" Plakal, non pensavo che l’avrei trovata così distante da casa ".
Il Vulcaniano al comando della nave in orbita nei pressi di Icon fece un cenno d’assenso al volto rassicurante dell’Ammiraglio Forrest che era appena apparso sul visore principale.
«Potrei dirle, Ammiraglio, che questo remoto sistema stellare è al centro dell’attenzione di molti, di recente. Persino dei suoi uomini della Flotta Astrale. Curioso».
Forrest si agganciò immediatamente all’ancora dialettica del Vulcaniano: " La Endeavour è stata spedita in missione presso Icon in seguito a certi rilevamenti ottenuti dalle vostre sonde a lungo raggio in questo Quadrante. Consideratela un supporto, Comandante ".
Il Vulcaniano non esitò un solo istante a controbattere: «E’ altrettanto singolare, Ammiraglio, che si sia verificata una ragguardevole esplosione di curvatura proprio nel raggio di teletrasporto della Endeavour. Non abbiamo interferito, ma il Protocollo di Alleanza ci vede costretti a farlo».
Forrest si stava rimangiando le decine di Padd che aveva visionato e sottoscritto quasi dieci anni prima, gettando le basi per quello che era stato definito il primo atto formale per missioni nello spazio aperto tra Umani e Vulcaniani: il Protocollo di Alleanza.
Adesso, però, quel codicillo si stava rivelando del tutto fuori luogo, almeno per gli interessi della Flotta Astrale.
" E’ per questo che vi abbiamo contattato, Comandante Plakal. L’esplosione di curvatura è avvenuta in seguito ad un incidente accorso in uno dei planetoidi limitrofi controllati dai Vulcaniani. Nessun danno di rilevo, ma le sto inviando il ruolino di missione per raggiungere la vostra prossima destinazione ".
Plakal scrutò silente il rapporto dal Governatorato Vulcaniano, controfirmato da alcune cariche dell’Alleanza, che richiedeva l’immediato intervento della sua nave nel sistema di Mintakal, e più precisamente presso la luna di dilitio orbitante attorno al terzo pianeta.
«Non sapevamo nulla di questo, Ammiraglio. Il Governatorato ci avrebbe dovuto già contattare».
Forrest sembrava avere ancora in canna qualche colpo ad effetto: " In questo momento sono stato incaricato di fare le veci del Governatorato. Siete perciò incaricati di raggiungere al più presto la colonia mineraria di Mintakal III e offrire soccorso al – ".
L’Ammiraglio della Flotta Astrale avrebbe dovuto ancora snocciolare qualche altro interessante dettaglio sulle circostanze di quell’attacco mai avvenuto, architettato con una manciata di Ambasciatori vulcaniani interessati quanto lui alla vera missione della Endeavour ed altrettanto consapevoli del ruolo di intralcio di Plakal, ma qualcosa andò storto.
«Ammiraglio, sembra che sulla Endeavour ci siano seri problemi».
Il Comandante vulcaniano osservò i dati provenienti dai sensori esterni.
Particelle temporali.
Impossibile.
Illogico.
«Guardiamarina Lasswell, mi passi la muta dermica per la sterilizzazione».
Il Dottor Freeman, ripresosi dall’imprevisto incontro con quella strana civiltà su Icon, stava rimettendo in sesto la sua Infermeria, in attesa di ulteriori ordini dal Capitano.
Jeremiah, squadrando per un attimo la Sala Medica, rintracciò le strumentazioni da sterilizzazione e le passò al suo diretto superiore.
«Ha sentito, Dottore? Sembra che sia giunto a bordo un nuovo ufficiale».
Gordon si rivolse scettico al suo assistente: «Questa nave sembra un porto astrale. Gente che va, gente che viene: pare quasi che la Flotta riesca a replicare tutti questi ufficiali in un battibaleno».
Il Dottore della Endeavour tornò sulle sue analisi e domandò: «Guardiamarina Lasswell, mi passi la muta dermica per la sterilizzazione».
Jeremiah fece per eseguire la richiesta, ma qualcosa lo fermò: «Signore, scommetto che, se le dovessi annunciare l’arrivo di un nuovo ufficiale, tirerebbe in ballo una storia piuttosto artificiosa su come la Flotta Astrale riesca a replicare tutto questo personale per la Endeavour. Dico bene?».
Gordon rimase di sasso.
«Guardiamarina Lasswell, mi passi la muta dermica per la sterilizzazione».
Jeremiah provò solo ad immaginare il numero infinito di volte in cui aveva passato al suo superiore quella famigerata muta dermica.
«Signore, chiedo il permesso di raggiungere il Laboratorio Medico per analisi secondarie».
Il Dottor Freeman lo guardò confuso, poi gli concesse la richiesta.
Jeremiah si allontanò dal Ponte dell’Infermeria con aria molto cauta. Aveva ben poca dimestichezza con le meccaniche temporali, ma sapeva che qualcosa a bordo non andava per il verso giusto.
Il suo analizzatore medico non aveva le capacità necessarie a scandagliare le pieghe recondite nelle quali potevano celarsi i segreti di quelle repliche che si ripetevano senza soluzione di continuità.
" Guardiamarina Lasswell, stiamo per ricevere un paziente in Infermeria. Priorità Uno ".
Jeremiah si ritrovò improvvisamente smarrito: la chiamata del Dottor Freeman era urgente.
" Guardiamarina Lasswell, stiamo per ricevere un paziente in Infermeria. Priorità Uno ".
La cadenza vocale del Dottore era la solita: oramai non c’erano più dubbi.
" Lasswell a Capitano Hidaho: signore, avete notato nulla di strano? ".
Djanet, pochi secondi prima che il Cronauta venisse teletrasportato in Infermeria, commentò: «Signor Lasswell, abbiamo un ospite piuttosto particolare a bordo. Necessitiamo di analisi mediche immediate; il Dottore ha già predisposto tutto per questi casi di emergenza».
Chilalot, protetto ancora dalla sua morfodivisa temporale, squadrò il Capitano della Endeavour e si accorse che la sua presenza, in quel preciso istante, aveva cambiato totalmente le carte in tavola.
" Signor Lasswell, abbiamo un ospite piuttosto particolare a bordo. Necessitiamo di analisi mediche immediate; il Dottore ha già predisposto tutto per questi casi di emergenza ".
Di nuovo. La conferma del Capitano Hidaho era giunta al comunicatore di Jeremiah per almeno quindici volte in meno di un minuto, e non si trattava di un semplice mal funzionamento dei sistemi di comunicazione interni.
D’un tratto, dritto davanti a lui, un raggio di materializzazione ricompose una fisionomia sconosciuta all’Assistente del Dottor Freeman.
«E lei chi sarebbe? Allarme – «.
Chilalot, improvvisando una mossa azzardata, mise una mano sulla bocca dell’umano: «Non abbia timore. Sono qui per aiutarla. Se c’è qualcuno su questa nave che può farlo, quello sono io».
Jeremiah guardò nuovamente l’uomo apparso sul Ponte dell’Infermeria: «Allora sa qualcosa di ciò che sta succedendo? E’ opera sua?».
Chilalot fu costretto a dover fare i conti con le limitate conoscenze umane sulle meccaniche transtemporali, così lasciò al suo visualizzatore da polso il compito di spiegare a sommi capi quello che l’Assistente aveva appena abbozzato nella sua mente. Jeremiah rimase un attimo interdetto alla vista di quelle immagini scritte nell’aria, poi si rese conto che, di fronte a quell’entità aliena, c’erano fin troppe cose che potessero destare stupore.
«Appartengo ad una forza temporale di cronoviaggiatori. Mi sono disperso, quindi ho chiesto aiuto alla Endeavour per tornare a casa, ma la mia sola presenza qui a bordo ha generato una sorta di faglia cronale che presto si estenderà allo spazio aperto e forse su Icon. Credo che solo lei sia consapevole di questo, perciò è lei la mia ultima speranza».
Il Guardiamarina Lasswell non aveva la benché minima intenzione di credere alle parole assurde di un intruso, ma si dovette ricredere quando Chilalot, sfruttando i poteri reconditi di quel generatore di immagini, gli mostrò decine di schermi visori fluttuanti che esibivano manichini in uniforme intenti a ripetere le medesime azioni in un circolo vizioso senza fine.
«Ma come posso –«.
Chilalot non seppe dare una risposta: era impossibile sapere per quale motivo Lasswell fosse rimasto fuori da quell’anello temporale che stava lentamente prendendo possesso della Endeavour.
Uno dei dispositivi innestati nella morfodivisa del Cronauta prese a brillare, e Chilalot capì che gli imprevisti erano tutt’altro che scacciati.
«La concentrazione di particelle cronali emesse dal mio sfasamento sta generando uno squarcio temporale all’altezza dei vostri laboratori». Jeremiah fece per allontanarsi, ma la mano poderosa del Cronauta lo trattenne: «Se si allontana da me, potrebbe rimanere bloccato nella stessa trappola in cui sono caduti i suoi compagni. Per giunta, credo che qualcuno si sia accorto di noi».
Chilalot traslò uno dei vettori di immagine verso l’esterno, ed il Guardiamarina Lasswell notò una nave vulcaniana in rotta di avvicinamento: «Si tratta del Comandante Plakal. Appartiene alle forze scientifiche del Governatorato Vulcaniano».
Il Cronauta disattivò il visualizzatore da polso e concluse: «Se si avvicineranno troppo alla Endeavour, rimarranno intrappolati in questo paradosso temporale». Mentre Chilalot stava escogitando la più veloce ed indolore via di fuga con l’unico umano salvatosi da quel supplizio, un rilevatore di prossimità cronale prese a brillare.
5…
«Mi segua! Se ho planimetrizzato correttamente la vostra nave, abbiamo ancora una possibilità!».
…4…
Lasswell passò davanti all’Infermeria, scivolò lungo uno degli innesti di collegamento della nave e sbucò presso la Sala Teletrasporto. Ma tutto ciò si stava realizzando alla velocità del pensiero.
…3…
«Avete visite, a quanto pare».
…2…
Jeremiah attraversò il Ponte sul quale si trovava un ufficiale sconosciuto in colloquio con il Capitano Hidaho.
Cercava di capire cosa stesse succedendo, ma non ci riusciva. Non poteva semplicemente farlo.
…1…
«La Sala Macchine!».
Il Cronauta indicò l’ingresso dell’Ingegneria. Cosa aveva in mente di fare?
…0.
Infinite linee temporali iniziarono ad aggrovigliarsi una sull’altra, palesando infiniti mondi di mondi possibili che nascevano e si disgregavano nell’eternità di un attimo.
Lo spazio attorno ad Icon venne scosso da una ciclopica onda fredda che sconquassò ogni ostacolo davanti a sé, e le due astronavi in orbita furono gettate alla deriva.
Chilalot, rimasto immobile davanti a quella catastrofe dovuta alla sua sola esistenza, avvertì un sussulto nella linea degli eventi.
«Guardiamarina, qualcuno dei vostri è scomparso».
Jeremiah, ancora all’oscuro di quello che sarebbe successo dopo quella marea stellare improvvisa venuta da chissà dove, non seppe articolare una sola parola.
«Digi. Grado: Tenente. Non c’è più».
L’Assistente del Dottor Freeman percepiva attorno a sé un’aura di estrema impotenza.
E adesso?
L'allarme rosso prese a suonare in tutta la nave proprio mentre Djanet stava lottando per riprendere i sensi. "Ma che sta succedendo? Un secondo fa stavo parlando con.. con chi stavo parlando?.."
I ricordi del capitano erano nebulosi ma l'addestramento prese il sopravvento e, messasi in piedi, cercò subito di organizzare i soccorsi; la plancia era abbastanza mal ridotta ma ancora utilizzabile e per fortuna nessuno sembrava essere gravemente ferito.
"Hidaho a comandante McFinn, rapporto"
"Quì McFinn, qualche cosa non va capitano? Sono in sala macchine insieme al tenente Stilgar, come mi aveva chiesto..:"
"Il tenente chi?" Djanet decisamente non capiva più nulla... prima un alieno che sostiene di essere un viaggiatore nel tempo, poi una terribile esplosione e ora McFinn che non si era accorto di nulla? "Duncan, venga subito in plancia con questo tenente Stilgar per favore."
"Ok capitano"
--- Intanto in sala macchine---
Lasswell e Chilalot si erano nascosti in una saletta laterale e il crononauta in qualche modo era riuscito a innalzare una barriera protettiva dai loop temporali "Chilalot, che sta succedendo? Perché prima ho visto il capitano a colloquio con quel nuovo ufficiale sul ponte e ora vedo la stessa persona vicino al comandante McFinn?"
"Purtroppo lo squarcio temporale sta peggiorando e ora nella nave si svolgono due flussi temporali distinti. Qui in sala macchine Duncan e Stilgar stanno lavorando insieme per ordine del vostro capitano ma in plancia hanno avvertito l'esplosione reale che c'è stata e più gente verrà nella sezione inferiore e più gente rimarrà bloccata nel loop temporale che si sta formando. C'è solo un modo per porvi fine, i miei compagni del futuro devono venire qui e richiuderlo dalla loro parte. Però devo aiutarli a trovarmi o sarà come cercare un ago in un pagliaio. Deve aiutarmi lei. "
Jeremiah era stordito da ciò che aveva visto e rispose con un laconico "Ok."
"Ho bisogno di sapere perché lei ne è immune e lo posso fare con questo scanner biocronologico. Purtroppo le batterie sono finite e ho bisogno di attaccarlo direttamente ad una presa EPS. Mi può aiutare?"
"Non sono un ingegnere ma mi faccia vedere"
Fortunatamente Lasswell era abbastanza pratico di scanner medici da afferrare il funzionamento dell’apparecchio e lo collegò all'energia principale senza troppi problemi. Quando Chilalot mise in funzione lo scanner le luci della sala iniziarono a tremolare ma fortunatamente l'energia resse fino alla fine. "Ho capito cos'è successo. Ora ho bisogno di accedere ai vostri laboratori medici e sarò in grado di sintetizzare una sostanza che, immessa nel sistema di areazione, dovrebbe rendervi tutti immuni dal loop. Avanti, mi segua!"
---- Laboratorio medico----
Chilalot e Jeremia riuscirono in qualche modo ad entrare in infermeria ma le sorprese non erano ancora finite... Infatti, in una saletta laterale c'erano ancora il dottor Freeman e un altro se stesso che stavano riordinando le attrezzature e la famosa muta dermica per la sterilizzazione.
"Ma come..." disse Jeremiah ma non riuscì a terminare la frase visto che Chilalot lo tirò rudemente in un angolo "Non si faccia vedere ne sentire. Quella che vede è un'altra linea temporale ma la mia barriera ci permette di restarne al di fuori. Se l'altro se stesso dovesse vederla o peggio ancora toccarla i paradossi temporali peggiorerebbero."
Finalmente giunti in laboratorio Chilalot fornì al computer la formula di quello che voleva produrre e Lasswell diede l'ordine di immetterla nel sistema di areazione. Ma sarebbe bastato a salvarli?
Una decina di minuti dopo lo scanner del crononauta segnalò una diminuzione
delle particelle temporali, sicuro indice che, qualunque cosa fosse stata
immessa nell'aria, stava avendo effetto.
Per primo si liberò il dottore e l'altro Lasswell scomparve nel nulla.
"Dottor Freeman, sta bene?"
"Ma... sei appena sparito nel nulla... davanti ai miei occhi.."
"No dottore, la nave è vittima di un loop temporale e quello che è appena sparito è una mia immagine. Chilalot, il nostro famoso ospite, ci ha salvati immettendo nell'aria qualche cosa che ha respinto le particelle temporali e di conseguenza il loop. Ora però è necessario che qualcuno del suo tempo lo richiuda."
Freeman non perse tempo e disse "Dottore a capitano, può venire un attimo in infermeria?"
"Dottore, ma dove è finito? Aveva detto che sarebbe tornato ad aiutare i feriti ma è mezz'ora che è via."
Freeman lanciò uno sguardo strano in direzione di Jeremiah che scrollò le spalle.
"Lasci perdere capitano. Arrivo e credo di poterle portare anche delle
spiegazioni"
I tre si avviarono verso la plancia.
A metà strada incontrarono McFinn che, dopo una rapida spiegazione, disse "Ora cpaisco il comportamento del capitano. Aveva ragione lei e il tenente Stilgar era solo frutto di una diversa linea temporale?"
"Non lo so. Potrebbe anche essere semplicemente proveniente dal vostro futuro. lo saprò dire quando lo avrò analizzato. Se però non è scomparso come gli altri doppi sono propenso a credere alla seconda ipotesi." Rispose Chilalot.
--- Plancia----
Hidaho stava aiutando il tenente Kelly con la propria console semi incendiata quando i quattro entrarono e rimasero ovviamente scioccati dallo spettacolo. Le paratie, normalmente grigio chiaro erano chiazzate di nero a causa dei piccoli incendi, un fascio di cavi pendeva dal soffitto e diverse console erano letteralmente esplose. Mentre il dottor Freeman e il suo assistente si occupavano dei feriti rimasti Duncan accompagnò Chilalot dal capitano.
"Signor Chilalot, esigo di sapere cosa è successo alla mia nave. I danni sono ingenti, uno dei nostri è sparito e mi ritrovo con un ufficiale mai visto. Tutto questo puzza molto di paradossi temporali o sbaglio?"
"No capitano, non sbaglia. A quanto pare la mia stessa esistenza sta creando uno strappo nel tessuto del tempo ed è necessario che venga richiuso. Per prima cosa, la nave vulcaniana è ancora qui?"
"No, per fortuna. nei quartieri della Flotta Astrale c'è qualche anima pia che ci ha dato una mano dirottandoli verso una missione fasulla."
"Perfetto. Per richiudere lo strappo è necessario che io guidi i miei amici dall'altra parte. Nel secolo da cui vengo sicuramente hanno già individuato lo squarcio ma devo riuscire a mandare una fascio di crono particelle concentrate per direzionare lo loro ricerca. Se non lo facciamo subito sarà sempre peggio e quello che ho immesso nell'aria e che ci protegge dai loop creatisi non durerà a lungo..."
"Ammettendo che io le creda... Di cosa ha bisogno?"