, se non per consumo locale.

- Temo che Patros abbia ragione - disse piu' tardi Lanaari a Dirk. - Ho controllato i documenti che riguardano le uova, e apparentemente non c'e' nulla di insolito. Provengono da un allevamento di polli di Avis, da li' sono arrivati direttamente su Transvaal dove sono rimasti in un magazzino fino all'arrivo delle Seventeen.
Dirk sorrise: - Nulla di insolito dici? Da quando da delle uova di pollo nascono dei rettili? Se non e' insolito questo... Cerca meglio. Deve esserci qualcosa che non torna.
- No. - Lanaari si mordicchio' le labbra. - Temo che l'unico modo di scoprire qualcosa sia quello di andare su Avis.

Luogo: IRW Valdore
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.00

Aldea stava facendo una cosa insolita per lei. Rifletteva. D'altronde essere prigioniera su una nave romulana con uno dei suoi uomini in ostaggio rinchiuso in una capsula di stasi non le lasciava molta liberta' d'azione.
Fece una lista delle cose da fare. Prima le cose importanti, liberare P'otleth, poi trovare un modo per far si' che quel Sheravas ed i suoi accoliti imparassero quanto poteva essere sgradevole e doloroso mettersi contro di lei. Solo allora avrebbe potuto ritornare alla missione iniziale, ovvero scoprire l'ubicazione di Santiago e ricavarne il piu' possibile. Il comandante romulano le aveva dato delle informazioni a proposito, ma piu' ci pensava piu' le sembravano assurde. Che razza di tecnologia o scienza poteva far dimenticare una rotta o il modo di leggerla, e come poteva questa aver effetto su individui di razze diverse, con menti diverse? Era una qualche magia che costringeva a distogliere il pensiero quando questo si avvicinava a certi argomenti, oppure era solo un'illusione, un trucco, una voce messa in giro per sviare chi cercava Santiago...
Certo che Sheravas aveva proprio una brutta cera. Una malattia oppure... Un sospetto le attraverso' la mente. Doveva esaminarlo piu' da vicino.
Chiamo' le guardie e chiese di parlare con lui.

Il romulano sembrava piu' stanco e piu' vecchio, anche se erano passate solo poche ore dal loro precedente incontro.
- Immaginavo che i patti ormai fossero conclusi - le disse, con tono scocciato. - Quando sapremo dove si trova Santiago vi libereremo.
Aldea scosse la testa. - Si, certo, uno dei segreti meglio custoditi di questo quadrante in cambio delle nostre vite e di qualche riparazione... ci ho pensato su e non credo di aver fatto un buon affare.
Si avvicino' a lui aggirando la scrivania. Noto' con soddisfazione un guizzo di paura negli occhi del suo avversario, che pero' non si scompose.
- E' evidente che sei malato, ma di che cosa? Ormai quasi tutte le malattie possono essere curate con relativa facilita'.
- Non sono affari tuoi! - rispose il romulano alzandosi per fronteggiarla.
Aldea fece una smorfia, era un po' piu' basso di lei ed il suo alito era decisamente disgustoso.
- O hai una malattia incurabile, e ti serve la scienza di Santiago per combatterla, - prosegui' lei, - o quello che ti sta uccidendo non e' una malattia, e allora le condizioni del nostro accordo potrebbero cambiare, a mio favore, ovviamente.
- Non capisco cosa vuoi dire! - Ora Sheravas stava sudando copiosamente.
- Veleno... - sussurro' la donna
La sua reazione le fece capire di aver colpito nel segno.
- Come lo hai capito?
- Si da' il caso che i veleni siano la mia specializzazione, i veleni ed i loro antidoti, naturalmente - sottolineo' con un sorrisetto.
- E' inutile, solo chi l'ha prodotto ha l'antidoto. - Il romulano si lascio' cadere sulla sedia.
Aldea si sfioro' la guancia, dove la canna rovente aveva lasciato il segno di una scottatura.
- Dopo il modo in cui mi hai trattato ti avrei lasciato agonizzare volentieri senza fare nulla, ma tengo piu' ai miei uomini che alla vendetta. Faro' un tentativo per curarti, o almeno per rallentare l'azione del veleno, ma solo se P'otleth sara' immediatamente liberato.
- Non posso fidarmi di te.
- E puoi fidarti del tuo equipaggio? - ribatte' lei. - Chi ti assicura che non sia stato qualcuno di loro ad avvelenarti, e che non continui a farlo? Hai dei conti in sospeso con la Tal Shiar?

Luogo: Minerva - Cucine
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.00

Lhek entro' in cucina, dove Gas stava dando il decimo o l'undicesimo - aveva perso il conto ormai - pasto ai quattro draghetti, scosse la testa e sospiro' rumorosamente.
Gas lo guardo' diffidente. - Che c'e'? - gli chiese.
- Stanno crescendo... - osservo' il rettiloide con quello che poteva essere interpretato come un sorriso.
- Gia'. Ormai sono lunghi quasi un metro, coda compresa. Con quello che mangiano mi stupisce che non siano piu' grossi. Comunque stanno bene.
- Forse si, forse no...
- Ehi, fermo. Che vuoi dire? - chiese il felino allarmato.
- Questo ambiente non e' giusto per loro - spiego' Lhek..- Lo capirebbe chiunque. Hanno bisogno di luce naturale, sole, non si svilupperanno in modo sano in questo ambiente artificiale.
Gas ci riflette' su. - Davvero? Beh, forse hai ragione... Su piccoli e' ora di andare a giocare nei giardinetti. Che dici, dovrei usare un guinzaglio?

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.30

Il primo draghetto, quello con le squame piu' chiare annuso' l'aria, interessato, gli altri rimasero dietro a Gas, intimoriti dal nuovo ambiente.
Poi tutto accadde molto rapidamente. Un rettiloide li vide, urlo' e svenne. Una guardia che era accorsa subito, guardo' prima il corpo esanime del suo compatriota, poi il gatto e infine il draghetto, impallidi' e corse via per dare l'allarme.
Lhek, nascosto poco distante, si godeva le scena.

Luogo: Pianeta Avis
Data: 08 giugno 2390 - ore 12.00

Patros accetto' di buon grado di accompagnare Dirk e Lanaari su Avis su cui arrivarono un paio di giorni dopo.
Il pianeta era di classe M, con vaste foreste e mari. L'allevamento che cercavano era una delle tante attivita' agricole presenti sul posto.
Lanaari e Dirk decisero di scendere da soli. Se avessero avuto problemi la Seventeen era pronta ad intervenire.
Il teletrasporto li materializzo' all'ingresso della fattoria, un cancello formato da due coloratissimi e giganteschi galli di legno che si fronteggiavano. Dietro di esso, chiusi in vari recinti, razzolavano centinaia di polli bianchi, rossi e grigi. Al centro c'era una piccola costruzione bianca, con un tetto piatto. Intorno ad essa dei capannoni chiusi.
- Comunissimi polli di razza terrestre - commento' Dirk. - Probabilmente tengono i rettili da qualche altra parte.
- O le uova non venivano da qui - disse Lanaari. - Ma questa e' l'unica traccia che abbiamo, quindi cerchiamo di scoprire qualcosa.
Apri' il cancello e subito si senti' un poderoso chicchirichi' che fece sobbalzare entrambi.
Una donnetta di mezza eta' usci' dalla costruzione con un caldo sorriso di benvenuto. Indossava un grembiule a quadretti bianchi e rossi e aveva i capelli grigi raccolti in una crocchia.
- Salve. Il mio nome e' Mary. Siete venuti a visitare l'allevamento? - chiese.
- No, signora - disse Lanaari tentando il tutto per tutto. - Stiamo cercando Santiago.
- Santiago? - L'umana sembrava genuinamente sorpresa - Non c'e' nessuno qui che si chiama cosi'.
- Non si tratta di una persona, ma di un posto - le spiego' Lanaari.
La donna scosse la testa. - Posso chiedere a mio figlio se volete. Di che posto si tratta? Forse qui lo conosciamo con un altro nome.
Dirk le interruppe. - Vendete molte uova? - chiese tentando un approccio diverso.
- Oh, si - sorrise la donna con orgoglio. - Mio marito, o meglio il mio ex marito, non credeva nella mia idea ma se e' dovuto ricredere. "Chi vuoi che compri uova" diceva, ma io non mi sono lasciata scoraggiare, avevo qualche soldo da parte e l'ho investito in questo allevamento. Oh, certo, gli inizi sono stati duri, ma mio figlio mi ha sempre incoraggiato ed aiutato. La nostra merce e' fresca e genuina, altro che quella robaccia replicata tutta uguale, e piano piano la nostra clientela si e' allargata.
Dirk scambio' uno sguardo d'intesa con Lanaari. Forse quella donna era veramente all'oscuro di tutto.
Fece un'altra domanda. - Chi sono i vostri migliori clienti?
- Oh, chi se li ricorda... - rispose l'allevatrice alzando gli occhi al cielo. - Dovete chiederlo a mio figlio Tom. E' lui che si occupa degli ordini e delle spedizioni, ma entrate a bere qualcosa. Fa caldo qui.

L'interno dell'edificio bianco era arredato in modo semplice ma accogliente.
Erano alla seconda fetta di torta quando arrivo' Tom, un ragazzo sui vent'anni, magro e dai capelli scuri, che li squadro' con diffidenza. - Che volete? - domando'.
- Sii gentile Tom - lo redargui' la madre. - Scusatelo, ma non abbiamo molti visitatori.
- Tempo fa avete venduto una partita di uova - comincio' Dirk, stando attento alle reazioni del ragazzo. - Purtroppo c'e' stato un incidente durante il trasporto e ne servirebbero altre.
- Niente sconti o rimborsi - rispose seccamente Tom - La consegna e' garantita fno a Transvaal, non siamo responsabili di quello che accade nelle tratte successive Se volete altre uova il prezzo e' quello dell'altra volta.
- Ma certo - assenti' Dirk.
- E allora perche' siete venuti qui e non avete fatto l'ordine come al solito? - lo incalzo' il ragazzo.
- Perche' vorremmo parlare con il fornitore... il vero fornitore - preciso' Dirk.
La perplessita' che apparve sul viso del ragazzo era genuina e fece capire ad entrambi di essere su una pista sbagliata.
- Che volete dire? - chiese. - Che problema c'e' stato?
- Beh, e' che dalle uova non sono usciti dei polli, ma dei rettili - gli spiego' Lanaari, con un sorriso, per metterlo a suo agio.
Tom sgrano' gli occhi. - Rettili? Impossibile! Non ci sono rettili su questo pianeta. Vi garantisco che su Transvaal sono arrivate uova di gallina.
- Allora le hanno scambiate su Transvaal... - disse Lanaari al suo compagno.




:: Diario 034 : Aldea - Ritorno a casa


Luogo: Pianeta Golberas
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.35

Se gli abitanti di Golberas erano terrorizzati dalla vista dei draghetti, i draghetti erano terrorizzati dalla vista degli abitanti di Golberas. Era la prima volta che vedevano tanti rettili squamosi - finora pensavano esistesse solo Lhek - e poi quelle creature urlavano, ferendo le loro sensibilissime orecchie, e si agitavano scompostamente.
I quattro reagirono in modo diverso. Due si nascosero dietro a Gas, confidando nella protezione della loro "mamma" dalla pelliccia arancione, uno scappo' tra la folla, alla disperata ricerca di un posto buio e silenzioso in cui nascondersi, l'ultimo ringhio' furioso verso gli sconosciuti, con le squame ritte, pronto a dare battaglia.
- Ehi, che vi prende, non avete mai visto dei cuccioli? - chiese Gas, che non capiva cosa stesse succedendo, alla folla atterrita.
- Cuccioli? Come puoi chiamare cuccioli quei mostri assassini... quei Draken! - disse un rettiloide, indicando il draghetto che gli soffiava contro.
- Draken? - ripete' il felino senza capire. Vide che la guardia era tornata con i rinforzi. Erano armati e la loro espressione non prometteva nulla di buono.
- Teletraporto d'emergenza! - grido', prendendo in tutta fretta in braccio il draghetto ribelle, che si divincolava e tentava di morderlo. I quattro svanirono in un turbinio di scintille.

Luogo: Nave Minerva
Data: 06 giugno 2390 - ore 16.40

Gas lascio' immediatamente libero il draghetto che aveva in braccio. Questi fiuto' con soddisfazione l'atmosfera famigliare della nave, e trotterello' deciso verso la cucina. Gli altri due lo imitarono immediatamente.
Il felino rimase li', ancora scosso da quello che era successo. Aveva perduto un draghetto... In fondo si era affezionato a quelle pesti, e adesso uno di loro era chissa' dove su un pianeta ostile.
Corse da Liam, era l'unico di cui potesse fidarsi.
- Mi serve una babysitter - disse agitatissimo al klingon.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 06 giugno 2390 - ore 17.00

Lequax aveva saputo dell'episodio avvenuto poco lontano dal suo negozio da uno dei suoi piu' vecchi clienti. Quello che gli aveva raccontato aveva dell'incredibile: una creatura pelosa di un altro pianeta era apparsa all'improvviso in mezzo alla piazza principale con quattro grossi e feroci Draken, ma era stata messa in fuga dalla coraggiosa guardia cittadina. I Garuden accusavano i Gradon e viceversa, ma l'unica cosa importante era che il pericolo fosse passato.
Un rumore proveniente dal retro del negozio lo mise in allarme. Il suo primo pensiero fu quello di correre fuori e chiamare aiuto, ma poi penso' a quanto sarebbe stato imbarazzante se si fosse trattato di un semplice roditore.
Si fece coraggio, prese una scopa e scosto' la tenda che separava la zona di vendita dal magazzino.
Accese la luce. Il locale era ingombro di scaffali che contenevano le stoffe che servivano per il suo lavoro di sarto.
Controllo' la porta sul retro. Era chiusa. Aveva lasciato una delle finestre aperta, ma era troppo stretta perche' un ladro potesse passarci. Vide un rotolo di stoffa per terra. Allora era stato quello il rumore che aveva sentito. Probabilmente lo aveva messo male ed era caduto.
Si chino' per raccoglierlo, ma quando si rialzo' per rimetterlo a posto incontro' due occhi gialli e tondi che lo fissavano dal fondo del ripiano. Era un piccolo rettile, e mugolava piano, spaventato.
Istintivamente allungo' la mano verso quella creatura tremante e quando i denti aguzzi gli si piantarono nella carne si lascio' fuggire un grido di dolore ma non cerco' di liberarsi.
Senti' il morso farsi piu' leggero fino a cessare del tutto, e poi il tocco delicato di una lingua rasposa sulle ferite, e fu certo di aver fatto la cosa giusta.
Il draghetto mugolo' in tono di scusa e usci' dal suo nascondiglio, cosi' Lequax ebbe l'occasione di guardarlo bene.
Non era molto grosso, ma i lunghi denti aguzzi e la cresta bianca che gli circondava la testa e scendeva lungo la schiena fino alla punta della coda gli davano un aspetto selvaggio e temibile.
Non capiva il perche' ma non aveva paura di lui, anche se la mano gli pulsava dolorosamente.
- Aspettami qui, devo andare a medicarmi - disse.
Si trattenne a stento da lanciare un urlo di sorpresa quando lo senti' dire con una vocina sottile: "Scusa... bua...".
Non avrebbe mai immaginato che quella creatura potesse parlare.
Gli scompiglio' la cresta con la mano sana e fu sorpreso nel sentirla morbida e setosa.
- Non fa nulla - disse. Un calore che non aveva mai provato gli scaldo' il cuore. Quello non era un mostro o una bestia. Era solo un cucciolo, un tenero cucciolo bisognoso di cure e di affetto. Il suo cucciolo.
Lo prese in braccio. Era freddo e pesante. Il draghetto fece un debole tentativo di ribellarsi, ma poi si raggomitolo' tra le sue braccia emettendo dei mugolii di soddisfazione.
Un brivido di felicita' lo scosse nel profondo, e si dimentico' completamente della mano ferita.

Luogo: Transvaal
Data: 09 giugno 2390 - ore 05.00

Dirk e Lanaari erano tornati su Transvaal. Se Tom, l'allevatore di Avis, era sincero, aveva spedito laggiu' delle genuine uova di pollo, e allora lo scambio doveva essere avvenuto nel magazzino in cui erano state stivate in attesa della consegna alla Seventeen.
Lanaari aveva controllato e ricontrollato i transiti delle merci in quel settore fino a sei mesi prima di quella data, ma secondo i tabulati non era entrato ne' uscito nulla di sospetto.
- E se avessero usato il teletrasporto per sostituire le uova? - ipotizzo' Dirk.
- Impossibile - disse la donna scuotendo la testa. - Ci avevo pensato anch'io e cosi' ho controllato. I magazzini sono schermati, sia per impedire che qualcuno usi il teletrasporto per sottrarre delle merci, sia per impedire che dei sensori rilevino il contenuto dei carichi e violino la privacy dei commercianti.
- Dobbiamo andare a vedere di persona - disse Dirk. - Non possiamo fidarci dei computer. Quelli di Santiago possono aver manipolato i dati, ma c'e' sempre la possibilita' che qualcuno abbia visto qualcosa.
- Sono d'accordo - assenti' Lanaari.

Luogo: Transvaal
Data: 09 giugno 2390 - ore 07.00

Dirk e Lanaari, con dei documenti abilmente falsificati, erano riusciti ad avere l'accesso temporaneo al magazzino da dove, piu' di un anno prima, Patros aveva preso le uova modificate. Le loro false identita' non avrebbero retto a dei controlli piu' approfonditi, ma per quelli ci sarebbe voluto tempo e contavano di essere gia' lontani per allora.
- Le uova erano laggiu' - disse Lanaari indicando a Dirk un'area al momento vuota. - I sigilli erano a posto, i dati di carico anche. Peso e descrizione coincidevano.
Dirk si avvicino' e osservo' attentamente il pavimento.
- Forse ho capito...
Lanaari si avvicino' per guardare il punto che stava indicando Dirk quando il mondo intorno a loro esplose.

Luogo: IRW Valdore
Data: 10 giugno 2390 - ore 12.00

Aldea aveva sottoposto Sheravas ad una serie di test. Alcuni erano stati molto dolorosi ed assolutamente inutili, una piccola vendetta della piratessa per l'aggressione subita a bordo della sua nave, altri piuttosto rivelatori.
P'otleth era ancora confinato in una capsula di stasi in infermeria. Su quel punto il comandante romulano era stato irremovibile, e sinceramente Aldea non poteva dargli torto. Con il suo armiere in grado di muoversi, la tentazione di giocare qualche brutto tiro ai romulani sarebbe stata irresistibile.
- Ancora nulla? - Le occhiaie di Sheravas erano ancora piu' profonde, il suo viso scavato ormai era simile ad un teschio, faticava a respirare e un tremito incessante si era impadronito delle sue mani.
- Forse... - rispose Aldea. - Pero' mi servirebbero degli ingredienti particolari... Latte di drago, denti di leone...
- Cosa? - riusci' a dire il romunano prima di essere assalito da un violento accesso di tosse.
- Sono solo erbe, erbe terrestri - gli spiego' la donna. - Sei fortunato. Ne ho una piccola scorta a bordo della Minerva. Ecco la lista completa - gli disse dandogli un foglio scritto a mano. - E sbrigati - gli ordino'. - Non ti rimane molto tempo.
- Se io muoio...
- ...moriremo anche P'otleth ed io. Lo hai gia' detto - sbuffo' Aldea. - Un motivo in piu' per fare presto, non sei d'accordo?

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 10 giugno 2390 - ore 12.00

Ogni gesto, ogni scoperta del cucciolo riempivano Lequax di gioia. Era come se guardasse il mondo attraverso quei giovani occhi e lo vedesse per la prima volta. Non gli importava nulla della casa distrutta e della dispensa vuotata a velocita' impressionante.
I vicini si erano lamentati del rumore, ma li aveva pregati di aver pazienza, aveva raccontato loro che aveva adottato un animaletto e che doveva solo ambientarsi.
Ovviamente aveva mentito sulla razza del "cucciolo", e stava molto attento che nessuno lo vedesse, ma doveva trovare una soluzione o prima o poi li avrebbero scoperti.
Era arrivato alla conclusione che il draghetto non poteva essere altro che uno degli spaventosi Draken che l'alieno arancione aveva portato sul loro pianeta. Le guardie lo stavano cercando dappertutto e non gli avrebbero certo lasciato il tempo di spiegar loro che era soltanto una creaturina tenera e adorabile. Aveva anche sentito che l'alieno arancione era tornato, ma finora era sfuggito ad ogni tentativo di cattura. Sicuramente stava cercando il cucciolo. Non poteva permettere le lo riprendesse, penso' con decisione. Ne' lui ne' le guardie l'avrebbero mai separato da suo figlio. Si, perche' quello era suo figlio, lo sapeva, lo sentiva in ogni fibra del suo essere. Il destino gli aveva donato un piccolo e non avrebbe permesso che nulla e nessuno glielo portasse via.

Luogo: Sconosciuto
Data: 10 giugno 2390 - ore 12.00

Dirk fu il primo a riprendere i sensi. Le orecchie gli ronzavano e la testa gli faceva un male d'inferno. Lanaari, sdraiata per terra accanto a lui, si lamentava debolmente. Non sembrava ferita.
L'uomo si guardo' attorno incredulo. Erano circondati dal nulla. Doveva esserci un pavimento perche' sentiva una superficie dura sotto di se', ma attorno a lui non vedeva altro che bianco.
- Siamo morti? - gli chiese Lanaari quando apri' a sua volta gli occhi, sconcertata anche lei da quel biancore. Aiutata da Dirk riusci' faticosamente a mettersi seduta.
- Alcuni dicono che l'aldila' sia un luogo simile a questo, ma non credo che avrei mal di testa se fossi morto - le rispose Dirk cercando di rassicurarla.
- Cosa e' successo? - chiese Lanaari. - L'ultima cosa che ricordo e' che eravamo nel magazzino e mi avevi chiamato per mostrarmi qualcosa.
- Avevo scoperto il trucco usato da quelli di Santiago per scambiare le uova. Forse ci stavano spiando e dovevano distruggere le prove... ed i testimoni - ipotizzo' Dirk.
- Cosi' hanno fatto esplodere tutto e siamo morti... - concluse Lanaari. - Pensavo che essere morti fosse peggio - commento' guardandosi attorno. - Pero' passare l'eternita' noi due soli in questo luogo desolato sara' noioso.
Dirk la scosse: - Non siamo morti - le ripete'.
Lanaari fece un gesto di stizza. - Come fai ad esserne sicuro? Sei morto altre volte?
- Calmati - le disse. - Piuttosto non sei curiosa di sapere come hanno scambiato il carico?
La donna alzo' le spalle. - Immagino che me lo dirai comunque, per cui vai avanti.
- Sul pavimento del magazzino c'era una sottilissima fessura che indicava la possibilita' che sotto ci fosse un montacarichi. Hanno portato giu' le uova vere, le hanno tolte dalla piattaforma, hanno caricato quelle modificate, le hanno fatto risalire e nessuno si e' accorto di nulla.
- Non ci sono sotterranei in quel magazzino. E' stata una delle prime cose che ho controllato - obietto' Lanaari.
- Ufficialmente no, ma perche' far esplodere tutto se non per nascondere un sotterraneo? O magari qualcosa di piu' grosso, come uno degli ingressi della mitica Santiago?
- ... e noi siamo morti - ripete' la donna.
Dirk rinuncio' a cercare di convincerla. Evidentemente era in stato di shock. O forse era lui che si sbagliava, penso' un una crescente inquetudine cercando di distinguere una qualsiasi cosa in quel bianco lattiginoso intorno a loro.

Luogo: IRW Valdore
Data: 10 giugno 2390 - ore 18.00

Il distillato era quasi pronto. Aldea osservo' con attenzione il liquido chiaro che passava nei tubicini di vetro prima di raccogliersi nel bicchiere. Doveva funzionare. Molte vite dipendevano da questo, anche la sua.
Doveva far presto. Sheravas si era rapidamente aggravato nelle ultime ore e questo non se lo aspettava. Se aveva sbagliato ad identificare il veleno che lo stava uccidendo o se era veramente una malattia genetica... Allontano' in fretta quel pensiero. Non era il momento di lasciarsi prendere dai dubbi.
L'ultima goccia fini' nel bicchiere. Lo prese e lo porto' alle labbra tremanti del romulano, aiutandolo a bere. Sheravas riusci' a deglutire anche se con fatica. Fece una smorfia di disgusto. - Ha un sapore orribile - disse.
- Avevo finito le erbe aromatiche. Non servono a nulla ma migliorano il sapore - ribatte' Aldea.
Rimasero per dieci lunghi minuti in silenzio, a guardarsi. Aldea cercava sul viso del romulano i segni che avrebbero indicato un miglioramento, Sheravas la osservava per capire se sarebbe vissuto. Non si sentiva diverso da prima. Il braccio sinistro gli faceva sempre male e il cuore batteva ancora troppo velocemente. All'improvviso senti' le mani diventare fredde come il ghiaccio, e un bruciore insopportabile gli lacero' lo stomaco. Grido' e crollo' a terra.
Immediatamente la porta si apri' ed entro' Costas. Lancio' uno sguardo di disprezzo al corpo esanime del suo comandante, e punto' l'arma che aveva in mano contro Aldea.
- Finalmente e' finita - le disse.
- A quando pare si - rispose la donna senza mostrarsi sorpresa. - Il tuo veleno e' stato piu' efficace del mio antidoto. Complimenti.
Costas la guardo' con un sorrisetto. - E cosi' lo sapevi? Perche' non glielo hai detto?
- Ho pensato che se fallivo non potevo denunciare la persona che l'avrebbe sostituito al comando... e con cui potevo trovare un accordo - rispose Aldea.
- Nessun accordo, spiacente, e non ho intenzione di lasciare testimoni - ribatte' Costas. Cerco' di spararle ma inspiegabilmente la mano non gli ubbidi'.
Aldea sorrise: - Si, ho pensato anche a questa possibilita'...
- Che cosa mi hai fatto, strega? - grido' il romulano, furibondo. Il braccio destro era diventato completamente insensibile e ora pendeva inutile al suo fianco, e stava accadendo la stessa cosa anche anche il sinistro.
- Ti ho dato solo un po' della tua stessa medicina. Ho aggiunto qualche "pozione speciale" alla lista del materiale da prendere sulla Minerva.
Si avvicino'. Il romulano cerco' di reagire ma ormai anche le gambe non gli rispondevano. Aldea lo disarmo'. - Immagino che ora vorrai parlare di quell'accordo... ma prima toglimi una curiosita'. Perche' volevi il tuo comandante morto?
- Non sono affari tuoi! - grido' Costas.
Aldea scosse la testa: - Tic tac... il tempo scorre... e non te ne rimane molto. Su, dimmelo, e forse ti lascero' vivere.
- Non lascerai viva questa nave! - la minaccio' Costas.
- Forse, ma se continui ad essere cosi' cocciuto non lo saprai mai.
Costas senti' che cominciava a mancargli il fiato, era costretto a lottare per ogni respiro.
- Sheravas ha... aveva molti nemici... - sussurro'. - Perche' ucciderlo... semplicemente... Perche' non sfruttare... la sua morte. Se avesse creduto che quelli di Santiago... potessero salvarlo... sarebbe stato estremamente motivato... a trovarli. Se avesse avuto successo lo avrei eliminato... e mi sarei preso il merito... se avesse fallito... sarebbe morto in ogni caso...
Aldea guardo' un punto alle sue spalle: - Che dici, questa storia ha un senso? - chiese.
- Conoscendo i miei nemici potrebbe anche essere vero. - Sheravas si era rialzato. Non aveva mai perso i sensi ed aveva assistito a tutta la scena. Ora si sentiva estremamente debole ma, per la prima volta dopo tanto tempo, bene.
Aldea sorrise ironica all'ufficiale romulano. - Tranquillo, Costas, la paralisi cessera' tra pochi minuti. Sara' il tuo comandante a decidere la tua sorte.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 10 giugno 2390 - ore 18.00

Lequax aveva affittato tramite un'agenzia una casa in campagna, in un luogo molto isolato. Laggiu' avrebbe potuto crescere il draghetto, o meglio la draghetta, lontano da occhi indiscreti. Era consapevole del fatto che non avrebbe potuto nasconderla per sempre, ma per ora quella era l'unica soluzione che gli era venuta in mente.
- Ora Jenny sta brava e fa la nanna - disse alla piccola, che sbadigliava dopo un'abbondante merenda. L'aveva sistemata sul sedile posteriore della sua auto, e l'aveva nascosta con alcune coperte. Non pensava che l'avrebbero fermato ma era meglio essere prudenti. Ci sarebbero volute almeno cinque ore per raggiungere la loro meta, ma una volta usciti dalla citta' le strade sarebbero state meno trafficate e sarebbe stato tutto piu' facile.
Il cucciolo mugolo' inqueto quando accese il motore. - Sta brava, ti prego... - disse Lequax, girandosi verso di lei. Allungo' una mano e la gratto' dietro l'orecchio, una cosa che la piccola adorava.
- Ma.. ma... mam.. ma - sillabo' il cucciolo.
Lequax la guardo' intenerito. - Si, la tua mamma e' qui.
- Mamma! - La draghetta balzo' in piedi e comincio' a raspare con gli artigli il vetro del finestrino. Aveva visto la sua "mamma"!
Anche Gas la vide. - NonMordermiLaCoda! Ti ho trovato finalmente! - disse, avvicinandosi all'auto.
Lequax era inebetito, non sapeva che fare. Quel mammifero le avrebbe portato via la sua piccola Jenny... pero' Jenny era cosi' felice, e lo aveva chiamato mamma...
Gas si fermo' stupito nel vedere quelle che sembravano lacrime scorrere sulle squame del rettile al volante.
Furono le guardie a decidere per loro, chiamate da una vicina impicciona.

Luogo: Sconosciuto
Data: 10 giugno 2390 - ore 18.00

"Dirk Peter Sandeker... Lanaari Valente... " - li chiamo' una voce disincarnata.
- Dio? - sussurro' Lanaari con un certo timore, cercando inutilmente di scorgere qualcosa intorno a loro.
- Non dire sciocchezze - la rimprovero' Dirk, nonostante provasse una forte inquetudine.
"Le vostre azioni sono state esaminate e siete stati giudicati... colpevoli!" - continuo' la voce.
- Colpevoli! - strillo' la donna. - E di cosa? Non ho mai fatto male a nessuno in vita mia. Piuttosto tu mi hai privato delle persone che mi erano piu' care, i miei genitori, i miei genitori addottivi. Come hai potuto essere cosi' crudele! Sei tu l'unico colpevole qui!
"Colpevoli di spionaggio ai danni di Santiago" - preciso' la voce.
Il biancore intorno a loro svani' ed i due si trovarono in una normalissima stanza.
"Abbiamo fatto delle indagini su di voi e valutato i legami che avete con la Associazione Libera Madakki." - spiego' la voce. "Toshiro Onikawara potrebbe crearci parecchi problemi, cosa che vorremmo evitare. Per questo motivo, in cambio della vostra parola che non cercherete piu' di scoprire i nostri segreti, vi lasceremo andare".
- Allora non sei Dio... - disse Lanaari, sollevata e nello stesso tempo delusa.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 11 giugno 2390 - ore 08.00

La sala delle udienze era affollata fino all'inverosimile.
Garent, il capo dei Gradon, e Kessur, il capo dei Garuden non erano riusciti a tenere segreti la cattura del Draken e del felinoide, ed ora si stavano affrontando in un pubblico dibattito.
La cucciola stava mogia mogia chiusa in una gabbia posta in fondo alla sala. Gas, nella gabbia accanto, cercava inutilmente di rincuorarla.
Kessur fu il primo a prendere la parola. - I Garuden hanno scoperto l'orribile complotto ordito dai Gradon - accuso'. - Si sono rivolti ad un laboratorio straniero per commissionare dei mostri sanguinari allo scopo di sterminarci.
- E' falso! - replico' Garent. - I Gradon volevano solo dare al nostro popolo quello che i conflitti alimentati dai nostri avversari ci hanno tolto per sempre, dei discendenti. Abbiamo richiesto delle uova che potessero essere fecondate dalla nostra razza, ma i Garuden ci hanno sabotato, hanno assunto dei criminali per distruggere le uova e vanificare i nostri sforzi.
- Rinnego queste accuse - grido' Kessur. - Non avevamo nessun motivo per condannare il nostro popolo all'estinzione.
Si rivolse verso il pubblico. - Una nuova generazione. Una speranza per tutti. Ma perche' i Gradon volevano tenerla segreta? Forse perche' non doveva essere "per tutti", ma solo per i Gradon, condannando cosi' all'estinzione i Garuden. Ecco perche' ho tentato di avere qualcuna di quelle uova, ma la realta' si e' dimostrata ancora piu' spaventosa. I Gradon non volevano dei figli, ma degli assassini... come quello - Kessur indico' il draghetto in gabbia.
- E' tutta una menzogna - protesto' Garent. - Il progetto e' stato tenuto segreto per un ottimo motivo - spiego'. - Non c'erano garanzie di riuscita, volevamo avere dei risultati concreti prima di renderli pubblici, e vi garantisco che anche i Garuden avrebbero beneficiato di questa iniziativa, anzi, era fondamentale per raggiungere l'obiettivo che da sempre mi sono posto, la cessazione delle ostilita' tra le nostre fazioni. Se avessimo avuto dei discendenti nati dalle stesse uova il nostro popolo non avrebbe piu' avuto motivo per essere diviso. Purtroppo ho fallito - ammise. - Le uova sono vitali, ma le creature nate da esse sono selvagge e sanguinarie.
Una voce si levo' dal pubblico. - Non e' vero! - grido' Lequax. - Vi sbagliate tutti.
- Quello e' un Draken - le fece notare Kessur. - Finora e' possibile tenerlo sotto controllo, ma da adulto potrebbe sterminare tutti i presenti in pochi minuti.
Indico' il suo avversario. - Non e' possibile che il laboratorio a cui si sono rivolti i Gradon abbiano commesso un errore del genere. Volevano dei Draken per sterminare i Garuden. Per questo richiedo che la fazione dei Gradon sia messa fuorilegge e che i suoi capi vengano banditi. Inoltre richiedo che tutte le uova siano distrutte e che i Draken che sono gia' nati siano eliminati, a cominciare da quello presente in questa sala.
- Ehi, brutta lucertola! Non puoi farlo! - protesto' Gas. - NonMordermiLaCoda appartiene all'equipaggio della Minerva, e tornera' a bordo con me.
- E chi dice che tornerai a bordo della tua nave? - obietto' Kessur.
- Io! - risuono' la voce di Aldea.
La folla si apri' come per magia davanti ai tre fratelli di NonMordermiLaCoda, seguiti da un cupo ed incerottato Liam. Aldea, Patros, Lanaari e Dirk chiudevano la fila.
Aldea si porto' al centro della sala. - Vediamo di chiarire questo pasticcio una volta per tutte - disse. - I Gradon si sono rivolti ad un laboratorio per avere dei discendenti. Questo e' vero ed e' stato confermato ai miei uomini dai responsabili del laboratorio in questione - spiego', guardando verso Dirk e Lanaari.
- Le indicazioni di Garent su quello che voleva non sono state molto dettagliate, e gli scienziati hanno prodotto quello che, secondo loro, era la cosa migliore, ovvero quelli.
Indico' i draghetti che, ignorando i presenti, facevano festa a Gas ed alla loro sorellina.
- Esteriormente sono dei Draken, l'unica razza che e' risultata compatibile con la vostra, ma i vostri scienziati hanno fecondato le uova dalle quali sono nati con i vostri geni. Questo significa che loro sono veramente i vostri figli. Non sono bestie feroci di cui avere paura, ma cuccioli che, anche se vi faranno a pezzi il divano, vi daranno tutto l'amore di cui sono capaci.
Kessur e Garent la guardavano increduli.
- E' vero? - chiese Kessur.
Fu Dirk a rispondergli. - Si, e' tutto vero. Avete una seconda possibilita'. Cercate di non sprecarla.

Luogo: Pianeta Golberas
Data: 11 giugno 2390 - ore 15.00

Se ne erano andati quasi tutti ormai. Nella sala delle udienze erano quasi vuota.
Lequax abbraccio' NonMordermiLaCoda, cercando di trattenere le lacrime.
- Addio piccolo mio - disse.
- Ti ringrazio di esserti preso cura di lui - le disse Gas.
- Di lei - lo corresse Lequax. - E' una femmina.
- Davvero? E da cosa si capisce... - comincio' Gas. Scosse la testa. - Beh, non importa.
Il felinoide tossicchio' imbarazzato: - Volevo chiederti una cosa... io faccio un lavoro pericoloso... e i piccoli correrebbero dei grossi rischi se stessero con me... e poi non sarebbe sano per loro crescere su una nave spaziale... Non e' che potresti tenermeli per un po', diciamo per una cinquantina d'anni... - disse in un fiato.
- Stai scherzando! - Lequax non poteva crederci. Voleva lasciargli tutti e quattro i piccoli!
- Naturalmente verro' a trovarli ogni tanto... - Non riusci' a proseguire. Lequax lo stava stringendo cosi' forte da togliergli il fiato.
- Certo, per tutto il tempo che vuoi - disse, ridendo tra le lacrime.
Kessur seguiva la scena con tristezza. - Sembra cosi' felice - disse a Lhek. - Mio figlio, invece... Quando e' nato ne ho avuto paura, e l'ho fatto rinchiudere. L'ho privato dell'amore e della liberta'. Spero solo che non sia troppo tardi per rimediare.
- Non lo e' - lo rassicuro' l'amico. - Pensandoci bene mi sembrava strano che uno come Garent avesse il coraggio di far nascere dei pericolosissimi Draken. Cosi' ho deciso di correre il rischio e ho fatto in modo che tuo figlio fosse allevato come un cucciolo della nostra razza. Non vede l'ora di conoscere suo padre.
Poco piu' il la' Patros stava discutendo animatamente con Garent. - Dove sono i nostri soldi? Abbiamo onorato i patti. Le uova si sono dischiuse, e i piccoli sono sani.
- Veramente per ora si e' trattato solo di poche uova. Ci siamo fermati quando abbiamo visto cosa ne e' uscito - cerco' di temporeggiare il rettiloide. - Nulla ci assicura che le altre...
- Questo e' un vostro problema!
Dirk li interruppe. - Non ti preoccupare, Patros, il tuo compenso e' gia' stato accreditato. Garent, dovrai versare la somma che dovevi a Patros direttamente a quelli di Santiago.
Il capo supremo dei Gradon impallidi'. - Cosa? Non capisco.
- Abbiamo fatto una chiacchierata con loro - spiego' Dirk, - e tra le altre cose abbiamo parlato anche del tuo ritardo nell'onorare i debiti nei confronti di Patros. Si sono dimostrati molto spiaciuti e sono stati cosi' gentili da anticipare il suo compenso. Di conseguenza ora il tuo debito e' nei loro confronti. E a quelli di Santiago non piace aspettare - ghigno'.
- Non.. non erano questi gli accordi... - balbetto' Garent. - Non potremmo... Forse se... - cerco' di trattenerli, ma i due si erano gia' allontanati, ridendo.

Luogo: Nave Minerva
Data: 01 dicembre 2390 - ore 01.00

Sulla Minerva c'era un silenzio spettrale.
Aldea era in plancia, e stava guardando le stelle sullo schermo davanti a se'. Erano passati quasi dieci anni da quando aveva seguito il sogno di quel folle di Jolar'Nat.
Ripenso' con malinconia al bando di arruolamento che il Fend aveva affisso nelle taverne piu' malfamate. Lo ricordava parola per parola.

"Stanchi di seguire l'asfissiante regolamento federale?
Vieni da noi!
I tuoi compagni si comportano come dei vili mercanti e non piu' da veri guerrieri?
Arruolati nella Fratellanza!!
Tutti ti dicono che i tuoi lobi sono troppo piccoli?
Abbiamo bisogno delle tue capacita'!!!
Ogni tua mossa e' spiata e riferita a qualcuno?
Ti stiamo aspettando!!!!
Tutti voi che sognate la vera liberta', voi che volete combattere eroicamente, voi che desiderate divenire smisuratamente ricchi, voi che non volete sottostare ad alcun controllo...
La Fratellanza vi Aspetta!
Non esitate un istante di piu', stracciate le vostre uniformi, affilate le lame e correte da noi.
Ognuno di voi sara' accettato per quello che vale, umano o klingon; ferengi o nausicano; cardassiano o romulano; donna, uomo o ermafrodito.
Assaporate la vera liberta', esplorate la galassia in ogni luogo... con chi?
CON NOI
Dimostrate quel che valete, date gloria e ricchezze alla Fratellanza , che splenda come una nuova stella, che il suo nome faccia tremare anche le navi piu' possenti.
Nessun ammiraglio, nella sua comoda poltrona, potra' piu' dirvi cosa fare, avrete solo il vostro capitano, come un padre in mezzo a voi ed i vostri compagni , come fratelli.
We Want You!"

Poi Jolar'Nat se ne era andato e lei aveva cercato di mantenere vivo quel sogno. Ma aveva fallito. Lei non era Jolar'Nat, e quello non era il suo sogno.
Qualche mese prima Dirk e T'eyan avevano litigato per futili motivi ed avevano abbandonato la nave.
Lanaari era rimasta per un po', ma poi aveva chiesto una licenza. Non credeva sarebbe tornata.
Dar'yana era partita sulle tracce di suo padre. Essere stati cosi' vicini a trovare Santiago aveva riacceso le speranze di trovarlo vivo.
P'otleth era rimasto sulla IRW Valdore. Lui e Sheravas avevano scoperto di avere molti punti in comune, e si era liberato un posto di ufficiale dopo lo "spiacevole incidente" capitato a Costas.
Linda Galne se ne era andata senza una parola. Frankie Shoots aveva ricevuto un'allettante offerta dal cantiere navale della stazione indipendente di Almira, che aveva accettato con entusiasmo.
Solo Bartig, Gas e Liam erano rimasti al suo fianco, come sempre, ed ora attendevano le sue decisioni.
- Liam, imposta la rotta... verso casa! - ordino'.




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